Capitolo 32

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***fondamentalmEtne sono molto avanti con la scrittura e sono a punti che non vedo l'ora di condividere. SONO ORGOGLIOSA DI QULELO CHE STA VENENDO FUORI****


Cirilla si svegliò la mattina dopo con un enorme mal di testa che le batteva nelle tempie e si sentiva stordita. Con una mano toccò il punto del letto accanto al suo cercando qualcosa.

Era freddo.

Si stropicciò gli occhi e si mise seduta.

"Ben svegliata pigrona." La salutò Margaret portando dentro una serie di stoffe accuratamente piegate. Cirilla si stiracchiò, una mano ancora sulla parte vuota del letto.

Aveva sognato tutto?

Non poteva escluderlo.

"Ieri avete dato molto spettacolo, altezza. Non mi sono mai vergognata tanto in vita mia." Stava lamentandosi Margaret. Cirilla sollevò gli occhi al cielo e si preparò al resoconto disastroso della serata mentre lasciava che Margaret la vestisse e la preparasse.

Dovevano tornare al castello di Solyard quella mattina e francamente non vedeva l'ora di accompagnare Meria a scegliere il suo cavallo nel pomeriggio.

Raggiunse la famiglia reale dopo aver bevuto un intruglio che Margaret le aveva preparato che in qualche modo aveva assorbito il mal di testa. Meria fu molto felice di vedere Cirilla e contrariamente all'etichetta di corte, le due si tennero per mano senza che nessuno se ne accorgesse mentre salutavano la padrona di casa.

Cirilla si guardò intorno spaesata.

Non riusciva a trovarlo. Non era difficile capire dove fosse, pensò. Sicuramente ieri avevano fatto tardi ed era ancora al piano di sopra nelle stanze della marchesa, addormentato.

Allora aveva sognato proprio tutto?

Non sapeva spiegare perché provasse quella sensazione di sconforto nel realizzare che aveva fatto un così strano sogno sul principe. Sentiva un senso di preoccupazione perenne al centro del petto, come se qualcosa di tremendo stesse per accadere e non riusciva a capire da dove provenisse quel presentimento.

Cirilla si avvicinò alla marchesa e quando lei si inchinò per salutarla, la principessa appena abbassò il capo in risposta.

Lasciarono il palazzo in tarda mattinata e dopo che Cirilla si fu cambiata in una tenuta da equitazione, accompagnò Meria e suo padre in questo maniero che vendeva cavalli di razza.

Cirilla si fece un bel giro, guardando gli zoccoli, le zampe, i fianchi ma specialmente gli occhi dell'animale per valutarne la mansuetudine.

Meria si era fissata con una versione più piccola di Ruben. Un cavallo piazzato con bei muscoli e una lunga criniera nera come il carbone.

Cirilla glielo sconsigliò. Per un momento si allontanò e prese a girare tra le cavalcature stava tracciando una linea immaginaria camminando senza rendersene conto quando sua maestà le prese delicatamente il braccio, fermandola.

"Cirilla?" domandò il re con lo sguardo apprensivo.

"Maestà?" rispose la principessa al che il re socchiuse gli occhi per scrutare bene la fanciulla.

"Oggi siete distante. Se lo desiderate possiamo rimandare, forse siete ancora esausta per la scorsa sera. Non ci sarebbe nulla di male." Cirilla arrossì e si inchinò per scusarsi con sua maestà.

"Perdonatemi. Non so cosa mi prende, non ci sto proprio con la testa oggi. Però adesso avete tutta la mia attenzione."

Il re non era convinto nemmeno un po', da padre riusciva a leggere le espressioni dei giovani meglio di chiunque altri e Cirilla aveva la stessa faccia lunga che Henry faceva quando era sommerso da problemi di cui non parlava male.

[1]Måne - La Dea Luna [hs] - AU  - MatureDove le storie prendono vita. Scoprilo ora