Capitolo 40

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"Perché ci state mettendo così tanto?" 

Henry guardò i due uomini e poi Cirilla e disse con tono glaciale. "Avete per caso toccato sua altezza?" domandò in tono pacato ma l'uomo basso sembrò terrorizzato e cominciò a gesticolare nervosamente verso le sue guardie in modo che facessero un passo indietro.

"Altezza, ma quale onore." L'uomo si inchinò, Henry si fece vicino al bancone guardandosi intorno. Cominciò ad aprire ogni cassetto, ogni vetrina.

"La principessa mi diceva che questa mattina vi aveva dato un anello." Disse prendendo in mano un oggetto di Cristallo.

"La principessa si sbaglia sicuramente. Ci sono molti banchi per i pegni." Il tono era lusinghiero. Henry lasciò cadere l'oggetto che si frantumò in mille pezzi ai suoi piedi. Il principe non era lì per giocare e lo rese subito chiaro.

"Ne siamo proprio sicuri, vero Cirilla?" Cirilla annuì fermamente e il mercante cominciò a cambiare espressione. Sembrava volerle fare del male.

"Io non ho nessun anello."

Henry afferrò una vetrinetta e con un colpetto delle dita, la tirò sul pavimento distruggendo tutto quello che vi era all'interno.

"Ma sì che lo avete." Poi prese una mazza che era appesa assieme ad altre e se la fece roteare tra le dita abilmente prima di impugnarla verso l'esposizione di gioielli preziosi. "Guardate meglio."

"Come sarebbe fatto questo anello, principessa?" domandò a denti stretti. Henry tentò un paio di colpi di prova prima di stancarsi e colpire la bella esposizione. Afferrò i bei gioielli e li sistemò sul bancone con lentezza magistrale.

"Una anello di lapislazzulo." Cirilla non lo avrebbe mai ammesso ma si stava divertendo a vederlo tremare così tanto.

Il mercante fece il finto tonto ancora e Henry questa volta cominciò a colpire i gioielli ad uno ad uno finché non si rompevano in centinaia di frammenti.

Il mercante, infuriato si diresse verso il retro e tornò con una scatolina che conteneva il diamante che Cirilla stava cercando, lei fece per prenderlo ma Henry la fermò e con noncuranza colpì il diamante con la mazza che andò in frantumi.

Cirilla per poco non soffocava per lo spavento. Perché Henry lo aveva distrutto?

"Adesso mi sono stancato." Henry lo afferrò dal bancone e lo tirò dalla sua parte, il mercante disse agli uomini di non muoversi mentre Henry lo appendeva ad un gancio da pesca per balene.

"Non sopporto la gente come te, che vive sulle disgrazie altrui quindi te lo chiederò un'ultima volta o ti porterò nelle prigioni per alto tradimento e non ti darò il privilegio di un'esecuzione, ti sgozzerò come il maiale che sei. Voglio l'anello, quello vero."

Cirilla capì perché Henry l'aveva colpito. Le aveva dato un falso, lei non se ne sarebbe mai accorta.

Il mercante, tremante tirò fuori la versione originale da dentro la tasca dei suoi pantaloni e la porse ad Henry che la osservò attraverso la luce e con teatrale lentezza, raggiunse Cirilla. Le prese la mano sinistra e glielo infilò personalmente all'anulare della ragazza, guardandola con occhi che sembravano brillare come fuoco verde.

Si stava divertendo anche lui, a quanto pareva.

"Cirilla," la chiamò Henry mentre posava la mazza e si puliva la polvere dal mantello. "Prendete il vostro gioiello. Ce ne andiamo."

Cirilla recuperò la collana di perle e si diresse verso la porta. Henry lanciò all'uomo un sacco pieno di oro e con un ghigno derisorio gli disse: "per il disturbo."

[1]Måne - La Dea Luna [hs] - AU  - MatureDove le storie prendono vita. Scoprilo ora