Capitolo 19

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Era alto quanto le travi, dritto come una montagna innevata e affascinante forse più di prima data la barba lievemente incolta del giorno precedente a e i capelli scompigliati sugli occhi.

"Tristan!" la principessa lasciò cadere il proprio libro sul divanetto dove stava Henry e gli corse incontro. Henry raccolse il libro al volo divertito dell'entusiasmo della fanciulla. Era sbadata come poche cose al mondo.

Furono scusati immediatamente dalla regina, che pavoneggiante raccontò di come quello fosse il futuro sposo della sua protetta e che le stava preparando un corredo da regina per quando avrebbe lasciato l'Inghilterra, procedendo a descrivere ogni pezzo di biancheria femminile possibile.

Henry li seguì dalla finestra quando il principe accompagnò la principessa in un punto più appartato e lei, entusiasta, gli saltò finalmente al collo in un abbraccio stretto. Poco lontano da loro c'era la sempre vigile Margaret che tutto vedeva e che su tutto vegliava. Pronta a interrompere un qualsiasi tentativo inopportuno.

"Che bell'imbusto!" stava dicendo sua sorella guardando nella direzione dove guardava Henry.

"Troppo." Si scusò e lasciò la stanza. Se fosse stato un capitano avrebbe sicuramente abbandonato anche la nave.

Cirilla era ancora stretta a Tristan, che aveva affondato il viso nel collo della principessa assaporandone il dolce sapore.
"Mi siete mancata tremendamente." Cirilla lasciò che Tristan la posasse giù e con un ampio sorriso gli permise di baciargli i palmi.

"Com'è stato il viaggio?" domandò la principessa piena di entusiasmo.

"Tutto molto noioso. Temevo di non arrivare mai." Scherzò il principe con occhi dolci che poi si affilarono attorno alla figura di Cirilla. Le prese il viso tra le mani e cominciò a scrutarla da vicino.

"Principe!" stava dicendo Margaret basita ma Tristan stava controllando i segni di deperimento sul volto di Cirilla con fare preoccupato. Adesso le guance che un tempo erano state piene e rosee erano incavate seppure lievemente tinteggiate e le clavicole erano più pronunciate. Cirilla cominciava a sentirsi a disagio con tutte quelle mani dappertutto. Non era abituata ad un tale contatto né a sentirsi così sotto esame.

"Vi trattano bene qui? Margaret!" chiamò il principe con voce poco gentile. Sembrava quasi un ordine. La donna che aveva affrontato il principe Henry senza alcun problema ignorando il suo status e rimproverandolo come se fosse un infante dispettoso, se ne stava due passi indietro con il capo chino d'avanti al principe danese.

Persino Cirilla, si era congelata al tono raggelante che aveva usato.

"Sì, mio signore?" disse la donna anziana senza sollevare lo sguardo.

"Cosa sta succedendo? Sono sbarcato questa mattina che non ho avuto nemmeno il tempo di sbarbarmi perché mi dicono che la principessa è stata poco bene questi giorni. Adesso arrivo, e la trovo deperita ed esangue. Non state forse facendo bene il vostro lavoro?"

Le due donne erano impietrite e scandalizzate dalle accuse del principe. Margaret non sapeva cosa dire. Cirilla invece stringeva i pugni cercando di controllare il suo temperamento perché fare una scenata d'avanti al suo futuro sposo non era esattamente un buon modo per iniziare a conoscersi.

Certo con Henry ne aveva fatte a centinaia ormai, ma non avrebbe mai dovuto condividere il resto della sua vita con lui. Non poteva permettersi nessuna scivolata altrimenti sarebbe rimasta regina solo di titolo. Doveva pensare alla sua gente.

Così Cirilla lasciò andare i pugni e con una dolcezza quasi paragonabile ad una cascata di miele, approcciò il principe che sicuramente era solo preoccupato per la sua salute e gli prese le mani nelle sue.

"Ho solo avuto un brutto periodo ad adattarmi. Ci sono stati molti cambiamenti, Margaret sta facendo del suo meglio tuttavia voi non mi conoscete ancora, ma posso dare molto da fare." Cirilla gli sorrise e il principe si sciolse come neve al sole d'avanti alla fanciulla. "In più, qui mi coprono di cibo, si mangia a tutte le ore!" scherzò la principessa prendendo il principe sotto braccio.

Fece un cenno a Margaret di congedarsi e la donna acconsentì senza replicare. Avrebbe controllato la principessa da una delle finestre mentre finiva di inamidare i suoi vestiti. Si sentiva umiliata, aveva fallito il compito che il defunto re le aveva concesso? Quello di vegliare sulla sua amata figlia?

Margaret stava facendo il possibile in una situazione difficile. Cirilla lo sapeva e l'aveva difesa come lei stessa le aveva insegnato.

"Sono molto preoccupato per voi, principessa. Forse sarebbe bene se veniste via con me in Danimarca." Cirilla lo guardò per un momento prima di trascinarlo verso i giardini.

"Vi assicuro che qui non ho nemmeno il tempo di desiderare un qualcosa che si palesa alla mia porta. Non potrebbero trattarmi meglio." Lo rassicurò con poco successo. il volto di Tristan era scuro e pensante. Se avesse deciso davvero di portala via, c'era poco che potesse fare lei per opporsi. La verità era che si stava abituando alla vita di corte, a Meria e al resto della famiglia. Le dispiaceva troppo abbandonarli così presto.

"Mi fiderò. Se tuttavia la prossima volta che tornerò a farvi visita sarete ancora in queste condizioni, non vorrò sentir ragioni." Il tono severo colpì Cirilla tuttavia lei lo lasciò scivolare come sapeva fare, affogandolo nelle tenerezze posando il capo sul braccio del suo promesso sposo che chiuse completamente la questione.

C'era di buono che l'influenza che esercitava su Tristan era potente e poteva praticamente fargli fare qualsiasi cosa.

"Avete sentito del festival della primavera? Ci sarà questa settimana e non vedo l'ora di parteciparvi. La regina mi ha detto che per il villaggio vengono sparsi petali di rosa sulla strada e ci sono centinaia di mercanti da ogni dove!" l'entusiasmo di Cirilla era contagioso e così anche il principe si costrinse a mostrare interesse per il festival.

Più tardi quella sera, Henry fece ritorno al castello presto per i suoi standard perché era in pensiero per Cirilla. Non voleva che quel belloccio la trovasse nel fieno addormentata e pensasse male della fanciulla. Era corso fuori da casa della marchesa una volta notato l'orario e si era catapultato a casa direttamente.

Henry entrò nella stalla come suo solito e si incamminò all'estremità dove Ruben lo salutò cercando gli zuccherini nelle sue tasche.

Lei non c'era.

Strano.

"Altezza?" chiamò lo stalliere avvicinandosi timidamente. "Cercate la principessa? Il principe danese l'ha riportata a letto poco fa." Henry strinse i pugni ma cercò di non prendersela.

"Non doveva svegliarla. Il medico ha specificatamente detto di lasciarla riposare quando in queste situazioni." Non sapeva perché fosse così alterato. Voleva salire su nella camera del danese e cantargliene fino all'alba.

"Lo so, signore. Il principe se l'è caricata in braccio senza disturbarla. Io e lady Margaret lo abbiamo accompagnato nella stanza e una volta lì, io mi sono congedato mentre lady Margaret li ha seguiti all'interno."

A lui era concesso. Pensò Henry guardando il giaciglio vuoto. Lui poteva dormire al suo fianco senza che si destasse alcuno scandalo.

Anche lui avrebbe potuto pensarci a riportarla in camera senza svegliarla, perché non lo aveva fatto?

"Signore." Stava dicendo lo stalliere. "Se non c'è altro. Vorrei andarmene a letto."

Henry lo congedò e si volse a guardare Ruben.

"Ma a te sta simpatico quell'belloccio?" si trovò a dire posando i gomiti sulla porticina della stalla. Ruben sbuffò ed Henry si sorprese a ridere del comportamento così umano del cavallo.

"A malapena ti sto simpatico io, vero Ruben?" il cavallo toccò con il muso il sacchetto che lo stalliere rifocillava apposta ogni sera per lui ed Henry ci infilò una mano dentro porgendogli uno zuccherino.


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**eccomi sposata e con un sacco di belli update***

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