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☆Scusate il ritardo, ieri sera ho corretto il capitolo e pensavo di averlo pubblicato. E invece...☆

Yuzuru era stato distratto tutto il pomeriggio. Terribilmente distratto. E tutte le volte che gliel'avevano fatto notare aveva risposto che era stanco.

Stanco?

Non era mai stato così sveglio in vita sua. Poteva sentire ogni secondo passargli addosso come una dolorosa puntura, ogni secondo che lo separava dalla fine delle interviste, la conclusione della sua giornata, e l'incontro con Javier.

Più di una volta aveva smesso di ascoltare i suoi interlocutori e aveva cominciato a pensare a cosa sarebbe successo, a cosa avrebbe dovuto dire, a cosa avrebbe detto Javier...

Il suo stato d'animo non aveva fatto altro che oscillare tra il 'si è preso gioco di me', il 'sta vivendo un momento difficile della sua carriera, probabilmente non significava niente', fino al 'è innamorato anche lui'. Tendeva di più alla prima possibilità, eppure non vedeva l'ora di averlo davanti agli occhi, di sentirgli dire quelle parole. Qualsiasi esse sarebbero dovute essere. Di una cosa era certo: in un modo o in un altro di lì a poco tante cose sarebbero cambiate, almeno per lui, più di quanto non avevano già fatto.

C'erano poi stati anche i momenti, durante le interviste, in cui il suo volto era andato a fuoco mentre la memoria delle labbra dello spagnolo pungeva le sue, un dolce calore riempiva tutto il suo corpo, mentre il cuore cercava di esplodergli nel petto, facendolo sorridere come un idiota o rattristare come se fosse di fronte alla propria fine.

Anche in quei casi aveva dovuto inventarsi molte scuse.

Non erano state delle belle interviste. Non aveva fatto altro che ripetere meccanicamente cose che già sapeva o cliché, ma se ne sarebbe occupato nei giorni successivi. Aveva altri problemi per la testa.

"Yuzuru vuoi..."

"Ora no Brian, scusa, ci vediamo più tardi" Lo aveva interrotto bruscamente il giapponese mentre correva via dopo l'ultima intervista.

Voleva solo farsi una doccia veloce e andare a incontrare il suo compagno di allenamenti.

Sentiva di stare praticamente andando incontro al suo destino, e mentre se lo diceva da solo il suo cuore palpitava come prima di entrare sul ghiaccio.

Non voleva crearsi aspettative. Sarebbe stata una pessima idea, così si prese qualche minuto per ordinare le idee.

Non era possibile.

Puntò tutto sulla doccia calda perché gli desse consiglio. Ma non fu così.

Si vestì comodo, indossando una tuta e una felpa nera col cappuccio. Si passò un'ultima volta una mano davanti agli occhi e uscì con decisione dalla porta.

Sarebbe andato incontro a quella situazione. Odiava sentirsi come una ragazzino alla sua prima cotta. Anche se quel titolo gli sarebbe potuto stare meglio di quanto cercasse di convincersi.

Non si diede tempo di pensare. Non si diede tempo di esitare.

Uscì dall'ascensore e andò a bussare, con decisione.

Gli aprì lo spagnolo dopo pochi secondi.

"Yuzu" Lo salutò con un filo di voce.

"Javi. Ciao. Mi inviti a entrare?" Chiese per rompere un momento di silenzio imbarazzante che si era instaurato.

"Certo, scusa, vieni. Scusa per il disordine"

"Nessun problema"

Si sedettero entrambi sul letto, a gambe incrociate. Entrambi guardavano dappertutto tranne che negli occhi dell'altro.

Efforts Will LieWhere stories live. Discover now