Chapter 4.

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BROKEN - CHAPTER 4.

Melody’s POV

“SMETTILA, SMETTILA PER FAVORE” dichiarai cercando di uscire dalla sua presa, le lacrime che scendevano lungo il viso.

“CHIUDI IL BECCO PUTTANA! PRIMA CHE SI SVEGLI L’INTERO QUARTIERE” sputò. Portò la mano sulla mia guancia e mi schiaffeggiò, il rossore già evidente.

Gridai dal dolore.

“P-per favore, n-non faro niente” dissi, cercando di controllare i miei singhiozzi.

“NON TI HO DETTO DI CHIUDERE QUELLA FOTTUTA BOCCA?” brontolò, schiaffeggiandomi di nuovo.

Mi morsi il labbro per tentare di non urlare dal dolore, sennò m’avrebbe ancora schiaffeggiata.

“Mi divertirò ancora un sacco con te” disse mentre si leccava le labbra; un sorrisetto malvagio sulle labbra.

La sensazione di completa disperazione mischiata alle lacrime che piovevano giù per il viso, si mostrava in me.

Strappò la sua camicia, esponendo il suo petto nudo. Provai a combattere contro di lui, ma era inutile. Lui era troppo forte per me.

“P-per favore, n-on di nuovo” lo pregai “n-non farlo ti prego”.

Ignorò le mie prediche, cominciò a spogliarmi lasciandomi indosso solo le mutande.

Il mio corpo tremava, non mi ero mai sentita così esposta. Come odiavo la mia vita.

Guardai verso di lui, e notai nuovamente quel fottuto sorriso sulle sue labbra. Si inclinò e cominciò a toccare il mio corpo spoglio. Non potevo permettere che accadesse di nuovo… non di nuovo, non potevo farlo.

Andai in panico, e cercai attorno al letto qualsiasi cosa potesse difendermi.

La mia mano scivolò sul bordo del comò, continuai a cercare qualcosa. Le mie dita toccarono la lampada. La presi tra le mie mani umide e la strinsi. Gliela tirai in testa.

Lui urlò per il dolore.

Prima che potesse afferrarmi, mi diressi verso la porta. Con le mie piccole e corte gambe corsi fino al salotto, cercando un telefono cellulare.

Sentii dei passi pesanti dietro di me, il mio cuore prese a pompare con foga. Provai a scappare, ma la sua mano carnosa mi stringeva l’avanbraccio; mi aveva bloccata.

Cercai di allontanarmi, la maggiore distanza tra noi due. Lui perse l’equilibrio, finendo a sbattere con la testa contro il tavolo di vetro. E cadendo a terra.

L’avevo ucciso.

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Harry’s POV

Mi svegliai a causa delle urla.

Mi precipitai in salotto, notando Melody con le ginocchia portare al petto e le braccia strette attorno ad esse. Camminai verso di lei, verso il divano.

“Ehi, va tutto bene. Era solo un brutto sogno” dissi in tono sommesso, cercando di convincerla a calmarsi.

Appena la toccai, le scattò in piedi, mettendo le mani tra i capelli e tirandoli.

“NO HARRY! NON ERA SOLAMENTE UN CAZZO DI BRUTTO SOGNO!” disse, singhiozzando sulle sue stesse mani.

“Bè, è tutto finito ora, stai bene” continuai.

“No, io non sto bene” ammise con un filo di voce.

Mi avvicinai, però lei non fece altro che indietreggiare.

“Sono qui, lascia che ti aiuti”.

Scosse la testa.

“Io non posso-”

Sospirai profondamente, le dita tra i miei ricci.

“Posso usare il bagno?” chiese, una voce spezzata, probabilmente a causa di tutte quelle urla.

“Uh, sì”.

Camminò davanti a me, in fondo al corridoio e dentro al bagno.

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Melody’s POV

Appena entrai in bagno, chiusi la porta dietro di me. Mi posai con la schiena e scivolai giù, le mani sul viso.

Tutto questo senso di colpa, il dolore, la tristezza che continuava a crescere in me. Ogni cellula del mio corpo, dalla punta dei capelli alle estremità delle dita, alle braccia e ai polpastrelli. Ogni poro nel mio corpo era intrinsecato con esso. Volevo che se ne andasse. Avevo bisogno che se ne andasse.

E, in quel momento, notai la lama del rasoio posata sul lavandino.

Senza nemmeno accorgermene, mi allungai e presi tra le dita il rasoio, percorsi la lama tagliente, provocandomi dei brividi.

Il coltello che trafisse la mia pelle, che fece svanire quel dolore pungente. Tutto era rimasto là dentro. Il dolore glorioso, il dolore graffiante che cancellava i pensieri dalla mia mente. La sensazione era travolgente.

Una emozione alla volta, un unico pensiero avevo in testa. Il dolore che possedevo. Che avevo causato, che non avevo controllato. Era come se la lametta mi potesse guarire, come la cicatrice di una ferita. Questo era quello che facevo, guarivo dal mio dolore. Ma il sollievo durò ben poco, tutto ricominciò a riaprirsi.

Trascinando la lama sulla pelle, il dolore scoppiava in me. Appariva una linea rossa dove il sangue rapidamente usciva, e con essa anche le mie emozioni si liberavano.

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Harry’s POV

Melody era in bagno da oltre dieci minuti. Dovevo andare a controllarla? Oppure lasciarle il suo spazio?

Decisi di lasciarla sola ancora un po’.

E passarono altri dieci minuti, e questa volta mi diressi verso il bagno.

Bussai leggermente alla porta.

“Stai bene? Sei qua dentro da un bel po’”.

Sentii dei rumori violenti, e una voce spezzata finalmente mi rispose. “Uh, s-sì. Sto bene”.

“Posso entrare?” chiesi.

Altri rumori assordanti e niente risposte.

“Vengo dentro” annunciai.

Portai la mano sulla maniglia; era bloccata.

Allora portai la mano sopra la porta e cercai la chiave di riserva. La misi dentro il foro e la aprii.

Ansimai vedendola. Il mio cuore cominciò a pompare freneticamente, la frequenza cardiaca accelerava. E tra tutto questo, non sapevo se essere fottutamente incazzato oppure avere il cuore spezzato.

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Ciao a tutti,

ecco a voi il quarto capitolo. Allora, giuro che se arriviamo ad 8/9/10 voti aggiorno subito. Ok? Però voglio un po' di più partecipazione, sarebbe molto carino se lasciaste anche un commento: sapete farebbe felici sia me che l'autrice.

Scusatemi per eventuali errori di battitura, ma ho tradotto oggi in pochissimo tempo e non ho avuto il tempo di rileggere. Comunque, un giorno, mi metterò a correggere tutti i capitoli :)

Baci, alla prossima :)

-ziamdream

Broken » Harry Styles (Italian Translation) [discontinued]Where stories live. Discover now