DARKER//kookv

By fiamminga95

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"Due cuori, la stessa cicatrice" [COMPLETA] +++ Taehyung è un attore che dopo tanto tempo torna in corea per... More

Personaggi e Avvertenze
Prologo
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Epilogo

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By fiamminga95

NOTA: da domani sono in vacanza. Penso che riuscirò comunque ad aggiornare ma immagino che lo farò con meno regolarità. Non preoccupatevi, siamo ancora a metà della storia









Capitolo  19

La Caverna





Ryan Miller era un uomo alto, biondo. Aveva il tradizionale viso di un americano bianco di origini tedesche, il naso e le guance rosa, qualche spuzzo di lentiggini sulla faccia.

Dimostrava un po' di più dei suoi quarant'anni perché aveva una pancia rotonda e piena, i chili di troppo rendevano la sua faccia ovale e le sue guance paffute, tipiche di qualcuno che beveva troppe birre la sera davanti alla televisione.

A parte questo, sembrava una persona affabile e cordiale, elementi che catturavano subito la simpatia di Taehyung.

Era stato l'unico della lista di agenti suggeriti da Jin a presentarsi il prima possibile per fare un colloquio di persona, anche quando altri avevano proposto di farlo per telefono o via Skype.

Ryan, invece, sembrava davvero interessato al lavoro. Chiedeva una paga inferiore rispetto a quella di Soowon, e aveva dimostrato di poter raggiungere gli stessi contatti. Difficilmente Taehyung avrebbe trovato qualcuno di più adatto di lui.

«Direi che sarebbe opportuno un periodo di prova»

«Certamente» Ryan annuì, accavallando le gambe sotto il tavolo.

Erano a casa sua, nel soggiorno. Taehyung gli aveva offerto una limonata che Ryan aveva piacevolmente accettato.

«Del resto, mi pare di aver capito che il contratto con il tuo precedente agente non è ancora stato rescisso, né tanto meno è scaduto»

Taehyung annuì e scribacchiò un numero di telefono su un foglietto «Posso suggerirti di chiamare il mio avvocato Jackson a Los Angeles? Ha tutti i dettagli del mio contratto con Soowon. Non so quanto tempo ci vorrà per poterlo rescindere. È probabile che Soowon abbia inserito qualche clausola per tutelarsi»

«È un peccato. Non c'è qualcosa di compromettente che possa annullare il contratto o qualcosa che potrebbe convincere il giudice della sua inefficienza?»

Taehyung deglutì e si poggiò allo schienale del divano «Niente che vorrei usare» disse, enigmaticamente. Ryan non sembrò vederci troppo in quella frase e fece spallucce «Va bene. Per il momento il lavoro sarà facile, visto che sei già impegnato con la produzione di una serie ... ma prometto di dare il massimo»

«Grazie» gli fece un piccolo inclino e poi gli diede la mano, come facevano gli occidentali. Ryan sembrava il genere di persona a cui non importavano molto le formalità: anche in quel momento era vestito in modo abbastanza casual.

Una volta rimasto da solo e preparatosi il pranzo, ricevette una telefonata da Jimin mentre stava mangiando: «Ehi. Yoongi ti ha mandato il copione della scena di domani?»

«Sì, non l'ho ancora letta» disse, aprendo il pc e controllando se gli era arrivata la mail del copione.

«Dovremmo provarla. Va bene se vengo a casa tua?»

«Ok ... ma non sarebbe meglio provarla prima di girarla, come al solito, direttamente sul set?»

«Fidati, dobbiamo provarla»

«Va bene»

Taehyung non diede molto peso a quelle parole e semplicemente finì di pranzare, guardando la televisione.

Dopo parecchi minuti, quando stava già sistemando i piatti nella lavastoviglie, Jimin bussò alla porta. «Ehilà» disse, sfilandosi le ciabatte che portava sempre. «Hai mangiato?»

«Proprio adesso»

«Ok, ho portato il dolce» mostrò un sacchetto, dove all'interno c'era una scatola di gelato «Come è andata con l'americano?»

«Molto bene! Ryan è davvero un tipo apposto. Spero di lavorare bene con lui ... ah» tirò fuori il cellulare dalla tasca, mentre prendeva il gelato e lo portava sul bancone della cucina «Mi sono appena ricordato di dover fare una cosa»

Mandò un messaggio.









@Seok-Jin

Alla fine ho chiesto a Ryan di diventare il mio agente.

Complimenti per l'ottimo lavoro.

Grazie mille.







@Kim Taehyung

Grazie!

Sono molto fiero di me.

Buon lavoro!







Taehyung sorrise e infilò il telefono di nuovo in tasca, e prese dei bicchieri per metterci il gelato. Era al caffè e cioccolato, scelta molto conveniente.

Jimin gli venne vicino, e si sedette allo sgabello del bancone «Perciò. Hai letto la sceneggiatura?»

«No. Di cosa parla?»

«Kiomji fa la prima mossa»

«In che senso?» disse lui, leccando il cucchiaio con cui aveva smistato il gelato e poi buttandolo sonoramente nel lavandino.

«Uuuugh, Tae-Tae, perché non hai letto i libri?» sbuffò Jimin «Kiomji bacia Omin nella scena di domani»

Taehyung alzò lo sguardo e arrossì «Oh»

«Oh, bravo» Jimin e prese dal suo zaino che portava sempre, un fascicolo arrotolato «Vedi un po'» gli diede lo script e poi afferrò il suo bicchiere di gelato.

Taehyung prese in mano la sceneggiatura come fosse un insetto mortale «Uhm ...» la aprì e cominciò a leggere.

Ok, queste sono racconti che riguardano me e Jungkook, infondo. Ricordo com'è stato il nostro primo bacio .... Ah. Aspetta.

«Ma è un sogno» abbassò la sceneggiatura e guardò Jimin, che annuì, ingoiando il suo gelato e leccandosi le labbra.

«Esatto. La scena del bacio dei due protagonisti avverrebbe solo in una seconda stagione, se ce la faranno girare. No! Questa è la scena della Caverna dei Sussurri ... vabbè ma che te lo spiego a fare, non lo sai, non abbiamo ancora girato quelle scene. Allora» sospirò e Taehyung si sedette affianco a lui, cominciando a mangiare il suo gelato. «Questa è una delle parti più belle del primo libro. Al principe Kiomji è appena morta la madre e lui sta degenerando lentamente nella sua forma malvagia, così come desidera il padre, che lo manda a fare questa ricerca per le terre selvagge, dove Kiomji incontra tre mostri diabolici che lo spingono nella Caverna dei Sussurri dove lui ha delle visioni. Qualcosa del passato e qualcosa del futuro ma per lo più i suoi stessi desideri inespressi, quelli può oscuri e distruttivi. Immagino che le altre scene le girerai da solo»

Jimin puntò il dito contro la sceneggiatura che avevano.

«Non so nemmeno se il resto del set è pronto ma la nostra scena è più semplice da fare, perché si svolge in uno spazio buio e recondito, un luogo nella mente del protagonista. Namjoon la vuole anticipare per toglierla subito di torno. È una delle scene che non verrà mandata in onda in Corea ma sarà disponibile solo per il pubblico straniero»

«Ok» Taehyung annuì. «Quindi la proviamo?»

«Va bene» disse Jimin. Ormai tutti e due avevano finito il gelato e si spostarono sul divano. «Proviamo prima a leggerla»

Questo era un territorio inesplorato, per Taehyung. Non aveva idea che Jungkook avesse scritto qualcosa del genere: di che tipo di metafora della sua vita parlava? Cos'era questa Caverna?

Principalmente, quando era successo che Jungkook aveva capito che lo desiderava?

Era più interessato a darsi delle risposte piuttosto che a leggere la scena.

Jimin si mise vicino a lui e cominciò a leggere: «Perché siamo qui, mio principe?»

«Dov'è qui?» lesse Taehyung «Non so se questo posto è reale o no»

«È reale quanto lo sono i pensieri. È reale quanto lo sono le emozioni. Omin si avvicina e tocca delicatamente il viso a Kiomji» Jimin si fece un po' più vicino e ancora guardando il copione mise la mano sulla testa di Taehyung per indicare il movimento del suo personaggio. «Perché io sono qui, allora?» continuò a chiedere.

«Tu sei sempre nei mei pensieri» lesse Taehyung.

«Cos'è che desideri da tuo fratello, mio principe?»

Taehyung si accigliò. Guardò Jimin e poi tornò a guardare la sceneggiatura. «Kiomji fa un passo indietro, inorridito» spostò la mano di Jimin e si fece un poco più indietro «Non sei mio fratello»

«Tu mi hai voluto come un fratello. Sarò per te tutto quello che mi chiederai. Omin parla con voce sensuale, con fare da seduttore» Jimin si grattò la testa ed uscì un po' dal personaggio: «Credo che Hobi mi metterà addosso qualcosa di succinto e provocante» fece spallucce: «Cosa desideri da me?»

«Kiomji è smarrito e impaurito. Prova a resistere ai tentativi di Omin di toccarlo» lesse Taehyung. Jimin fece finta di volerci provare, agitando le mani. «Con disgusto per sé stesso dice: No!. Omin lo afferra»

Jimin gli prese il polso e continuò a leggere: «È così tanto più orribile del desiderare la morte di tuo padre? Così tanto più orribile di desiderare il suo regno e il suo potere?»

«Sì» Taehyung lesse il copione «Così orribile da pensare di poterti macchiare con la mia colpa e il mio peccato. Sta lontano da me»

«Mai»

«Non è ...» Taehyung si fermò. Jimin alzò gli occhi per vedere perché si era fermato ma Taehyung scosse la testa e continuò, dicendo: «Non è la cosa giusta»

«Non è ciò che desideri davvero, mio principe» Jimin toccò di più Taehyung, dove il copione diceva che il suo personaggio provava a sedurre quello di Taehyung «Non è quello che il tuo cuore vuole»

«A questo punto Kimjin, dopo aver provato a resistere, cede e bacia appassionatamente Omin» lesse. «Fine della scena con Omin nella Caverna dei Sussurri»

«Non è molto lunga» riconobbe Jimin, alzandosi in piedi. «Proviamola per davvero»

Così fecero e al centro del salotto, rimisero in scena la sceneggiatura. Taehyung aveva già memorizzato bene le battute e le riusciva già a ripetere bene. La scena era piuttosto breve ma dopo che provarono con i movimenti e le espressioni facciali, Taehyung interruppe Jimin prima che potessero finire la scena.

«Jimin, non la prendere come una critica. Sei molto bravo ... ma credo che la scena richieda più sensualità. Lo so che ne sei capace. Ti ho visto saltare addosso a Hobi, tempo fa»

Jimin incrociò le braccia «Come non ero abbastanza sensuale? Vedi che sono molto sensuale, grazie tante»

«Ok ... ma eri un po' ... come dire ...» gesticolò «Molto kdrama e poco tv show»

«Cosa vorrebbe dire?» disse l'altro indignato.

«Lo hai detto tu che queste scene saranno girate solo per il pubblico estero. Agli americani piacciono le cose un po' più spinte. Anche il bacio, per esempio: non penserai che lo dovremmo fare a stampo come si fa nei drama?»

«Ho baciato un sacco di persone nei drama» spiegò Jimin «Non c'è niente di male nei drama»

«Lo so. Non dico questo. Sto pensando al target»

«Aspetta» Jimin prese il suo cellulare e compose velocemente un numero. «Yoongi?» chiamò «Cosa intende la sceneggiatura, quando si parla di "bacio appassionato?"»

Taehyung si sedette sul divano a gambe e braccia incrociate. Osservò mentre l'altro ragazzo camminava su e giù per il salotto, parlando con il suo coinquilino accigliandosi sempre di più. «Ok, ma quanto? No, ho capito che è praticamente la scena di una fantasia erotica però ...» rimase fermo ad aspettare e poi dopo un po' salutò Yoongi con un: «Ok ho capito, ho capito. Sì. Sì. Ok!» Jimin si grattò la testa: «Mi sa che hai ragione tu. Ok. Facciamo questa scena. E signor vengo dall'America, dammi delle dritte, perché non sono sicuro di capire davvero questa storia della "sensualità prorompente di Omin"»

«Così ha detto?» Taehyung si accigliò.

«Ma sì ... Omin ha questo aspetto innocente e al tempo stesso sensuale senza provarci, mi capisci? Ma qui non è davvero Omin a parlare, è la fantasia di Kiomjin, quindi dovrei cambiare un po' registro e uscire dal personaggio. Va bene. Facciamolo»

Jimin batté le mani e Taehyung si alzò in piedi. Guardando Jimin, si chiese cos'è che Jungkook aveva immaginato, riguardo a lui. Quando era diventato una sirena sensuale che l'ha irretito? Taehyung stesso non era mai stato così esplicitamente sicuro di sé davanti a Jungkook. Era un territorio inesplorato. Ma lui doveva agire come Jungkook ... e non aveva bisogno di sforzarsi troppo, per capirlo.

«Non è la cosa giusta»

«Non è ciò che desideri davvero, mio principe ... non è quello che il tuo cuore vuole»

Conosceva quella sensazione fin troppo bene, adesso.

Discese nella mente del suo personaggio: nella mente di Jungkook. Un luogo pieno di insicurezze, frustrazioni e gelosie e rabbia, tantissima rabbia, che era molto diverso dalla mente di Taehyung. Mentre parlava, provava ad imitarlo e quando afferrò Jimin, continuò a chiedersi: com'è Jungkook? Com'era Jungkook quando lo fissava con sguardo così intenso da farlo rabbrividire, com'era quando il suo corpo premeva contro il suo?

Strinse Jimin, che aveva fatto scorrere le mani sul suo petto. Era sensuale, anche se meno di quello che Taehyung gli avrebbe suggerito.

Com'era Jungkook quando era pervaso dal desiderio?

Lo sapeva fin troppo bene.

Afferrò Jimin per i capelli e gli spostò didietro la testa, abbassandosi per baciarlo con la stessa vorace intensità che era tipica di Jungkook. Sentì Jimin gemere sotto di lui e rimanere sorpreso dalla forza della passione che Taehyung stava mettendo in quel bacio. Gli leccò le labbra, alla fine, quando l'altro le schiuse e rimase con Jimin arrossato e perplesso tra le sue mani.

«Oh ...» disse, schiarendosi la voce «Bacio appassionato ... quindi?» il suo tono era molto sorpreso.

«Potrebbe essere più appassionato di così. Anche tu, dovresti essere più provocante» lo lasciò andare, lasciando andare allo stesso modo anche il suo personaggio e ritornando in sé stesso. Jimin si aggiustò i capelli e si portò, imbarazzato, le ciocche della frangia dietro le orecchie.

«Ok ...» disse, riassettandosi «Perciò non credi che vada bene?»

«Se mi hai detto che una delle scene più belle del libro, allora i fan ci terranno molto a vederla realizzata al meglio. Com'era nel libro?»

«Uh» Jimin continuava a schiarirsi la voce «Molto drammatica ma anche ... erotica»

«Allora sensuale non va più molto bene» considerò Taehyung, tra sé è sé. «Forse dovremmo provare di più»

«Ok ...?»

«Il bacio, intendo. Dovrebbe essere più appassionato. Non dovresti stare fermo a subire. Io non starei ...» si corresse subito: «Voglio dire, io al posto tuo, direi che Omin sarebbe più il tipo da subire all'inizio e poi contraccambiare con foga, anche considerando che è una visione»

«Già, giusto. Quindi?»

«Baciamoci di nuovo» Taehyung fece un passo verso di lui «Non sei a disagio, dico bene?»

«Uh? Ah, no!» Jimin ridacchiò: «Sto benissimo! Benissimo, non ti preoccupare. Sono un professionista, io!» tossì un poco e poi disse: «Dove eravamo?»

Taehyung ritornò a baciarlo, considerando o no se dovesse usare la lingua, ma Jimin scuse le labbra e gli diede comunque il via libera. Il loro bacio si fece lungo e intenso, intervallato solo da considerazioni tecniche di Taehyung e piccoli gemiti di Jimin. Rimasero in piedi, anche se dopo un poco cominciarono a fargli male le ginocchia. Passarono parecchi minuti, in cui Taehyung non fece altro che ripetere e ripetere, come un bambino che impara a scrivere e ricopia le lettere, tutte le cose che sapeva fare Jungkook, per imitarle al meglio.

Jimin, alla fine, era una piccola pozza di sudore ed eccitazione fatta di affanno o orecchie rosse. Taehyung non lo dovette nemmeno scusare: del resto era sempre il suo stato quando Jungkook lo baciava. Quando lo vide in quel modo, rimase soddisfatto. Aveva davvero raggiunto la veridicità del personaggio.

«Molto bene. Penso che la scena andrà bene» fece un sorriso a Jimin, che era ancora imbarazzato.

Il giorno dopo, Taehyung era vestito con il suo solito costume mentre a Jimin aveva messo addosso una specie di velo rosso. La loro scena si svolgeva in un campo completamente nero, avvolto dal fumo. C'erano state poche persone ad assistere: i tecnici, Namjoon alla sedia del regista e Hobi ancora con il metro in mano e Yoongi con la sceneggiatura.

Bastò un "azione" e lui e Jimin ricrearono la scena che aveva provato il pomeriggio prima a casa.

Durò pochi minuti e poi si baciarono davanti a tutti.

Alla fine, quando staccò con forza la testa bianca di Jimin da sé per terminare il loro bacio, dopo qualche secondo di ritardo sentì dire: «Buona ... !» Namjoon sventolò la mano «Buona la prima. Ok ... uhm, facciamo i primi piani, signori. Ottimo lavoro» non stava guardando il set, ma il monitor.

Di fianco a lui, Yoongi era accigliato e Hobi sghignazzava. «Be. Questo sì che è stato sexy», commentò.





+++







Jungkook stava facendo finta di ascoltare la riunione. Aveva troppe cose per la testa, per stare a sentire l'ennesimo aggiornamento sulle vendite che avrebbe potuto leggere brevemente in un comunicato. Invece era lì, con un auricolare wireless ad uno orecchio, il tablet davanti, e gli occhi fissi ma non concentrati sul proiettore davanti a lui, dove altri stavano guardando la presentazione.

Gli squillò il telefono. Qualcosa di così ovvio e ricorrente che Jungkook nemmeno si chinò per controllare la notifica, finché non gli apparì anche l'avviso di un'email sul tablet che aveva davanti.

Il nome di Jung Seokmin lo fece destare.

Era l'addetto alla produzione della serie Dragon master, uno dei pochissimi a sapere che era coinvolto più che come semplice investitore. Jungkook aprì l'email solamente perché la noia lo attanagliava. Il messaggio conteneva molte informazioni sulle spese, sulla produzione e l'avanzamento delle riprese. Come ultima nota, il produttore si congratulava con l'intera troupe e affermava di aver assistito ad uno dei momenti più intensi sul set fino a quel momento.

Allegava un'immagine del set, due figure in piedi.

Jungkook riconobbe, com'era ovvio, quale momento della storia fosse ... anche perché era difficile da equivocare.

Nonostante tutto, e nonostante fosse seduto immobile alla sedia, la matita che aveva in mano si spezzò.

«Signor Jeon?» lo chiamarono.

Jungkook alzò gli occhi e vide tutti gli altri partecipanti alla riunione che lo osservavano senza celare una certa trepidazione. Jungkook lanciò loro il suo sguardo più nero: «Andate avanti» disse, e nessuno si degnò di contraddirlo. Il presentatore continuò, con un po' di nervosismo, a parlare.

Jungkook tornò a guardare la fotografia che aveva sul tablet e che ora riempiva l'interno schermo. Qualcuno avrebbe detto che era molto bella, qualcun altro avrebbe detto che andava contro natura. Jungkook pensava che andava contro tutto quello per cui aveva lavorato.

Strinse la mascella, continuando ad osservare l'immagine sensuale di Taehyung, con addosso il suo costume di scena più semplice, piegato un bacio appassionato con Jimin, a malapena coperto.

Non era il tipico bacio che si vedeva nei drama alla tv. Non era un bacio a fior di labbra e sofferto, era una famelica lotta tra labbra e braccia, avvolta dalla nebbia e dall'oscurità.

Per un attimo, Jungkook vide rosso.

Spese il tablet, cominciando a respirare lentamente. Quella era la sua storia. La SUA. Aveva scelto lui gli attori, sapeva che cosa sarebbe successo. Ma non credeva che sarebbe stata mostrata così, con quella cruda passione sessuale.

Sapeva che Taehyung era stato con altri uomini, ma erano tutti privi di un volto nella sua mente: erano tutti soggetti estranei che avevano approfittato del suo angelo. Come Soowon, quel porco bastardo che aveva pagato e avrebbe continuato a farlo ... ma non si era mai davvero trovato a vedere Taehyung abbracciato ad un altro uomo, baciare un altro uomo. Era successo con donne, in alcuni suoi film e Jungkook non aveva provato nessuna gelosia perché le donne, per Taehyung, erano come bambole senza sesso.

Ma Jungkook non si sarebbe aspettato di sentir ribollire il sangue, dopo aver ricevuto quella doccia fredda all'improvviso.

Non si era mai trovato ad odiare un altro giovane uomo come quel Park Jimin che si permetteva di poter baciare Taehyung. Il suo Taehyung. Suo, e di nessun altro, e che nessun altro avrebbe dovuto toccare a parte lui.

I respiri lenti non bastarono a calmare la rabbia, e per tutto il resto della presentazione, Jungkook emanò puro istinto omicida dal suo corpo che mise tutto alla larga. Nessuno gli parlò quando uscì e Jungkook aveva la sensazione che sarebbe stato in grado di staccare la testa a chi un poco gli dava fastidio in quel momento.

Tornò al suo ufficio.

«Signor Jeon!» Jin si alzò in piedi dalla sua scrivania «ha finito presto. C'è stato un cambio di programma ...»

«Che vuoi, Jin?» sbottò «Non sei in grado di mantenere la mia agenda di impegni coerente per un giorno intero, per caso? Fai il segretario o solo la pettegola, a quel tavolo?» ruggì, quando si sentì interrompere.

Jin batté più volte le palpebre «Signore, ha un visitatore ...»

«Non mi interessa potrebbe essere il papa o la seconda venuta di Cristo, possibile che tu non sia in grado di mantenere i miei impegni ordinati per almeno mezza giornata, Seokjin? Cosa devo fare per avere un segretario decente, assumere un cinese?» urlò di nuovo.

Jin non rispose, ma la porta dell'ufficio di Jungkook si aprì dietro di lui e ne fece capolino una testa nera. «Kookie?» chiese Taehyung con voce incerta.

Jin gli dava le spalle, ma fece uno sguardo eloquente a Jungkook che voleva dire: Sei un imbecille, sappi che lo sto pensando.

Va al diavolo, pensò lui di rimando a Jin che sembrò percepirlo e tornò alla sua scrivania, mentre Jungkook entrava nel suo ufficio, richiudendosi velocemente la porta alle spalle.

«Uh, Kookie non voglio disturbare. Se hai impegni possiamo parlare un altro giorno ... o questo weekend» si giustificò Taehyung, mentre arrossiva.

«No, no certo che no» gli prese per una mano «Mi dispiace che tu mi abbia visto così arrabbiato, non ero in me ... mi hanno davvero fatto arrabbiare nella mia ultima riunione»

«Mmm» Taehyung osservò la sua mano dentro quella di Jungkook e disse: «Comunque, non dovresti urlare così con Jin. Fa solo il suo lavoro»

«Lo so, ma mi conosce. Lo sa che non penso tutto quello che dico». Non era vero. Jungkook parlava e intendeva sempre dire esattamente quello che aveva detto, ma non era il caso di dipingersi ancora più cattivo agli occhi di Taehyung che era andato da lui.

Taehyung strinse le labbra e annuì. «Non voglio rubarti tempo ...»

«Sei sempre la mia priorità, angelo, te l'ho detto» gli accarezzò il dorso della mano con il retro del pollice «Dimmi. C'è qualcosa di cui mi volevi parlare?»

«Mi volevo scusare» disse, angosciato, Taehyung «Per il mio comportamento a Jeju. Sono stato un rompi scatole e non ho apprezzato minimamente quello che hai fatto per me» gli strinse di rimando la mano e Jungkook scosse la testa: «Amore mio» sussurrò «Non c'è bisogno di scusarsi. Mi hai concesso il piacere del tuo tempo quando non avevo nemmeno il diritto di chiederlo e anche se non è andata come speravo, anche aver trascorso qualche ora con te è stato bellissimo. Non posso dire che mi sia bastato o che ne sia stato soddisfatto ... ma sarei soddisfatto del tempo trascorso con te solo se ti avessi sempre intorno»

Taehyung arrossì ancora, e Jungkook trovava la colorazione delle sue guance imbarazzate la più piacevole tinta di rosa mai creata dalla natura. Strinse di più la mano.

«Vorrei essere così bravo a parlare come te ...» disse piano Taehyung «Ma ... le ultime scene che ho girato sul set mi hanno dato da pensare»

Jungkook si irrigidì, pensando alla foto che aveva appena finito di guardare, e per un attimo di puro terrore, Jungkook temette che l'altro lo volesse lasciando definitivamente, forse perché aveva trovato un amante meno complicato in Park Jimin. La sua paura, tuttavia, era completamente immotivata e irrazionale.

Taehyung continuò: «Vedi ... è che sono stato così tanto preso dai miei dubbi che non ho mai considerato i tuoi»

«Io non ho dubbi su di noi o su di te, angelo» spiegò, pienamente convinto.

«Non ora. Ma sicuramente c'è stato un momento in cui li avevi, in cui ti sei chiesto cosa provavi per me»

«Oh» Jungkook annuì «Sì, capisco quello che vuoi dire» aveva senso, visto la scena che sapeva che Taehyung aveva girato: quella della Caverna, il momento in cui Jungkook aveva capito di essere attratto dal suo più vecchio e migliore amico e che aveva provato a scacciare.

«A dire il vero, Jungkook ... ho capito una cosa»

«Che cosa?»

«Uhm ... vedi» Taehyung lo portò più al centro della sala, per farli sedere entrambi alle poltrone davanti alla scrivania di Jungkook «Sei sempre così concentrato su di me. Fai dipendere tutto da me e questo anche se dovrebbe lusingarmi, mi pietrifica dalla paura. Non voglio che una nostra relazione ... di qualsiasi tipo essa sia, dipenda solo da uno dei due. Stai agendo tu da solo ma non affrontiamo mai le tue paure, i tuoi dubbi o i tuoi desideri»

«Oltre te, non c'è più niente» disse, con nuda e cruda verità. Taehyung lo guardava come se avesse pietà di lui «E questa azienda? E il tuo lavoro»

«Te la posso cedere adesso, se me la chiedi. Faccio preparare i documenti e sarai il proprietario di tutto quello che ho»

Taehyung guardò in basso e si morse il labbro «La parte peggiore è che so che sei perfettamente serio»

«Lo sono»

«Jungkook io ti voglio vedere sano e felice e appagato. Come tu vuoi vedere me. Non voglio che tutto inizi e finisca con noi perché ... e sarò sincero, le relazioni sentimentali non sono così perfette. Ti stai creando un'illusione dove pensi che stando con me tutto il resto si annullerà, ma non è così»

«Sarò appagato e felice quando ti saprò mio, al sicuro e felice. Non ho bisogno di nient'altro»

Taehyung sospirò e ritrasse la mano da quella di Jungkook «Sono venuto per scusarmi, ma mi sembra di star parlando con un disco rotto. Di nuovo» scosse la testa e sospirò «Jungkook ... non so come uscire da questa situazione. Non so come avvicinarmi a te senza precipitare. Se come un buco nero che ad una certa distanza limite, mi risucchia. E non voglio finire risucchiato. E tu ... tu hai solo sostituito una dipendenza con un'altra» assottigliò le labbra «Non voglio essere la tua nuova droga»

Jungkook rimase in silenzio, pietrificato dalla tagliente verità delle parole dell'altro.

Taehyung si alzò e Jungkook fece lo stesso, ma lo afferrò abbracciandolo prima che l'altro potesse andare via. «Kookie ...» lo avvisò Taehyung.

«Dimmi cosa devo fare. Dimmelo tu. Non so più che fare, Taehyung» sentiva che gli stava scivolando via dalle mani. Lo sentiva distante ogni momento di più, ogni volta che si incontravano, Taehyung si allontana di un passo, vanificando ogni suo tentativo di trattenerlo.

Perché doveva essere così difficile? Perché non poteva cedere e basta e semplicemente ammettere che erano fatti per stare insieme?!

Taehyung scosse la testa e lo allontanò e per Jungkook fu come se l'avesse trafitto con una freccia nel petto. «Non lo so, Jungkook. Non so come aiutarci» si girò e provò ad andarsene.

«Taehyung!» lo chiamò, ora preso dal panico.

L'altro non gli rispose, ma andò via di corsa, più in fretta.

«Taehyung!» Jungkook provò a riprenderlo, ma Taehyung gli sfuggì velocemente e si precipitò via dal suo ufficio.

Jungkook, tra le sue stesse lacrime di angoscia, quasi non vide quelle di Taehyung.

La porta rimase aperta, mentre lui era da solo nel suo grande, freddo ufficio.

Si voltò e, urlando, piangendo, diede un calcio alla poltrona che rotolò a terra.

«Jungkook ...? Va tutto bene?» Jin era accorso, e sembrava spaventato.

Jungkook afferrò il suo porta penne e glielo lanciò contro, colpendo la porta, invece di Jin. Le penne e le matite esplosero per tutta la stanza, mentre Jin si andava a nascondere.

«Va' via!» urlò.

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