Chapter 6.

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BROKEN - CHAPTER 6.

Harry’s POV

I miei pensieri frenetici mi avevano svegliato un’ora fa; ruotavano attorno ad Melody. Lei era così chiusa. Non mi dava la sua fiducia, che non mi permetteva di avvicinarmi a lei, che non mi permetteva di farle delle semplici domande. Si era irrigidita quando avevo menzionato la sua famiglia, si allontanava appena la toccavo. Ed era sempre nervosa. Quei segni mi permettevano di supporre che avesse subito un abuso o qualcosa di simile. Forse per questo il suo corpo era mutilato quel giorno… l’avrebbero picchiata fino al punto di farla andare in ospedale?

Il mio cuore si spezzò al pensiero che qualcuno le avesse fatto del male. Ed oltre ai tagli e ai lividi, le mancava il cibo. Ed oltre a tutto quello era anche una ragazza trascurata. Come cazzo si fa a trascurare il proprio figlio?

Tutti quei scenari pazzi mi vorticavano in testa, rendendomi ancora più sconvolto. Cercai di calmarmi, dato che non sapevo niente della sua storia. Così feci un respiro profondo, lasciando scivolare tutti quei pensieri fuori dalla mia mente.

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I miei pensieri erano confusi, lasciati dall’amaro di un sogno. Era bello, ma tutti i dettagli stavano scomparendo in fretta anche se cercavo di ricordarli. Con un sospiro, aprii un occhio. La luce che entra dalla finestra, fa intravedere i granelli di polvere volare per la stanza. Tirai il piumone fino sopra alla testa. Però, ricordai che dovevo andare ad occuparmi di Melody. E con un altro sospiro, calciai via le coperte e dell’aria fredda colpì il mio petto nudo.

Appena mi avvicinai al comò, tirai fuori una t-shirt nera che misi su mentre mi recavo nel bagno di fronte alla mia camera. Passai la mano tra i miei folti ricci, mi lavai il viso e poi i denti. Spensi la luce e andai in soggiorno.

“Buongiorno Mel-” mi fermai appena vidi i miei vestiti che gli avevo prestato, piegati con cura sopra la coperta.

“Melody?” il panico nel mio tono. Andai a cercarla in tutte le stanze del corridoio.

Dèjà vu

“Melody?” domandai ancora una volta, poco prima di arrivare in salotto. Non mi aveva detto che se ne sarebbe andata, allora perché l’avrebbe fatto? Ma tanto già conoscevo la risposta, ed ora ne avevo la prova. Magari aveva qualcosa da fare, no? Sospirai, portandomi le mani sul viso.

Cercai di toglierla dai miei pensieri, e mi preparai per una nuova giornata.

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“In totale hai 198,53 dollari” la cassiera mi disse con un sorriso. Avevo deciso di andare a fare shopping, così per distrarmi da lei. Annuii, tirando fuori il mio portafoglio dalla tasca posteriore contente i duecento dollari.

“Dovrebbero essere 200 dollari” annunciai, lei li afferrò tra le mani e cominciò a contarli.

“Sono 140 dollari, signore” la guardai confusa, ero sicuro di aver estratto duecento dollari dalla banca, ieri.

“Oh-uh scusate, ecco” dissi, porgendole la mia carta di credito e prendendo le banconote. Appena ebbi finito di pagare, presi la mia spesa e mi diressi verso l’auto.

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Feci tre viaggi in auto, comprando il cibo e portandolo a casa. Appena ebbi finito, mi feci una tazza di tè e mi sedetti sul divano a vedere la tivù. La mia mente era alla deriva. Ero ancora preoccupato per i soldi. Potevo giurare di aver preso duecento dollari ieri, sì. Magari gli avevo spesi? No, non l’avevo fatto. Li avevo presi appositamente per fare la spesa. Magari erano caduti. Forse erano tra i cuscini del divano, in quanto mi era caduto la notte scorsa dai pantaloni quando stavo parlando con Melody.

Melody… li aveva presi lei? No, non l’avrebbe mai fatto. E poi perché mi avrebbe derubato? Ma era sensato. Ecco perché se ne era andata prima che io mi svegliassi.

Il battito che accelerava, il respiro superficiale e che cresceva nei miei muscoli tesi. La mia temperatura aumentava, potevo quasi sentire il sangue bollente nelle vene.

Cazzo, lei mi aveva derubato. Perché? Dopo che io l’ebbi aiutata, lei mi aveva fottutamente derubato? Ero altamente incazzato. Come poteva aver avuto il coraggio di farlo? Io non ero nessuno, ma cazzo ero stato gentile con lei.

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Melody’s POV

La campanella era appena suonata e dalla porta entrò un Harry dagli occhi scuri. I suoi occhi si posero nei miei. Il suo solito  tranquillo modo si era trasformato in rabbia- la faccia contorta, le narici dilatate, gli occhi intensi e chiusi in due fessure, la bocca tremate e tesa; i suoi bellissimi occhi versi si erano trasformati in un colore cupo e scuro. Le sue mani rigide.

Il suo comportamento mi inondò di pelle d’oca. Il mio senso di colpa mi stava mangiando letteralmente da ieri. Mi sentivo come una cogliona egoista. Io ero una cogliona egoista. L’unica cosa che potevo fare era guardarlo, anche se era l’unica cosa che volessi fare, ma proprio non riuscivo a distoglierli lo sguardo.

Scattai dal mio stato di trance, quando lo vidi avvicinarsi a me. “Alzati ora” disse a denti stretti. Stavo facendo del mio meglio per rimanere tranquilla. Mi prese e mi portò fuori dalla classe, ignorando la signorina McElroy.

Prima che la mia mente potesse catturare il momento, mi sbatté contro il muro, il respiro che usciva da me. Avevo il cuore in gola per il gesto, sia il battito che il mio respiro stava accelerando. Mi resi conto della nostra vicinanza, il suo viso a pochi centimetri dal suo. Riuscii a sentire i suoi increspati respiri profondi. Il suo fiato sul mio volto, i brividi che mi mandava per il corpo.

“Mi hai derubato” disse. “Mi hai derubato!” ripeté, il tono più alto e aggressivo nella sua voce. La mia bocca era una linea chiusa, non riuscivo a parlare. Volevo dirgli quanto mi dispiaceva, che l’avrei ripagato; però restai muta.

“Dì qualcosa! Melody, perché cazzo mi hai derubato?” gridava, ora con qualche passo indietro da me. “MELODY!” mi mise in guardia dato che non parlavo.

“Ne avevo bisogno, Harry. Non te li avrei presi-”.

“Porca puttana, non dovresti dire che non li avresti presi” mi interruppe. Annui, facendogli capire che aveva completamente ragione.

“Ti-ti r-ridarò i soldi” dissi, asciugandomi le lacrime che erano scese.

“No! Non me ne frega un cazzo dei soldi, Melody! Voglio solo sapere perché mi hai rubato? Perché te ne vai? Perché non parli? Io ho bisogno di risposte. E sì, te me le darai. Ti porterò io a casa dopo scuola, mi dirai tutta nel retro” e con quello se ne andò. Mi lasciò in mezzo al corridoio, le lacrime che ritornarono sul mio viso.

Non ero pronta per tutto quello, ma dovevo andarci. Non volevo dirgli niente. E non lo so, ma non potevo digli niente. Ma il minimo che potevo fare, era comunque andare da lui. Dopo aver raggruppato le mie forze, ritornai in classe.

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Ciao a todos,

ecco siamo arrivati al sesto capitolo. E' stato un pochino da tradurre, infatti molte parti sembrano un pochino "brutte da leggere" per dire, ma non esistevano altre traduzioni.

Vabbè spero vi piaccia comunque e buona lettura :)

-ziamdream

Broken » Harry Styles (Italian Translation) [discontinued]Where stories live. Discover now