Recensioni Brillanti

By GemmeDaScoprire

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Salve a tutti voi! Vi diamo un caloroso benvenuto su questa raccolta di Recensioni Brillanti! In questo s... More

Recensioni Brillanti
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'La stella a dodici punte" di LeliaHarriren
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'Lavender Boy' di RainbowCockatoo
'Dark Wings' di krishaskies
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'Lungo il confine' di MrJamesFord
'Il Portale - Un'avventura non richiesta' di kanako91
'Broken Souls: let your demons go' di YagaIsBack

'Selenia - Trono rovesciato' di Corydona

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By GemmeDaScoprire

Vorremmo premettere, prima della recensione, che l'opera è stata letta, come tutte le altre, da due recensori. Il primo l'ha terminata quando alcuni passaggi della revisione non erano ancora stata apportati, pertanto potrebbero essere stati segnalati degli errori che al giorno d'oggi sono stati ormai corretti. Ci scusiamo in anticipo per questo inconveniente.

Titolo: Selenia - Trono rovesciato

Autore: Corydona

Genere: Fantasy

Sottogenere: Medieval Fantasy

Trama:

La trama si sviluppa su più fronti e linee narrative, e questo permette al lettore di esplorare Selenia sia dal punto di vista geografico sia da quello umano e politico: la storia offre infatti un campionario di personaggi che spaziano dai principi alle locandiere, utilizzando per tutti sempre quello stile che fa apparire ogni cosa naturale, che dà il giusto spazio a tutto, senza essere mai frettoloso.

È uno svantaggio per chi non ama le storie corali, ma nel complesso i vari intrecci sono equilibrati – a eccezione di personaggi che scompaiono per lunghi archi di tempo e sono quindi appena accennati (vedi Nicola). Sebbene non sia ancora possibile intuire dove e come termineranno i viaggi di ognuno di essi, sono individuabili alcuni punti che avranno una risonanza più ampia e duratura: per esempio, l'assassinio di Re Guglielmo e di altri sovrani ha messo in subbuglio l'equilibrio politico del continente, già gravato dalle mire aggressive degli Autunno, e il destino della principessa Flora comprende la magia perduta oltre che una storia d'amore proibita.

Sotto la trama ampia si nascondono molti intrecci talvolta intuibili talvolta meno, ma diversi indizi ci sono lasciati nel corso dei capitoli, e sta al lettore capire come interpretarli e divorare i capitoli per saperne di più.

1. Correttezza grammaticale:

-Punteggiatura. La punteggiatura è usata con maestria, quindi abbiamo davvero molto poco da dire in questa sezione. Una cosa che abbiamo notato è l'uso abbondante delle virgole, di certo una scelta stilistica che non condanniamo, ma che a volte rende i periodi fin troppo carichi di pause (più che altro nei capitoli iniziali), e nonostante queste siano poste al punto giusto, sarebbe tutto più scorrevole se non ci fossero:

Gli venne incontro l'oste, con il quale il principe aveva già avuto modo di familiarizzare, pur mantenendo una debita distanza, in altre occasioni, ed Erik gli disse di aver bisogno di una stanza per la notte.

A volte le virgole potrebbero essere tranquillamente sostituite da punti per rendere le frasi più ritmiche e meno lunghe:

Erik le sorrise ancora, cercando di moderare il tono di voce per non apparire seccato,(punto) la donna gli rivolse un'occhiata cordiale, prima di allontanarsi per non disturbarlo ulteriormente.

Di rado ci sono anche virgole che non andrebbero poiché non solo non necessarie, ma interrompono anche la frase in una maniera preferibilmente evitabile. Anche questo accade più che altro all'inizio:

Lui la seguì con lo sguardo, e la vide avvicinarsi

Aprì gli occhi, e scorse la sua amica

Raramente, o forse proprio in uno o due casi, la virgola mancava:

Devo rientrare non ho tutto il giorno -> devo rientrare, non ho tutto il giorno

Alcune virgole del tutto errate separano invece soggetto da predicato:

chi invece, ancora non ne vedeva attuata la sentenza. -> forse volevi mettere "invece" come inciso.

Quello che io e Raissa vogliamo, è il libero accesso a[...]

Quello che è contenuto qui dentro, è un veleno.

Sconsigliamo, inoltre, l'uso della virgola tra "sia" e "né" quando le due frasi sono molto brevi:

né lui, né qualsiasi tipo di

sia il giovane, sia sé stesso

Attenzione, qui manca un punto: «Prova a rispettare il dolore altrui» (ma si tratta di un caso totalmente isolato)

-Verbi. La storia è narrata al passato e c'è un totale padroneggiamento della consecutio temporum. Non abbiamo praticamente nulla da segnalare se non per qualche piccolezza che passa davvero inosservata.

«-Bel modo di accogliere» -> "accogliere" è un verbo transitivo e necessita un complemento oggetto (es. "un vecchio amico", "un conoscente", ma anche semplicemente "qualcuno").

Notò che paradossalmente le temperature non fossero -> erano. Notare è un verbo che esprime cognizione e non lascia spazio ad alcuna ipotesi, quindi il congiuntivo non va.

Forse a qualche segreto -> ha. Questo è puramente un errore di battitura.

Sebbene non osi immaginare come imparato a farlo -> abbia. Altra dimenticanza.

Qualche uccello cinguettò in lontananza, come se dando il buongiorno alle due nobili che camminavano da sole in quel mattino all'apparenza serena(sereno) -> come se stesse/come dando/dando. Personalmente preferiamo la prima.

Si concedette -> di certo ne sei al corrente, ma la versione molto più comune è concesse.

-Altro. Abbiamo registrato la presenza sparsa di D eufoniche. Di norma, nella narrativa odierna queste vanno usate solo quando si affrontano due vocali uguali:

ad olio -> a olio

ad obbedire ad Erik -> a obbedire a Erik

Attenzione alle ripetizioni. Ne abbiamo trovate diverse, specialmente negli ultimi capitoli pubblicati. Nella totalità dei capitoli non sono molte comunque, giusto verso la fine possono dare qualche fastidio poiché abbastanza evidenti. Eccone qualche esempio:

La spiaggia non era molto frequentata: alcuni bambini giocavano nudi sulla spiaggia

mentre ai lati della scalinata i giardinieri innaffiavano due giardinieri si occupavano di innaffiare le due porzioni di[...] -> oltre a essere molto ridondante, sarebbe anche molto più semplice da leggere se ci fosse una virgola prima di "due giardinieri".

Ora i soldi ci devono servire per pagare dei mercenari bene addestrati che possano servire

Sbuffò, allontanando una zanzara che le stava ronzando intorno, Neanche l'aria fresca che soffiava dai Turmoi riusciva ad allontanare quelle maledcette bestiacce[...]

[...] con il legno che ricopriva la pietra solo per ornamento, lui le aveva obiettato più volte che una sala vuota, senza orpelli di ornamento, [...]

Inoltre, nel capitolo 11.1 viene ripetuto diverse volte il concetto dell'irrealtà della situazione in cui si trovano Chiara e Franco. Pur essendo utile ribadire un concetto importante, qui forse suona un po' ridondante poiché ripetuto a brevi distanze con parole che si ripropongono, vedi "irreale" e "surreale".

A volte c'è un abbondante utilizzo della parola "parve" (forse anche con diverse coniugazioni, ma più che altro quella in particolare). Consigliamo quindi di fare una ricerca tramite questa parola tra i capitoli più recenti.

Ci sono poche altre disattenzioni molto marginali, delle quali ti mettiamo qui qualche esempio:

era (da) tempo che non aveva sue notizie

posò il bicchiere vuoto sul bancone, con il legno che ne assorbì il tintinnio -> la congiunzione non è la migliore, sarebbe meglio eliminarla e snellire la frase (esempi: «posò il bicchiere vuoto sul bancone di legno, che ne assorbì il tintinnio» / «posò il bicchiere vuoto sul bancone e il legno ne assorbì il tintinnio» ...)

Guardò Nicola e provò pietà per l'espressione terrorizzata sul principe di Cmune -> sul volto del principe di Cmune

Giampiero non si intromise nella discussione, ma si allontanò a grandi passi. -> il "ma" viene usato per introdurre un'avversativa, tuttavia qui la seconda proposizione non esprime contrasto alla prima, anzi la rafforza.

Senza orma di dubbio -> ombra

per questo mio padre gli ha risposto dicendo che lui non avrebbe mai fatto nulla contro di loro. -> le ha risposto. Si tratta di una risposta a una lettera da parte di Amelia Autunno, e sia se prendiamo in considerazione la lettera, sia la persona, va comunque il femminile.

Con un'eco sommesso -> sommessa. Se sei indecisa tra maschile e femminile, noi suggeriamo sempre il femminile poiché più comune.

anche al tempo della luna nel Sud dell'Estate -> tempio

Narrazione:

-Terminologia. In generale, la terminologia è adatta all'ambientazione, perciò alta e ricercata, perfettamente piegata allo stile tranquillo e ben intrecciato con essa.

Raramente raggiunge livelli eccessivi e scade nella ridondanza, perciò ti segnaliamo qualche perplessità a tal proposito:

Sperò che Flora, Arturo e Claudio riuscissero subito a trovare la nave che faceva al caso loro, su cui non solo la traversata sarebbe stata più veloce, ma grazie alla quale i tre avrebbero viaggiato con maggiore sicurezza... -> Questa frase andrebbe snellita in modo da eliminare quel "i tre" ridondante e alleggerire la lettura; per esempio spostando prima "grazie alla quale" (= «grazie alla quale la traversata sarebbe stata più veloce e il viaggio più sicuro» o qualcosa di questo genere)

... l'uccisione dei suoi genitori sembrava essere stata opera per qualcuno dei suoi futuri sudditi -> Questa frase non è molto chiara. Un'alternativa migliore sarebbe mettere "secondo qualcuno" e spostare quest'espressione all'inizio o alla fine della frase oppure metterla per inciso. (Es. «... secondo qualcuno l'uccisione dei suoi genitori era stata opera dei suoi futuri sudditi» oppure «l'uccisione dei suoi genitori sembrava essere stata opera, secondo qualcuno, dei suoi futuri sudditi»)

«Arturo scalciò dei rami secchi» -> calciò

non aveva potuto non constatare con un sorriso -> fastidiosa allitterazione della lettera n e ripetizione facilmente sostituibile con «non aveva potuto fare a meno di constatare» o un'espressione equivalente.

una notte si può scorrere insieme -> trascorrere

l'ultima cosa che lui desiderava era vedere il sovrano; non che lo conoscesse ma, con molta probabilità, si trovava in compagnia di Tancredi Inverno -> "lui" può essere omesso, dato che il soggetto è già espresso nella frase precedente.

Le pareti di pietra erano spoglie, sintomo del disuso di quel palazzo -> "sintomo" non è sbagliato, ma il suo uso è per lo più limitato all'ambito medico oppure in senso figurato per indicare fatti che si vanno preparando (esempi dal vocabolario Treccani: un buon sintomo/ l'avidità degli amministratori è sintomo di decadenza morale...); quindi stona un po' se usato per descrivere un fatto evidente, cioè che il castello è effettivamente in disuso da tempo.

Claudio si rigirò quel parallelepipedo tra le mani -> in questo caso, ci stiamo riferendo a un libro. Ci sembra un po' forzato chiamare un libro con questa parola. Ci sono molte parole per evitare ripetizioni, tra cui tomo, volume, raccolta (visto che contiene profezie), manoscritto, opera, e così via.

Volevamo infine aggiungere due parole sui verbi "obbedire" e "ubbidire". Abbiamo notato che vengono utilizzati entrambi, e inizialmente credevamo che cambiassi forma in base a chi lo pronunciava (ubbidire per i meno istruiti, obbedire per i nobili); tuttavia, ubbidire è apparso poi anche nella narrazione, che tecnicamente dovrebbe utilizzare termini più aulici. Consigliamo quindi di prestare accortezza a questo fatto particolare.

-Descrizioni. Le descrizioni sono dettagliate e necessarie per non perdersi tra i vari personaggi e ambienti e questo è un grande punto di forza per un fantasy ambientato in un mondo diverso dal nostro. A questo proposito torna utile la cura con cui il continente e le sue dinamiche politiche sono state costruite, poiché rendono verosimili gli intrecci e i dialoghi, oltre che le descrizioni fisiche. Forse sono, come a volte anche la narrazione, un po' prolisse in alcuni punti, ma in linea generale non le abbiamo trovate pesanti. Perlopiù le descrizioni si fondono con la narrazione in modo da non essere faticose da portare a termine.

Specialmente nella prima metà, ci sono queste meravigliose immagini di palazzi, stanze del trono e via dicendo che nascono nella mente del lettore e vi si impiantano con convinzione. A volte le descrizioni vengono fatte tanto bene che sembra di star guardando un'immagine ben precisa e non solo frutto della nostra immaginazione.

-Dialoghi. Spesso la storia è dominata da lunghi paragrafi di narrazione che la arricchiscono e fanno a volte passare i dialoghi in secondo piano, il che è un bene, poiché un romanzo non è un copione. Abbiamo quindi apprezzato l'abilità di intrecciare i dialoghi al racconto in maniera così naturale che si possono immaginare le scene e i personaggi nei minimi dettagli.

Le riflessioni dei personaggi che le intervallano sono molto d'aiuto per la loro introspezione, anche se alcune volte appaiono un po' lunghe, ma ciò avviene di rado. In altrettante rare occasioni crediamo che queste risalterebbero di più se fossero riportate in corsivo, o comunque all'interno di un pensiero diretto, piuttosto che nel mezzo della narrazione. Ma è solo un consiglio, forse dettato da preferenze personali.

Capita a volte che i dialoghi non sembrano essere all'altezza dei personaggi. Selenia - Trono rovesciato segue un grande numero di nobili, e sebbene alcuni di loro non siano dal portamento altero e rigido che hanno invece altri, a volte abbiamo sentito la mancanza di un linguaggio ancora più altolocato e pomposo di come già è. Possiamo definire sufficiente il modo di parlare di questi nobili, ma non è da escludere che potrebbe essere migliorato con alcuni.

Questo l'abbiamo pensato con diversi personaggi, ma soprattutto con Nicola, che appare a volte anche un po' infantile per quello che dice. Ok, per gran parte lo sentiamo parlare quando è ormai condannato a morte e si è lasciato andare, ma crediamo che un'educazione impartita a un principe non venga a mancare nemmeno in questi momenti.

-Ritmo della narrazione. Il ritmo è lento, la narrazione posata. Sembra che tutto si prenda il giusto tempo per narrare fatti senza fretta, tuttavia a volte risulta fin troppo uniforme, non ha quegli sbalzi che spesso rendono il lettore più teso o rilassato, a seconda dei casi.

A volte il ritmo è rallentato da singole frasi che si attorcigliano e si perdono attorno a un pensiero semplice e lineare: sebbene ogni tanto una costruzione più particolare e ricercata faccia il suo effetto (specialmente in un mondo di re, corti e cavalieri) il consiglio è quello di non appesantire troppo il testo quando non è necessario, specialmente nelle riflessioni private dei personaggi.

Un esempio lo troviamo nel CAP 5.1: i personaggi coinvolti nel dialogo (Giampiero, Alcina e Luciana) hanno tre diversi gradi di conoscenza dei fatti, tre stati d'animo differenti nei confronti di quella discussione e anche tre diversi progetti personali da portare avanti. Il problema è che il lettore è già a conoscenza di queste cose ma, invece di potersi focalizzare sui dialoghi e sulla crescente inquietudine di Giampiero, è distratto dalla descrizione esplicita di come i tre si comportano tra di loro (es. si torna più volte su ciò che Giampiero pensa delle confidenze di Luciana alla regina; si danno ulteriori spiegazioni alle sue frasi e ai suoi gesti anche se sappiamo bene che il marchesino sta agendo nell'interesse di Flora; anche le azioni di Luciana vengono esaminate nel dettaglio). Nel complesso, il confronto sarebbe più riuscito se il focus rimanesse su un solo personaggio — magari Giampiero, che è quello che ha più da perdere nel caso le sue carte vengano scoperte.

Proprio a tal riguardo, abbiamo notato che il narratore scelto è a tratti onnisciente, si focalizza su più personaggi e, per quanto ammirabile, è una scelta che può rivelarsi una lama a doppio taglio: il narratore focalizzato è sempre più semplice da utilizzare e per questo coinvolge il lettore in maniera più immediata. Qui l'onnisciente è stato usato in maniera giusta, specie perché la storia segue un considerevole numero di personaggi diversi, però crediamo comunque che focalizzarsi su uno solo di essi alla volta potrebbe rendere il lettore più vicino al loro pensiero.

Un altro esempio di constatazione poco utile è, nel CAP 9.2: l'ultima cosa che lui(il lui può essere rimosso dacché superfluo) desiderava era vedere il sovrano; non che lo conoscesse ma, con molta probabilità, si trovava in compagnia di Tancredi Inverno: è già stato spiegato nel capitolo che Claudio ha timore di incontrare il re defico, perciò perché ripeterlo? Inoltre, essendo solo un contadino, non è molto probabile che conosca il sovrano di un regno che non è il suo.

Analisi completa delle tematiche:

Il fitto intreccio di avventure rende difficile individuare la tematica portante della storia; ci sono però alcuni spunti per possibili riflessioni, che andrebbero affrontati con più profondità e ampliati oltre i confini e le contingenze di Selenia.

Uno, molto attuale, è il modo in cui viene affrontata la politica: il sistema è corrotto e gli organi giudiziari sovranazionali incompetenti e inefficaci. Questo facilita la realistica ascesa di potenze militaristiche e dittatoriali come quella degli Autunno, di cui però rimangono ignoti i veri scopi: cosa intende fare Raissa una volta che si sarà impadronita di tutta Selenia? È davvero solo una donna assetata di potere fine a sé stesso? Se così fosse il personaggio risulterebbe un po' bidimensionale, privo di ideologie, e gli sforzi fatti per contrastarla mancherebbero di una motivazione profonda e universalmente condivisibile (al momento è solo una lotta per la sopravvivenza tra i nobili di Selenia, per quanto avvincente). Avendo visto gli altri personaggi, sappiamo però che è difficile che sia così. Avere un nemico interessante a volte fa sentire il lettore molto più coinvolto, quindi sarebbe bello poter dare a Raissa un po' di tridimensionalità in più sin da subito. Non che debba apparire per forza in un capitolo, rispettiamo e condividiamo la scelta di non mostrarla poiché la rende molto più mistica e temibile. Tuttavia, lasciar trapelare un pochino di più delle sue intenzioni potrebbe mettere in moto quel meccanismo di timore reverenziale che si prova verso un antagonista delineato in maniera eccellente.

Un altro tema è la mobilità sociale, che in questo mondo è piuttosto limitata. Nonostante ciò, Erik e Flora sono disposti a sfidare i propri temibili genitori e le convenzioni del sistema feudale in cui vivono pur di sposare i loro amati, di inferiore estrazione sociale: si può solo sperare che questo li spinga a varare qualche riforma più progressista quando (se, data l'instabilità politica del momento) saliranno al trono. A dispetto di questa tematica non abbiamo molto romance nella storia, scelta che, anche questa volta, condividiamo: qui seguiamo tutti gli intrighi di Selenia, sarebbe poco utile alla trama soffermarsi su sentimentalismi, per quanto alcuni possano essere interessanti.

Originalità:

- Impatto iniziale. Inizialmente vengono presentate molte caratteristiche tipiche di un fantasy: un mondo immaginario, diversi regni e popolazioni, un nemico sanguinario e la magia che torna alla luce. In questo caso però si ha un impatto iniziale molto potente per via dello stile ricercato che risalta sin dal primo capitolo e il mistero che darà vita al resto della storia. I punti di forza sono, infatti, sicuramente il mistero iniziale e i numerosi personaggi che rendono il racconto corale e variegato, dando vita in maniera inconfondibile a Selenia.

-Originalità nel complesso. Ci sono diversi elementi ricorrenti del genere: il tema del viaggio, declinato nelle avventure di vari personaggi; il format corale che ricorda un po' Il Trono di Spade; l'idea della magia perduta che ritorna; le profezie ecc...

L'originalità della storia sta nel modo in cui questi elementi sono stati rielaborati: un punto di forza sono i nomi, quasi tutti italiani, che danno al romanzo un'aria quasi fiabesca. Selenia stessa è un mondo ben strutturato, dalla religione alle tradizioni dei regni, e affascinante da esplorare attraverso le vicende narrate.

Gli intrighi ideati sono un altro punto a favore, non mostrano mai incongruenze a livello logico e si presentano ben ponderati e articolati. Si vede che c'è stata molta riflessione dietro. L'unica cosa che non ci è andata molto giù e che rappresenta forse una pecca in questa sezione è la lettera evidentemente falsa che viene mostrata nei Lupfo-Evoco in accusa di Nicola. Avremmo preferito qualche indagine in più su di essa piuttosto che vedere tutti quei nobili cascare nel tranello come se questo fosse stato ideato in maniera migliore.

-Originalità del titolo. Nella scheda hai detto che prevedi un arco di tempo molto lungo per le avventure dei personaggi di questo libro e quindi è azzeccato che il titolo sia «Selenia», a indicare che il vero protagonista della storia è in realtà il mondo che hai inventato. Sorge spontaneo chiedersi perché "Selenia" abbia proprio questo nome e se sia collegato in qualche modo agli "intermezzi" sulla profetessa che spiegano il passato di questo continente.

Il sottotitolo è adatto all'agitazione in cui la morte di vari regnanti getta il Continente. Sembra infatti proprio che gli Autunno stiano cercando di rovesciare tutti i troni, sebbene non abbiamo ancora idea se ci sia un motivo superiore.

Analisi delle falle:

-Contraddizioni. I capitoli sono molti e alcuni risultano piuttosto lunghi, eppure non abbiamo trovato problemi a livello logico. Segnaliamo solo due casi:

A stento il marchesino riusciva a credere che un luogo tanto immenso potesse trovarsi al centro di una grande capitale come Mitreluvui. Questa è la constatazione di Giampiero quando giunge alla reggia Lotnevi, ma non ne comprendiamo la logica: sarebbe stato comprensibile se la frase avesse recitato "in una piccola città come Mitreluvui", tuttavia questa è una grande capitale, quindi non è sorprendente che il palazzo sia così grande.

Come seconda cosa, abbiamo notato che il mostro marino che attacca la nave su cui Erik viaggia viene in alcuni capitoli chiamato "grummit" e in altri "cracken", e non abbiamo compreso se si tratti di una revisione incompleta o se semplicemente viene chiamato in modi diversi a seconda di criteri come il luogo d'origine, l'istruzione o qualcos'altro.

-Pezzi mancanti. Nel capitolo 3.4, forse la mossa di Flora di rivelare tutti i suoi segreti al marchese Giampiero può dirsi un po' affrettata, sebbene si capisca in seguito il perché. Raccontare la verità sul suo amante a un quasi sconosciuto solo perché le ispira fiducia potrebbe essere troppo rischioso, visto dagli occhi di un lettore che non ha idea di cosa succederà dopo (a questo punto un lettore non sa ancora dei suoi poteri e lo troverebbe di certo strano). Perciò la vediamo esitare giusto per un attimo, che secondo noi dovrebbe essere appena prolungato dal momento che la principessa sta rischiando moltissimo e non sa ancora che può fidarsi totalmente del suo istinto. È quasi come fare una scommessa, e il premio in palio è troppo importante per lei per poterlo perdere. È comprensibile che debba per forza rischiare, ma forse potrebbe essere reso più evidente questo punto. Allo stesso modo, forse anche il ragionamento che spinge il marchesino ad acconsentire e andare così contro la regina potrebbe essere reso più esplicito.

Quando Luciana torna a casa dopo essere stata liberata dall'Autunno, viene detto che i suoi vestiti sono in condizioni pietose, essendo stati squarciati per permetterle la fuga. I servitori portano sempre rispetto a una principessa, ma supponiamo che sia impossibile non provare sbigottimento da parte loro, quindi l'assenza di emozioni quando la vedono al suo ritorno ci è parsa un po' innaturale.

-Altro. I Lupfo-Evoco sono stati un po' deludenti rispetto a come si annunciavano. Potrebbe essere una cosa voluta oppure no, riportiamo solo che avevamo immaginato qualcosa di più lungo, chiacchierato, formale. Anche le descrizioni sono state un po' meno approfondite qui, le scene più rapide, il tutto un po' frettoloso.

Caratterizzazione personaggi:

Come già detto, i personaggi sono moltissimi e si muovono in un territorio molto vasto, tanto che a volte potrebbe essere difficile seguirli tutti, eppure la bravura dell'autrice nel caratterizzarli non lascia spazio ad alcun dubbio e fa sì che non si dimentichi nessuno, neanche la più secondaria delle comparse.

Erik, il primo personaggio che incontriamo, è quello che per ora ha l'arco narrativo più consistente: da giovane principe ligio solo al dovere arriva non solo a comprendere e quasi ad accettare la scandalosa (dal punto di vista degli Inverno) relazione di Flora, ma si innamora egli stesso di una popolana. Questa crescita, anche se interessante e apprezzabile, è forse troppo repentina negli ultimi capitoli: ha passato una bellissima notte con Iris, ok, ma da qui a chiedere di sposarla il giorno dopo ce ne passa... Tutti crediamo al colpo di fulmine, ma il suo amore (e anche quello di Iris) è fin troppo istantaneo per essere comprensibile.

Flora ha un destino ancora incerto: le viene detto che Raissa la cerca per via della sua magia, ma la ragazza non ha idea di quali siano i suoi poteri o di come si manifesteranno, perciò per il momento il suo obiettivo principale è sfuggire alle grinfie della madre e al matrimonio combinato con Nicola. Col tempo, questo scopo si fonde con quello di saperne di più su Raissa e il motivo per cui la cerca, e la sua fuga diviene una missione di vitale importanza per il destino di Selenia. Pur con la sua visione "progressista" rispetto al resto della famiglia, mantiene quell'aria di superiorità propria dei nobili, come Virgilio le fa notare, e questo rende più realistico il suo rapporto con i plebei, che altrimenti sarebbe stato troppo idilliaco per una principessa cresciuta in questo mondo medievaleggiante. Di Flora non abbiamo ancora un'evoluzione che renda il personaggio cresciuto da un punto di vista psicologico, ma intuiamo che per lei la strada da percorrere è ancora lunga.

Le vicende dei due principi Inverno si intrecciano con quelle di vari altri personaggi: ci sono Claudio (che forse ha un legame con l'antica sacerdotessa Silvana e le sue profezie) e il misterioso Arturo, che viaggiano con Flora; Menta e Virgilio Gredasu su cui aleggia un'antica maledizione che potrebbe tornare in ballo nei prossimi capitoli; Ariel Dal Mare, che da principale sospettata diventa una preziosa alleata di Erik ed è costretta a maturare in fretta, data la strage che si è consumata nel suo palazzo. La storia ha il giusto ritmo per dare anche a questi personaggi più o meno secondari il giusto approfondimento.

Un personaggio che inizialmente può apparire meno importante ma che poi promette di essere uno tra i protagonisti è Giampiero Tirfusama: devoto a Flora, acuto osservatore e abile diplomatico, ha conquistato la fiducia di Alcina, cosa non da poco. Di lui traspare immediatamente l'indole gentile e buona, che non può impedire a nessuno di affezionarsi. Giampiero è quel tipico personaggio di cui fa sempre piacere leggere, non importa le situazioni.

Alla figura di Giampiero viene spesso associata quella di Luciana Lugupe. Al contrario del primo, nonostante la sua buona volontà è incapace di afferrare tutte le sottigliezze della politica e rimane spesso vittima di quelle trame che crede di tessere. Insieme sono una coppia speculare e ben costruita, dato anche il debole che il marchese ha per la ragazza. Di Luciana avremmo preferito avere un po' più di introspezione nel momento di maggior bisogno, ovvero quando viene liberata da Melissa Autunno e, più in particolare, durante la loro conversazione e durante il suo ritorno a casa. D'altronde Luciana acconsente a uccidere i propri genitori, cosa non da poco visto che non ci è parso che avesse un cattivo rapporto con loro. Cosa prova prendendo questa decisione? I suoi ragionamenti in questo punto delicato sono secondo noi un requisito essenziale affinché il suo personaggio risulti realistico. Non si decide di uccidere i propri genitori a sangue freddo e senza un ragionamento complesso che lo giustifichi.

Un grande assente della scena politica è invece Nicola, che dopo i primi capitoli scompare per poi riapparire brevemente verso la fine, quasi per ricordarci che esiste: ci viene detto che è circondato da una corte infida e che la madre ha un'insospettabile vena sanguinaria. Se da un lato l'aggiunta di una linea narrativa rischia di appesantire il racconto, dall'altro la sua storia presenta spunti interessanti e vedere come Nicola gestisce il suo nuovo ruolo mentre i suoi alleati si occupano di scagionarlo ai Lupfo-Evoco sarebbe interessante. Insomma, più show, meno tell. Ad appesantire questa "lontananza" che il lettore prova nei confronti di questo personaggio c'è il suo comportamento quando si trova a essere imprigionato. Troppo infantile per essere un principe al trono, Nicola si comporta in maniera tale che è impossibile simpatizzare per lui, anche perché non ci si è affezionati.

C'è un ultimo appunto da fare sulla famiglia degli Autunno: per il momento sono rimasti ancora sullo sfondo (abbiamo visto solo la Regina alla conferenza e Melissa è apparsa negli ultimi capitoli) e sono stati introdotti attraverso i discorsi degli altri personaggi che li descrivono come assetati di potere, invasori ecc... Con l'eccezione di Melissa che, almeno stando alle parole di Ariel e al fatto che sembri avere un piano indipendente da Raissa, sembra una persona decente. Consigliamo una caratterizzazione più completa, "a tutto tondo", di questa famiglia, magari sfruttando il popolino: raramente i dittatori hanno attratto a sé solo uomini malvagi e sadici; spesso erano supportati da persone normali, anche bene intenzionate, che non ne avevano colto il lato oscuro. Gli antagonisti ben caratterizzati sono affascinanti proprio per il mix di ammirazione, paura e odio che sanno suscitare.

Coinvolgimento emotivo:

Al di là del fatto che le vicende di alcuni personaggi affascinano di più chi legge – vuoi perché hanno più "screen time", vuoi perché hanno una caratterizzazione più positiva – in termini di coinvolgimento emotivo c'è da migliorare ancora un poco.

Proprio come dicevamo nella sezione del ritmo della narrazione, ci sono degli elementi che potrebbero dare origine a una maggiore tensione (e quindi a una maggiore attenzione e curiosità da parte del lettore), mentre altri più lenti potrebbero essere appena un po' assottigliati.

Un esempio per tutti sono Flora e la sua storia d'amore, ancora poco conosciuta: è difficile che un lettore investa emotivamente su un rapporto che non gli viene mai mostrato, ma solo accennato. Il problema è che la relazione con Franco ha messo in moto dei grossi cambiamenti (lui coinvolto con l'erede dei Delle Foglie, lei in fuga per sfuggire al matrimonio e per la sua missione), ma leggendo non si è in ansia per l'esito di queste missioni, né si ha il desiderio di vederli riuniti perché... beh, perché non li abbiamo mai visti interagire davvero, ne abbiamo solo sentito parlare dagli altri personaggi. Come si sono incontrati? Perché sono una coppia che funziona, cosa li lega? Domande di questo genere sorgono spontanee e magari troveranno risposta nei prossimi capitoli, ma se fossero state già spiegate seguiremmo le vicende con più coinvolgimento.

L'introspezione è un ottimo mezzo per rendere più reali i personaggi, ma attenzione a trovare il giusto equilibrio tra questa e il resto della trama: spiegando nel dettaglio cosa ipotizzano e progettano tutti i personaggi coinvolti si sottrae interesse al procedere della storia.

Analisi copertina:

- Quanto attira a prima vista. C'è poco da dire sulla copertina. Tra colori e composizione ci troviamo davanti a un lavoro di grafica davvero ben fatto, in cui il titolo è il soggetto principale. Non è una copertina tipica di Wattpad, siccome quelle tipografiche non sono quelle più utilizzate, ma il modo in cui è resa la aiuta a emergere.

-Sintonia degli elementi. "Selenia" appare in primo piano, dominando l'opera. Il font è leggibile e chiaro, e pur essendo di tonalità simile allo sfondo riesce a emergere e a farsi leggere. Anche il sottotitolo è parte fondamentale della copertina; il font utilizzato è lo stesso, ma è posto in modo più semplice, cosa che dona la stabilità necessaria alla composizione. Anche il nome autore è assolutamente comprensibile, e del formato giusto.

Non abbiamo trovato nessun errore, se non magari una piccolezza. Siccome per il titolo si è scelto di posizionare ogni lettera in modo diverso, troviamo che le ultime tre, messe così una dopo l'altra, funzionino un po' meno. Sarebbe stato interessante averle disposte seguendo il "ritmo" di quelle iniziali.

Recensione a cura di

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