L'argento crudele

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Sara si aggrappò alla testiera del letto. Riscke la cingeva ancora per la vita, ma lei gli schiaffeggiò la mano, allontanandosi e chinò il capo. Si scosse tutta, come a sbarazzarsi di uno strato di polvere invisibile.
Riscke la osservò in silenzio, premendosi le mani sulle ferite. Non aveva ancora smesso di sanguinare, ma non voleva aggiungere altre preoccupazioni, se la sarebbe cavata come sempre.
La vampira se ne stava girata di spalle, gli occhi fissi su quel legno liscio e nella mente il viso della nuova Sterminatrice. Non aveva nulla che assomigliasse a Roxen, neanche un'unghia del dito. Era stupida e inesperta, si vedeva lontano un chilometro. Aveva la Falce, però, e pareva che il suo obiettivo principale non fosse affrontare il Principe delle Tenebre. Qualcos'altro l'aveva condotta lì.
Sara non la conosceva ma già la odiava, così come odiava sé stessa per aver giocato tutto quel tempo col Principe delle Tenebre, senza rendersi conto che Lui era perfettamente in grado di andarsene. Anche se non ne capiva il motivo. Aspettare tanto tempo per riprendere il trono e torturarla per mesi.   Qualcosa sfuggiva alla sua comprensione, qualcosa di molto importante e, nonostante l'immenso dolore che provava per la conferma definitiva che Roxen non sarebbe più tornata da loro, un nuovo compito le si prospettava davanti come nettare salvifico.
Sara, infatti, non nutriva alcuna aspettativa di vita, non lo avrebbe mai ammesso, ma a poco a poco si stava trasformando in Patrick l'apatico. Poche cose la scalfivano e le ultime le erano state portate via quella notte.

Riscke si sedette a fatica allo scrittoio e Sara si voltò di scatto, ricordando solo in quel momento la presenza del demone. Lo percorse tutto con lo sguardo. Era emaciato, la solita aura di sbruffonaggine che lo circondava era sbiadita, quasi completamente svanita tra le smorfie di dolore in cui si profondeva. Stava macchiando il cuscino della sedia e la moquette sottostante col suo sangue amaranto, raccapricciante.
Sara inspirò a fondo e drizzò la schiena. Se si fosse fatta vedere debole, per l'ennesima volta, davanti a quell'essere, non sarebbe più stata in grado di respingerlo. Quel demone sapeva leggere dentro di lei come nessun altro e ciò la faceva sentire eccessivamente vulnerabile, come se potesse lasciarsi andare e farsi, per una volta, guidare e proteggere da qualcuno che non fosse sé stessa.
Nemmeno Lionel le aveva mai trasmesso quelle sensazioni e questo la gettava in uno stato di rimorso cocente. Non poteva affidarsi a un altro uomo, era Lionel il suo Sangue di Rosa e tale sarebbe rimasto per sempre. Un tempo notevolmente lungo per un vampiro, doveva ammetterlo.

Si chinò su Riscke prendodogli delicatamente le mani e scostandole dal torace. Evitò il suo sguardo incuriosito e penetrante per concentrarsi unicamente sulle ferite. Era stato trapassato da parte a parte, ma non era possibile per lei risalire all'arma che lo aveva sfregiato in quel modo. Per fortuna da quando era iniziato l'assetto di guerra, Vlacu riforniva tutte le stanze principali di un kit di primo soccorso magico, lasciato in dono da Lucy prima di partire. I vampiri erano in grado di far rimarginare le proprie ferite dopo un paio di ore di riposo, ma non tutti i sovraumani e i demoni che partecipavano alla lotta contro Origine avevano le stesse capacità.
Sara aprì il cassetto dello scrittoio e tirò fuori un unguento gelatinoso di un verde erba, una piccola ampolla dalle trasparenze scintillanti che ondeggiava in riflessi violacei e aranciati, e infine un rotolo di benda imbevuto nell'incantesimo di cicatrizzazione.
Alla vampira parve più che sufficiente, lasciò nel cassetto le forbici e il bisturi incantati e si occupò di pulire con un fazzoletto bagnato di semplice disinfettante le ferite del demone.
Riscke soffiò ferino, distaccandosi bruscamente dalle cure di Sara. «Che diavolo è quello? Brucia come il fuoco di Inferis 0.1!»
La ragazza alzò un sopracciglio, dubbiosa se mettersi a ridere o continuare a pulire le ferite, vendicandosi di tutte le notti insonni che quel demone le aveva fatto passare negli ultimi mesi.
Avvicinò ancora il fazzoletto, ma Riscke strisciò indietro la sedia, rovinando la moquette e proteggendosi il torace con le braccia muscolose.
Sara a quel punto ghignò. «Wow! Il demone più forte di tutti i tempi, a detta tua, teme un po' di bruciore? Come pensi di sopravvivere se la tua pelle coriacea sta perdendo il suo smalto? Non so se hai notato, ma siamo nel pieno di una guerra, non vorrai mica morire per una stupida infezione solo perché non sopporti il lieve bruciore del disinfettante? Che, a proposito, è usato comunemente dagli umani. Umani, capisci? Quegli esseri privi di magia o doti sovrannaturali come noi...»
Riscke ringhiò «Sì, sì sbeffeggiami quanto vuoi, ma non ho mai provato niente di così insopportabile sulla mia pelle coriacea» le fece il verso stringendo ancora di più le braccia attorno al busto e borbottando improperi rivolti al fazzoletto incriminato.
La vampira ritrasse la mano e lo fissò come fosse una mosca fastidiosa. Non ce l'aveva con lui, ma quelle lamentele le sembrarono superflue. «Ris, dobbiamo curare quelle ferite. Stringi i denti e sta' fermo.»
Il demone allentò le braccia scoprendo il petto. Rimase in silenzio durante tutta l'operazione di pulizia, nonostante il bruciore del disinfettante lo facesse tendere e saltare sulla sedia.
Sara si accertò non aver tralasciato neppure il più piccolo graffio, quasi a godere dell'insofferenza di Riscke sotto le sue mani. Sapeva di star sfogando su di lui tutta la delusione e la frustrazione di quella giornata, anzi di quell'anno interno, ma non si fermò. Non provò il minimo senso di colpa nel sentirlo gemere.
Quando ebbe finito afferrò il barattolino di unguento e ne svitò il tappo con estrema lentezza. Non poteva fare a meno di pensare che una volta che avesse medicato Riscke sarebbe corsa alla Congrega e avrebbe preso a calci quella stupida Sterminatrice e... il demone le tolse un filo di cotone dalla manica della camicia e Sara si riscosse, guardandolo per la prima volta negli occhi.
«Io vorrei ammazzare lui per averti presa in giro per tutto questo tempo.» Dichiarò Riscke, come se proseguisse un discorso già iniziato.
Sara infilò due dita nell'unguento, prendendone una porzione corposa. «Sono io che mi sono fatta prendere in giro» spalmò la generosa quantità sulle ferite annerite di Riscke e ricacciò indietro uno sbuffo di rabbia, trasformandolo in un refolo d'aria. «Come ho potuto anche solo pensare che il Principe delle Tenebre se ne stesse buono buono in una cella per tutto questo tempo, quando gli incantesimi che avrebbero dovuto tenerlo segregato sono stati lanciati da un manipolo di streghe e stregoni, che non sfiorano nemmeno un decimo della potenza di Roxen o di Merlino? Ho voluto illudermi da sola e questo è ciò che mi merito. Tu invece chi hai fatto arrabbiare per queste ferite?»

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 05, 2021 ⏰

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