21st

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Corinne

«Adesso posso riavere le mie mutandine?», chiesi ansiosa, sedendomi sul letto.

Luke mi guardò compiaciuto, disteso con le coperte a coprirgli il bacino. Si toccò il mento con aria pensierosa per qualche istante. «Uhm, fammici pensare... No».

Sbuffai sonoramente. «Andiamo, Luke! Io te le ho date per far incazzare Chanel, non perché volevo che le tenessi! Che ci faresti, poi?», borbottai seccata, incrociando le braccia al petto, «Non è che hai uno strano fetish e ti metti le mutande da donna quando nessuno ti vede...?».

Luke alzò un sopracciglio. «Voglio aggiungerle alla mia collezione, conservo sempre qualcosa delle mie ragazze... E poi lo ammetto, ho debole per come mi stanno le mutande femminili. Ma hai visto le mie gambe? Sono praticamente fatte per quello», spiegò, cercando di essere serio ma fallendo miseramente, scoppiando a ridere davanti alla mia espressione scettica.

Alzai gli occhi al cielo. «Ugh, ti odio. Ti prego, posso riprendermele? Non mi trovo senza, è stato sfiancante oggi».

Luke avvicinò il suo viso al mio, sorridendomi sghembo. «Dammi un bacio e vedrò cosa si può fare», borbottò facendo il broncio.

Scossi la testa, tuttavia premendo le mie labbra contro le sue ripetutamente. «Devi pure ricattarmi, brutto stronzo».

Luke circondò i miei fianchi con le sue mani, facendomi finire distesa sul letto. Il lembo di lenzuolo che separava i nostri bacini era davvero opprimente. «Magari, se la smetti con gli insulti gratuiti, potrei ridarti le tue mutandine», borbottò sulle mie labbra mentre si staccava per ricoprire il mio collo di attenzioni.

Socchiusi gli occhi mentre allacciavo le gambe al bacino di Luke. «Mmh, credo che per adesso non mi servano».

«Già, credo proprio di sì», concordò Luke, alzando il viso per baciarmi.

Così impegnati a baciarci quasi non ci accorgemmo della porta di casa che si apriva. «Papà? Sono a casa!», strillò la figlia di Luke dal salotto.

Luke si staccò da me, roteando gli occhi mentre si metteva a sedere sul letto, scendendone successivamente. «Mi sa che la festa è finita», borbottò, infilandosi i boxer e un paio di pantaloni.

Mi alzai a mia volta, parandomi davanti a lui. «Le mie mutandine. Le rivoglio», borbottai senza ottenere nulla dato che Luke continuava a fissarmi il seno, «Smettila di guardarmi le tette!».

Luke alzò la testa, mordendosi il labbro inferiore. «Scusa. Lo sai che mi distraggo. Quindi, dicevi?».

Alzai gli occhi al cielo. «Le mutandine, Luke. Vuoi darmele sì o no?», borbottai seccata.

Luke rise malizioso, afferrandomi un fianco. «Dipende da cosa ottengo in cambio», mormorò seducente al mio orecchio.

Scossi la testa, afferrando il viso di Luke per far sì che mi guardasse negli occhi. «Avrai il mio piede così a fondo nel tuo culo che ti uscirà dalla bocca se non me le ridai adesso», lo minacciai, facendolo ridere.

«Tu? Certo, voglio proprio vedere», mi prese in giro, mordendosi il labbro inferiore per trattenere le risate.

Feci un sorriso malefico. «Ah, sì? Okay, forse sarà meglio presentarmi nuda davanti a tua figlia, giusto per farle capire cosa succede in questa casa mentre lei è via».

Luke impallidì. «Non lo faresti».

Lo fronteggiai nonostante lui fosse decisamente più alto di me. «Oh sì che potrei. Posso anche simulare un orgasmo se serve. Non sarebbe imbarazzante, per te, se la tua ragazza adesso si mettesse ad urlare mentre tua figlia ti cerca nella stanza accanto?».

Boss || Luke HemmingsWhere stories live. Discover now