Capitolo 1

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Quella notte dormii a casa mia. O meglio, non dormii. Prim non era più con me e mia madre era a Capital City, con me c'era Peeta. Dopo giorni di guerra finalmente un po' di riposo. Dormimmo abbracciati, cioè, lui dormì. Io ero troppo triste per farlo, così mi addormentai più o meno verso le cinque e mezza di mattina. Circa un'ora dopo Peeta si alzò, ma senza svegliarmi, anche se sentii quei rumori.

Erano le nove quando mi alzai. Fui svegliata da un incubo, sognai che Peeta era morto. Mi mancava l'aria, menomale che era solo un sogno, la guerra era finita, per fortuna. Mi alzai e vidi Peeta preparare la colazione, non mi sentì arrivare, così gli feci una sorpresa. Ormai ci accontentavamo delle piccole cose, perche fu proprio grazie ad esse che ci mantenevamo in vita.

-Bu!- lo spaventai, lui sobbalzò, ma non mi disse nulla. Mi sorrise. E il suo sorriso...era stupendo. Solo dopo mi salutò:-Buongiorno, piccola!-

-Giorno-risposi al suo saluto anche con un bacio a stampo. Lui arrossì. Ma...avevamo dormito insieme, abbracciati, e ad un bacetto così piccolo arrossì. Beh, sapete com'è Peeta, no? Così timido e sensibile...

-Che c'è? Sei arrossito- esclamai. Lui arrossì ancora di più, provocando la mia risata. Lui era l'unico che riusciva a rendermi davvero felice.

-Cosa c'è da ridere?- mi chiese.

-Sei ancora più rosso!- e ripresi a ridere.

-E' che...Katniss, siamo appena maggiorenni, sembra strano, ma dobbiamo vivere già insieme-

Smisi di ridere. Perchè non voleva vivere con me? Mi feci seria, poi mi andai a sedere sul divano. Peeta venne verso di me esclamando:-Ma no! Non pensare questo! Ero solo immerso nei miei pensieri- poi mi venne ancora più vicino, sussurrando al mio orecchio:-Ti amo, piccola-

Questa frase suscitò il mio sorriso, che in quei tempi era difficile da ottenere. Sorrise anche lui. Guardai fisso nei suoi occhi azzurro cielo, erano meravigliosi. Pensavo al cielo e a quando cacciavo nei boschi e...il mio pensiero fu interrotto da un rumorino proveniente dal mio stomaco...che fame che avevo! Peeta, appena lo sentì, corse subito in cucina a spegnere i fornelli: se aspettava ancora un po' i pancake che aveva preparato si sarebbero bruciati! Eh già, i pancake, buonissimi, come si usava farli a un tempo. Da quando Panem si chiamava Nord America.

Mangiammo molto, io mi rimpilzai perchè non avevo mai mangiato così bene e tranquillamente in vita mia. Già, perchè a Capitol City si mangiava bene, ma sempre con la preoccupazione degli Hunger Games. Ed ora...niente più Hunger Games! Finiti! Era ora! Ora c'era un governo più liberale e più...giusto. Sì, molto più giusto. Ero la persona più felice del mondo. Perchè avevo Peeta. E pensare che prima non lo consideravo neanche. Che scema sono stata... per fortuna non si è stancato di me ora che l'ho capito.

Una voce interrompe i miei pensieri...

-A cosa pensi?- mi chiese Peeta.

-Niente- risposi sorridendo.

-Allora io vado al forno, ciao!- se ne andò, quando gli stampai un altro bacio sulle labbra. Era arrossito di nuovo.

La porta si chiuse. Ero di nuovo sola. Ora dovevo pulire un po' la casa dato che negli ultimi tempi era...beh, avete capito. Andai nello sgabuzzino a prendere la scopa quando sento bussare alla porta.

-Peeta avrà dimenticato qualcosa...- penso. Invece non è lui. Era la persona che non avrei voluto proprio vedere: Gale.

-Catnip!- esclamò cogliendomi in un abbraccio. Lo ammetto, ero arrabbiata con lui perchè aveva ucciso Prim, ma insomma...non lo sapeva mica! Così anch'io ricambiai l'abbraccio.

-Che fai qui?- mi chiese.

-Ora niente, ma...-non mi lasciò finire la frase che subito si lamentò:

-Ah sì...giusto, Peeta...-

-Gale, cos'hai contro di lui?!-

-Catnip, io ti amo, quante volte ancora dovrò ripetertelo?-

-Non serve che tu me lo ripeta, lo so- dissi abbassando lo sguardo, poi continuai-E mi dispiace tantissimo, Gale, ma io non ricambio...io amo Peeta.-

-Potrei avere almeno un altro bacio prima di andare?-

-No Gale. Non darò le mie labbra a nessuno forchè non sia Peeta!-

-E invece sì-

Detto questo mi prese la testa e mi baciò passionalmente, ma io mi staccai subito.

-Gale!- urlai. -Ti avevo detto di no! Sei uno stupido!- gli dissi e lo cacciai di casa.

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