~
Taehyung passò tutto il weekend alla ricerca di un lavoro. Dopo che suo padre aveva smesso di finanziare ogni suo capriccio, si era ritrovato a fare i conti con la vita vera. Gli ultimi risparmi stavano finendo e così, il castano, pensò che fosse arrivato il momento di rimboccarsi le maniche ed iniziare a guadagnare dei soldi come tutti gli esseri viventi di quel mondo: lavorando.
Inutile dire che l'idea non lo attirasse affatto, soprattutto perché sapeva che si sarebbe dovuto accontentare di un lavoretto che non gli avrebbe dato nessuna soddisfazione. Non essendo ancora laureato non poteva puntare a nessun ruolo che gli interessava, non poteva fare domanda in una qualche azienda per il posto di direttore come sognava lui. Il suo curriculum era bianco, nessuno lo avrebbe accettato.
Per questo girò in lungo e in largo tra bar, ristoranti e annunci di tutoraggio per ragazzi più giovani a cui serviva una mano per studiare. Valutò anche l'opzione di fare da dog sitter ma nessuno sembrava aver bisogno di lui.
«Incredibile come in tutti gli annunci di lavoro sia richiesta esperienza.» Si lamentò con il fidanzato. «Ma come faccio a fare esperienza se nessuno è disposto ad assumermi?»
Era così disperato che si era ripromesso di accettare la prima offerta che gli fosse capitata. Da qualche parte doveva pur iniziare.
Jungkook non gli aveva mai fatto pesare il fatto che, nonostante adesso condividessero la stessa casa, l'affitto lo stesse continuando a pagare solo la famiglia del minore. Ma Taehyung si sentiva in colpa, voleva contribuire un minimo alle spese.
Sapeva che la famiglia di Jungkook non navigasse nell'oro e sicuramente un aiuto con l'affitto avrebbe fatto comodo.
Ma, nonostante tutto ciò, il suo ragazzo non gli aveva mai messo fretta e l'aveva più volte rassicurato del fatto che il lavoro sarebbe arrivato prima o poi, magari proprio quando meno se lo aspettava.
Jungkook aveva notato quanto quell'argomento avesse iniziato ad innervosire il maggiore, come si sentisse un fallito ogni volta che qualche datore di lavoro declinava la sua candidatura. Per questo l'aveva aiutato tutto il weekend, guardando annunci su internet ed inviando il curriculum di Taehyung ad ogni offerta che riteneva adeguata. Ma fu, anche quello, un buco nell'acqua.
Avevano coinvolto anche i loro amici e tutto il gruppo si era posto come obiettivo quello di trovare al più presto un lavoro per Taehyung.
Era domenica pomeriggio e i due ragazzi erano seduti, non molto compostamente, sul divano con i loro computer davanti per continuare a fare ricerche in modo da trovare annunci recenti.
Poco dopo il telefono di Taehyung squillò e per un attimo sperò che fosse uno dei tanti datori di lavoro che aveva contattato e da cui aspettava notizie sull'esito della sua candidatura. Sperò che qualcuno lo stesse chiamando per avvisarlo della sua assunzione o, perlomeno, del fatto che fossero interessati ad un colloquio con lui. La speranza però svanì quando vide apparire sullo schermo il nome di Hoseok.
Rispose comunque alla chiamata e il rosso non gli diede nemmeno il tempo di dire "Pronto" prima di iniziare a parlare.
«Macchiato.» Disse solamente.
«Scusami? Cos'è macchiato?» Gli chiese Taehyung confuso.
«Il caffè che mi offrirai.» Spiegò.
«Perché dovrei offrirti un caffè?» Continuò a domandare il castano.
«Perché il tuo caro Hoseok ti ha trovato un lavoro.» Esclamò il rosso.
Taehyung spalancò gli occhi e sperò di non aver sentito male. Per sicurezza, chiese conferma.
«T-tu... davvero?» Fu tutto ciò che la sua mente, ancora in stato di shock, riuscì a far pronunciare alla sua bocca.
«Davvero davvero!» Confermò Hoseok.
«Oh cazzo, io ti amo.» Esclamò Taehyung lasciandosi cullare dalla felicità che lo stava assalendo.
«Chi è che ami?» Chiese sconvolto Jungkook, seduto accanto a lui sul divano.
«Hoseok mi ha trovato un lavoro.» Lo mise al corrente il castano, così che l'altro capisse il perché della sua precedente affermazione.
«Oddio, davvero?» Domandò anche lui incredulo prima di vedere il suo ragazzo, che sul viso aveva stampato uno dei suoi bellissimi sorrisi, annuirgli. «Cazzo, Hoseok, ti amo anche io.» Disse poi avvicinandosi con la bocca al telefono di Taehyung, che era appoggiato al suo orecchio, in modo che il rosso lo potesse sentire.
Hoseok iniziò a ridacchiare, contento di aver reso felici i suoi amici e poi perse qualche minuto ad informare Taehyung su quello che sarebbe stato a tutti gli effetti il suo primo lavoro.
Gli spiegò che sarebbe stato il nuovo commesso di un negozio di abbigliamento. Non era certo l'aspirazione di Taehyung per il futuro ma per il momento se lo sarebbe fatto andare bene. Gli disse, inoltre, che il negozio apparteneva ad un'amica di sua madre e di come questa, in realtà, stesse per assumere una ragazza che le aveva portato il curriculum qualche giorno prima. Hoseok, però, era stato bravissimo nel convincerla che niente avrebbe attirato delle ragazze in un negozio di abbigliamento quanto un bellissimo ragazzo come commesso. Non gli era sembrata del tutto convinta all'inizio ma, quando le aveva mostrato delle foto del castano, aveva cambiato subito idea, trovandolo perfetto per quel lavoro.
E fu così che il lunedì pomeriggio si ritrovò proprio in quel negozio per il suo primo giorno. Incontrò la proprietaria che gli spiegò un po' come funzionavano le cose. Avrebbe fatto dei turni così da non compromettere più di tanto la sua carriera universitaria. La maggior parte delle volte avrebbe lavorato dalle 4 di pomeriggio, orario in cui molto spesso finivano le lezioni pomeridiane nei giorni in cui le aveva, fino a chiusura, cioè fino alle otto di sera. Altre volte gli sarebbero toccati turni più lunghi che potevano essere di mattina o di pomeriggio. In quel caso avrebbe dovuto perdere qualche ora di lezione all'università ma non poteva lamentarsi più di tanto perché si sentiva già molto fortunato ad essere riuscito a trovare un lavoro così in fretta. Inoltre, aveva due giorni a settimana liberi, che sarebbero cambiati tutte le volte in base ai turni che la proprietaria aveva il compito di stabilire.
«Siete in cinque a lavorare qui ma sarete in negozio solo due alla volta. Non lavorerai sempre con la stessa persona, faccio i turni proprio per questo, così che tutti possiate lavorare con tutti. Punto ad un ambiente lavorativo sereno quindi spero che andrai d'accordo con i tuoi colleghi. Non voglio litigi, urla o battibecchi in questo negozio, né tra lo staff né con i clienti. Tutto chiaro?» Finì di spiegargli l'amica della madre di Hoseok.
Taehyung annuì convinto e la donna lo lasciò nelle mani di una ragazza bassa e magra che sarebbe stata la sua collega durante il suo primo turno proprio quel pomeriggio. La ragazza gli spiegò cosa avrebbe dovuto fare e al castano sembrò tutto molto semplice: doveva chiedere ai clienti che entravano se avevano bisogno d'aiuto, ripiegare e mettere a posto i capi che le persone lasciavano disordinatamente sul bancone vicino ai camerini, battere gli scontrini alla cassa e sorridere tutto il tempo, qualunque fosse il suo umore.
Le quattro ore del suo primo giorno di lavoro passarono in fretta e tranquillamente. Tornò a casa stanco ma felice di potersi finalmente definire indipendente.
Il suo secondo turno invece iniziò alle quattro di pomeriggio del giorno dopo, un martedì. Subito dopo essere uscito dall'università si diresse verso il negozio. Fortunatamente per lui i due luoghi non distavano molto l'uno dell'altro, questione di pochi minuti.
Si cambiò per mettere la divisa che consisteva in jeans e una maglietta con il logo del negozio sul davanti e la scritta "staff" sul retro. Si precipitò alla cassa dove vide il collega con il quale avrebbe dovuto lavorare quel giorno. Preparò uno dei suoi sorrisi migliori e si avvicinò al ragazzo. Appena fu sul punto di presentarsi, questo si voltò, facendo scomparire il sorriso a Taehyung.
«Yunseo?»
___________
Spazio autrice:
Sembra proprio che questo ragazzo starà in mezzo ai piedi ai nostri Taekook ancora per un po'. Chissà se lo amerete o lo odierete...
Spero che la storia continui a piacervi, fatemi sapere!
💖💖