6

115 21 24
                                    

- Fai come ti pare, - le aveva risposto Mario. E quelle parole la squarciarono dentro di un bruciore che non si riusciva a spiegare.
In un attimo, Violante divenne la sua copia precisa: occhi bassi e lontani mille anni con l'inferno a scioglierle le viscere, anche se privo di fiamme.

Come spesso fanno le donne, si domandava dov'è che avesse sbagliato: perché le donne si sentono sbagliate ogni qual volta sbattono contro l'indifferenza. Non c'è mai nessuno che le istruisca, che accarezzi loro l'anima, che le prenda per mano e le conduca in qualsiasi luogo non ci sia il rimorso a farle del male.

- Posso anche stare da un'altra parte, -gli aveva sussurrato tra i denti, in un misto di rabbia insolita verso chi, poi, nemmeno lei era in grado di saperlo.
Si alzò di scatto per trovare rifugio altrove, perché se c'era una cosa che Violante proprio non riusciva a fare, era starsene a marcire in muto silenzio aspettando le passasse tutto quello che l'aveva colpita in pieno.

Già sentiva la gola raschiarle le corde vocali, perché di solito è così che funziona per chi appare forte di facciata e invece è inconsapevolmente debole: si annida tutto lì, a metà strada tra lo stomaco che ingoia il dolore e la bocca che trattiene il veleno. E il nodo non si scioglie, non prima di aver riversato anche l'ultima stilla di orgoglio proprio lì, dove non vorresti mai succeda.

- Resta qui... - e dita strette a toccarle il battito le si attorcigliarono al polso. E scaldavano, si fondevano con altra carne, e Violante sentiva le impronte di Mario come marchio a cui appartenere inconsciamente.
Si arrestò in un secondo, subito prima di aver ingoiato una lacrima che scalciava per venir fuori.
Fu tutto tanto prepotente e normale che non perse nemmeno tempo a chiedere spiegazioni: perché il fiato te lo può levare solo chi smette di respirare per donarti il suo ultimo alito di disperazione.

E Mario di respirare non ne sentiva più il bisogno, da quando suo padre era morto. Viveva per moto condizionato solo per sua madre, e lui lo sapeva bene che due perdite non sarebbe riuscita ad affrontarle. Ma intanto era successo e continuava a succedere: che si era perso lo vedeva da solo e insieme a lui tutti quanti, perché anche se ti fingi invisibile, l'ombra di un uomo solo acceca anche in piena luce, figurarsi da un interno eremo solitario.

Restarono l'uno di fronte all'altra persi ognuno nei suoi pensieri, quel giorno: Violante a farsi mille domande a cui solo lui avrebbe potuto rispondere, e Mario che per la prima volta si difendeva dagli occhi degli altri, perché non cercavano solo di entrargli dentro, ma minacciavano di prendersi ciò che sentiva già appartenergli.

Violante Where stories live. Discover now