Un'infrenabile tentazione

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Un’infrenabile tentazione

La sua cenere mi sfiorò il viso, delicata come una piuma, e quella puzza era ancora più insopportabile del solito. Forse perché ero vampira e potevo percepire meglio gli odori, ma non capivo comunque come avessi fatto. Si era dissolto davanti a me, all’improvviso.

Anche Derek aveva la bocca aperta. «Come...» cominciò con un filo di voce.

Mi guardai le mani: non le avevo nemmeno mosse, come avevo fatto ad ucciderlo?

Alzai la testa di scatto. «Io avevo pensato di incendiarlo» dissi pacatamente, senza credere a quello che nascondevo dietro le mie parole. Lo avevo ucciso solo con la forza del pensiero?

Il vampiro aprì gli occhi, come se avesse capito di punto in bianco, e sorrise a se stesso.

«Manipolazione del pensiero.»

Mi voltai verso di lui, la fronte aggrottata. «Eh?» chiesi palesemente.

«A quanto pare uno dei tuoi poteri è la manipolazione del pensiero. Se hai davvero solo pensato di ucciderlo, è l’unica spiegazione. Anche perché fisicamente non ti sei mossa.»

Strinsi le labbra, insicura delle sue parole. Ma come diavolo ho fatto? pensai. Eppure era così: lo avevo ucciso con la sola forza del pensiero.

Automaticamente, mi comparve un sorriso compiaciuto sulle labbra. «Ciò significa che uccidere Victor sarà ancora più facile» esultai.

Incrociai per un secondo gli occhi severi di Derek, per poi cominciare a correre di nuovo. Il vampiro m’inseguì subito, senza aggiungere altro.

Arrivai ai bordi di un fiumiciattolo nei pressi del lago in cui avevo rischiato di affogare per colpa di qualcuno che non conoscevo. Beh, Derek sosteneva che si trattasse di Ashley, mossa probabilmente dallo spirito che ospitava, ma non potevamo essere sicuri al cento per cento. Per fortuna si era gettato lui nel lago per salvarmi, altrimenti a quell’ora sarei stata lì sotto, sepolta sotto i detriti.

E mentre mi stavo avvicinando alla riva, Derek mi afferrò per i fianchi e mi tirò indietro con violenza. «Non devi avvicinarti all’acqua!» gridò spaventato.

Rimasi immobile, mentre sentivo il suo respiro affannato sulle mie spalle. «Perché no?» chiesi sempre più confusa. Lui lo aveva fatto per salvarmi, perché io non potevo?

«Perché sei una neo vampira e ti ucciderebbe.»

M’irrigidii tra le sue braccia, mentre allentava la presa. «Non posso toccare l’acqua?»

«L’acqua corrente» precisò. Rimasi immobile per qualche secondo a fissare il letto del fiume. Non avevo idea che i neo vampiri non potessero attraversare i fiumi e la trovavo una cosa piuttosto ridicola. Preferii però non sfidare la buona sorte, per cui annuii. «Kim, è meglio tornare a casa. Ti devo dare una cosa.»

«Cosa?» chiesi incuriosita, voltandomi verso di lui.

Non parlò, ma mi fece cenno di seguirlo. Così tornammo a casa di corsa, in un batter d’occhio. Non era passato nemmeno un minuto e avevamo fatto una strada che ne richiedeva almeno una decina in macchina.

Mi sedetti sul letto e lui si avvicinò alla scrivania. «Tra poche ore spunterà il sole» mormorò pensieroso, fissando le sue mani. Lanciai un’occhiata al di fuori della finestra. Era ancora buio, certo, ma in lontananza potevo vedere un rosa pallido, tipico dell’alba. Sarebbe stata una bella giornata, quindi.

«Già» risposi incantata dal cielo.

Il sole ora era un problema: non sarei più potuta uscire alla luce, di giorno. Ero reclusa ad una vita notturna, ormai.

Daughter of EvilWhere stories live. Discover now