2. Il fiore viola

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Otto anni dopo

Bolla di Rugiada, Fontebella


Evianne dei Respiri vuole soltanto che tutto il mondo sia felice. A differenza delle altre bambine della Bolla, non le interessano i vestiti, i gioielli o le storie d'amore. Si accontenta della sua casa di betulla circondata dai ruscelli e dalla foresta, dell'odore di pane speziato che la mamma cuoce nel focolare, di svegliarsi quando il primo raggio di sole le accarezza il viso. È una tempesta incastrata in un corpicino di otto anni, un fascio di nervi e pelle chiara, di capelli biondo cenere sempre aggrovigliati, e come le tempeste, appena si muove, porta dietro di sé una scia di disordine e rumore.

Anche quella mattina, poco dopo l'alba, si sveglia con un urletto: «Buongiorno, vita!» Tamburella i talloni mentre scende al piano di sotto per la colazione. Sente l'odore di pane cotto ancora prima di sbucare nel cucinino dove trova sua madre, una donna che ha lo stesso mento pronunciato, i lineamenti angolosi e gli occhi stropicciati dal sonno.

La mamma ha il dono di stillare l'amore da ogni gesto, dal modo in cui le pettina i capelli, dal sorriso del buongiorno, dalle fiabe che racconta prima di dormire a lei e ai bambini dell'orfanotrofio in paese, un'abitudine calda che allontana gli incubi e accoglie i Gari protettori di sogni. Grazie alla mamma, Evianne conosce il mito del Cintura Azzurra, la fiaba del macinino che donava granelli di ricchezza, le avventure di Flin Piuma Lucente che volò fino al sole. Eppure, a Evianne nessuno racconta nulla delle faccende importanti, perché i suoi genitori non vogliono che perda la spensieratezza dell'infanzia.

«Dov'è papà?» chiede quella mattina. Mangiucchia un pezzetto di pane in fretta e furia e con la manina cerca uno straccio qualsiasi da indossare.

Sua madre le dà la solita risposta: «È via, lo sai».

«Via? Via dove? Ancora?»

A Evianne non piace lamentarsi. Suo padre è l'unico fratello della regina di Fontebella e viene convocato spesso per riunioni di cui lei non capisce niente, ma vorrebbe vederlo almeno al risveglio per giocare con lui alla principessa guerriera e provare a usare la spada di legno che le ha regalato.

«A palazzo» sospira sua madre. «Dovresti essere un pochino più paziente, piccola mia.»

«D'accordo! Ma quando torna?»

«Non si parla con la bocca piena, tesoro.»

«Sì, va bene!» Intanto però ha ancora la bocca piena. «Ma quando torna?»

La mamma ha gli occhi grigi come i suoi, le stesse sfumature delle nuvole che si accastellano quando sta per piovere, è uno sguardo in cui si legge dentro tutto, e per questo Evianne capisce subito che la mamma è preoccupata. Si sente in colpa per avere fatto i capricci, così corre da lei per consolarla e le butta le braccia al collo. «Coraggio, mammina! Sarò brava d'ora in poi, ma tu sorridi! Fuori c'è il sole, ed è troppo presto per essere tristi!»

Sua madre sospira, lo sguardo pieno di tristezza. «Vorrei saperti proteggere per sempre.»

Evianne la stringe forte. «Io mi proteggo da me, mamma. E proteggo anche te, papà, Mildri e pure Snorre! Adesso però devo proprio andare o farò tardi!» Balza sul tavolo con la spada giocattolo.

«Sta' attenta» la supplica sua madre. «Un po' di grazia, sei una fanciulla...»

«No, io sono la guardia più forte di Fontebella! Se la dovranno vedere con me, i terribili cappucci di Spilli, se solo oseranno attaccarci un'altra volta! Li rispedirò oltre il Lago Oceano, li costringerò a rintanarsi nella loro tana di rovi e salverò tutte le persone che amo!»

Una storia di ali e spilliWhere stories live. Discover now