Trentadue anni e la capacità di sbagliare come se ne avesse 15. Elisabetta lascia la sua vita per raggiungere la persona che pensava - per l'ennesima volta - fosse la compagna della vita. Si ritrova da sola in un posto straniero. Da sola, con tutte le aspettative disattese. È questo a cui ci si deve arrendere? La consapevolezza che in fondo siamo soli oppure esiste qualcuno che riesce a comunicare con la più profonda, scomoda e nascosta parte del nostro subconscio?