04. Hangover

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Capitolo 4: "Hangover"

Il sole era ormai alto nel cielo azzurro, avevo davvero passato le poche ore che mi separavano dal lavoro, a pensare a Federico Chiesa.
Mi ero decisa ad alzarmi e ad iniziare la giornata con una carica nuova.
Dopo una lunga doccia, iniziai a prepararmi per il lavoro, jeans neri, camicetta bianca e giacca colore carne, rigorosamente abbinata alle scarpe comode che decisi di indossare.
Lanciai uno sguardo all'ora e mi resi conto che era davvero presto, così scrissi un messaggio veloce ad Alba dicendole che l'aspettavo per la nostra colazione di routine.

Arrivai dopo poco al nostro bar e occupai il nostro tavolo, lei non mi rispose, ma dopo poco la vidi entrare nel locale e precipitarsi verso di me.

«Ora mi spieghi che fine hai fatto ieri» sembrava quasi arrabbiata.
«Ti ho avvisata che andavo via» provai a giustificarmi, ma lei continuava a guardarmi con gli occhi ridotti a due fessure.
«Stranamente anche Chiesa è scomparso nel nulla» restai a guardarla e mi lasciai scappare un sorrisetto.
«Te lo giuro è stato davvero divertente, ero fuori a fumare e lui è arrivato, poi mi ha preso un braccio e io ho iniziato a gridare e un tipo gli ha lanciato un destro, per farmi perdonare l'ho portato a casa e l'ho medicato» dissi ridendo.
«Tu cosa? Federico a casa con te? E me lo dici così?» sembrava euforica.
«Frena l'entusiasmo, abbiamo solo parlato, abbiamo parlato davvero tantissimo, fino all'alba» dissi sorridendo ancora.
«Potevi avvisare che eri con lui comunque, mi sono preoccupata» cercò di sfuggire al mio sguardo. Sembrava alquanto strana, più del solito ovviamente.
«Tu invece, com'è andata poi la serata?» chiesi cominciando ad indagare.
«Tutto sommato bene, i ragazzi sono fantastici, per non parlare di Martina che mi ha messo completamente a mio agio» disse sorridendo.
Ricambiai il sorriso che mi stava rivolgendo e ordinammo la nostra colazione.
«Devi raccontarmi tutto su te e Federico adesso» disse cambiando espressione, diventando d'un tratto molto seria.
«Te l'ho detto abbiamo parlato molto» dissi mantenendo il contatto visivo, per farle capire che era la verità.
«Va bene, va bene ci credo. Comunque non siamo rimasti poi molto a lungo, Martina e Leo sono andati via poco dopo e abbiamo deciso di andare via anche io, Manuel e Dusan» mi informa.
«E comunque non dovevi lasciarmi sola, a bere, con Manuel e soprattutto Dusan, sto malissimo adesso, sto in hangover ancora e spero mi passi presto» scoppiai a ridere.
La mia piccola Alba, la solita di sempre.
Probabilmente sarebbe successo ugualmente anche se io fossi stata lì.
«A quanto pare ti sei divertita parecchio!» le dissi e la vidi annuire in risposta.
Mi alzai dalla mia sedia e andai ad abbracciarla.
«Vedrai che andrà tutto bene» le scompigliai i capelli e tornai a sedermi.
«Tu e Federico invece, avete davvero solo parlato?» mi guardò con sospetto.
«Certo che sì, non ti nasconderei mai nulla» dissi.
Sapeva essere molto testarda alle volte.

Restammo a parlare ancora per un po' di come fosse andata la serata e soprattutto di me e Federico, perché anche se tra noi non era successo assolutamente niente, Alba voleva essere aggiornata su ogni dettaglio della nostra conversazione.

«Si è fatto davvero tardi, devo andare a lavoro» esordii e le lasciai un bacio sulla guancia prima di lasciare il bar.

La giornata di lavoro non fu poi così stressante, mi dedicai alla stesura di un articolo di cronaca, mentre il mio cervello era in trepidante attesa di leggere l'articolo che riguardava Federico.
Avevo inviato tutto il materiale a Greta, come mi aveva chiesto di fare ed ero lì a controllare la mail ogni cinque secondi, nella speranza che potesse presto comparire quella notifica.
Dopotutto era il mio primo articolo sportivo, volevo leggerlo per capire se ero stata all'altezza, se anche Greta, come me durante l'intervista, aveva provato le mie stesse emozioni mentre riportavo le risposte sul foglio.

L'intervista || Federico Chiesa Where stories live. Discover now