Capitolo 18.

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Eleonor

Sono le 23:45 quando rientriamo.

Megan e Chloe sono state meravigliose oggi, sono state con me da questa mattina facendomi trovare una piccola torta con una candelina al mio risveglio e coccolandomi per tutto il giorno.

Mi hanno trascinata in una spa con annesso centro estetico e regalato una giornata indimenticabile prima della festa organizzata per me in uno dei posti di questa città che più amo.

E' stata una serata contenuta, con poche persone, sono riuscita a strappare a Megan l'accordo di una festa a patto di una cerchia molto ristretta di nostri amici.

Sono stata bene, nonostante tutto, mi hanno fatto sentire la loro vicinanza e il loro affetto senza neanche averglielo dovuto chiedere.

Lo sanno quanto vorrei cancellare questo giorno dalla faccia della terra, ancora dopo tutti questi anni vorrei solamente una persona accanto a me.
Mia madre preparava sempre una Carrot Cake, la mia preferita, mi svegliava con il suo profumo e mi concedeva la realizzazione di un desiderio in quella giornata.

Non andare a scuola, trascorrere la mattinata a far compere in giro per negozi insieme, passeggiare nel parco con annesso pic nic, andare a cavallo, organizzare una festa con tutti i miei amici...

Riavere mia madre, questo è il solo desiderio che esprimerei da quando lei non c'è più ed è l'unico irrealizzabile che mi sia mai concessa di pensare.

Stasera, dopo aver dato la buonanotte a Megan, mi sono chiusa in camera mia con un magone ancora più grande. Penso a tutte le persone intorno a me e provo una fitta di delusione che non riesco a spiegare, né a giustificare.

Non mi aspettavo nulla, razionalmente, eppure questo stupido cuore che ha ripreso a battere a ritmi incontrollati da qualche settimana, un po' lo aspettava.

Più lui batte, più è forte la rabbia che provo, verso di me, verso di lui.

Vorrei infilare una mano nella gabbia toracica a strapparmelo via per non sentire più niente. Invece no, lui sta lì, vive di vita propria mentre a me tocca andare in giro spezzata e con il vuoto da ingoiare per rimandarlo da dove è venuto.

Mi sfilo il vestito abbandonandolo sulla sedia, indosso leggins e una canottiera e prima ancora di struccarmi mi sdraio sul letto sfinita, chiudendo gli occhi.

E' la vibrazione del cellulare a farmi ridestare, l'invio dei soliti messaggi di auguri degli ultimi ritardatari che non hanno avuto tempo o si sono ricordati all'ultimo di me. Non li biasimo, ma non mi interessa.

Mason mi ha scritto questa mattina augurandomi anche una buona giornata. Non so se sapesse della festa organizzata, visto il mio silenzio e il mancato invito per ovvie ragioni a suo nipote, non mi ha chiesto nulla e gliene sono stata grata.

Apro la sua chat almeno per ringraziarlo, visto che non ho fatto neanche quello, quando un altro messaggio appena arrivato mi distrae di nuovo.

Il mio cuore afferra il mittente prima ancora del mio cervello.

'Vieni fuori.'

Due parole.

Quel tono autoritario e prepotente come sempre.

Apro la chat con Ian e rispondo immediatamente mentre mi siedo sul letto con le gambe incrociate e i nervi in fermento.

'Scusami?'

'Non posso entrare, altrimenti lo farei, quindi vieni fuori tu. Ti lascio una cosa e me ne vado.'

Davvero vuole farmi lavorare il giorno del mio compleanno?

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⏰ Last updated: May 22, 2022 ⏰

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