Chapter 4

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ALYSON's POV

La luce penetra attraverso il vetro delle finestre senza pietà per il mio sonno. Sento la gola secca andare a fuoco e costringo il mio corpo a sollevarsi dal momentaneo letto. Odio questo posto. Quando apro gli occhi, rimango a guardare il ragazzo che dorme a fianco del mio letto. Gli occhi sono chiusi, la bocca un po' aperta e la guancia sul cuscino, rivolto nella mia direzione. Seguo il profilo delle sue spalle forti, fino ad arrivare al braccio tatuato e poi alla mano, poggiata sulla mia. Ricordo tutto. Stanotte, l'incubo, lui mi ha svegliato e calmato e poi si è addormentato vicino a me. Vorrei ringraziarlo e abbracciarlo, ma vengo assalita da un senso di vergogna immenso, chissà che  deve aver pensato di me, una stupida bambina lagnante. Sono un disastro. Con questi pensieri intasati nella mia testa mi siedo e raggiungo il bicchiere di acqua fresca sul comodino. Quando ho lasciato la mano di Harry, questa ha cominciato a tastare intorno. Forse sarà uno spasmo involontario... può succedere no?

Avvicino le ginocchia al petto e vi nascondo la testa. Voglio andare via di qui. Tra poco anche Harry andrà via e rimarrò sola, in una stanza d'ospedale, per la millesima volta. Una lacrima, due lacrime, seguite da tante altre. La mia vista diventa opaca e mi sembra di vedere Bradley che mi sorride. Le sue mani grandi e sempre calde, simili a quelle di Harry.  Tobias, mio cugino... non so nulla di lui, non ho mai visto il suo corpo dopo l'incidente, come ho dovuto fare col resto dei miei parenti, essendo l'unica in vita, ma non ho mai cercato nulla di lui, per paura di rimanere delusa, so che è morto, lo so. Ma è qualcosa che non supererò mai. Ogni notte, i loro volti, mi perseguitano nel sonno. Ogni notte, mi consumo un po' di più, come una candela accesa da troppe ore. Il mio fuoco si sta spegnendo e di me rimane un guscio vuoto.
Sento un movimento, e guardo oltre la mia spalla. Si sta svegliando. La mano che per tutta la notte è stata intrecciata nella mia raggiunge il suo occhio e lo stropiccia. Poi il suo viso viene nascosto nel cuscino e la mano ricade accanto. Falso allarme? La risposta arriva con un gemito soffocato dal tessuto.

"Harry?" forse si è scordato di essere qui. Non risponde e io rimango immobile nella precedente posizione, finché lui non decide di alzarsi completamente. E' davvero alto. Strofina di nuovo le mani sul viso, dandomi le spalle. Poi si gira verso di me e perdo un battito.

"Ehi" dice semplicemente, ma la voce roca è ancora impastata dal sonno ed è qualcosa di davvero tenero. 

"Come stai stamattina?" si avvicina a me dall'altra parte del letto e poi la sua espressione diventa preoccupata.

"Stavi piangendo? Cosa è successo? Un'altro incubo?" si siede sul bordo alla mia sinistra. La mia intera vita è un incubo, Harry.

"No, no, sto bene." mi affretto ad asciugare le lacrime, ma presto sento un bruciore fortissimo alle gambe e la pancia, piene di tagli e graffi e mi scappa un lamento.

"Credo debbano ridisinfettare le ferite, chiamo qualcuno." 

"No, non c'è bisogno sto bene, sono pulite."

"No Alyson, non lo sono." il suo sguardo è severo, ma poi si addolcisce incontrando il mio "Starò accanto a te, non ti lascerò neanche un minuto, okay?"

"Okay." mi ritrovo ad annuire alla sua rassicurazione. La verità è che il mio corpo è in fiamme, ogni centimetro mi brucia e vorrei scappare da qui.
Troppo presto rientra Harry, seguito da un'infermiera bionda. Ha una corporatura affusolata, ma non è molto alta, i capelli arrivano alle spalle e sono arricciati in morbidi boccoli. La pelle del viso è rosa e leggermente truccata, dandole un aspetto curato, ma formale. Spinge un carrellino pieno di garze, ovatta, barattoli e pomate. Ingoio un grosso groppo che avevo in gola e cerco di respirare normalmente, consapevole di quanto dolore sentirò. Sono così stupida...

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