Capitolo 5

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Dopo l'uscita del giorno precedente, la maggioranza dei giovani fu fuori uso, per tutto il pomeriggio. Così i pochi temerari che si azzardarono ad avventurarsi oltre la soglia delle loro camere, trovarono una fresca e pimpante principessa Cirilla in groppa al suo castrone nero come la pece che li attendeva per mostrargli i giardini di corte.

La pelliccia di lupo sulle spalle, la lunga treccia e i pantaloni di cuoio le davano letteralmente l'aria di una guerriera. Henry era intrigato da quell'aspetto. Aveva completamente cambiato espressione, diventando molto più seria.

"Riprenderemo il giro delle isole magari più in là nella settimana." Disse re Marcus mentre si affiancava a sua figlia.

"Giovani d'oggi. Così delicati e fragili." Rispose re Charles mentre lanciava un'occhiata orgogliosa a suo figlio che invece stava beatamente leggendo qualcosa mentre prestava ascolto a quello che tutti dicevano.

La compagnia si incamminò verso i frutteti ancora dormienti e Marcus fece assaggiare agli ospiti le mele con cui facevano il sidro, una bevanda molto pregiata in quella parte del mondo. Era un posto che sembrava tagliato fuori dal tempo, quasi antico.

"Sapete, è strano che un posto come questo non abbia alcuna leggenda particolare." Cominciò il principe Tristan facendosi vicino alla principessa.

"In realtà ne esiste una ed è anche molto bella. Sarebbe la leggenda della dea Måne, che è poi colei per cui questo regno prende il nome."

"Vorreste raccontarcela principessa?" Cirilla guardò suo padre ma lui fece solo un veloce gesto con le mani per incoraggiarla. "In realtà, mio padre la conosce molto meglio di me. Mi piacerebbe che ve la raccontasse lui."

"Sciocchezze, ormai la saprai a memoria. Da piccola non volevi sentire altro. Forza, Cirilla."

"Molto bene." Concluse prendendo un lungo sospiro. "C'era una volta, Måne la dea della luna, che giurò di far innamorare perdutamente di sé stessa, il freddo e distaccato dio Sol. Sol era un dio schivo, che non provava interesse per frivolezze come l'amore e quindi i numerosi tentativi di Måne non andarono mai a buon fine. Per mille anni, Måne lo rincorse, standogli sempre accanto, cercando di vincere i suoi favori, usando tutte le tecniche di seduzione possibili e immaginabili. Divenne disperata così al millesimo anno, Måne sconfitta, si buttò ai piedi del dio Sol annunciando la sua sconfitta e piangendo lacrime che caddero sulla terra sotto forma di stelle. Sol, intenerito dalla sua vulnerabilità, pregò Måne di non smettere di rincorrerlo perché ormai si era abituato a lei e aveva scoperto di amarla più di quanto amasse persino sé stesso. Ma come il sole e la luna, erano destinati a rincorrersi sempre poiché lo spirito Jord, anch'esso innamorato della dea, gli lanciò un potente incantesimo per tenere i due amanti per sempre distanti. Si narra che dal suo pianto, vennero a formarsi numerose isole che oggi prendono il nome di isole di Måne "

"Che cosa triste però." Proferì Tristan guardando la ragazza dritta negli occhi. Sembrava sul serio ferito.

"Non troppo, maestà. Se pensate che comunque nonostante la distanza continuano a cercarsi perché sono innamorati e ogni giorno si rincorrono. È romantico, quasi."

"Una bella storia per bambine, insomma." Interruppe Henry guardando dritto d'avanti a sé.

"Be', state perdendo il vero senso della storia." Lo riprese Marcus mentre Ciri gli tirava uno sguardo infuocato.

"Mi è perfettamente chiaro invece. Una donna infatuata da qualcosa che non può avere, lo rincorre fino alla sua fine senza mai raggiungerlo."

"Vi sbagliate, maestà. il punto non è il finale. La cosa più importante sta nel mezzo. Il vero amore non lo si ottiene rincorrendo un'infatuazione. Il vero amore lo si vince quando si è disposti a scoprirsi e a mostrarsi per quello che si è. Ecco perché la dea Måne, riesce alla fine a far innamorare Sol. Perché gli si mostra vulnerabile."

[1]Måne - La Dea Luna [hs] - AU  - MatureDove le storie prendono vita. Scoprilo ora