Chapter 8

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I raggi del Sole penetravano dalle fessure tra le assi di legno che formavano le persiane delle due finestre del soppalco creando strisce di luce sul pavimento. Phoebe aveva dormito giusto un paio di ore quella notte, sia per la scomodità del materasso che per i mille pensieri che le affollavano la mente e non accennavano a smettere di tormentarla.

Aidan si rigirò nel letto accanto al suo borbottando fra sé e sé qualcosa riguardo gli occhi di Isobel e ricominciando a russare leggermente mentre Adalind cercava di scacciare quella che doveva probabilmente essere una mosca. Arthur si alzò cercando di non fare meno rumore possibile anche se le assi del pavimento scricchiolavano sotto il suo peso e Elinor si spostò leggermente verso il posto lasciato vuoto dal marito.

— So che siete sveglia — sussurrò l'uomo quando giunse vicino al posto di Phoebe — Se volete parlare potete venire giù con me.

La ragazza non se lo fece ripetere due volte, si tolse la coperta di dosso e si alzò con calma cercando di essere il più furtiva possibile. Scese le scale velocemente pregando di non cadere rovinosamente inciampando nella camicia da notte, leggermente troppo lunga per lei. Arthur uscì invitandola a sedersi al tavolo e rientrò poco dopo con un secchio di latte di capra.

Nonostante fosse molto presto e tutte le finestrelle fossero chiuse ad eccezione di una, nella stanza tutto era chiaramente distinguibile ed era molto meno freddo della mattina precedente. In lontananza un gallo cantava il suo buongiorno a tutta la gente di Larnwick già sveglia per andare a lavoro o ancora in piedi dalla sera prima che stava rientrando in casa.

— Come avete dormito stanotte? — chiese l'uomo a voce bassa mentre versava il latte in due ciotole di legno.

— Per quel poco che ho dormito, bene — rispose Phoebe torturando l'elastico per capelli che aveva al polso.

— Immagino avrete molti dubbi e molte domande — commentò Arthur portando in tavola del pane e del burro — Ieri non volevo caricarvi di informazioni.

— Io non so nemmeno se le voglio tutte le informazioni — dichiarò la ragazza facendo sorridere il capofamiglia.

— Lo capisco, deve essere un trauma scoprire di essere una principessa — disse l'uomo addentando il suo pezzo di pane col burro.

— È un trauma trovarsi in un posto di cui non conoscevi l'esistenza — replicò Phebe dopo aver bevuto un sorso di latte — È un trauma scoprire che la tua famiglia ti ha abbandonata quando aveva tutti i mezzi per il tuo sostentamento.

— La vostra famiglia ha dovuto mandarvi il più lontano possibile per la vostra sopravvivenza — dichiarò Arthur porgendo una fetta di pane e burro alla ragazza — Ma vi hanno affidato a delle persone fidate.

— Sicuro? — chiese la giovane leggermente alterata — Perché per quello che ne so, sono stata trovata davanti ad un orfanatrofio senza alcun biglietto e adottata che non avevo nemmeno due settimane di vita.

— Ma non è possibile — commentò l'uomo leggermente sorpreso dalla notizia — Siete stata portata in un altro mondo da ben due maghi.

— Io non li ho mai conosciuti questi due stregoni — rispose Phoebe addentando la colazione e facendo calare il silenzio tra i due.

Se era vero che non era stata abbandonata, ma allontanata per il suo bene, perché mai le persone a cui era stata affidata non erano con lei? Erano stati loro a lasciarla davanti al convento? E com'era possibile che Arthur sapesse così tanto di lei e del suo passato? E poi, se i suoi genitori erano i regnanti, perché non erano già da loro?

— Phoebe — esclamò piano Arthur riportando la sua attenzione sull'uomo — Mi dispiace per qualsiasi cosa vi sia successa. Sappiate che abbandonarvi non era l'intenzione della vostra famiglia.

— Oggi potrò uscire? — chiese la ragazza ripensando alle strane risposte del giorno prima.

— Sarebbe meglio di no — rispose l'uomo con un sorriso dispiaciuto — Ma non posso certo costringervi qui dentro.

— Quindi posso anche andare ora? — domandò Phoebe alzandosi dal proprio posto.

— No — esclamò Arthur alzandosi di scatto e sporgendosi verso di lei — È meglio se non uscite da sola.

— Non ho bisogno di una scorta — replicò la ragazza fermamente prendendo nuovamente posto — So badare a me stessa.

— Non lo metto certo in dubbio — commentò l'uomo sedendosi — Ma mi sentirei più tranquillo se Aidan fosse con voi per qualsiasi evenienza.

— Quindi dovrò seguire lui perché voi vi sentiate più tranquillo? — replicò Phoebe alzando un sopracciglio — A questo punto perché non stare con voi?

— Io lavoro — rispose Arthur con un sorriso — E il bosco non è un luogo per le principesse.

— Io adoro i boschi — dichiarò la giovane seria incrociando le braccia — Forse non sono luoghi adatti alle principesse che conoscete voi, ma lo sono per me.

Arthur rise lievemente per la testardaggine e la determinazione della giovane davanti a lui; la sera prima, Aidan gli aveva confessato i suoi timori sull'impreparazione di Phoebe riguardo al suo ruolo per Eniri, ma in quel momento ogni dubbio instillatogli dalle parole del figlio svanì assieme al peso che si era posato sullo stomaco da quando l'aveva vista.

— Sono sicuro che lo siano — commentò l'uomo sorridendo — Ma una giornata da taglialegna è pesante e voi avete dormito poco.

— Quindi le mie opzioni sono rimanere a casa tutto il giorno — esclamò Phoebe contando sulle dita — O seguire Aidan ovunque debba andare?

— Esattamente — dichiarò Arthur sporgendosi leggermente sul tavolo — Ma prima di decidere devo dirvi che oggi mio figlio dovrà andare al mercato e dal fabbro per una nuova ascia per me.

— Anche se fosse dovuto andare dai vicini avrei preferito accompagnare Aidan — disse la giovane quasi borbottando fra sé e sé.

— Molto bene allora, quando mio figlio si sveglierà gli comunicherò la notizia — affermò l'uomo alzandosi dal tavolo e recuperando le ciotole ormai vuote per metterle a posto — Non badate alla sua prima reazione, si preoccupa come me.

— A proposito di preoccuparsi — esclamò Phoebe raggiungendo l'uomo per non dover urlare da una parte all'altra della casa e svegliare il resto della famiglia — Per quale motivo lo fate?

— Perché siete la nostra principessa — rispose Arthur come fosse la cosa più normale del mondo — E perché ho giurato di proteggervi se mai vi avessi incontrata.

— A chi l'avete giurato? — chiese incuriosita la ragazza.

— Ai nostri dei e a tutta Eniri — disse solennemente l'uomo con un mezzo sorriso — E non ho intenzione di rompere questo giuramento.

Eniri - Il Regno PerdutoWhere stories live. Discover now