Shadowfawn - La Ragazza Ipnot...

By CactusdiFuoco

72.1K 4.9K 3.1K

[STORIA COMPLETA] In un mondo dove tutti nascono con un potere unico (un potere che può essere del tutto inut... More

1. Una bambina speciale
2. Un piccolo potere per fare grandi cose
3. Prince Puma
4. Io ho un puma e tu no!
5. Meglio di no, Maris
6. Due ragazze diverse
7. Superpoteri
8. Da un grande potere non derivano grandi responsabilità
9. Di amore e di morte
10. Vuoi morire, Ryan?
11. Il piano di Cherry
12. Il grande Sam Bedstone
13. Non più la stessa famiglia
14. La Tragedia
15. All'ospedale
16. Un'amica
17. Teen Life
18. Verso un altro ospedale
19. Gente nuova, vita nuova?
20. I corvi di Ariana
21. L'affetto selvatico del puma
22. I folli e i pazzi
23. Colloquio con l'assicuratore
24. Piccola sorpresa durante la terapia di gruppo
25. La grande, immensa, fantastica Cherry
26. Werhunter il genio
27. La ruota cosmica
28. Fast food
29. I misteri di Teo
30. Mille anni di nulla
31. Papà
32. Il nostro animaletto domestico
33. A casa dei Bedstone
34. Il ritorno di Maris
35. Recupero di un puma
36. Anika e Anita
37. Maschera di volpe
38. Esercitazioni pratiche
39. Una tempesta in arrivo
40. Mister Storm
41. Studenti vs Sidekicks
42. Un piccolo tête à tête
44. Internet
45. Sette detenuti
46. Fuoco e fulmini
47. Canzoni e fiori di ciliegio
48. Last party
49. Come si uccidono le idee
50. Faccia a faccia con lui, nel suo laboratorio
51. Il potere rivelato
52. Andate via!
Un indizio, una bella canzone: sangue di drago
53. Scala distruttiva A
54. Di un secondo più veloce
55. Strateghi eccezionali
56. Nel sotterraneo
57. Dopo la tempesta, quiete?
58. Shadowfawn
Epilogo
F.A.Q + un annuncio carino
Uno spin-off che vi piacerà: Deus-ex machina
Domanda quel che vuoi ai personaggi di Shadowfawn!
Domande sparse ai personaggi di Shadowfawn! (festeggiamo le 50.000 letture)
L'Inverno delle rose - Un sequel spin-off

43. Cerbiatto mannaro

679 57 37
By CactusdiFuoco

Era fatta. Sam ammutolì e tornò a guardare il piatto con espressione vuota, mangiando con movimenti meccanici.

Per un attimo Cherry si chiese cosa ci potesse essere nella mente di una persona in quelle condizioni. Era un guscio vuoto, che si lasciava attraversare passivamente dalle sensazioni che i sensi gli suggerivano? O Sam era intrappolato lì dentro, incapace di disobbedirle e di mantenere poi i ricordi di quel momento?

La curiosità venne annegata dall'irritazione crescente. Anche ora che era in silenzio, il danno era fatto: per quella sera la sola presenza di Bedstone al suo tavolo era sufficiente per farla sentire pronta ad uno scontro, un litigio, un combattimento. Sentiva l'adrenalina pompata dal suo cuore percorrerle le vene e, ora che il suo presunto nemico era del tutto inerme, non aveva modo di sfogarla rimanendo seduta lì.

Sam non aveva ancora finito di mangiare quando Cherry si alzò dal tavolo, lasciando il piatto ormai vuoto e le posate sul tavolo.

«Sam? Guardami. Esco, e a te va bene così. Non venirmi a cercare, tornerò sana e salva» Ringhiò, attingendo al proprio potere.

Lui ebbe un piccolo sussulto, poi annuì e tornò a mangiare.

Cherry uscì, sbattendosi la porta alle spalle e senza guardarsi indietro. Le sue lunghe gambe divoravano il terreno a grandi passi, le braccia strette attorno al proprio torso in un abbraccio, il viso rivolto caparbiamente di fronte a sé. Non si era resa conto di quanto la propria pelle si fosse riscaldata finché l'aria fresca della sera non l'avvolse come un abito leggero, portandole sollievo.

Sentiva i pensieri ingarbugliati come una macchia di rovi selvatici, un minestrone che si rimestava ad ogni passo, lasciando riaffiorare spezzoni di conversazioni, volti, sensazioni. Il nome di Hawk Storm apparve più di un paio di volte.

Anche se fuori era già buio non temeva che nessuno potesse farle del male, né di perdersi. In quel momento avrebbe fatto volentieri a botte con chiunque avesse cercato di opporsi a lei, fosse anche Werhunter in persona, e ne sarebbe stata contenta.

I suoi piedi la portarono lontano, a chilometri di distanza, fino al recinto di Prince e poi dentro, in quello che le parve un tempo brevissimo. Sentiva con piacere il modo in cui il sangue le era affluito alle gambe per lo sforzo di quel passo sostenuto, e il profumo umido e gentile di una notte autunnale, di bosco e lontane fragranze floreali le pervadeva le narici. Lo respirò a fondo e, per un secondo, si sentì quasi a casa.

Emise un fischio alto, tenendo la nota per quattro secondi prima di smettere. Il miagolio lamentoso di una civetta le rispose da lontano, ma non era quello che Cherry aspettava.

Poi li vide.

Gli occhi gialli di Prince si erano tinti di grigio nella notte, ma erano brillanti come gioielli e spalancati verso di lei.

«Prince» Disse, ad alta voce.

Il puma si mosse. Emise una specie di trillo basso e le trotterellò incontro, mentre Cherry si accovacciò sui talloni, in attesa. Gli prese il muso tra le mani e poggiò la fronte contro quella della creatura che considerava un fratello, per poi staccarsi e rimirarlo ben bene.

Aveva tutta la bellezza di un predatore, eppure il solo sentirlo tanto vicino a sé tranquillizzò il suo cuore in tumulto.

Un brontolio sordo salì dal petto di Prince, e il puma si strusciò brevemente sulle mani della ragazza prima che quella si alzasse. Voleva camminare ancora un poco, insieme a lui. Non pensare troppo a quello che era successo... come il sapere che l'aveva fatto: aveva ipnotizzato Bedstone, messo in moto il meccanismo che avrebbe consegnato il potere a mister Storm e a lei, che l'avrebbe forse portata a combattere.

"Non si torna indietro" Pensò, e immediatamente si rispose, con un moto di soddisfazione:

"Bene".

Rimase insieme a Prince a lungo; era una notte davvero magnifica, il cielo era chiaro e la luna, di cui Cherry poteva distinguere solchi e crateri attraverso il brillio lattiginoso, tracciava i contorni di ciò che stava sotto la sua luce rendendolo bello, etereo, amabile: le chiome degli alberi, una grande ragnatela imperlata di rugiada, il volo silenziosissimo di un rapace notturno sopra le loro teste, il profilo assonnato di Prince.

Cherry decise di tornare a casa solo quando, a poche ore dall'alba, si rese conto di essere troppo stanca. L'inverno era ormai alle porte e non aveva intenzione di dormire fuori, al freddo e scomoda, quando aveva la possibilità di un letto comodo e caldo.

La sua fuga notturna la lasciò con tre cose. La prima era la chiarezza di cui aveva sentito il bisogno, ed era più determinata che mai a proseguire sulla nuova strada che aveva intrapreso.

La seconda erano dei bei ricordi.

La terza erano solo tre ore e mezza di sonno, che non erano minimamente sufficienti a farle avere il riposo di cui aveva bisogno o a consentirle di avere un carattere gradevole quando qualcuno venne a svegliarla, bussando alla porta della sua camera.

Era ancora imbozzolata in un grumo di coperte, riscaldate dal calore del suo corpo. La sua prima reazione fu di ignorare il rat tat tat sulla porta, ma dopo un paio di secondi al suo silenzio rispose una nuova serie di colpi.

«È domenica» Mugolò «Non ho lezione»

«Una tua amica è al telefono» Rispose la voce serena di Gabrielle da oltre la porta. Cherry si chiese se fosse gentilezza o ignoranza da parte sua sottintendere che avesse anche altre amiche, poi decise che non le importava. «Dice che vi eravate messe d'accordo per vedervi stamattina, e che sta arrivando. Se vuoi dirle qualcosa le chiedo di restare in linea. Come promesso, né io né Sam ci intrometteremo nelle vostre conversazioni, sarete solo tu e la tua amica».

"Un tête à tête" Pensò la ragazza ipnotica, e la voce che lo disse nella sua mente somigliava moltissimo a quella di Hawk Storm.

«Okay» Sospirò Cherry «Arrivo».

Si era quasi dimenticata che Maris esistesse. Balzò giù dal letto, si passò una mano fra i lunghi capelli, sbadigliò, e raggiunse il telefono, che Gabrielle le stava reggendo.

«Grazie» Disse, prendendo la cornetta.

La moglie di Sam Bedstone si allontanò per lasciarle la sua privacy.

«Ehi, Maris» Mugolò Cherry «Stai venendo qui?»
«Bensvegliata principessa! Hai la voce di un grizzly che si è appena alzato. Sto arrivando, sì. Non vuoi?»
«No, no, vieni. Ci vediamo poi»

«Okay...»
«Aspetta! Non riagganciare!»

«Eh, che c'è?»

«Ce li hai ancora quei giornaletti di tua madre?»

«Quali?»
«Teen Life»

«Non sono usciti altri articoli su Ryan, Cherry»

«No, no... ne volevo qualcuno vecchio»

«Hai voglia di leggere un po' di gossip a scrocco, eh? E va bene. Ti porto un sacchetto della spazzatura pieno di quella roba: è il tuo giorno fortunato, mamma vuole buttare via un sacco di riviste»

«Grazie, Maris»
«E di che? Sto per portarti un mucchio di spazzatura»
«Ci vediamo, allora»

«Ci vediamo, Che!».

Cherry riappese e andò a prepararsi. Si chiese se Maris non potesse per caso darle informazioni extra su questo famoso mister Storm, perché le era parso di capire che fosse popolare anche al di fuori delle forze dell'ordine. Magari su Teen Life c'era qualcosa su di lui... certo, pensò Cherry mentre si puliva un orecchio con un cotton-fioc, era un po' una speranza vana, visto che non le sembrava il tipo che rilasciava interviste alle riviste per ragazzine, ma valeva la pena di tentare: su Teen Life erano spesso trattati argomenti sorprendenti, come le elezioni o i problemi delle persone che avevano minus-poteri, quindi poteva anche esserci qualche accenno alla teoria dei superboomer di Hawk Storm.

Quando Maris arrivò, e rovesciò sul suo letto il contenuto di un sacco nero della spazzatura pieno fino all'orlo di riviste vecchie, rovinate e consumate, Cherry scoprì che la sua speranza non era stata vana per niente: da un gran numero di copertine le sorridevano fotografie di mister Storm.

«Non ci credo...» Sussurrò

«Vero? Mai visto un mucchio di cianfrusaglie tanto orribili» Maris scosse la testa «Hai visto questa?» afferrò un giornaletto ingiallito «"Come fare la spesa in modo sexy: dieci consigli per le ragazze che vogliono sedurre i cassieri". Non è una cretinata? E c'è pure in copertina quell'idiota di Racist Man! Ehi? Ehi, Cherry... cosa stai guardando?».

Seguendo il suo sguardo, Maris notò che la ragazza ipnotica fissava due numeri vicini di Teen-Life, che erano caduti quasi uno sopra l'altro, e che avevano entrambi in copertina la stessa persona.

«Oh, ti piace Werefawn, eh?» Ghignò.

Cherry si riscosse e gracchiò «Cosa?»

«Werefawn» Maris afferrò una delle riviste con Hawk Storm in copertina «Il cerbiatto mannaro»

«Il... cerbiatto mannaro?»

«Sì. Non lo conosci? Oh, ma che mi sorprendo a fare» Maris alzò gli occhi al cielo «Tu non ce l'hai la televisione»

«Ora ce l'ho»
«Beh, accendila ogni tanto! E poi se non lo conosci perché lo guardi così? Ti sei innamorata dalla foto?»
«N-no»
«Hai balbettato. Ti sei innamorata guardando solo la foto» Maris sgranò gli occhi, fingendo sorpresa «Oh, Cherry! Non mi dire!»

«Perché lo chiami cerbiatto mannaro?» indagò la ragazza ipnotica

«Perché me lo chiedi?»

«Perché non mi rispondi e basta?»
«Tu lo conosci» trionfante, Maris si sedette sul letto di Cherry, in mezzo alle riviste «Altrimenti non mi faresti questa domanda. Accetteresti e basta che questo tizio sia soprannominato "cerbiatto mannaro". Invece non lo accetti... e lo fissi come se avessi visto un fantasma. Di che si tratta, Che?».

Cherry rimase in piedi, passando in rassegna le riviste con lo sguardo. Almeno un terzo di quei giornaletti-spazzatura aveva mister Storm (il cerbiatto mannaro, a quanto pareva) in copertina. Era impressionante.

«È molto famoso?» Domandò la ragazza ipnotica, quasi senza tono

«Sì. Cioè, non famoso-famoso come Werhunter e Bloodhound o come quegli attori famosissimi, però la gente spettegola su di lui. Cherry, perché ti interessa tanto?»

«È l'ideatore della teoria dei superboomer».

Maris prese a ridere sonoramente, afferrandosi un braccio.

«Tu... tu lo conosci per... la teoria dei superboomer! Sei proprio una secchiona, Che!»

«Senti chi parla» Cherry storse il naso

«No, la cosa è che, andiamo, capisci, andiamo! Di tutte le cose per cui è famoso, tu lo conosci perché ha scritto una teoria socio-biologica? Sei sempre così seria! Cherry zero-divertimento, ti chiamerò così d'ora in poi»

«Per cosa è famoso?» anche Cherry si sedette sul letto, afferrando avidamente un giornaletto e iniziando a sfogliarlo

«Oh, per un mucchio di cose. Perché canta, per esempio»

«Ah, sì. Supercanzoni in tv, giusto?»
«Sì! Vedi che lo conosci?»
«Cos'altro fa?»
«Non è abbastanza? Comunque è sempre in tv ed è anche un influencer... sai cos'è un influencer, vero?».

Cherry alzò lo sguardo e fissò con perplessità la compagna. Maris scoppiò in una risata ragliante.

«Influencer, Cherry! Non sai cosa... non sai cosa è un influencer?»
«No»
«Ma non hai neanche internet?»
«No. Sono una persona pratica»
«Okay, Cherry zero-divertimento. Mi dimenticavo che tu vai solo a correre, a caccia e ad addomesticare puma selvaggi» Maris si passò le mani sulla faccia, cercando di calmare la risata che stava di nuovo per uscirle da dentro, come il getto di una fontana che era rimasto tappato troppo a lungo da un dito «Io... hihi... non ci posso... credere».

Cherry si impettì, aggrottando le sopracciglia.

«Non ci vedo niente di buffo, Maris» Disse «Non dobbiamo per forza uniformarci alla società. Me l'hai insegnato tu, ti ricordi? Dov'è finito tutto il tuo punk, il tuo rock e quelle altre parole buffe che urlavi con i tuoi amichetti teppisti?»
«Hai ragione. Hai ragione. Mi calmo» Maris buttò fuori un lungo respiro «Mi calmo. Non è che mi fa ridere solo che non conosci queste cose, è proprio buffo che tu sia così, tutta d'un pezzo... tutta tosta. Sembri un personaggio di uno di quei film, tipo Veloci e Arrabbiati, solo che invece di essere un pelato con gli occhiali da sole sei una pertica con le lentiggini»

«Grazie della descrizione lusinghiera»

«Però ti stimo. Vorrei essere come te, sul serio»

«Perché lo chiamano il cerbiatto mannaro?» insisté Cherry, scorrendo con gli occhi uno degli articoli di Teen Life «Non riesco a trovare dove ne parla»

«Ah, okay, mi stai ignorando. Se ti interessa così tanto mister Storm ci sarà di certo una buona ragione... magari vuoi ucciderlo e costruirti una tenda con la sua pelle per sopravvivere in una giungla, che ne so io. So tutto su di lui, domanda!».

Cherry chiuse di schianto il giornaletto e alzò lo sguardo sulla compagna.

«Perché lo chiamano il cerbiatto mannaro?» Domandò, impassibile

«Perché sembra un cerbiatto, no? Con gli occhioni scuri tutti ciglia e quelle gambe lunghe e magre. Però quando ci si mette è davvero crudele!»

«Crudele?»

«Okay, forse "crudele" è un po' una parola esagerata. Sai cos'è un talent show?»
«Sì» Cherry annuì «Ho letto qualcosa sui talent. Sono quei programmi dove si va a fare vedere che sei bravo a fare qualcosa, giusto?»
«Sì. E se vinci diventi famoso, ti prendono a lavorare in tv, bla bla... cose così. Ecco, nei talent ci sono dei giudici e lui fa spesso il giudice, ed è davvero cattivissimo con i poveri concorrenti. Li guarda così» Maris batté le palpebre esibendosi in un sorriso angelico «E nel mentre gli dice cose terribili, tipo che fanno schifo. Per questo il cerbiatto mannaro: perché si trasforma in un istante da cosino dolce a signore delle crudeltà»

«Ah» Cherry socchiuse gli occhi «Quindi non c'entra niente con il suo potere?»
«No, certo che no!»

«E che potere ha?»

«Questo non lo sa nessuno» Maris rise «C'è il massimo riserbo su quello che fa come supereroe. Non ci sono neanche filmati di lui in azione»

«Davvero?»

«Davvero. Ma non è mica l'unico! Ci sono un sacco di supereroi che è vietato riprendere quando sono in azione, per evitare di dare un vantaggio ai criminali»

«E perché si chiama Death Rider?»
«Come fai a sapere che si chiama Death Rider?»

«Studio da supereroina»

«Ah, giusto. AH! Per questo sei interessata a lui! L'avete studiato!» Maris batté la punta dell'indice sulla rivista che Cherry teneva in grembo, con forza «Ha senso! In effetti è uno dei supereroi moderni più di successo. Potevi dirmelo subito... comunque non si sa perché si chiami "Death Rider", ma ci sono un sacco di teorie dei fans su questa cosa. Secondo alcuni è capace di riportare indietro come zombie i cadaveri dei caduti per usarli come combattenti contro i criminali ed è la teoria più condivisa perché lui e i suoi sidekicks vengono chiamati solo quando ci sono stati già dei caduti. Questo l'hai studiato, no?».

Cherry annuì, mentendo. Non aveva idea che Hawk Storm venisse convocato solo in presenza di vittime... che avesse davvero un potere tanto impressionante? Immaginò di trovarsi di fronte ad un gruppo di defunti che non hanno più niente da perdere, che non hanno paura di ferirsi, che non poteva uccidere di nuovo e che non poteva ipnotizzare. Terrificante. Come avrebbe potuto sopravvivere?

«E poi secondo altri si chiama così solo perché si faceva il super di cui era il sidekick» Continuò Maris, noncurante

«Come?» Cherry, che non aveva davvero capito, inclinò leggermente la testa da un lato

«Alastor Sutcliffe, "Morte Incarnata", il tizio che poteva uccidere con il tocco, era il suo mentore e lui...»

«Ah ah!» Cherry la fermò, alzando una mano «Ho già sentito questa teoria, fermiamoci qui»

«Guarda che è una teoria seria!»
«Può darsi, ma non mi interessa»

«Ok, Cherry zero-divertimento. Cosa ti interessa?»
«Valder e Anya, i suoi aiutanti»

«I Pale Horses?» Maris sorrise «Li adoro. Sono due matti».

"Li adoro, sono due matti" non era la risposta che Cherry si aspettava. Beh, era possibile che fossero matti, ma adorabili? Non credeva proprio.

«Il loro potere lo sanno tutti, invece» Proseguì Maris «Sono due mutaforma, ma non autosufficienti: devono trasformarsi a vicenda. Sono una bomba, comunque. E la mia sorellina è letteralmente innamorata di Valder. Proprio, se lo vuole sposare, non hai idea»

«Hai una sorella?».

Maris s'imbronciò «Non te lo ricordi?»

«Ah, sì» mentì lei «La tua... sorella piccola».

Cherry riaprì il giornaletto, incredula, e ritornò alla parte che parlava di mister Storm, dove le era parso di intravedere anche i suoi aiutanti. Ed eccoli lì, in una fotografia insieme a lui, sul set ancora in costruzione di un qualche show musicale! I due fratelli mutaforma indossavano giacche coordinate, verde acido, e Valder aveva una benda a forma di stella sull'orbita vuota.

«Li ho incontrati» Confessò Cherry

«COSA?» Maris salì con i piedi sul letto «Sei seria?»
«Sì. Scendi dal mio letto»

«Li hai incontrati?» Maris obbedì, ma non lasciò che le si distogliesse l'attenzione «A scuola? Vi hanno fatto una lezione speciale?»
«Sì»

«Com'è Anya dal vivo?»
«In che senso?»
«È figa come in tv?»
«Ma che ne so io, mica l'ho mai vista in tv»

«Perché sei così misteriosa, Cherry?»
«Io non sono misteriosa»
«Raccontami tutto, Cherry!» Maris le prese le spalle con le mani e la scosse «Tutto! Io ti dico quello che so se tu mi dici quello che sai!»

«Va bene»

«Di cosa profumano?»
«Come?» Cherry provò a ritrarsi, ma Maris continuava ad affondarle le dita nelle spalle

«Che odore hanno? Ti sei avvicinata abbastanza a loro da sentire il loro odore?»
«Sembri una pazza perversa, lo sai?»
«Di cosa sanno, Cherry?»
«Non lo so! Non ne ho idea! Caspita, sei proprio una loro fan»

«Da piccola volevo essere come loro»

«Da piccola quanto? Non sono tanto vecchi, mi pare»

«Oh, da piccola, a quattordici o quindici anni credo, una cosa così. No, non sono vecchi. Però io li adoro, sono riusciti a mettere il punk nella gentilezza»
«Il punk nella gentilezza?» Cherry alzò un sopracciglio

«Sì! La rivoluzione nel colore. Sono come dei punk, che lottano per la giustizia e l'uguaglianza e contro il capitalismo crudele e sfrenato e impersonale, ma senza chitarre elettriche»

«Non mi hanno fatto quest'impressione» confessò Cherry

«E che impressione ti hanno fatto?».

La ragazza ipnotica ci pensò un attimo. Chi erano per lei Anya e Valder? Come avrebbe potuto descrivere un ragazzo orbo che si trasformava in un cavallo mostruoso e che aveva cercato di darle un pugno in faccia?

«Sembravano due teppisti arrabbiati con il mondo» Dichiarò infine «Che cercano di proteggersi in una corazza aggressivo-passiva, ma forse un po' più aggressiva che passiva».

Maris le lasciò andare le spalle. Sul suo volto c'era stampata un'impressione strana, non proprio delusione e neppure incredulità, ma una sorta di malinconia difficile da definire.

«Accidenti. Pensi questo, eh?» Disse soltanto.

Cherry afferrò un altro giornale e lo sfogliò. E poi un altro. E un altro ancora, mentre Maris rimaneva in silenzio, con la faccia di qualcuno che sta facendo complessi calcoli trigonometrici. La ragazza ipnotica non leggeva gli articoli (era sicura che avrebbe avuto tutto il tempo di farlo più tardi), ma guardava le immagini, cercando di carpire quale fosse il vero carattere di quella gente dai loro atteggiamenti. Nella maggior parte dei giornaletti c'era solo Hawk, che sembrava identico a com'era nella realtà, tutto sorriso e con i capelli bruni finto-spettinati, vestito di volta in volta con diversi completi coloratissimi, ma quando comparivano Anya e Valder non sembravano per nulla come quelli che lei aveva incontrato a Quantico. Valder non aveva l'aria spiritata, né aggressiva, né spaventata, ma spaziava dai sorrisetti ironici a quelli zuccherosamente dolci, e spesso era vestito con abiti che facevano pendant con quelli della sorella, che nelle foto gli passava la mano intorno alle spalle o rideva con lui o baciava sulla guancia Hawk Storm, proprio come Valder, una da un lato e uno dall'altro.

«Sembrano schifosamente dolci» Commentò Cherry
«Ok, signorina zero-divertimento. Non lo sono, comunque» disse Maris, in tono secco «Sono due piccoli bastardi assetati di sangue»
«Ah. Ma qui non sembrano...»

«Sono foto promozionali, Che» l'altra ragazza rise «Non sono affatto dolci, fanno solo finta. E fanno sganasciare i fan, che sanno come sono davvero. Passano la vita a punzecchiarsi e fare cose terribili»

«Ma tu avevi detto... avevi detto che li adori» borbottò Cherry, confusa

«Infatti. Li adoro. Cosa non hai capito di "punk nella gentilezza"»

«La parte sulla gentilezza, Maris. Non sembrano gentili»

«È complicato spiegarlo. Comunque la parte gentile è mister Storm. Loro sono la parte punk»

«Sono più confusa di prima»

«Te lo spiego semplice semplice» Maris le strappò dalle mani la rivista e la girò verso di lei, aperta sulla foto che ritraeva Valder e Anya che baciavano Hawk sulle guance «Questo» e indicò Hawk «È un supereroe tutto allegro e felice e gentile, che però, inaspettatamente, ogni tanto fa cose da autentico cattivo per divertirsi. È un genio che parla tipo quindici lingue, comunque. Poi questa» e indicò Anya «È una ragazza tostissima e fortissima e fighissima, che potrebbe scuoiarmi con un coltello (e le direi pure grazie), che fa sempre gli scherzi a suo fratello, ma che sotto sotto gli vuole un gran bene e lo protegge sempre, mentre questo» e indicò Valder «È il fratello che fa tanto il duro e il tosto e il rapper, che potrebbe pestare a morte una persona, ma dentro dentro, sotto sotto, è un gran morbidino puccioso che vuole essere abbracciato dai suoi amici e tutti insieme» fece un cerchio intorno alle tre figure «Sono una specie di mostro a tre teste che sputa divertimento al posto del fuoco e che è pronto a friggere chiunque non gli vada a genio».

Cherry non era sicura di averci capito qualcosa. Adesso ricordava vagamente che quando erano state più giovani, Maris le aveva parlato spesso di personaggi televisivi e che fra loro poteva darsi che avesse nominato un paio di volte Anya e Valder, ma non erano cose che le interessavano e perciò quei ricordi rimanevano nebulosi, distanti, inutili.

«Guarda, ti faccio vedere dei loro video, li caricano sul loro Momentgram» Disse Maris, tirando fuori lo smartphone «Sono fortissimi!».

Cherry osservò tutto con aria serafica, mentre dentro di lei un tumulto di emozioni si susseguivano.

Erano quelle le persone con cui lei stava per allearsi, la gente per cui aveva ipnotizzato il suo papà adottivo, ma adesso era più confusa di prima riguardo a chi fossero. Aveva fatto bene? Erano davvero dei supereroi seri o erano solo dei buffoni che erano arrivati in alto facendo trasmissioni televisive idiote?

Ma l'Accipiter gentilis non gliela contava giusta... no, di certo fingeva davanti alle telecamere, era solo una grande, elaborata farsa per sembrare innocuo. Il suo cuore era quello di un falco, la vendetta covava rapace in esso. Il nome stesso che la stampa gli aveva dato, cerbiatto mannaro, sembrava riflettere bene questa dualità. Chi mai, inseguendo un indifeso cerbiatto, stringendolo all'angolo, potrebbe mai immaginare denti affilati nel suo piccolo muso, una trasformazione improvvisa, una morte dolorosa e atroce fra le fauci di un mostro che fino a pochi attimi prima non c'era, che era stato un cucciolo morbido tutto gambe e occhi?

Continue Reading

You'll Also Like

319K 2.9K 33
Tantissime Lemon di diverse ship di Miraculous Ladybug. Se non vi piace l' argomento, non lo leggete e non insultate, grazie. Se invece, siete pervy...
384K 27.5K 100
a sad quotes for the sad people
73.1K 3.6K 24
FANFICTION Dramione Hermione e Draco, l'ultimo anno è arrivato e la guerra è alle porte. Dovranno superare mille difficoltà insieme ai M.A.G.O. Drami...
10.3K 519 8
Una sera come tante il famoso eroe parigino si aggireva tra i tetti della città quando i suoi ricordi lo portarono vicino casa di Marinette. Dopo av...