35. Il giuramento

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Ora che Shadee se ne è andato, Evianne non riesce a mantenere la corazza di calma e compostezza dietro la quale si è barricata in sua presenza. Deve appellarsi a tutto l'autocontrollo possibile per costringere un sorriso e non cedere al panico. Se si agiterà, rischierà di commettere un passo falso e di perdere tutto: la salvezza dei bambini scomparsi, il fiore viola, Shadee.

Le serve qualche minuto per riprendersi. Poi, quando i nervi smettono di pulsare, sgattaiola fuori dall'ingresso secondario di Fortezza Diaspro e raggiunge la casa degli Erranti. È solo allora che permette alla frenesia di avere la meglio. Bussa all'impazzata, più e più volte, e alla fine, dimentica delle buone maniere, apre la porta da sé. Trova gli Erranti intenti a rilassarsi in uno dei classici bozzetti di quotidianità che ha contemplato spesso nelle settimane passate: Nandi massaggia le spalle di Chenzira; Chenzira prova a scrivere con le sue fiamme incantate un messaggio a Jaja; Bulbun giocherella con le cinque spade dell'amico come se fossero strumenti musicali.

«Che ci fai qui?» esplode Nandi, appena si accorge di lei.

Chenzira si affretta a rubarle la parola. «È stato Shadee a inviarti?»

«No.» Evianne resta ferma sulla soglia. Bulbun la invita a entrare, per evitare che attiri su di sé gli sguardi degli Spilli in pattuglia lungo gli snodi del villaggio, e chiude la porta.

Nandi la studia con le labbra corrucciate dal sospetto. «Se non è stato Shadee, hai corso un rischio immotivato.»

Evianne vorrebbe affogare dalla vergogna. Ha ragione, è stato un gesto folle scappare da Fortezza Diaspro, un impulso egoista dettato dalla disperazione, perché nell'arco di pochi secondi si è vista sfumare davanti agli occhi ogni pista per trovare il fiore viola; e poi Shadee, il modo in cui l'ha trattata...

«Se ne va.» La voce esce sbagliata. Voleva mantenere un tono neutro, ma le labbra tremano incapaci di accettare la portata di quella notizia orrenda. «Shadee se ne va.» Punta gli occhi in quelli di Chenzira. «Possibile tu non sappia nulla? Non eri la sua guardia del corpo?»

Chenzira la costringe a sedersi. «Perché pensi ti abbia chiesto di diventare la mia spia? Ci sono molte cose di cui il principe non mi rende partecipe e riguardano tutte la casata. Con calma. Raccontaci dall'inizio.»

La calma è una sensazione antica, dimenticata, e in quel momento Evianne non si ricorda che forma abbia. Pensa all'immagine più serena del suo passato – lei, Mildri e Snorre che corrono tra le spighe di lavanda selvatica – ma il quadretto si annera quando si ricorda del matrimonio della cugina e della guerriglia tra le Bolle.

Inspira per assorbire una boccata di ossigeno, spera che la aiuti a non esplodere. «Il re costringe Shadee a tornare a Spinarupe. Tra otto giorni. Devo seguirlo, a Reggia Blu c'è il fiore viola, ma lui non vuole che parta. Mi ha detto che non ci vedremo mai più.»

Bulbun le sorride e mette in mostra i canini dorati. «Mio cugino teme che suo padre ti scoprirà e ti imprigionerà a Reggia a Blu a vita. Una scemenza. Come se Nandi e Chenzira non andassero dentro e fuori a loro piacimento. Da Reggia Blu, dalla mia casa, dal mio letto, da m-»

«Mi sorprende che nessuno ti abbia ancora avvelenato in trentacinque anni di vita» lo interrompe Nandi.

«Che volete farci? Esisto per essere amato.» Poi, con notevole ritardo, si ricorda che hanno un problema. «Faranno tornare a Spinarupe anche noi assieme al resto della casata?»

Chenzira ticchetta l'indice contro il labbro come se quel gesto lo aiutasse a scandire il ritmo dei pensieri. «Non lo so. Se non ci hanno avvisati per tempo un motivo ci sarà. Re Tavare non mi vuole vicino a Shadee. Non mi uccide solo per una questione di onore.» Per aver difeso suo figlio durante l'attentato alla regina Adama. «Gli Spilli temono un'imboscata dopo i Mille Soli, vogliono viaggiare tranquilli.»

Una storia di ali e spilliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora