26th

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Corinne


«Devo andare adesso, piccola», borbottò Luke, cercando di alzarsi dal letto, «Dai, lasciami andare».

«No», sibilai io, imbronciata, «Non voglio che tu vada da Chanel. Devi restare qui con me», aggiunsi, mettendomi a cavalcioni su di lui per non farlo scappare.

Non volevo che mi lasciasse da sola quella mattina, soprattutto se lui doveva andare da Chanel per una stronzata legata al matrimonio - di cui stavo cercando di dimenticarmi. Finché ero tra le braccia di Luke, rannicchiata sotto le morbide coperte del suo letto, riuscivo anche a non pensarci. Ma poi la realtà si presentava nuda e cruda ai miei occhi e dovevo rendermi conto che Luke non sarebbe stato solamente mio, almeno finché non avremmo trovato un vincolo per salvarlo dal matrimonio con Chanel.

Durante quest'ultima settimana m'ero vista spesso con Natalie (la cui pancia cresceva a dismisura, facendola sembrare molto più tenera) ed avevamo cercato qualsiasi cosa, qualsiasi scappatoia per impedire il matrimonio. Fino a quel momento niente sembrava efficace, ed il tempo ci stava sfuggendo di mano. La cosa oltre a far stare male me faceva star male anche Luke, la cui idea di sposare Chanel sembrava spaventarlo a morte. Più di una volta avevo pensato al fatto che magari avremmo potuto sfruttare la sua paura a nostro vantaggio, come elemento per fermare quella pagliacciata una volta per tutte, ma lui non voleva collaborare. Solo lui sapeva per quale dannato motivo Chanel gli facesse così tanta paura, e voleva custodire quel segreto a tutti i costi.

«Pensala così, Corinne», borbottò Luke, distraendomi dai miei pensieri, «Più presto vado da lei, più presto me ne libererò e sarò di nuovo qui, tutto tuo», mormorò malizioso sulle mie labbra, prima di baciarle.

Mi lasciai trascinare un po' troppo da quel bacio, ritrovandomi ansante e con la schiena poggiata sul letto, il corpo di Luke fra le mie gambe ed un accenno di erezione parecchio evidente contro di me. Ridacchiai. «Vedi che anche tu vuoi restare qui?».

«Non l'ho mai messo in dubbio questo», borbottò Luke, alzandosi dal letto, «Ma il dovere chiama. Tu e Natalie dovete sbrigarvi a trovare qualcosa, il tempo stringe».

Lasciai che il mio sguardo corresse lungo il corpo di Luke, al momento intento a gironzolare per la stanza in cerca di qualcosa da mettere addosso. «Sai, noi due da sole non facciamo poi molto. Dovresti aiutarci tu», dissi vaga, sistemandomi al centro del letto.

Luke si voltò verso di me, stava per rimproverarmi ma poi sorrise intenerito. «Dio, guardati. Sembri una bambolina messa così», disse, facendomi arrossire.

«Non mi distrarrai così! Luke, dico sul serio. Devi darci una mano, altrimenti non riusciremo mai a trovare niente di concreto. Solo con il tuo aiuto possiamo salvare la situazione», mi lamentai, facendo deglutire rumorosamente Luke.

«Sono sicuro che tutte e due riuscirete a cavarvela alla grande», disse soltanto, chiudendosi in bagno per farsi la doccia.

Sbuffai frustrata, distendendomi a letto con uno sbuffo. Per un po' decisi di non pensarci, fissando il soffitto bianco e concentrandomi sul rumore dell'acqua che scorreva e sulla voce di Luke che intonava canzoni che io non avevo mai sentito. Luke aveva l'abitudine di canticchiare sempre, in qualsiasi momento della giornata; a volte, quando mi capitava di fermarmi da lui per cena, finivamo sempre seduti sul tappeto in salotto, Luke che imbracciava una chitarra ed io e Alex che cantavamo con lui. Era una cosa divertente, ma ultimamente mi faceva deprimere. A dire la verità qualsiasi cosa facessi con Luke mi faceva deprimere, nell'ultimo periodo. Non riuscivo a togliermi dalla testa il dannato chiodo di quel matrimonio che più che altro era una tragedia destinata a finire male per tutti (persino per Chanel, a dirla tutta, visto che comunque Luke l'avrebbe sempre odiata), per tutti tranne che per Liz, ovviamente. A lei interessavano soltanto le apparenze dopotutto, mica cosa poteva rendere felice suo figlio...

Boss || Luke HemmingsWhere stories live. Discover now