Chapter 14.

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BROKEN - CHAPTER 14.

(scusate gli errori)

Harry's POV

"Buongiorno raggio di sole." Salutai Melody, quando vidi i suoi occhi svolazzare ed aprirsi. L'avevo guardata addormentarsi, e non riuscivo a convincermi di lasciarla da sola perciò dormii qui. Nonostante quanto scomoda fosse la seduta, quella mattina ne valeva la pena.

"Giorno." Rispose, mostrando un piccolo sorriso - abbastanza da far rendere in vista le sue fossette. Non sembrava pallida e consumata, a vederla. I suoi occhi non erano spenti o rossi e gonfi; lei sembrava rinvigorita.

Il trascinare delle tende fece apparire un raggio di sole sul suo viso, illuminandolo. Aveva quasi l'aspetto di un angelo. Sembrava così calma ed in pace - anche se sapevo che era l'esatto contrario di come si sentisse. Era sorprendente come quella ragazza portava tanto dolore e tanta tristezza.

Si muoveva sotto le coperte, allungando le braccia e le gambe prima di tirarsi su. La sua metà inferiore era ancora avvolta dal tessuto bianco del piumino del letto. I capelli le cascavano sopra la sua spalla sinistra, la camicia a maniche lunghe le cadeva giù da un braccio. Alcune cicatrici e dei lividi erano in vista, ma scelsi di non dire nulla su di esso.

"Grazie Harry per avermi permesso di dormire nel tuo letto e per essere rimasto ieri sera, ho-"

"Smettila, non c'è bisogno di ringraziarmi. Seriamente." La rassicurai con un sorriso. Annuì, mettendo la testa giù - per giocare con i fili tirati della mia felpa, mentre i capelli le coprivano metà viso. Lei non aveva bisogno di chili di trucco o ore passate davanti allo specchio a mettere a posto i suoi capelli, facendosi bella. Era perfetta, al solo risveglio, con i resti del sonno sotto gli occhi, con quel poco trucco rimasto dal giorno prima. Era, senza dubbio, bellissima senza nessun tentativo per apparirlo. 

Melody mi chiese se poteva prendere dei vestiti dalla sua abitazione. Eravamo d'accordo che non stesse da sola in nessun momento, così le offrii di passare da me le vacanze di primavera. Sapevo che la casa dove affermava di vivere non era quella dove in cui, in realtà, vivesse. Ero a conoscenza delle sue condizioni di vita - che probabilmente non fossero buone dato che presunsi abitasse in un capannone. All'inizio negò la mia offerta, e mi ci vollero venti minuti prima di farla accettare. Notai il suo modo casuale per andare ad impacchettare le cose, e la cosa mi fece capire che non volesse andarsene. Altri quarantacinque minuti per litigare, di nuovo, su di me che volessi aiutarla a portare la valigia - rendendo le cose più facili, e per il fatto che l'avrei accompagnata in macchina piuttosto che prendere l'autobus. In sua difesa, sostenne che non era una bambina, che sarebbe riuscita a prendersi cura di sè stessa e che le sarebbe servita solo un'ora - e la cosa confermò la mia ipotesi che non volesse farmi vedere la sua casa. Alla fine cedetti e la lasciai andare perchè volevo solo che si sentisse a suo agio - e se avesse scoperto che conoscevo la sua abitazione, si sarebbe solo infuriata e la cosa sarebbe stata solo stupida. Cosa c'è che non tornasse? Che lei cercasse di nuovo di farlo? Sapevo che nessuna di queste possibilità potesse accadere ed era per il suo bene, poi riconoscevo la mia tendenda di aiutarla ogni volta. La porta si aprì bruscamente, facendo svanire i miei pensieri, rivelandomi Melody. 

I suoi capelli, legati in uno chignon mezzo sciolto, le incorniciavano il viso. Aveva una felpa nera e accompagnati un paio di blue jeans. Stava tirando una valigia e teneva una borsa - dove, presubilmente, conteneva tutta quella merda di roba da ragazza come trucchi e affari per capelli che non le servivano.

"Puoi mettere la tua roba nella stanza degli ospiti." Offrii. Sì, avevo una stanza in più con un armadio, senza il letto, solo un armadio.

"Seconda porta a sinistra." Aggiunsi da dietro di lei. Mise la sua roba in un angolo della stanza e poi mi seguì in soggiorno. 

"Possiamo p-parlare?" Chiese, la sua voce poco più di un sussurro.

Annuii, prima di sedermi sul divano. Lei si sistemò sulla sedia di fronte a me. Sia le sue mani che il suo sguardo le caddero sul grembo. 

Volevo avere una vera conversazione con lei: niente muri, barriere; volevo la vera Melody. Volevo che fosse in grado di ridere liberatamente, di dire tutto quello che le venisse in mente, volevo che scherzasse con me e viceversa. Volevo che tutto fosse tranquillo intorno a me.

"Harry, mi dispiace." Cominciò. Aprii la bocca per dirle che non doveva essere dispiaciuta, ma lei alzò la mano per farmi tacere. 

"Mi dispiace per tutto quello che ti ho fatto passare in queste ultime due settimane. Mi sento come se avessi il bisogno di spiegare un po' meglio le cose, e dammi un po' di tempo per questo. Ma in questo momento voglio ringraziarti per tutto quello che hai fatto. Sei la prima persona che si prende cura di me, e questo mi spaventa. Ho paura di lasciarmi curare da te - anche se è troppo tardi ormai. Ho paura che la gente mi lasci una volta aver visto la vera me e tutta le cose che mi incasinano dentro. Ho paura che quando qualcuno trova tutte le risposte alle sue domande, poi lascia perchè si annoia." Si fermò per prendere dei respiri profondi, e lasciar le sue lacrime scivolare giù prima di continuare. "Mi dispiace essere quella che sono, davvero. Mi odio Harry, tanto. Tutto il dolore che sento mi sta distruggendo. Ma ogni volta che sono vicina a te, sento un pezzo della mia felicità premere dentro; e questo è ciò che mi spaventa."

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Melody's POV

"...E questo è ciò che mi spaventa." Conclusi, senza fiato. Ero scioccata per aver avuto il coraggio di dire tutto questo. Quando mi lasciò il mio tempo, pensai a tutto il discorso da fargli. Era difficile ammettere tutte le cose mi sono capitate. Non potevo perdere Harry, era l'unica speranza che mi portava a qualcosa di meglio e se l'avessi fatto allontanare avrebbe rinunciato, come tutti gli altri. Sapevo di non essermi totalmente aperta con lui, ma questo era tutto quello che potevo dirgli in quel momento. 

Per tutta la vita avevo costruito queste sorta di mura che mi facevano tenere tutto dentro, e lasciavano tutte le persone fuori. E poi arrivò Harry ad abbattere tutto quello che avevo costruito in anni. No, non aveva guarito tutte le mie ferite, ma vedevo come una luce dentro tutta quella nebbia scura. 

Guardai Harry, che aveva le sopracciglia tirate mentre studiava il mio volto. Attraversò il piccolo spazio che divideva la sedia ed il divano, diminuendo lo spazio, e prendendomi in un abbraccio. Mi tirai indietro, togliendo la mia mano dalla sua schiena, prendendo il suo viso a coppa e facendo rimanere entrambi sorpresi dall'aver pressato le mie labbra sulle sue. 

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Ciao ragazze,

Scusatemi ancora per questo immenso ritardo ma sono stanchissima e non ce la faccio più a tradurre e/o scrivere. Scusatemi per tutti gli errori che ci saranno, ma non ho tempo per rileggere. Ad ogni modo, si sono baciati yeah! Io avevo immaginato diversamente il loro primo bacio, ma vabbè dai, almeno è avvenuto abbastanza presto. Scusatemi ancora per il ritardo, mi perdonate vero?

-ziamdream

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⏰ Last updated: Feb 15, 2015 ⏰

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