25th

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Corinne



Scappai via dalla sala più in fretta che potessi, ignorando Michael e Calum che cercarono di fermarmi e finendo nella hall dell'albergo, seduta su di un divanetto di pelle bianca a piangere tutte le lacrime che avessi in corpo. Stavo tremando da quando Luke mi aveva guardata per l'ultima volta prima di dire quelle parole tanto assurde, eppure così ovvie e prevedibili. Era ovvio che sarebbe finita così, con lui che sposava Chanel e me in un angolo a piangere, era il naturale corso delle cose. Eppure non riuscivo a non sentirmi male se ci pensavo, cosa anche troppo facile visto che da quando avevo sentito quel "ci sposiamo" non avevo fatto altro che pensarci, pensare a Luke all'altare con Chanel, tutti felici e contenti - tutti tranne me, si intende.

Mi sentivo così arrabbiata, disgustata, delusa da Luke e da me stessa in primis per essere caduta di nuovo nella sua trappola, per essermi fidata ciecamente di lui ancora una volta, aggrappandomi alla vana speranza che per una volta, nella mia vita, sarebbe andato tutto bene. E invece la vita aveva deciso di prendermi a calci nei denti un'altra volta, questa volta aggiungendo molto più dolore del solito: l'uomo che amavo stava per sposarsi con un'altra proprio sotto il mio naso, proprio quando ero convinta che le cose sarebbero andate per il verso giusto.

Ovviamente non ero stupida, sapevo benissimo che Luke non avesse avuto voce in capitolo in quella decisione, ma non riuscivo a non essere arrabbiata a morte con lui. Lo sapeva che oggi il suo fidanzamento con Chanel sarebbe stato reso pubblico, allora perché prendermi e scoparmi in quello sgabuzzino proprio adesso, dopo giorni che non ci parlavamo? Per farmi stare peggio? Per umiliarmi di più? Non riuscivo neanche a pensarci che cominciavo a sentirmi sporca come non mai, la peggiore puttana - proprio come mi ero sentita quando incontrai Liz Hemmings per la prima volta. Sporca, inadeguata. Sbagliata. Una semplice falla nel sistema, un piccolo errore nella vita apparentemente perfetta di Luke Hemmings.

«Corinne».

Riconobbi subito quella voce pregna di rimorso che mi face male più di mille coltellate. Mi voltai verso Luke tirando su con il naso, guardando altrove per non incrociare il suo sguardo. Non ce la facevo a guardarlo. «Va via, Luke», sbottai, pulendomi le guance dal mascara che ci era colato sopra, «Torna dalla tua fidanzata».

«Non è la mia fidanzata», protestò Luke, ignorando le mie richieste e sedendosi accanto a me.

Io mi allontanai per far sì che non fossimo troppo vicini. «Eppure, te la sposi. Congratulazioni, comunque», sbottai sarcastica, puntando lo sguardo sulle mie scarpe. Calum aveva ragione, non dovevamo venire. Adesso sarei più felice. Sempre triste per la rottura con Luke, ovviamente, ma almeno non avrei dovuto sopportare l'umiliazione di essere usata come un giocattolo sessuale e poi abbandonata per un'altra donna.

«Andiamo. Credi davvero che io voglia sposare Chanel? È stata tutta un'idea di mia madre, io non ho avuto voce in capitolo».

Mi voltai finalmente verso di lui, fissandolo con tutto l'astio che fossi capace di trasmettere al momento. Non mi andava di ascoltare le sue storielle da ragazzino ferito. «Sei serio? Hai trentacinque anni e ancora ti fai comandare a bacchetta da tua madre? Mi fai ridere. Se non fossi così disgustata da te proverei compassione, guarda».

Luke alzò gli occhi al cielo. «Beh, vorrei vedere te nella mia situazione. Tutto ciò che ho ce l'ho grazie ai miei genitori! Ho una figlia da mantenere, dimmi, come farei a farlo senza lavoro?», sbottò, arrabbiato, «Mi stupisce quanto tu sia egoista a volte».

Boss || Luke HemmingsWhere stories live. Discover now