Profumo di More

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Mora.
Il suo bagnoschiuma è alla mora.
Ecco perché tutto il suo corpo è ricoperto da quel odore.

È così leggero e delicato che non solo gli si addice alla perfezione, ma diventa una droga.
Quando entro nella nostra stanza e sento quell'odore...

Tutto quello che vorrei è poterlo avere sotto al naso, il più vicino possibile, tutta la notte, tutta la vita. Addormentarmi guardandolo, svegliarmi e averlo vicino a me.
Ogni tanto mi chiedo... Chissà se le sue labbra hanno lo stesso sapore dell'odore della sua pelle.
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Era sera sul tardi mi trovavo in dormitorio e stavo raggiungendo la mia camera per provare a riposare un po'. Entrando riconobbi quell'odore inconfondibile e poi vidi il ragazzo coperto di lentiggini di già sdraiato sopra al mio letto con la Switch in mano.

Era consuetudine che il sabato sera dormissimo insieme per non sentire la solitudine di un dormitorio così tanto grande totalmente svuotato di qualunque essere vivente se non per noi due. E qualche zanzara che da quelle parti non mancava mai.

"Che fai?"

"Gioco"

Mi avvicinai al mio letto e mi ci sdraiai sopra mettendomi di fianco a lui senza voler invadere troppo il suo spazio, cosa che poco dopo fece lui annullando del tutto la distanza che ci separava e appoggiandosi con la testa sul mio braccio disteso, tenendo la Switch abbastanza in alto da consentire a me di guardare cosa faceva. 

L'atmosfera era soffice, accogliente.
Fluttuavamo entrambi in una bolla lontano dallo scorrere del tempo e dalla pesantezza del resto del giorno, gli occhi mi si chiudevano da soli, non perché avessi particolarmente sonno, semplicemente mi stavo rilassando così tanto che appunto mi stavo addormentando.

Mi sembra che lo feci... L'ultima cosa che credo di ricordarmi è la sensazione di un paio di labbra calde prima sopra la mia guancia e poi sulle mie leggermente schiuse... Crollai definitivamente trasportato dalla stanchezza.

Mi svegliai solo un paio di volte per tutto il corso della notte, ma mi riaddormentai subito in entrambi i casi, impossibilitato a muovermi dato l'esile ragazzo che mi teneva stretto nelle sue braccia, cosa che non aveva mai fatto prima, ma mi scaldava il cuore e mi dava la netta voglia di passare così tutto il resto della mia vita, o almeno le mie notti.
Riduttivo? Mi sarebbe bastato. 

Per il resto del tempo riempiva i miei sogni, accompagnandomi per essi con le sue dita intrecciate alle mie mentre camminiamo leggiadri nello spazio della mia mente senza apparenti limiti come l'universo, inconsapevole in quel momento che la mattina dopo, una volta aperti gli occhi, quegli attimi non sarebbero stampati nella mente di entrambi. 

La mattina arriva, sempre, spietata.
Felix non solo non mi teneva più la mano come il sogno mi faceva credere, non riempiva nemmeno più lo spazio nel mio letto, rimaneva vuoto, come tutti gli altri giorni. Come il mio cuore che ha bisogno di amare e ha disperato bisogno di lui. 

Lo vidi rientrare in stanza stropicciandosi gli occhi, vedendomi sveglio arrossì leggermente per poi attaccare a parlare.

"Oh, scusa, ti ho svegliato io?"

"No, mi sono svegliato proprio ora"

"Ero in bagno"

"Facciamo la colazione?"

Annuì e si portò di nuovo fuori dalla stanza. Lo seguì passo dopo passo quasi come se non conoscessi il posto o dove fosse situata la cucina.

Cucinammo pancake, mangiammo in fretta e nessuno dei due aprì bocca, mi ricordavo cosa era successo quella sera, prima che mi addormentassi, ma cercavo di non pensarci per non arrossire così di punto in bianco davanti a lui, cosa che avrebbe sicuramente notato data la mia carnagione troppo chiara.

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