Shadowfawn - La Ragazza Ipnot...

By CactusdiFuoco

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[STORIA COMPLETA] In un mondo dove tutti nascono con un potere unico (un potere che può essere del tutto inut... More

1. Una bambina speciale
2. Un piccolo potere per fare grandi cose
3. Prince Puma
4. Io ho un puma e tu no!
5. Meglio di no, Maris
6. Due ragazze diverse
7. Superpoteri
8. Da un grande potere non derivano grandi responsabilità
9. Di amore e di morte
10. Vuoi morire, Ryan?
11. Il piano di Cherry
12. Il grande Sam Bedstone
13. Non più la stessa famiglia
14. La Tragedia
15. All'ospedale
16. Un'amica
17. Teen Life
18. Verso un altro ospedale
19. Gente nuova, vita nuova?
20. I corvi di Ariana
21. L'affetto selvatico del puma
22. I folli e i pazzi
23. Colloquio con l'assicuratore
24. Piccola sorpresa durante la terapia di gruppo
25. La grande, immensa, fantastica Cherry
26. Werhunter il genio
27. La ruota cosmica
28. Fast food
29. I misteri di Teo
30. Mille anni di nulla
31. Papà
32. Il nostro animaletto domestico
33. A casa dei Bedstone
34. Il ritorno di Maris
35. Recupero di un puma
36. Anika e Anita
37. Maschera di volpe
38. Esercitazioni pratiche
39. Una tempesta in arrivo
41. Studenti vs Sidekicks
42. Un piccolo tête à tête
43. Cerbiatto mannaro
44. Internet
45. Sette detenuti
46. Fuoco e fulmini
47. Canzoni e fiori di ciliegio
48. Last party
49. Come si uccidono le idee
50. Faccia a faccia con lui, nel suo laboratorio
51. Il potere rivelato
52. Andate via!
Un indizio, una bella canzone: sangue di drago
53. Scala distruttiva A
54. Di un secondo più veloce
55. Strateghi eccezionali
56. Nel sotterraneo
57. Dopo la tempesta, quiete?
58. Shadowfawn
Epilogo
F.A.Q + un annuncio carino
Uno spin-off che vi piacerà: Deus-ex machina
Domanda quel che vuoi ai personaggi di Shadowfawn!
Domande sparse ai personaggi di Shadowfawn! (festeggiamo le 50.000 letture)
L'Inverno delle rose - Un sequel spin-off

40. Mister Storm

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By CactusdiFuoco

Cherry sapeva di non avere molto tempo a disposizione, così si concesse solamente un secondo per riordinare le idee ed auto-compiacersi prima di iniziare il suo, neppure troppo velato, interrogatorio.

«Rispondi alle mie domande! Tu ti fidi completamente di me, non hai segreti per me»

«Ma...» lui batté le palpebre un paio di volte, ma lei rincarò la dose e le frasi seguenti spazzarono via le rughe d'espressione che gli si erano formate sulla fronte, rendendolo docile.

«Hai bisogno che io sappia le risposte alle domande che ti farò, altrimenti i tuoi piani falliranno» Gli ordinò in fretta, nascondendosi parzialmente la bocca con una mano per celare il labiale ad eventuali obiettivi nascosti, sperando di sembrare solo un po' pensierosa dall'esterno.

Lui parve molto turbato dalle parole di lei, ed annuì con urgenza.

«Ho bisogno che tu mi faccia le domande giuste, Cherry. Per favore, in fretta»

«Tieni a mente: quando dirò di nuovo la parola "tostapane" tu scorderai tutta la nostra conversazione, come se non l'avessimo mai avuta, fin da quando sei uscito da quest'aula qualche secondo fa».

Amaurobius non negò né acconsentì, guardandola intensamente, come un cane che aspetta un nuovo comando dal padrone. Cherry assottigliò le labbra una contro l'altra, ma si ritenne soddisfatta.

«Qualcosa sta registrando la nostra conversazione, che tu sappia?»

«No, direi di no»

«Ci sono telecamere?»

«Ovviamente. Non dappertutto. Nei corridoi» Spiegò lui «Vogliamo sapere cosa succede direttamente nella nostra tana, no?»

«Certo, hai ragione. Infatti anch'io voglio sapere cosa succede» assentì Cherry, fregandosi le mani insieme «Hawk Storm ha influenzato il modo in cui hai organizzato gli addestramenti di quest'anno per noi giovani super?»

«Senz'altro, certo» Amaurobius annuì. Cherry ebbe appena il tempo di processare la conferma ai suoi sospetti che l'uomo sembrò colpito da un pensiero molto buffo. Scoppiò a ridere, un suono aperto e gioviale.

«T-tipico di Bedstone!» Annaspò l'insegnante, fregandosi l'occhio sinistro con una mano.

«Cosa? Cosa è tipico di Bedstone?» indagò Cherry, irrigidendosi un po'

«Q-questo! Sapere tutto all'ultimo secondo. Lo hai saputo da lui, no? Se n'è reso conto solo ora, incredibile, quando è da mesi che...» scosse la testa, la bocca tesa in un sorriso che era più simile ad un ghigno che alla sua solita espressione amichevole «Solo un'altra prova del fatto che questo posto ha bisogno di sangue fresco per funzionare. Bedstone è dannatamente lento, si capisce, si capiva dai tempi di Brainstorm... Poi quell'incidente con LaPoer... non riesce a capire niente finché non è troppo tardi. Come può guidarci? Ma voi giovani» allargò le braccia verso di lei, guardandola come una figlia di cui era fiero «Voi cambierete tutto. Lo state già facendo! Con la vostra sola esistenza. Guarda te! Il tuo potere ti erge sopra tutti gli altri, Cherry, come per Anita ed Anika. Per Adrian la questione è diversa, è un po' troppo tardi ormai, ovviamente, ma... Hawk Storm sarà più che felice di dirtelo di persona, vieni!»

«Cosa?» Cherry si fece un po' indietro istintivamente, mentre lui le offriva il braccio

«Forza, signorina Bedstone. Mister Storm mi sta aspettando, ci eravamo messi d'accordo per aggiornarci presto. Oggi verrà a guardare i vostri addestramenti: avrebbe dovuto essere una sorpresa, ma non c'è bisogno che ci siano segreti tra noi, no?». Il professor Amaurobius le fece l'occhiolino, sbarazzino, e le porse nuovamente il braccio con aria invitante.

Cherry accettò, prese a braccetto il professore e lasciò che lui la scortasse fuori dall'aula. Si disse che non poteva succederle niente di male, non lì dentro, nella roccaforte del bene, il posto in cui agenti regolari e super venivano addestrati, ma un pensiero fastidioso le aveva iniziato a ronzare in testa: che incontrare questo "mister Storm" fosse una pessima idea.

Il professor Amaurobius la condusse fuori da una delle decine di uffici sparsi per la struttura e bussò alla porta. Cherry indietreggiò, lasciandogli andare il braccio e preparandosi a incontrare Hawk Storm.

Ma invece di un uomo che emanava potere e minaccia, ad aprire la porta (solo uno spiraglio, da cui fece affacciare la testa) fu una giovane donna dalla pelle color cioccolato, con i capelli acconciati in tanti rasta tenuti insieme a formare una coda alta che somigliava un po' ad una palma. La sua faccia, pensò Cherry, aveva qualcosa di vagamente spaventoso... non che lei fosse brutta, niente affatto! Era convenzionalmente attraente, con grandi occhi scuri dal taglio un po' orientale, ma l'espressione non prometteva niente di buono.

La giovane sorrise, mostrando i denti, e a Cherry parvero innaturalmente affilati, ma solo per un attimo. Erano denti normali quelli, no? Forse solo i canini erano davvero appuntiti (di cui uno, quello sinistro, era d'oro), ma in modo grazioso. Eppure Cherry continuava a pensare che quella faccia non le piaceva.

«Mauritius!» Disse la donna con i rasta «Chi si rivede dopo tanto tempo al di qua del fiume Potomac!»

«Sei tu che non vieni mai a trovarci a Quantico, Anya!» le rispose il professor Amaurobius, socievole come sempre «Quindi oggi sei venuta ad accompagnare il nostro mister Storm...»

«Il mio mister Storm» sibilò lei, possessiva.

Il professor Amaurobius rimase in silenzio, un po' stralunato, senza sapere cosa rispondere. Da dietro Anya provenne una voce, gradevole e flautata, che disse «Apri pure per Mauritius, cara».

Cherry non riuscì a capire bene che accento avesse, ma trovò quella voce esotica e delicata. Con una smorfia, un po' controvoglia, Anya aprì interamente la porta e si fece di lato per lasciar passare gli ospiti.

Dentro l'ufficio, dietro una scrivania ingombra di carte, videocassette, grafici e altro materiale assortito, sedeva un uomo bianco, con giacca e cravatta. Cherry non poté fare a meno di sorridere, anche se appena appena, divertita da quanto quel tizio sembrasse fuori posto: perché sì, come altri professori e agenti, lui indossava giacca e cravatta, ma ogni somiglianza con gli azzimati e precisi federali finiva lì. La giacca non era grigia, non era blu, non era nera, ma di uno sgargiante giallo canarino. La cravatta, invece che essere a righine, quadretti o monocolore, esibiva una fantasia di rombi, linee, cerchi colorati che si intrecciavano come pattern tribali, e aveva qualcosa di australiano, per quanto Cherry non avesse una conoscenza particolarmente approfondita dei popoli aborigeni. I capelli, che gli altri agenti portavano corti, ben pettinati o addirittura rasati a zero, erano ricci e voluminosi, con un ciuffo quasi-ribelle, in un'acconciatura che in realtà doveva essere ben studiata e andava verso l'alto come una dinamica onda.

Le parole "Hawk Storm" nel cuore di Cherry avevano evocato immagini di oscurità, ma non avrebbe potuto immaginare qualcuno dall'aspetto più allegro e solare di quello che aveva davanti, con il suo sorriso birichino, il volto bello e giovanile, gli occhi scuri che brillavano di una furbizia volpina.

«Professor Mauritius Amaurobius» Disse mister Storm, con quella voce irresistibile dall'accento delicatamente straniero, scandendo le parole «Chi ci hai portato oggi di bello? Chi è questa bella ragazza?».

"Bella ragazza". Nessuno chiamava mai Cherry "bella ragazza", men che meno i pezzi grossi dell'FBI, e lei arrossì immediatamente, senza poter fare nulla per controllarsi.

«Lei è Cherry Bedstone, la studentessa di cui ti ho parlato» Rispose fiero il professor Amaurobius, facendo arrossire ancora di più la ragazza ipnotica.

Il sorriso adorabile di mister Storm si allargò ancora mentre lui si alzava dalla sedia e le tendeva la mano.

«Ah, Cherry! La nostra studentessa prodigio! Sono molto felice di averti incontrarti».

Cherry non lo corresse. Non era neanche sicura di volerlo correggere. Chi se ne fregava? "Averti incontrarti", detto da lui, suonava persino meglio di "averti incontrato". Lei gli strinse la mano con calore.

«E lei dev'essere il signor Storm, di cui ho sentito parlare tanto» Rispose, sperando di fargli un complimento.

L'uomo di fronte a lei si fece un po' più cupo. Non smise di sorridere del tutto, ma una sorta di perplessità si sparse sul suo viso.

«Cosa dicono di me?».

Ahia. Cosa dicevano di lui? Mica troppe cose. Cherry si concentrò sperando di riuscire a trovare qualcosa di abbastanza vago, ma non troppo generalista, da poter rispondere.

«Dicono che... che cambierai le cose... sì. In meglio. Che vuoi fare una riforma per i giovani super»

«Lo sai, vero, che vogliono farmi sostituire tuo padre?».

Ah. E quindi Cherry avrebbe dovuto dimostrarsi un po' addolorata, antagonizzarlo un po', no? E allora perché non riusciva a smettere di sorridere? Forse perché in realtà gliene importava poco, perché credeva alle parole del professor Amaurobius, perché sapeva di essere la migliore dalla classe, di essere pronta ad andare sul campo, a salvare Ryan dalle grinfie dei supercattivi, e perché sembrava proprio che anche mister Hawk Storm lo sapesse?

«Sono favorevole ai cambiamenti» Disse soltanto, tenendosi vaga.

Sul volto di mister Storm si disegnò un'espressione di positiva sorpresa, così buffa che Cherry dovette trattenersi dal ridacchiare.

«È per questo che l'hai portata qui prima degli altri, Mauritius?» Domandò allora «Perché volevi farmi sapere che ho il sostegno della migliore del nuovo corso, non è così?»

«Cherry è una ragazza molto speciale» gongolò il professor Amaurobius «Lei capisce. Lei capirà tutto»

«Ma questo è maraviglioso».

Hawk Storm si alzò dalla sedia con uno scatto elastico, come se fosse rimbalzato su qualcosa prima di mettersi in piedi. Quasi in risposta, la donna col dente d'oro oltrepassò Cherry e andò a sedersi sulla scrivania, accavallando le caviglie sottili e facendole ondeggiare. Il suo intero fisico era asciutto, esile, eppure c'era qualcosa che suggeriva a Cherry che sarebbe stato meglio evitare un confronto fisico con Anya: un'energia vibrante nei suoi movimenti, che pareva percorrerle in ogni momento le gambe e le braccia, una continua scarica elettrica.

Se Hawk Storm sembrava anomalo tra le giacche e le cravatte formali degli agenti, lei sembrava una qualche teppista che si era intrufolata nell'edificio di nascosto, con i pantaloncini corti, la felpa lunga aperta su un top minimale e un'espressione di pura malizia.

«E Valder?» Chiese ad un certo punto il professor Amaurobius, chiaramente curioso, ma fu zittito da un semplice levare della mano di Storm. Cherry notò una minuscola reazione da parte di Anya alla menzione di quel nome, come un cane da caccia che fiuta una vecchia traccia.

«Tu vuoi solo vedere, il cambiamento?» Chiese Hawk Storm alla giovane, senza levarle gli occhi di dosso un attimo. Cherry non rispose subito, perché vide sul volto dell'uomo che non aveva ancora finito, ed aveva ragione. «Io credo» Proseguì lui, ed accennò ad Amaurobius con la stessa mano con cui lo aveva zittito «A quello che Mauritius dice su di te, alla forza che hai dimostrato. E ora che sei qui, io lo vedo nei tuoi occhi: hai la passione, hai la determinazione, sei una ragazza che sa cosa vuole fare con il suo potere. Ma anche se io penso che tu sei forte, voglio sentire cosa pensi tu. Quanto pensi di essere in grado di collaborare?».

«Io... credo di poter fare la differenza, signore» Rispose Cherry, alzando il mento

«Sono molto felice di sentirlo» lui le fece l'occhiolino, e il sorriso di Anya alle sue spalle si allargò, feroce «I piani per oggi cambieranno un po', vista questa novità»

«Certo, mister Storm!» confermò il professor Amaurobius, facendo un buffo saluto militare

«Fantastico, Mauritius. Cara? Puoi chiamare Val? Mi piacerebbe fare un'entrata di effetto»

«Certo. Speriamo che sia riuscito a trovare "la calce"» Sghignazzò lei, frugandosi in tasca alla ricerca di un cellulare.

Cherry aggrottò le sopracciglia e si voltò verso Amaurobius, che si strinse nelle spalle nervosamente.

Qualche minuto dopo, Cherry aveva raggiunto al piccolo trotto il campo in cui si svolgevano le esercitazioni.

Aveva avuto delle idee ben precise su cosa sarebbe successo quella mattina, ed era andata esattamente come si era aspettata... fino ad un certo punto. Immagini dell'incontro appena avuto continuavano a ricomparirle in mente come spezzoni confusionari, anche mentre Anita ed Anika la intercettavano sul campo.

«Cherry! Dove ti eri cacciata?»

«Lo sai abbiamo pensato che tu fossi malata...»

«Sì, che ti fossi beccata quella nuova influenza che gira fra gli studenti grandi del campus e che quindi fossi dovuta ritornare a casa»

«Speravamo che non ce l'avessi contagiata anche a noi!»

«Insomma, dove ti eri cacciata?».

Cherry si strinse nelle spalle, ma rispose comunque «Ero con il professor Amaurobius. Mi stava spiegando delle cose».

Anika e Anita sembrarono deluse da quella risposta e non le chiesero altro. Si aspettavano probabilmente qualche ghiotto pettegolezzo, invece si erano ritrovate con una studentessa diligente... se solo avessero saputo cos'era successo davvero, sarebbero andate in brodo di giuggiole.

Tutti i giovani aspiranti super si recarono al solito campo di addestramento, ma sembrava che non ci fosse nessun altro a parte il professor Amaurobius questa volta.

«Dove sono i figuranti?» Domandò Anika «Prof! Prof! Finalmente facciamo qualcosa di diverso?».

Mauritius Amaurobius le fece un sorrisetto leggerissimo, quasi impercettibile. «Forse» Disse soltanto.

Adrian, in disparte, si sedette per terra e aspettò da bravo, in silenzio.

Cherry sapeva che Hawk Storm stava arrivando, ma lo aveva anche sentito dire che avrebbe fatto un'entrata ad effetto, perciò adesso era nervosa, non sapendo che cosa aspettarsi. Non le piacevano molto le sorprese, non più.

E poi vide qualcuno avvicinarsi a cavallo, passando per il parcheggio. Oh! Tutto qui! Mister Storm faceva il suo ingresso su uno snello destriero bianco. Dietro di lui, a qualche passo di distanza, trottava Anya, una figurina distante che sprizzava sicurezza da ogni movimento.

«Affrontiamo qualcuno su una cavalcatura?» Domandò Anita, incuriosita «Prof! Non abbiamo studiato come comportarci con un animale. E se il potere di quello studente è farlo imbizzarrire?»

«Quello non è uno studente» rispose divertito il professor Amaurobius.

Adrian si alzò lentamente in piedi, socchiudendo gli occhi.

«Oggi affronteremo un supereroe professionista?» Chiese con aria pratica, cercando di mascherare l'entusiasmo

«Forse» concesse il professor Amaurobius.

Più Hawk Storm si avvicinava, più Cherry capiva, con sbigottimento, che quello su cui era seduto non era un cavallo. No. Non era un cavallo per niente. Non era bianco perché quello era il colore del suo manto, ma perché era nudo, come uno di quei gatti che le signore ricche esibivano nelle pubblicità sulle riviste patinate, e la sua pelle quasi completamente depigmentata mostrava le grosse vene bluastre sottostanti. Non aveva gli zoccoli. Quel cavallo non aveva i dannati zoccoli, ma mani e piedi, o mostruose imitazioni di esse, con unghie che sembravano artigli di rapace. Ed era magro, magrissimo, con le costole che affioravano sotto la pelle come radici di alberi antichi sul terreno asciutto, e la criniera scura era rada e acconciata in rasta che ballonzolavano ad ogni passo baldanzoso di quella strana e terribile creatura.

E poi aveva le zanne... non i tipici scaglioni dei cavalli maschi, ma due canini le cui punte spuntavano da sotto il labbro superiore, affilate e inconfondibilmente da carnivoro.

Anika e Anita si fecero indietro di un paio di passi, chiaramente rimbalzandosi i pensieri l'una all'altra e cercando di capire cosa fosse quella cosa.

«DeathRider, il Cavalcamorte» Disse Adrian all'improvviso

«Non ci credo!» esclamarono Anika e Anita.

Hawk Storm fece fermare la sua mostruosa cavalcatura a qualche metro dai ragazzi e sorrise loro.

«Questo è mister Hawk Storm» Lo presentò il professor Amaurobius «Uno dei supereroi professionisti più rilevanti sul territorio nazionale. Qualcuno di voi lo conoscerà per la sua collaborazione con Morte Incarnata, Alastor Sutcliffe...»

«Certo che se lui cavalca la morte e il suo collega si chiama Morte Incarnata, c'è del materiale a cui pensare» sussurrò Anika all'orecchio di Cherry, che era certa di non aver bisogno di notare quel collegamento

«... E qualcun altro per il suo celebre programma televisivo, "Supercanzoni in TV", oltre che per gli speciali "La Morte non Aspetta" e "Vivono in Me". È anche autore del celebre saggio "La teoria dei Superboomer". Grazie alla sua collaborazione sono stati catturati oltre venticinque supercattivi e salvate decine di vite umane. Oggi mister Hawk Storm è qui per aiutarci con le esercitazioni e per parlarvi di alcuni argomenti molto importanti riguardo l'emancipazione dei giovani super come voi».

"Aspiranti giovani super" Lo corresse mentalmente Cherry, ma non osò aprire bocca: era troppo curiosa di sapere cosa sarebbe successo ora. E soprattutto era sorpresa di aver appena appreso che Hawk Storm era il vero nome di quell'uomo, non il suo soprannome da supereroe. Ma, come già sappiamo, a lei non piacevano le sorprese.

Adrian alzò la mano verso il cielo, fremendo d'impazienza.

«Il giovanotto lì non contiene l'entusiasmo» Disse mister Storm «Che cosa facciamo, professore? Gli diamo la parola?»

«Velocemente, per favore Adrian» sollecitò Amaurobius «Abbiamo molte cose da fare e da dire in questa lezione»
«Certo professore» annuì lo studente mascherato, per poi volgere il suo sguardo eterocromo di nuovo sull'uomo a cavallo «Mister Storm, potrei avere un autografo? Anche più tardi. Sono un grande ammiratore... ecco... anche di Supercanzoni in TV».

Anika e Anita ridacchiarono all'unisono. Il sorriso di Hawk era compiaciuto e adorabile, come quello di un bambino a cui avessero detto che era bello. Cherry si chiese se anche lui avesse il potere di piacere alla gente, qualcosa di simile a Ryan ma più in grande, perché altrimenti non si spiegava come un uomo adulto potesse fare quell'effetto ad Adrian, che era tutto studio e responsabilità.

«Certo!» Esclamò Hawk, smontando dall'orrida cavalcatura «Ci sarà tempo per gli autografi, ci sarà tempo Adrian. Ma perché aspettare tempo, quando il tempo è anche adesso?».

"Conosce i nomi di tutta la classe. Vuole impressionarci e farci sentire importanti al tempo stesso. Ci vuole manipolare o è sincero? Pensa davvero che siamo importanti?" Si chiese Cherry. Sentiva di fidarsi di mister Storm, ma non le bastava la sola sensazione: voleva essere sicura, voleva potersi fidare, e per farlo doveva sapere diverse cose. Ad esempio, qual'era il potere di quell'uomo? Se fosse stato qualcosa come conquistare la fiducia della gente, allora sì, lei avrebbe saputo che non poteva proprio fidarsi di lui, che quell'aura di simpatia e sincerità era soltanto un costrutto, una sovrastruttura che non aveva niente a che vedere con i suoi veri piani loschi.

Lo guardò mentre autografava un quaderno dalla copertina rigida che Adrian gli aveva dato. Anika e Anita continuavano a darsi di gomito, impegnate ancora una volta in una conversazione che solo loro potevano sentire, con le facce maliziose di chi si passa pettegolezzi freschi.

Cherry fu molto seccata di essere l'unica a non sapere chi fosse in realtà Hawk Storm... pensava che, avendolo incontrato prima di tutti gli altri, avrebbe potuto avere un vantaggio, ma ora scopriva che tutti lo conoscevano da un sacco di tempo. Si chiese quanto sarebbe stata diversa la sua vita, se avesse guardato la televisione da bambina. Se sua madre l'avesse cresciuta come tutte le altre bambine.

Una nostalgia pesante e una rabbia feroce si mescolarono in lei, crescendo come una marea di emozioni, piena di rimorso per cose che erano state e che lei non avrebbe mai potuto cambiare. Strinse i pugni, inspirò profondamente. Tutti si erano avvicinati a Hawk Storm adesso e gli parlavano animatamente, gli facevano complimenti, ricevevano da lui consigli e rivelazioni, ma Cherry era rimasta indietro, da sola... più sola che mai, anche se a soli pochi passi dai suoi compagni, dal suo professore e dall'uomo che forse avrebbe potuto cambiare la sua vita.

Non riusciva a concentrarsi su quello che dicevano: sentiva come un rombo nelle orecchie, la bile in bocca.

"Non sono come loro".

Lei non era cresciuta come loro. Non sapeva che farsene di tutte quelle parole, delle moine, degli autografi. Dannazione, non capiva a che cosa potesse mai servire una firma su un pezzo di carta! Perché avrebbe dovuto avere un qualche valore? Sua madre le avrebbe detto che era solo vanità, un modo per le celebrità da quattro soldi di farsi passare per più importanti di quello che erano, ma che se uno di loro fosse stato buttato in una foresta, da solo, sarebbe morto in pochi giorni.

Cherry invece no. Lei sapeva come sopravvivere: sapeva correre forte, colpire forte, sparare con precisione, costruire trappole. Sapeva ipnotizzare la gente, fargli fare quello che voleva. Sarebbe sopravvissuta, sempre, ovunque.

Lei non era come gli altri! Lei era migliore, non si perdeva in chiacchiere, niente fronzoli e profumi, niente canzoncine e niente pettegolezzi.

Ma una vocina si insinuava in lei e gridava sempre più forte, fino ad assordarla.

"Puoi sopravvivere ovunque. Puoi sopravvivere, vero? E se tu non volessi solo sopravvivere? Se tu volessi VIVERE?".

Cherry stava per scappare via quando si accorse che mister Storm le faceva segno di avvicinarsi e le stava dicendo qualcosa. Scosse la testa, come per liberarsi dai pensieri, e a grandi passi si avvicinò all'uomo, infilandosi fra Anika e Adrian.

«Cosa succede, Cherry?» Le domandò Hawk Storm «Tu non hai domande da fare?».

Ne aveva così tante che non avrebbe finito mai.

«Io non guardo i telegiornali. Non guardo proprio la televisione» Ammise lei, parlando lentamente «Non so cosa dire. E non sono interessata all'intrattenimento. Sono qui solo perché voglio essere un supereroe, perciò aspettavo la lezione».

Il professor Amaurobius schioccò le dita con forza, emettendo una serie di suoni secchi.

«Forza! Forza, avete sentito la signorina Bedstone! Adesso basta assillare mister Storm, tutti ai propri posti!».

Cherry rimase dov'era: lei era al proprio posto. Lo era da sempre, fin da quando era venuta al mondo. Era colpa degli altri se si spostavano, ma lei sapeva esattamente dove voleva stare.

Anika, Anita e Adrian invece si allontanarono da mister Storm e si misero in riga.

L'orrido cavallo scalpitò, dilatando le froge rosee, e mosse la coda riccioluta come per scacciare mosche che non c'erano. Girò la testa e mostrò la cavità vuota di una delle due orbite: gli mancava un occhio.

«Lui è Valder» Lo presentò Hawk Storm «Uno dei miei due sidekick».

"È una persona" Pensò con orrore Cherry.

«E lei è Anya, la sorella di Valder» Continuò mister Storm, indicando la ragazza scura che era rimasta ancora più indietro e che guardava con truce baldanza gli studenti, come se volesse mangiarli ma non potesse farlo subito «Oggi dovrete vedervela con loro! Mi piacerebbe moltissimo vedere i vostri poteri all'opera, ho sentito grandi, grandi cose di voi. Il vostro potere è una cosa preziosa, una cosa su cui vogliamo, dobbiamo poter contare per la società di domani» le sue mani gesticolavano lentamente, ma con pregnanza, sottolineando le parole più importanti: preziosa, dobbiamo, domani.

Cherry si chiedeva se poteva ipnotizzare il cavallo-umano e se fosse un semplice mutaforma o qualcosa di ancora più sgradevole.

«Voi siete il futuro della nostra nazione» Lo sguardo di Hawk, mentre continuava a parlare con fierezza, si posò su ciascuno dei ragazzi, uno alla volta «E siete bellissimi. Io voglio vedere questa bellezza all'opera, con i miei propri occhio» "occhi" lo corresse mentalmente Cherry «E aiutarvi, quando il momento arriverà, a sbocciare in supereroi che possano fare molto, ma molto più di me».

Ecco, questo suonava ragionevole alle orecchie della ragazza ipnotica.

«Per questo oggi non dovrete trovare un colpevole solamente, come quando fate l'esercitazione con la polizia. La polizia indaga, hanno poteri di indagine molto buoni, ma che sul campo spesso servono a poco... e qui entrate voi. Entrate in gioco e salvate tutto. Tutti. Nell'esercitazione di oggi dovrete prendere due criminali in fuga. Usate i vostri poteri, ma fermateli».

Mister Storm allargò una delle falde della giacca ed estrasse due paia di manette, poi le lanciò entrambe ad Adrian, che non riuscì a prenderne al volo neppure una. Cherry storse il naso: era un'azione facile, lei le avrebbe afferrate a occhi chiusi. Tuttavia nessuno rise di Adrian quando lui si chinò per raccogliere gli oggetti dal prato e mister Storm continuò a spiegare l'esercitazione come se nulla fosse.

«Avrete un solo compito: mettere le manette ad entrambi i miei sidekick. Potrete usare tutto quello che vi circonda, tutto quello a vostra disposizione. Quando l'avrete fatto, l'esercitazione sarà finita e potrete riposare un poco... magari riposeremo insieme, così potremo parlare di alcune cose importanti».

Se avessero parlato di cose importanti, pensò Cherry, non sarebbe stato un granché di riposo.

«Il tempo massimo è di due ore» Disse il professor Amaurobius, a voce alta

«No, due ore, perché?» si lamentò mister Storm, come un bambino

«Perché non possono rimanere qui tutta la giornata»

«Ma se due ore non bastano...»

«Avranno fallito l'esercitazione. Si possono fallire le esercitazioni, lo sapevi?»

«Non mi è mai capitato» ammise con candore Hawk Storm, ritornando a sorridere.

Il professor Amaurobius si portò il fischietto alle labbra. Gli studenti si prepararono tutti. Cherry avrebbe voluto averle lei le manette, piuttosto che lasciarle al goffo bestione che sarebbe certamente rimasto indietro durante un inseguimento.

Un fischio squillante. Gli studenti partirono di corsa, ma i due sidekick non scapparono. Il cavallo mostruoso si impennò, nitrendo con voce distorta, come quella di una persona che finge di essere un equino. I suoi artigli arrivarono a pochissimi centimetri dalla faccia di Cherry, che schivò con il cuore in gola.

Approfittando della distrazione causata da suo fratello, Anya scattò di corsa verso la strada. Sarebbe stato più facile inseguirla all'aperto che non se si fosse nascosta dentro l'edificio e Cherry schivò un altro colpo del cavallo e strappò dalle mani di Adrian un paio di manette prima di puntare anche lei alla strada.

Con l'adrenalina nelle vene come una droga, Cherry galoppava a testa bassa, l'impatto del terreno che le risaliva nei polpacci, spostandosi più rapidamente che poteva. Controllava il proprio respiro con gioia, pensando che finalmente avrebbe potuto esprimere tutto il suo talento.

Non correva tutte le mattine con Prince solo per starsene seduta sulle chiappe. Guardava i rasta di Anya che rimbalzavano sulla sua schiena ad ogni passo e li vedeva avvicinarsi. Lei era più lenta! L'avrebbe presa!

E all'improvviso Anya si fermò e si girò di scatto: in mano aveva un coltello dalla lama ricurva, come un piccolo falcetto, che girava fra le sue dita come una trottola impazzita.

Cherry alzò lo sguardo cercando gli occhi di Anya.

«Fermati!» Gridò, caricando la voce di potere.

Anya era già ferma, ma continuava a fare girare il coltello. Aveva un'aria letale.

Cherry si bloccò a meno di un metro e mezzo da lei. Doveva stare attenta a quello che ordinava: non si scherza con chi ha armi in mano. «Guardami negli occhi!» Esclamò.

E Anya la guardò, le pupille dilatate.

«Tu hai qualche potere che agisce sulla volontà?» Le domandò con voce graffiante «Hai bisogno dei miei occhi?»

«Guardami!» ripeté Cherry «Adesso farai cadere a terra il coltello!».

La ragazza ipnotica era quasi certa che Anya avesse un'arma segreta, che non avrebbe lasciato cadere il coltello, che non si poteva ipnotizzare, e invece funzionò: la lama produsse un clangore leggero cadendo sull'asfalto.

«Come hai fatto a farmelo fare?» Domandò Anya, fremendo «Non riesco... non riesco a spostare la testa».

Era la prima volta che Cherry incontrava qualcuno che non sembrava affatto contento di essere ipnotizzato: di solito diventavano malleabili, servizievoli. Invece Anya aveva l'aria di qualcuno che era costretto a fare le cose, un burattino con una mano infilata su per il sedere.

«Siediti a terra» Le ordinò Cherry «E stendi in avanti le mani. Niente brutti scherzi! Non puoi scappare e ti farai mettere le manette da me»

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