Che succede?

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Appena entrati nel S.Andrea, corsi verso un
infermiere che lavorava nel piano sotto quello
in cui ero ricoverato, lo avevo spesso visto
parlare col mio dottore, quindi ero sicuro che si
conoscessero.
«Mi scusi, ha visto il dottore?» dissi
col fiatone, venivo comunque da mesi passati
steso su un letto in ospedale, e quindi non
ero abituato agli sforzi fisici eccessivi, e uno
improvviso mi lasciava sfiancato.
«Oh, si, era preoccupatissimo, l'ho sentito dire
che andava al terzo piano.» Questo le cose le
dice tranquillamente? E la privacy e cose cosi?
L'infermiere aveva una voce calma. Forse
non era la prima volta che un tipo gli correva
in contro, poi chiedergli di qualche dottore,
insomma, eravamo in un ospedale dove le
persone potevano farsi pompini a destra e a
manca.
Presi mio padre per la manoq, e poi ricominciai a
correre verso l'ascensore. Premetti il
pulsante verde e aspettai, sentii la classica
campanella e dopo il rumore dell'ascensore
che scendeva troppo lentamente.
«Non voglio prendere le scale: sono tornato
dall'Iraq ieri, non voglio correre a destra e a
manca anche qui.» m'intinò mio padre.
Dieci minuti dopo eravamo al piano giusto.
Vidi immediatamente una barella passarmi li
vicino.
Il cuore era a mille.
Il sangue era freddo.
La mia faccia era pallida.
Ne passò un'altra, ma questa volta c'erano
il dottore e Mattia, vicino. Corsi li
vicino, e afferrai il dottore Luca.
«Perché è li?» urlai con tutta la forza che
potevo avere in quel momento. Nessuno ci
stava calcolando in quel momento, erano tutti
presi dalla barella.
«Diego, calmati.» sussurrò.
«Perchè cazzo è li?»
«Non te lo posso dire.» abbassò lo
sguardo e lo vidi spaventato.
Lo lasciai e rincorsi Mattia.
Sala Operatoria -
Lessi soltanto, prima di ficcarmici dentro.
«Che succede qui?» urlai spaventato io, questa
volta..
«Nulla,Diego va via.» rispose Mattia.
«No, ho bisogno di saperlo!» urlai ancora.
L'uomo mi prese per le braccia e mi scosse.
«Ci stai solo mettendo ansia, va via.» disse un
altro infermiere. Mi staccai dal dottore per
dargli un pugno, quando fui fermato da un
braccio robusto.
«Diego  vieni che parliamo di quel bel
bocconcino della tua amica.» mi calmò un pò
mio padre.
Sentivo il cuore nel mio petto esplodere.
Abbracciai mio padre e uscii lentamente dalla
stanza.
«Diego calmati, non aiuti così.» provò
a calmarmi mio padre. Non stava affatto
funzionando.
«Calmarmi!? È li Gian! E non sò perché!
Perché dovrei essere calmo? Eh? Voglio
entrare, e Cristo-» urlai fermandomi poi prima
di finire I'ultima frase, quando vidi il dottore.
«Oh,Diego?» esclamò sorpreso.
«Si, è lui. Tu sei?» Disse mio padre al mio
posto.
«Il suo ex dottore. Lei?»
«Cristo è mio padre.» Tagliai corto irritato.
«Cosa sta succedendo?» arrivai al punto,
sicuro che il dottore sapesse cosa fossesuccesso a Gian.
«Segreto professionale, non posso dirtelo.»
Urlai, e buttai a terra un paio di riviste, su
una sedia vicino, sotto lo sguardo allibito di
Giovanna, Valerio e mia mamma, che erano
andati a prendere.
«La festa è rimandata.» disse solo
quest'ultima.
«Fanculo la festa, Ok!?» le inveii contro.
«Rilassati.»
«Rilassarmi-» mio padre mi tappò la bocca.
«Diego smettila, è grave, io devo entrare
li dentro. O ti calmi, o ti caccio dal piano.»
bisbigliò al mio orecchio il dottore. Rimasi con
gli occhi sbarrati, immobile.
È grave. È grave.
Due parole, rimbombavano nelle mie
orecchie.
Cosa stava succedendo?

Teddy Bear ||gianego|| Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora