Priva di sensi

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Era scioccata, ma divertita allo stesso momento.
Infatti poco dopo, quasi non accorgendosi della tazzina caduta, si gira dicendo:
-Ok scusate il disturbo piccioncini-
E se ne va.

Ovviamente non avevo intenzione di riprendere ciò che stavamo facendo prima.

Così mi metto la maglietta, lo guardo come cercando di essere compresa nella situazione, e la raggiungo.

Non sapevo cosa dire.
Ero lì vicino a lei, prendendo intanto uno straccio bagnato e dello scottex per pulire a terra.

Poi mi esce un:
-So che ti devo spiegazioni-
-Ah davvero? Guarda... Non ti devi neanche disturbare- risponde con tono ironico.

È chiaro che si aspettava che le avessi raccontato tutto ogni volta, da amiche strette e coinquiline, quasi sorelle.

-Noi... Abbiamo una storia un po' particolare-
-Scopate e basta. L'ho capito, tranquilla-
-Cosa? Noo... Ce si. O meglio... Ohh insomma. Non scopiamo. Non questo-
-Vabbè hai capito cosa intendo. In generale-
-Ok ascolta... - lei intanto si stava mettendo la giacca. Continuo:
-È un po'... Imbarazzante come cosa. E non essendo ufficiale... Ho preferito non dirtelo.-
-Ma cara tu non devi vergognarti di queste cose! Tu stessa sai quante ne combino io. Devi fidarti ed essere più sicura di te stessa-
-Okay... Hai ragione. Davvero mi dispiace-
-Non fa niente. Solo ti dico... -
Si avvicina al mio orecchio e finisce la frase sussurando:-... Spero che non inizia a piacerti seriamente. Altrimenti ti farebbe solo star male. E lo sai meglio di me-
-Lo so... Lo so. Ma é tutto sotto controllo-

Apre la porta
-Ok se lo dici tu. Ora vado... Mi raccomando-
-Buon lavoro-
-Grazie- ed esce di casa.

Ok... Forse era meglio se glielo dicevo. Non si é arrabbiata ma... Credo sia un po' delusa da me.

In ogni caso, torno in camera del mio coinquilino e inizio a pulire quella macchia.

************************
Ero in camera,quasi tutto il pomeriggio.
Un po' mi sentivo in colpa, tanto che non avevo nemmeno fame e ho saltato il pranzo.

Diego era uscito ormai da un po'.

Alla fine, dopo aver passato diverse ore a leggere e ascoltare musica, indosso i miei leggins e t shirt Fila, le scarpe da ginnastica fuscia e decido di andare in palestra.

Arrivata lì, vado velocemente in camerino. Lascio le mie cose, prendo l'acqua e l'asciugamano e mi dirigo alla sala pesi.
Lì incontro quel figo, alto, moro e dagli occhi verdi del mio istruttore che, non appena mi vede, fa un sorriso e mi fa un: - Ciao bellezza-
A cui ricambio con un sorriso e un semplice -ciao-

Poi, mentre mi avvicinavo alla cyclette, sentivo che mi osservava, finché alla fine non decide di attaccare bottone e seguirmi.

-Comunque...- inizia -...come va all'università?-
-Bene, molto bene direi-
-Ah bello... Buon per te. Hai detto che studi... -
-Odontoiatria- rispondo.
Era un po' imbarazzato. Un tipo così super muscoloso e bello... imbarazzato.
Era quasi divertente la cosa.

Poi, toccandosi i capelli a spazzola, esclama:
-Ti sta molto bene questa tuta. Insomma... Ti inquadra bene.. Il.. Fisico-
Stava per dire culo. Me lo sentivo.

Mi viene un po' da ridere, cosa che lui nota, tanto da chiedere:
-Immagino ti stia sembrando uno sfigato che non sa che dire pur di chiederti di uscire-
-Ah davvero? - chiedo
-...quasi non ci ho fatto caso- riprendo,sempre ridendo.

Alla fine fa un respiro profondo, chiude gli occhi, per poi esclamare:
-Ti va di... Prendere una cosa un giorno. Magari domani sera o non so, appena puoi-
-Mhh... Si dai. Domani si può fare-
Sorride sollevato
-Okay beh... Perfetto allora. Mi lasci il tuo numero? -
-In realtà te l'ho già lasciato dal primo giorno che sono venuta- dico divertita.
-Giusto... Allora lo vado a cercare subito-
-Fai pure. Sempre se lo riesci a trovare... - e gli sparo un occhiolino.

Fa un sorrisetto, e se ne va dicendo :-Dai signorina... Ora però concentrata. Su su riscaldati-
-Subito- rispondo.

Ok, un po' ci stavo provando, seppur in maniera disinteressata.
Così... Giusto per.

Finito il riscaldamento, mi avvio ai bilancieri, mi siedo sulla panca e improvvisamente vedo in lontananza Kevin (l'istruttore) parlare e ridere con... Diego.

********************

Finiti gli esercizi, vedo Diego andare nel camerino. E 5 minuti dopo uscire con un kimono addosso e intorno ai fianchi una cintura nera.

Cavolo... Mi sa che lui qui insegna.

Poi dietro di lui dei bambini sui 10/12 anni, e poco dopo dall'altro spogliatoio anche delle ragazzine un po' più grandi con lo stesso abbigliamento, ma con cinture di colori diversi.

Immagino siano i suoi alunni.

Infatti, non appena li vede tutti, li saluta con un bellissimo sorriso stampato in faccia, per poi dire:
-Ok ora... Chi va ultimo in sala puzza-
E tutti si mettono a correre attraverso le scale verso l'altra sala, sul piano più alto.

Mi viene da sorridere, non immaginavo fosse così giocherellone.
Lui era rimasto giù a guardarli, probabilmente per accertarsi che nessuno si faccia male.
Poi per caso incrocia il mio sguardo, e rimane lì... Con un espressione indecifrabile.

Così mi fa un sorriso, e si avvia verso la sala,lasciandomi lì a osservarlo ancora.

Io decido di riprendere il mio allenamento, di concentrarmi.
E man mano finisco tutta la mia scheda.

****************
Passate 2 ore, torno a casa, stanca e addolorata, tanto da buttarmi sul divano a sacco di patate.

Rosalba era un camera sua, con la musica a tutto volume.

Intanto prendo il telefono e inizio a girare un po' per i social, giusto per perdere tempo.

Alla fine mi alzo, prendo del latte di soia dal frigo, una banana e del cacao e li metto nel frullatore.
Fatto il mio frullato, lo metto nello shaker insieme al mio integratore in polvere, agito il tutto e bevo un po' alla volta.

Nel frattempo mi avvio verso la sua camera.
Busso. Ma niente.
Così busso ancora, e ancora.
Nessuna risposta.
Alla fine decido di entrare, vedendo improvvisamente una Rosalba distesa a terra, priva di sensi.

Sobbalzo alla vista, tanto che poggio il contenitore a terra e corro a soccorrerla.

Mi abbasso a terra, le prendo la testa, e la scuoto, cercando di svegliarla.
Ma nulla.
Così mi alzo di fretta, prendo un cuscino che metto sopra una sedia che poi posto sotto i suoi piedi, per fare in modo che possa tenere le gambe alte.

Poi chiamo l'ambulanza, che subito mi risponde, per poi dirmi che sarebbe arrivata a breve.

Oh diamine!
Chissà cosa le sarà successo...

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