Steve la scrutava, iniziava a capire il perché del suo atteggiamento freddo e distaccato. Era tutto dovuto alla rabbia accumulata in quegli anni. Eppure sapeva di non aver ancora colto nel segno il vero motivo di quell'atteggiamento. Ma più iniziava a conoscerla e più si sentiva attratto da quella figura misteriosa che era ormai entrata a far parte della squadra.

"Aura- intervenne Natasha- dato che ormai abbiamo afferrato tutti la situazione, ti andrebbe di parlarci del tuo mondo, della tua vita lì?"
"Credo sia una domanda abbastanza azzardata..." si intromise Steve
"Perchè non te lo fai raccontare da Tony Stark? Il padre dell'anno?" Tony guardava il pavimento della navicella. Quello che provava era un misto di sensi di colpa, sconcerto e impotenza davanti ad una situazione del tutto nuova per lui e che non sapeva affatto affrontare.
"Perché voglio sentire la tua storia. Perché a volte parlare di qualcosa che ci fa male può farci bene." Aura analizzò Natasha. Stava soffrendo più di quanto stesse soffrendo lei in quel momento, ma quando entrò nella sua mente capì che quel racconto serviva più alla Romanoff che a lei. Le serviva per sentirsi utile, le serviva per riprendere il controllo di sé stessa.

"Da dove vuoi che inizi?"
"Da dove te la senti."
"Prima di tutto credo di dovervi spiegare che nel mio mondo c'era un nuovo genere di uomo, visto dai visionari più radicali come l'evoluzione del genere umano stesso. Ma il mondo non era ancora pronto ad accettare un cambiamento così stravolgente. Molti degli uomini erano spaventati dalle capacità di questi mutanti, ma non era l'uomo singolarmente ad aver paura. Il governo aveva paura. Suppongo avessero paura che potessimo prendere le redini di quel potere usurpandolo. Quindi ci disegnavano come mostri. La gente iniziò a vederci come mostri. Gli stessi parenti cacciavano i figli di casa se erano... diversi . Altri cercavano semplicemente una cura. Così gli umani iniziarono a combattere questa generazione di mutanti. E mia madre era una di loro."
***
Dopoché Aura ebbe raccontato per filo e per segno la vita di sua madre cercando di indurre gli altri che l'ascoltavano a giustificare in qualche modo la sua cattiveria nel suo mondo e con lei, iniziò a raccontare della sua infanzia particolare. Raccontò di essere venuta a conoscenza dell'identità del padre a 12 anni e che a quell'età era iniziata la sua preparazione al mondo esterno con i vari allenamenti delle arti marziali, del kung-fu, persino la capoeira, aveva ricevuto ogni tipo di insegnamento di lotta che la madre conosceva. Ma l'allenamento non era solo fisico: Emma Frost era dell'opinione che Aura dovesse finire presto lo studio in modo che potesse entrare nella sua squadra e aiutarla nelle sue missioni. Quindi studiava molto di più di una ragazza normale e all'età di 15 anni aveva appreso quanto una ragazza di 20. L'anno successivo era già pronta per entrare in azione.
Aura raccontava di come la madre fosse sempre assente, impegnata per le continue lotte contro l'uomo. L'aveva sempre presa come punto di riferimento, perché era il suo unico punto di riferimento. Negli ultimi anni la madre cambiò prospettiva, dopo essere entrata a far parte degli X-man. Finalmente sembrava tutto andare per il meglio. L'ultimo anno della sua vita in quel mondo era stato quello più normale e quello più bello. Si era persino innamorata per la prima volta, di uno stregone poco più grande di lei, un po' diverso dagli altri perché non era un mutante e si era ritrovato in quel mondo alla ricerca di qualcosa che però non trovò. Raccontò del fatto che il ragazzo rimase lo stesso nonostante la sua missione fosse fallita e che passavano ore e ore ad allenarsi e a parlare di ogni cosa. Aura però ometteva volontariamente un particolare della storia: il fatto che il ragazzo non era realmente uno stregone. Credeva di non poter fare altro se non tralasciare la sua origine data la sua reputazione su quella terra. Raccontò quindi di quel ragazzo con un velo di tristezza
"A volte piangere fa bene" disse Nat sedendosi al suo fianco.
"tu piangi mai in pubblico?" le chiese schietta Aura. Natasha non rispose. Così la mutante finì la sua storia raccontando della minaccia incombente della dark phoenix assorbita e poi sconfitta da sua madre, secondo la versione di Fury. Steve più provava a non ascoltare e più non poteva fare altro. Aura si era descritta come la cattiva della situazione, ma lui non provava disprezzo nei suoi confronti.

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