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Quel venerdì notte, erano tante le cose che non permettevano a Violante di chiudere occhio.
Il vocio che ronzava nelle orecchie a due passi dalla porta-finestra, era una di queste. C'era grande affluenza negli ultimi tempi, in vico della Misericordia. Si era sparsa voce che vendessero la miglior cocaina e al prezzo più conveniente. Per non parlare poi del fumo che girava più delle caramelle vendute ai bambini.
Tutti i tossici preferivano comprarla lì, invece di farsi truffare dalla concorrenza. E come biasimarli?

Dio solo sa quanta fatica e sforzo doveva costargli, svegliarsi strafatti passato mezzogiorno, per poi prepararsi a scippare la borsa alla vecchia di turno. Oppure, nella più rosea delle circostanze, un bel Rolex nuovo dal polso di qualche turista mal capitato, venuto per ammirare le bellezze della città.
Gli andava quasi sempre di lusso, erano poche le volte in cui venivano presi in flagrante. Perché se sei nato all'inferno, conosci tutte le scorciatoie per seminare il diavolo in persona, figurarsi il reparto dei Falchi a bordo delle loro motociclette.

E poi c'erano i sensi di colpa, a tenerla sveglia. La scenata fatta dal padre al suo ritorno con il vino in cartone tra le mani, le rimbalzava ancora tra le pareti dei timpani. Un'altra cena andata in malora, sotto gli sguardi atterriti di tutti loro e con la madre a testa bassa a subire l'ennesima accusa.
C'era frenesia nell'aria, dovuta anche al fatto che quest'ultima, da poco passate le tre, se ne stava in cucina passeggiando a destra e manca in attesa che tornasse suo fratello Raffaele.

Violante se ne stava stesa come una salma nel suo lettino. Mani conserte in grembo e occhi fissi al soffitto ad attendere che finalmente il sonno andasse a farle visita.
E quando Raffaele finalmente si decise a rincasare, tirò un sospiro di sollievo. Perché in quel posto, il ritardo poteva significare solo una cosa, e di sicuro non era nulla di buono.
Ma non poteva addormentarsi, non ancora. Non in quel momento animato dalle voci di sua madre e suo fratello, che erano intenti a parlare a voce alta come se non fosse stata notte fonda.

- Ma si può sapere dove stavi? Ti sto aspettando seduta qui da mezzanotte. Lo sai che non chiudo occhio se prima non siete tutti nel vostro letto.
I rimproveri servivano a ben poco con lui, che non seguiva mai direttive se non erano state fatte dalla sua testa.
- No ma', è che stavo a fare compagnia a Mario. Te lo ricordi Mario, il fratello di Biagio?

- Sì che me lo ricordo, ma che centra mo' Mario? - Gli chiese la madre sempre più innervosita.
- L'ho distratto un po', dopo che sono ritornati tutti a casa. Era rimasto solo in piazza e non me la sono sentita di andarmene.

- Ma perché, cosa gli è successo? A me sembra un ragazzo tranquillo.

- Sì ma', è tranquillo. È solo che da quando è morto il padre si è un po' chiuso. Il fratello cerca sempre di tirarlo su, ma lui niente: sempre sulle sue.

- Mi dispiace un sacco, ma mica puoi farci nulla? Lo sa lui quello che sta passando.

- Sembra proprio un cane bastonato. Gli ho chiesto se gli andasse di parlare un po', ma niente.

- Avrà le sue cose per la testa, no?

- Eh ma', lo so...
Raffaele non riesciva a capacitarsi del fatto che un ragazzo della sue età si chiudesse in se stesso in tale modo. E sapeva anche che la famiglia in certe circostanze non aiuta molto.
- Quello prima o poi se ne va, e non si fa vedere più, - le disse.

Violante ascoltò tutto, ferma e immobile com'era rimasta. E pensava, Violante, pensava a voce alta in quella casa che muta e notturna faceva un baccano enorme. Tornava indietro con la mente a poche ore prima, a quando di sfuggita, aveva azzardato lo sguardo su Mario e i suoi amici.
E non ricordava di averlo visto affranto, o forse sì, ma era troppo impegnata a scappare via dagli sguardi che sentiva la stavano spogliando per strada.
Pensava a Mario e a quella situazione, che di certo non era la prima e non sarebbe stata nemmeno l'ultima.

E poi tirava le sue conclusioni, Violante. Sulla vita, soprattutto sulla vita che si respirava in quel posto. Dove se molli la presa, perdi anche la ragione. Perché se perdi te stesso, in quel posto, non conta nulla la motivazione: te li tieni a prescindere, i mostri. E dovrai farci i conti a vita, perché non sei riuscito a salvarti da solo.

Violante Where stories live. Discover now