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Spalancai gli occhi all'improvvisa confessione, mi voltai nella sua direzione trovandomi a pochissima distanza e i suoi occhi guardarmi.

"C-cos.." venni interrotta dalla sua mano che strinse la mia.
"Non sto scherzando Ania, sono serio, mi piaci davvero" arrossii abbassando lo sguardo, si alzò lasciando la mia schiena scoperta e mettendosi davanti a me si accovacciò in modo da vedermi il viso.
"Ti ho già detto che avrei fatto in modo di conquistarti e ora volevo farti capire chiaramente il motivo, solitamente non sono così ma tu mi piaci davvero" prese le mie mani tra le sue e trattenni il respiro.

"Ma ci sono tantissime belle ragazze, perché dovrei piacerti io tra la vasta scelta che hai a disposizione?" Chiesi con un sorriso afflitto.
"Non m'interessa delle altre ragazze a me piaci tu" la schiettezza di quelle parole controbattè con la dolcezza del suo tono, una strana sensazione al petto bruciava e sentivo come il cuore in gola.

"Non voglio sbagliarmi ma so che anch'io ti piaccio, lo posso sentire anche ora" disse con sicurezza.
"Su cosa basi la tua impotesi?"
"Dalle tue guance..." portò una mano sulla mia gota che sembrava esser di fuoco, delicatamente mi accarezzò la guancia con le lunghe dita.
"Dal modo in cui trattieni il respiro quando sono vicino..." continuò mettendosi sulle ginocchia per essere abbastanza alto da quasi sfiorarmi il viso.
"E poi... dal tuo battito" poggiò delicatamente la mano sul mio petto, il mio cuore batteva così velocemente da poter quasi rompere il mio petto e ora stava ascoltando la reazione involontaria del mio corpo.

I suoi occhi si spostavano velocemente dai miei e dalle mie labbra, la scura notte sembrò non voler coprire quel ragazzo che sotto la luce bianca della luna faceva splendere i suoi occhi chiari su di me.

"Elia, c'è una chiama..." la porta venne bruscamente aperta da Giada che rimase di stucco sulla soglia guardandoci a bocca aperta.
"Scusatemi" piagnucolò strizzando gli occhi.
"Figurati, si è fatto tardi, è meglio se vada" dissi alzandomi, un cipiglio oscurò il viso di Elia che divenne serio.

Velocemente mi allontanai e superai Giada raggiungendo la porta d'entrata, quando uscii il vento fresco graffiò le mie guance accaldate.
Mi portai una mano al petto sentendo ancora il cuore battere all'impazzata, la voce e le parole di Elia sembravano non lasciar la mia testa mentre coprendomi il viso con le mani mi avvicinai al portico di casa.

Mi piaceva.
Mi piaceva tanto.

(Elia's Pov)
Ero ancora seduto sul bordo del letto mentre avevo lo sguardo fisso sulla mia mano, I don't love you ripartì facendomi rivivere il momento vividamente.

Strinsi in un pugno la mano, potevo ancora sentire il suo veloce battito sotto il mio palmo.

Non le piacevo? Perché si comportava così? Perché negava l'evidenza?

Il cellulare mi squillò e velocemente risposi pizzicandomi il ponte del naso con le dita.

Davvero non ti piaccio?

_________________

Eravamo al locale tutti insieme, la forte musica mi bucava quasi le orecchie quando presi l'ennesimo drink.
Ero poggiato al bancone mentre il barman mi preparava il drink e mi osservava.

"Problemi di cuore?" Chiese il ragazzo di colore versando in un bicchiere il liquido ambrato.
"A chi lo dici"

Non ricordavo l'ultima volta che mi sentii così, sicuramente fu per quella stronza di Silvia.
Buttai giù il drink tutto d'un sorso scuotendo la testa quando una fitta mi colpì, la vista divenne super luccicante mentre le cose e la stanza sembrava muoversi intorno.

Inconsciamente mi trovai sul divano insieme a Rob e gli altri, battei più volte gli occhi cercando di capire come ci fossi arrivato.
Una chioma familiare attirò la mia attenzione, lunghi capelli castani si muovevano lungo la schiena mentre il corpo minuto si muoveva a ritmo di musica.

"Hey amico, tutto ok?" Chiese Roberto notando fossi fisso su un punto.
"Si, tutto ok" risposi alzandomi, sentii Roberto dire un "ha puntato ad una" ridendo ed estraniandomi mi avvicinai alla figura che attirava la mia attenzione.

"Ania" urlai in modo da farmi sentire per l'alta musica, velocemente si voltò porgendomi un sorriso.
"Non sono Ania ma se vuoi posso ess.." la voce era appannata come se avessi le orecchie tappata, la vidi portarsi all'indietro i capelli lunghi mentre le luci colorate le ricoprivano la pelle, mi avvicinai prendendole il viso tra le mani.
"Ania io non ce la faccio più" borbottai mentre mi avvicinavo al suo viso.
"Fai ciò che vuoi tesoro" rispose portando le mani sulla mia schiena, battei più volte le palpebre per mettere a fuoco la vista ma la situazione sembrò peggiorare.

La baciai come con urgenza, mi trattenevo dal farlo da fin troppo.
Le labbra morbide erano impacciate mentre cercavano di unirsi alle mie, le tirai appena i capelli facendola mugugnare qualcosa mentre con l'altra mano la stringevo più a me.

______________

Il sole mi accarezzava mentre entrava dalla finestra, sorridente aprii gli occhi stropicciandomi mettendomi seduto e voltandomi verso di lei.

I capelli scuri erano poggiati sul cuscino mentre la schiena scoperta era ricoperta dai raggi del sole, accarezzandole le scapole le lasciai un leggero bacio sulla spalla facendola voltare.
Il mio sorriso si spense quando un ghigno sconosciuto mi osservava e mi accarezzava il petto.

Ania? Dov'è Ania?

Tenendomi la fronte riconobbi alcuni particolari che potessero somigliare a lei e corrucciando le sopracciglia capii il disastro.
Troppo ubriaco l'avevo sicuramente scambiata per lei.

Come avevo potuto essere così cieco, gli occhi di questa ragazza non potevano paragonarsi ai suoi, le labbra non erano carnose come le sue e il suo sorriso...

Come avevo potuto.

"Come ti chiami?" Chiesi scostandomi bruscamente, ritirò la mano sorpresa.
"Gioia"
"Senti Gioia, puoi anche andare" sbottai.
"Ma..." titubante balbettò mettendosi a sedere, io già in piedi stavo prendendo la maglia.
"Ti direi che è stato bello per farti felice ma non me lo ricordo nemmeno quindi evitiamo le solite smanie" lei spalancando la bocca si alzò velocemente prendendo i suoi vestiti e indossandoli.

Dio, fai che non ha visto nulla.

Mi affacciai alla finestra trovandola dormire alla scrivania davanti al pc, gli occhiali che portava solo in casa o all'università erano storti per la posizione e la coperta era quasi caduta.

Sapevo che la prospettiva dalla scrivania fosse esattamente alla mia finestra ma una piccola speranza che non avesse visto nulla era ancora presente.
Incitai la ragazza a muoversi sperando che non la vedesse, quando ormai fu fuori tornai sopra, mi affacciai trovando le sue tende chiuse e un sospiro abbandonò le mie labbra.

Era probabile che non abbia visto nulla, vero?

Dream OnWhere stories live. Discover now