Behind a Kiss ~ [Taekook]

Door Li4129

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[COMPLETA] Behind a kiss - Dietro a un bacio. Cosa c'è dietro a un bacio? Per il 19enne Jungkook dietro a un... Meer

I n t r o d u z i o n e
U n o
D u e
T r e
Q u a t t r o
C i n q u e
S e i
S e t t e
O t t o
N o v e
D i e c i
U n d i c i
D o d i c i
T r e d i c i
Q u a t t o r d i c i
Q u i n d i c i
S e d i c i
D i c i a s s e t t e
D i c i o t t o
D i c i a n n o v e
V e n t i
V e n t u n o . u n o
V e n t u n o . d u e
V e n t i d u e
V e n t i t r e
V e n t i q u a t t r o
V e n t i c i n q u e
V e n t i s e i
V e n t i s e t t e
V e n t o t t o
V e n t i n o v e
T r e n t a
T r e n t u n o
T r e n t a d u e
T r e n t a t r e
T r e n t a q u a t t r o
T r e n t a c i n q u e
T r e n t a s e i
T r e n t a s e t t e
T r e n t o t t o
T r e n t a n o v e
Q u a r a n t a
Q u a r a n t u n o
Q u a r a n t a d u e
Q u a r a n t a t r e
Q u a r a n t a q u a t t r o
Q u a r a n t a c i n q u e
Q u a r a n t a s e i
Q u a r a n t a s e t t e
Q u a r a n t o t t o
Q u a r a n t a n o v e
C i n q u a n t a
C i n q u a n t u n o
C i n q u a n t a d u e
C i n q u a n t a t r e
C i n q u a n t a q u a t t r o
C i n q u a n t a c i n q u e
C i n q u a n t a s e i
C i n q u a n t a s e t t e
C i n q u a n t o t t o
C i n q u a n t a n o v e
S e s s a n t a
S e s s a n t u n o
S e s s a n t a d u e
S e s s a n t a t r e
S e s s a n t a q u a t t r o
S e s s a n t a c i n q u e
S e s s a n t a s e t t e
S e s s a n t o t t o
S e s s a n t a n o v e
E p i l o g o
C a r t a c e o!
N u o v e S t o r i e

S e s s a n t a s e i

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Door Li4129


[ ATTENZIONE: non sono un medico e nemmeno voglio esserlo quindi prendete con le pinze tutto quello che è scritto nel capitolo. Ricordatevi che è una fan fiction, grazie! ]

~

Jungkook era sdraiato sul lettino di una delle infinite stanze di quell'enorme ospedale. Non ci mise molto tempo per svegliarsi e, non appena successe, si trovò circondato da un paio di infermiere e un dottore.

«Ciao Jungkook, io sono il Dottor Choi. Come ti senti?» Gli chiese il medico subito dopo aver notato i suoi occhi aperti.

«Cosa è successo?» Tentò di parlare Jungkook.

Le parole gli uscirono a fatica. Fece difficoltà a trovare il fiato per articolare quella frase perché gli sembrava di non averne. Si sentiva come se avesse appena corso una maratona.

«Sei svenuto e adesso stiamo cercando di capire come mai. Dai primi esami sembra tutto nella norma.» Gli spiegò il dottore. «Però a guardarti mi sembri affaticato, non riesci a respirare bene?»

«N-non molto» Ammise Jungkook portandosi una mano sul petto.

«Perché ti tocchi il petto? Per caso ti fa male?» Continuò a chiedergli il Dottor Choi.

«S-sì.» Affermò poi.

«Da uno a dieci, quanto è forte il dolore?»

Le domande del dottore sembravano infinite ma, risposta dopo risposta, sarebbe stato in grado di capire la causa dello svenimento di Jungkook. Era fondamentale, quindi, che il ragazzo rispondesse con onestà ad ognuna di esse.

«7... 8 forse.» Disse Jungkook non del tutto sicuro di come misurare il suo malessere.

«E da quanto tempo hai questo dolore?» Gli domandò mentre ordinava all'infermiera vicino a lui di portarlo a fare un elettrocardiogramma. Era chiaro che dietro ai sintomi del ragazzo ci fosse qualcosa di più serio di un semplice svenimento.

«Così forte d-da poco. Mi è capitato di sentirmi male nei giorni scorsi ma non pensavo fosse grave, non pensavo fosse r-reale.» Borbottò senza fiato Jungkook.

«Cosa intendi?» Chiese confuso il dottore.

«Pensavo fosse mal d'amore.» Furono le ultime parole di Jungkook prima di essere portato a fare l'ECG.

Quando il medico si accorse che quello non sarebbe bastato per avere una diagnosi, ordinò almeno altri tre esami che il ragazzo si fece fare in silenzio, lamentandosi solo ogni tanto del dolore che non sembrava cessare.

«Jungkook, dovremmo riprendere il discorso di prima. Ci sono troppe cose che non tornano. Le analisi del sangue sono buone, i sintomi però non lo sono per niente. Avevo pensato ad un infarto del miocardio ma non coincide con la tua storia clinica. Sei un ragazzo in forma e sano. Uno degli ultimi esami infatti mi ha fatto venire un'altra idea, un'idea forse folle ma che spiegherebbe i tuoi sintomi. Però devo farti ancora una domanda per averne la sicurezza.» Furono le parole del dottore.

«Mi dica.» Lo incoraggiò il moro.

«Hai subito stress emotivo ultimamente? E con questo intendo se c'è stato qualche evento traumatico nell'ultimo periodo.»

Le parole del medico colpirono nel segno. I giorni appena trascorsi, erano stati forse il periodo più brutto e difficile di tutta la sua vita.

«Io...» Tentò di rispondere.

«Hai subito violenza?» Indagò il Dottor Choi.

«No.» Negò Jungkook.

«Un lutto?» Ipotizzò poi.

«No.» Negò ancora.

Ma quelle risposte non riuscirono ad accontentare il medico che era sicuro che ci fosse qualcosa sotto, qualcosa che il suo giovane paziente non gli aveva ancora detto.

«Quando prima mi hai parlato di mal d'amore, cosa intendevi?» Domandò quindi.

«Oh... è stato un periodaccio.» Iniziò a sfogarsi Jungkook. Molto probabilmente al medico non interessava sapere la storia della sua vita ma aveva bisogno di sfogarsi e lo fece senza curarsi del fatto che dopo anche il dottore lo avrebbe potuto giudicare. In quel momento era solo stanco, stanco di tutto. «Mia madre mi ha detto che le faccio schifo perché mi piacciono anche i ragazzi e il mio fidanzato mi ha lasciato perché non mi ama più. Il mio cuore sta soffrendo davvero tanto, per questo le ho detto che sentivo dolore al petto nei giorni passati, l'amore fa male.» Continuò a parlare sempre con qualche difficoltà dato che ancora non riusciva a respirare perfettamente.

Dopo quella sua affermazione, il medico non ebbe più dubbi e capì che la sua intuizione fosse giusta e ordinò ad un infermiere di somministrargli delle specifiche medicine.

Solo dopo avergli dato quel cocktail di farmaci, il dottor Choi gli spiegò la sua diagnosi.

«Jungkook, non immagino neanche quanto possa esser stato difficile per te subire tutto ciò e mi duole dirlo ma... è proprio questo lo stress emotivo di cui parlavo.» Gli iniziò a raccontare. «Ciò che ti è capitato si chiama sindrome di Tako-Tsubo, più comunemente conosciuta come sindrome del cuore infranto. Di solito si presenta nelle donne e dopo una certa età ma, a quanto pare, neanche i bei ragazzi ne sono immuni. Le cause scatenanti sono situazioni stressanti od emotive, come quelle che hai passato tu, ed i sintomi li hai provati tutti: dolore al petto, dispnea e senso di svenimento.» Terminò.

«Quindi ho davvero il cuore spezzato.» Cercò di sdrammatizzare Jungkook che in realtà stava tremando dalla paura.

«Non ti devi preoccupare, Jungkook.» Lo rassicurò il medico quando si accorse quanto le sue parole avessero fatto agitare il ragazzo, probabilmente perché si stava immaginando i peggiori scenari per il suo futuro. «Con un mese di totale riposo e i farmaci che ti ho dato, dovresti riuscire a riprenderti completamente. Sei giovane, sei forte.» Gli fece coraggio.

A quelle parole il moro riuscì a tranquillizzarsi un po'.

«Allora non morirò?» Domandò come conferma Jungkook.

«No ragazzo. Certo, se non ti avessero portato subito in ospedale avresti potuto avere complicanze varie ma fortunatamente il tuo amico ti ha trovato poco dopo il tuo svenimento.» Gli raccontò il medico.

«Amico? Chi mi ha trovato?» Chiese curioso.

«Non so il suo nome, un biondino che ti deve volere molto bene dato che era preoccupatissimo. Andrò io personalmente ad informarlo che stai bene, è qui fuori.» Gli spiegò il Dottor Choi.

Jimin. Era lui ad averlo trovato svenuto. Tutto nella sua testa iniziò a farsi chiaro. Era stato proprio il moro a chiedergli di andare a casa sua. Lo aveva invitato perché aveva bisogno di qualcuno che lo aiutasse a smettere di piangere e che riuscisse ad alleggerirgli il dolore al petto. Non si sarebbe mai aspettato che in realtà Jimin gli avrebbe letteralmente salvato la vita.

«Ah, abbiamo chiamato anche i tuoi genitori. Tuo padre sta arrivando.» Lo avvisò il medico. «Adesso riposati e faremo entrare anche il tuo amico se vorrai.» Gli comunicò prima di uscire dalla sua stanza.

Fuori di lì, il dottore incontrò Jimin e Taehyung che stavano piangendo l'uno tra le braccia dell'altro in attesa di qualche notizia su Jungkook.

Appena il biondo notò la figura del medico uscire dalla stanza del minore, si alzò in piedi, liberandosi dalle braccia di Taehyung che lo stringevano, e si diresse dall'uomo in cerca di spiegazioni.

«Come sta?» Gli chiese. «È grave?»

I due ragazzi erano stati messi al corrente del fatto che Jungkook si fosse svegliato e che lo avessero sottoposto a diversi esami ma ancora nessuno aveva fatto sapere a quei due niente di più concreto.

Quando anche il castano notò il medico, affiancò il suo migliore amico.

«Tu chi sei?» Chiese il Dottor Choi che, prima di allora, aveva visto solamente Jimin ma non Taehyung.

«Sono il fidanzato.» Rispose di getto senza riflettere sul fatto che, in realtà, non lo fosse più.

«Allora forse è meglio se non entri.» Gli consigliò il dottore, intuendo che il ragazzo di fronte a sé fosse l'ex che aveva spezzato il cuore al suo paziente. «Jungkook non deve stressarsi.»

«Perché? Cosa gli è successo?» Domandò Jimin.

Il medico iniziò a spiegare a grandi linee il problema che affliggeva il loro amico ed entrambi si sentirono da una parte sollevati, perché non era niente di non risolvibile, e dall'altra distrutti. Taehyung, in particolar modo, si stava dando la colpa per quello che era successo a Jungkook.

Quel pomeriggio, usandolo e parlandogli come aveva fatto, doveva davvero averlo ferito così tanto da fargli scatenare il tutto.

Il medico li lasciò soli, aveva altri pazienti da visitare, e diede il permesso a Jimin di entrare nella stanza dove Jungkook era ricoverato.

«Sono così contento, guarirà presto!» Esclamò il biondo mentre si asciugava le ultime lacrime prima di far visita al moro. «Tae, perché continui a piangere? Sta bene adesso.»

«L'ho quasi ucciso, Jimin.» Constatò in un sussurro.

«Non dire sciocchezze, non è colpa tua.» Lo rassicurò il biondo, stringendolo in un abbraccio.

«Invece sì, è tutta colpa mia.» Singhiozzò il castano.

«No Tae, non scordarti che in quest'ultimo periodo Jungkook si è stressato molto. Ha fatto coming out e ha dovuto subire gli insulti della gente e il rifiuto della madre, ha rotto con te e nessuno di noi gli è stato vicino durante questo periodaccio. Io, Hoseok, Yoongi, Namjoon e Jin pensavamo che sarebbe riuscito a cavarsela da solo perché si mostra sempre più forte di quello che è ma invece aveva bisogno anche di noi. Abbiamo sbagliato tutti e non ha sbagliato nessuno. Non potevamo sapere che tutto questo insieme di cose avrebbe potuto portare ad una situazione del genere.» Gli spiegò Jimin.

«Ma guarda caso è stato male proprio dopo la cazzata che ho fatto io.» Continuò ad incolparsi Taehyung.

«Ok, forse quella è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso ma, l'unica colpa che puoi darti, è quella di aver fatto credere a Jungkook di non amarlo più quando in realtà lo ami come il primo giorno.» Disse il biondo puntandogli l'indice contro. «Adesso io entro e tu rifletti. Dirò a Jungkook che sei qui ed entrerai solo se sarà anche lui a volerlo perché, come ha detto il medico, non deve stressarsi.»













___________
Spazio autrice:

Il nostro Kook sta bene, deve solo trovare il modo di riposarsi. Quindi... CONGRATULAZIONI! Avete finalmente superato le parti più difficili della storia, adesso inizia la discesa.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapere.

-3

💙💙

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