Capitolo 28

3.7K 117 10
                                    

La settimana passa abbastanza velocemente, Kimberly non ha più provato a parlarmi e mio padre continua ad evitarmi come la peste.

Meglio così, meno ho a che fare con lui ed i suoi casini, meglio sto

Finalmente venerdì sera arriva, così verso le otto e mezza riesco a staccarmi dai miei fascicoli e raccattando le mie cose, mi catapulto fuori dall'edificio militare per salire in macchina e andare a casa.

Sono rimasta d'accordo con Emily e i nostri amici di vederci al Golden dato che la bionda ha il suo turno al lavoro.

È settembre inoltrato ed ottobre è quindi alle porte, eppure fa ancora caldo. Un caldo piacevole che mi ricorda perché io ami la California e le sue temperature miti e perché non ci rinuncerei mai.

Scendo dall'auto dopo aver parcheggiato di fronte all'appartamento e afferrando le chiavi entro nella casa buia e silenziosa che ospita solo la mia presenza chiudendomi la porta alle spalle

Accendo la luce e posando le chiavi e la borsa sul mobile alla mia sinistra, salgo le scale raggiungendo il piano superiore e in particolare modo il bagno.

Mi spoglio e due minuti dopo sono sotto la doccia accolta dal calore dell'acqua calda che mi scivola sul corpo nudo

Mi rilasso completamente lasciando all'acqua il lavoro di farmi scivolare di dosso tutte le tensioni accumulate in questi giorni, lascio che scivolino via tutti i dubbi e le incertezze...mi abbandono semplicemente a me stessa

Strizzo i capelli con tenacia prima di uscire dalla doccia e mi avvolgo un asciugamano intorno al corpo e un altro sulla matassa disordinata di capelli

Mi posiziono di fronte allo specchio appannato dalla condensa provocata dall'acqua bollente e ci passo sopra la mano per lasciarmi una visuale della mia immagine riflessa

Ho all'incirca un'ora per prepararmi prima che Emily inizi a sclerare e prenda a lasciarmi messaggi e chiamate ad oltranza, perciò devo darmi una mossa

Applico una crema idratante sul viso e sulle gambe per poi togliere il turbante sulla testa per iniziare a districare i capelli e prepararli così all'asciugatura

"Te l'ha mai detto nessuno che non si lascia la porta di casa aperta?"

Sobbalzo e lancio un grido facendo così cadere la spazzola per terra che si schianta sulle mattonelle del pavimento con un tonfo assordante

"Dylan cosa stracazzo..." prendo a parlare a fatica ancora scossa per la paura

Dannazione mi sono davvero spaventata a morte

Il ragazzone sta con una spalla appoggiata allo stipite della porta e le braccia incrociate fissandomi intensamente e con una serietà da brividi

"Sei una sconsiderata, chiunque sarebbe potuto entrare e farti chissà cosa viste le condizioni in cui verti" dichiara facendomi alzare un sopracciglio risentita

"Le condizioni in cui verto? Sono in casa MIA, nel MIO bagno. Quello che ha deciso di avere il libero arbitrio ed auto invitarsi nel MIO appartamento senza avvertire la sottoscritta sei tu"

"Finché sono io va tutto bene, però sono serio Norah...chiudi quella fottuta porta quando entri in casa e sei a maggior ragione da sola"

Il tono che usa ha una serietà ed una velata preoccupazione per me e per la mia sicurezza che mi lascia disarmata

Beh effettivamente non c'è nessuno più disarmato di te vista la tua nudità al di sotto dell'asciugamano

Mi ritrovo semplicemente ad annuire sorridendogli leggermente calmandomi nel rendermi conto che la sua è pura e semplice preoccupazione per me e che non si tratta di alcuna sua solita imposizione militare

Above waterWhere stories live. Discover now