Capitolo 35

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***IO STO ANCORA RIDENDO PER QUESTO CAPITOLO. LO CAPIRETE PRESTO****


"Non vi fidate forse delle mie intenzioni?" la provocò il danese al quale Margaret, sollevando il mento guardò l'uomo senza battere ciglio. Dentro di sé stava strillando a sé stessa di scappare con sua altezza e portarla il più lontano possibile.
"Con tutto il rispetto, vostra altezza, siete sempre un uomo adulto e la mia padrona è sempre un fanciulla nubile."

Tristan incrociò le forti braccia al petto e con fare incattivito sentenziò: "Nessuno si poneva questo problema mentre il principe inglese veniva trovato addormentato insieme a Cirilla nelle stalle."

Margaret, come se avessero toccato qualcosa a lei molto caro, si mosse al fianco di Cirilla con fare protettivo e disse: "Sua altezza reale è un uomo onorevole e non ha mai permesso nemmeno a sé stesso di rimanere solo con la mia padrona." Cirilla voleva ridere pensando ad Henry e alla faccia che avrebbe fatto se avesse potuto udire Margaret chiamarlo sua altezza reale. "Era supervisionato dallo stalliere che si premurava di svegliarsi e controllarli spesso e non se n'è mai lamentato perché comprendeva bene quale fosse il suo posto e quale quello della mia signora."

Cirilla si mosse prima che Tristan potesse alzare la voce e con fare dolce, gli posò una mano sul petto che lo calmò all'istante. Cirilla acconsentì a vestirsi e domandò gentilmente a Tristan di aspettarla fuori.

L'uomo accettò anche se rese chiaro a Margaret che gliel'avrebbe fatta pagare.

Appena la porta fu chiusa, Margaret si apprestò a vestire Cirilla.

"Non dovete sfidarlo così Margaret." La riprese Cirilla alche Margaret si fermò gli occhi spalancati per la paura.

"E voi non dovete rimanere sola con lui." sussurrò in modo che solo Cirilla potesse sentirla. "Non mi piace il modo in cui si comporta e dovete fare in modo di stare sempre in compagnia di qualcuno quando siete con lui, almeno fino al matrimonio."

Cirilla si imbronciò. Non le piaceva il tono accusatorio di Margaret però doveva ammettere che aveva avuto il coraggio di dire a voce alta quello che Cirilla aveva iniziato a pensare.

"Se continuate così, vi allontanerà da me ed io non desidero ritrovarmi in un paese straniero completamente sola. Cercate di essere più affabile." Le suggerì Cirilla ma Margaret, che era una donna d'onore oltre che una servitrice impeccabile, sollevò il mento orgogliosa. "Quando vi tratterà come meritate, allora io farò lo stesso."

Cirilla alzò gli occhi al cielo e le chiese di chiamare il principe che stava attendendo pazientemente sulla porta.

Lo fece accomodare vicino al fuoco e gli servì il tè del pomeriggio mentre finiva di sistemarsi i capelli con il fermaglio che ormai portava sempre.

"Vedo che non ve ne separate mai." Notò Tristan indicando il gioiello e lei sorrise.

"No, ormai a malapena lo tolgo quando mi corico la sera."

"Dovete esservi affezionata molto a quel gioiellino che vi ha regalato il principe." Cirilla affilò lo sguardo e lasciò stare l'oggetto tra i capelli.

"Forse non ricordate bene, ma mi è stato regalato dalla principessa. È per questo che non lo tolgo mai."

"Ma è stato il principe a sceglierlo." La punzecchiò.

"Il principe ha solo suggerito una opzione che più mi si addiceva." Gli occhi di Tristan si accesero mentre sorseggiava dalla tazza.

"Sembra proprio conoscervi bene. Sa che colori vi piacciono, conosce i vostri gusti quasi meglio di me che sono il vostro futuro sposo."

Cirilla guardò verso il fuoco e noncurante disse: "Se voi vi prendeste la briga di chiedere invece che presumere, forse anche voi li conoscereste i miei gusti." E si sollevò per posare la propria tazza sul vassoio d'argento. Tristan, come provocato, la afferrò per la vita se la trascinò sulle gambe. Cirilla non protestò ma non amava essere comandata come una bambolina.

"Come posso conoscervi meglio, se non riuscite nemmeno a scrivermi una lettera da quando sono andato via? Sono tornato perché temevo vi fosse successo qualcosa di tremendo che vi impediva di mettervi in contatto con me."

Cirilla si addolcì e dondolò i piedi guardandosi le mani.

"Non vi ho scritto perché, a dire la verità ero molto arrabbiata con voi." Tristan si lasciò andare nella poltrona dallo schienale alto e attese che Cirilla proseguì. "Vedete. Mi avete... mi avete baciata a quel modo davanti a tutti." Cercò di spiegare ma Tristan le strinse il fianco quasi facendole male.

"Non mi è forse consentito baciarvi? Non è stato di vostro gradimento."

"No, è solo-"

"Avreste preferito che fosse quel damerino inglese a farlo?" Cirilla scattò puntando i piedi. Era imbestialita perché lui non la lasciava parlare.

"No, che non è stato di mio gradimento!" strillò prendendo di sorpresa il principe che spalancò gli occhi come se Cirilla lo avesse preso a schiaffi. "Come potrebbe essere altrimenti, signore? Se voi vi prendete delle libertà a quel modo, davanti a tutta quella gente. Lo sapevate no, che quello era il mio primo bacio e voi me lo avete rovinato?" Cirilla che era sempre calma, che anche da adirata cercava di non alzare la voce stava strillando esasperata.

Tristan non si mosse e per la prima volta la ascoltò per davvero.

"Doveva essere qualcosa di speciale. Qualcosa di nostro invece mi avete trattata al pari di una prostituta. Mi avete tirata a voi e avete fatto quello che volevate. Mi avete umiliata e non sono riuscita a perdonarvelo. Questa mattina quando vi ho visto ero contenta, perché finalmente avrei potuto spiegarvelo, invece continuate a tirare Henry in mezzo come se le vostre mancanze siano da attribuire a lui. Io non so cosa vi aspettiate che faccia. Davvero credete che sia così manipolabile? Che potete trattarmi male e che comunque rimanga sorridente e felice delle vostre attenzioni? Non sono stata cresciuta a questo modo, mio padre mi ha insegnato a rispettare me stessa e la mia persona e voi vi siete approfittato di me."

Cirilla aveva esposto tutto bene, aveva commesso un solo errore che agli occhi di chiunque altro sarebbe passato inosservato. Ma il danese aveva smesso di ascoltarla proprio quando Cirilla non aveva usato alcun aggettivo prima del nome del principe. Lo aveva chiamato solo Henry. Come se fossero intimi amici e questo aveva gettato tutte le buone intenzioni di Tristan dalla finestra.

"Avrete il mio rispetto, principessa Cirilla." Era così calmo che Cirilla si zittì facendosi piccolissima quando piano il danese si alzò. "Quando la smetterete di intrallazzarvi con il principe inglese e mi dimostrerete di essere degna delle attenzioni che una principessa merita. Fino ad allora." Le prese il capo e con veemenza, le rubò un secondo bacio, questa volta famelico e imbestialito.

Cirilla cercò di spingerlo via ma era il triplo della sua stazza non c'era speranza di spostarlo.

Cirilla fece l'unica cosa che poteva fare. Gli infilò il ginocchio tra le gambe, colpendolo forte. Il danese cadde ansimante al suolo e lei abbandonò la stanza senza rispondergli.

Udì il rumore di vetri rotti e cose che venivano tirate per la stanza.

Margaret, era ad attenderla fuori alla porta con un fazzoletto stracciato tra le mani. Cirilla si sistemò il vestito e i capelli con nonchalance e cercando di nascondere l'orgoglio che provava per essersi difesa da sola disse alla sua dama di compagnia: "Mandate a chiamare il medico, il principe Tristan credo abbia preso un bel colpo e adesso si sente poco bene. Deve essere stato un lungo viaggio."

[1]Måne - La Dea Luna [hs] - AU  - MatureDove le storie prendono vita. Scoprilo ora