17. Fa freddo

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"Si dà il caso che sia uno studioso impegnato proprio negli stessi argomenti che interessano a me. Se solo riesco a mettere le mani su un permesso per avere un relatore esterno sarebbe la cosa migliore in assoluto".

"Ne hai già parlato col diretto interessato?"

"Parlato è un parolone. Gli ha accennato il mio interesse sulla questione, aspettando di seguire le conferenze programmate. Devo dire che sa il fatto suo e penso andrò a parlargli prima della prossima lezione del seminario".

"Aspetta" la interruppe Cato, richiamando alla mente uno specifico ricordo, oltre a Chanej che lo salvava da un mastino. Un viso barbuto e burbero, oltre a un pesante accento sconosciuto. "È quello che è intervenuto nella zuffa!"

Kizia scosse la testa, ma Cato vide chiaramente sul suo viso la stessa espressione sorpresa e presa in contropiede che aveva intravisto anche prima quando aveva nominato il frequentare qualcuno. Forse non stava vedendo qualcuno, forse era solo un desiderio di vedersi con qualcuno, un interesse di cui, per qualche stranissimo motivo, sembrava vergognarsi. Alma scosse la testa con fare sconsolato e andò a piazzarsi vicino a Kizia. La stava mettendo in una posizione scomoda e capì che forse era meglio accantonare la curiosità e procedere, questa volta, con il passo che voleva lei.

"Spero ne esca qualcosa. Scommetto che non ti dispiacerebbe troppo avere finalmente una tesi"

"Già" rispose secca Kizia, prendendo Alma in braccio e appoggiandola alla spalla, che a quanto pare era il suo posto preferito. "Comunque ho capito cosa stai insinuando" disse passando una mano sulla schiena della donnola, come fosse il gatto di un criminale. "Non confermo e non smentisco".

"Non c'è assolutamente niente di male in una relazione, Kizia. Guarda Pallia e Ibrahim, strega e umano"

"Non penso abbiano niente di ufficiale in mente" disse la strega scuotendo lievemente la testa.

"Si tenevano per mano alla testa di Naria" la corresse Cato, alzando le sopracciglia. Il momento pettegolezzi non era il suo preferito, ma non aveva mai negato una buona curiosità per la vita degli altri. "Fino a prova contraria sono loro quelli più controversi sul campo al momento, quindi non vedo cosa ti preoccupi così tanto".

"Sono quelli controversi per ora" disse Kizia imitando la sua espressione inquisitoria. "Quando punti di rubare il titolo? Spero presto, uno aspettando è morto".

Kizia guardò Cato. Cato guardò Kizia in risposta non capendo esattamente a cosa stesse puntando. Tuttavia, sentì le orecchie diventare bollenti e la bocca seccarsi, come quando si è messi davanti a una propria malefatta segreta. In questo caso, talmente segreta che nemmeno lui sembrava conoscere. La strega rilassò la postura e appoggiò un gomito sul tavolo, per poi appoggiare il mento sulla mano, sorridendo come chi sa di sapere.

"Sempre sempre a seguire con lo sguardo la mia spilungona preferita. Ti ho visto. E ora è inutile che arrossisci"

Una vocina dentro la sua testa sembrò finalmente concedersi un respiro di sollievo e sedersi, soddisfatta di aver finalmente un attimo di riposo. Non che negasse di trovarla interessante, esattamente come erano tutte e quattro persone assolutamente interessanti, ma non si era minimamente reso conto della cosa.

"È per questo che prima eri preoccupato, no? Non vuoi che pensi che ci stiamo frequentando".

Provò a rispondere ma chiuse la bocca dopo un inutile tentativo. Kizia gli stava riservando lo stesso identico trattamento che aveva usato lui con lei, analizzando ogni dato che aveva a disposizione per arrivare a delle conclusioni. Kizia aveva però un grosso vantaggio che Cato non aveva calcolato: conosceva benissimo la sua amica. Gli aveva letto dentro come fosse stato un libro aperto davanti a lei. "È una persona che trovo simpatica"

Cave magamWhere stories live. Discover now