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Javier era stato guidato dall'istinto, nient'altro che quello. Probabilmente aveva appena fatto la più grande idiozia della propria vita.

E venne colpito da quella consapevolezza quando Yuzuru gli si irrigidì come un pezzo di ghiaccio tra le braccia. Restando pietrificato sotto il suo tocco.

Si allontanò, sentendosi tremendamente in colpa.

"Yuzuru io..."

Il giapponese lo guardava con occhi sgranati pieni di... non avrebbe saputo dire che sentimenti. Le labbra chiuse in un filo sottile, immobile, con le mani ancora sopra quelle di Javier, appoggiate ai lati del suo viso. Sembrava sconvolto.

"Perché?" Domandò semplicemente alla fine.

"Io non..." Si bloccò. Non avrebbe saputo dirlo neanche a sé stesso "Te devi andare alla conferenza stampa" Disse alla fine, cercando di cavarsela "Ne parliamo dopo va bene? Vienimi a cercarmi in camera, dopo"

Lo spagnolo fece per allontanarsi ma venne fermato da una mano sulla propria spalla.

"Perché?" Ripeté.

"Ne parliamo dopo Yuzuru. Ti prego" E corse via.

Javier odiava sentirsi così. Aveva sempre cercato di attaccarsi e affezionarsi il meno possibile per non restare ferito e adesso gli erano state tolte le due cose a cui era stato più attaccato negli ultimi tempi: le Olimpiadi, che aveva perso miseramente, e probabilmente anche Yuzuru, visto che si era meschinamente approfittato di lui.

Aveva giurato di non ferirlo.

Quando si erano conosciuti Yuzuru era solo un ragazzino che aveva appena fatto un passo enorme, letteralmente attraverso l'intero oceano, e che aveva il disperato bisogno di una figura forte che lo sostenesse.

Aveva deciso di essere lui quella figura, perché all'epoca era solo un bambino, col quale tra l'altro era stato difficilissimo anche solo entrare abbastanza in intimità da dargli un abbraccio, e aveva giurato che mai l'avrebbe messo volontariamente a disagio. Fisicamente e moralmente. E adesso con quel bacio uscito dal nulla probabilmente l'aveva spaventato a morte. Probabilmente gli avrebbe fatto perdere tutta la stima e la fiducia che il giapponese aveva nei suoi confronti.

Ma perché l'aveva fatto maledizione?

La cosa era cominciata la sera prima.

La storia del bacio era stata crudele. Non aveva dubbi che dieci anni prima le cose andassero così, ma pretendere che quell'innocente e delicata creatura baciasse uno degli uomini in quella stanza... era sbagliato. Nessuna di quelle labbra meritava neanche l'ombra di un dolce bacio di quella piccola e straordinariamente morbida bocca.

O almeno quello era ciò che si era ritrovato a pensare.

Non aveva nessun dubbio che Yuzuru avrebbe scelto lui, era il più vicino sentimentalmente al giapponese in quella stanza, in quanto a intimità avrebbe sicuramente battuto anche i suoi connazionali. Era letteralmente seduto tra le sue gambe! E così l'idea aveva cominciato a solleticargli la fantasia, per tutto il tempo che Yuzuru si era preso per scegliere lui si era pregustato quell'atto, lo aveva anche intimato di farlo, non vedendo l'ora di prenderne parte.

Quanto era stato sciocco da parte sua.

Vederlo appoggiare le sue labbra, quelle labbra che aveva sempre considerato le più pure, le più caste e le più delicate, le labbra che avrebbe protetto per sempre, su quelle dure e sicuramente meno innocenti dell'altro giapponese, ignorandolo completamente, gli aveva spezzato dentro qualcosa.

L'alcol che aveva in corpo, anche se poco, doveva aver certamente contribuito assieme alle emozioni della settimana e al senso di svolta che gli avevano dato le olimpiadi.

Efforts Will LieWhere stories live. Discover now