Behind a Kiss ~ [Taekook]

Li4129 tarafından

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[COMPLETA] Behind a kiss - Dietro a un bacio. Cosa c'è dietro a un bacio? Per il 19enne Jungkook dietro a un... Daha Fazla

I n t r o d u z i o n e
U n o
D u e
T r e
Q u a t t r o
C i n q u e
S e i
S e t t e
O t t o
N o v e
D i e c i
U n d i c i
D o d i c i
T r e d i c i
Q u a t t o r d i c i
Q u i n d i c i
S e d i c i
D i c i a s s e t t e
D i c i o t t o
D i c i a n n o v e
V e n t i
V e n t u n o . u n o
V e n t u n o . d u e
V e n t i d u e
V e n t i t r e
V e n t i q u a t t r o
V e n t i c i n q u e
V e n t i s e i
V e n t i s e t t e
V e n t o t t o
V e n t i n o v e
T r e n t a
T r e n t u n o
T r e n t a d u e
T r e n t a t r e
T r e n t a c i n q u e
T r e n t a s e i
T r e n t a s e t t e
T r e n t o t t o
T r e n t a n o v e
Q u a r a n t a
Q u a r a n t u n o
Q u a r a n t a d u e
Q u a r a n t a t r e
Q u a r a n t a q u a t t r o
Q u a r a n t a c i n q u e
Q u a r a n t a s e i
Q u a r a n t a s e t t e
Q u a r a n t o t t o
Q u a r a n t a n o v e
C i n q u a n t a
C i n q u a n t u n o
C i n q u a n t a d u e
C i n q u a n t a t r e
C i n q u a n t a q u a t t r o
C i n q u a n t a c i n q u e
C i n q u a n t a s e i
C i n q u a n t a s e t t e
C i n q u a n t o t t o
C i n q u a n t a n o v e
S e s s a n t a
S e s s a n t u n o
S e s s a n t a d u e
S e s s a n t a t r e
S e s s a n t a q u a t t r o
S e s s a n t a c i n q u e
S e s s a n t a s e i
S e s s a n t a s e t t e
S e s s a n t o t t o
S e s s a n t a n o v e
E p i l o g o
C a r t a c e o!
N u o v e S t o r i e

T r e n t a q u a t t r o

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Li4129 tarafından


~

Era venerdì mattina e, come tutti i giorni della settimana ancora in corso, Jungkook non era andato all'università. Ormai le lacrime gli concedevano una tregua ogni tanto, così da non passare le intere giornate a piangere. Per questo doveva ringraziare Jimin che gli era stato accanto nei due giorni precedenti, distraendolo un po'.

Jungkook stava scorrendo tra i vari film di Netflix, senza riuscire a trovarne uno che lo convincesse del tutto. Alla fine erano giorni che non faceva altro che guardare la TV per distrarsi un po' sia durante il giorno, sia durante le svariate notti insonni che aveva passato. Inoltre, non era proprio dell'umore per vedere nessun tipo di film anche solo lontanamente romantico e quindi era costretto a scartare la maggior parte di ciò che offriva Netflix.

Il suono del campanello lo distrasse dalla sua ricerca. Almeno poteva abbandonare l'idea del film e lasciare che fosse la compagnia di Jimin a distrarlo nonostante il moro, il giorno prima, gli avesse detto che quella mattina non avrebbe avuto problemi a starsene da solo, così da permettere al biondo di seguire finalmente le lezioni all'università.

Si alzò dal divano con la sua ormai fidata coperta, che teneva sulle spalle come se fosse un mantello, e andò ad aprire la porta.

«Jimin, te l'avevo detto. Non c'era bisogn-» Disse Jungkook bloccandosi nell'esatto momento in cui realizzò che, davanti alla porta di casa sua, non ci fosse il suo amichetto biondo ma bensì l'unica persona che, al momento, non voleva vedere.

«Ciao Jungkook.» Gli disse Taehyung, sorridendo, ancora immobile fuori casa sua.

Ditemi che mi sono addormentato davanti alla TV e che questo è solo un incubo. Pensò Jungkook.

Rimase almeno un minuto in silenzio con gli occhi sgranati per la sorpresa, oltretutto non gradita, prima di realizzare che quello non fosse affatto un incubo ma piuttosto una realtà scomoda della quale avrebbe fatto volentieri a meno.

Ritrovarselo davanti, così bello e sorridente, gli incrinò ancora un po' il cuore. Sentiva gli occhi bruciare e le lacrime che gli chiedevano di uscire per bagnare nuovamente quelle guance che da giorni assaggiavano quelle gocce salate quasi ininterrottamente.

Non disse niente, semplicemente richiuse la porta così come l'aveva aperta. Taehyung però riuscì a precederlo mettendo un piede in avanti per bloccare la porta così che non potesse essergli chiusa in faccia.

«Ti prego vattene.» Sussurrò Jungkook quando le prime lacrime iniziarono a lasciare i suoi occhi.

«Jungkook penso che dovremmo parlare» Gli rispose il castano.

«Hai già detto tutto quella sera, ora lasciami in pace.» Disse il minore che non aveva la forza di sentir uscire altro da quella bocca che gli aveva fatto provare il dolore più grande.

«No, non ti lascerò in pace finché non mi permetterai di spiegarti tutto. Ci sono tante cose che non sai e che dovresti sapere, lasciami entrare e parliamo.» Cercò di insistere Taehyung.

Odiava vedere i bellissimi occhi di Jungkook rossi e gonfi di lacrime, odiava vedere come lo stesse distruggendo anche il solo guardarlo negli occhi, odiava essere stato così cieco da non essersene accorto prima così da evitare tutto questo.

«Così che tu possa rompermi nuovamente il cuore? No, grazie. Mi è bastata la prima volta.»

La voce del minore lasciò trasparire tutto il suo dolore, si percepiva la tristezza incastrata in mezzo a quelle parole. Era chiaro che il suo cuore fosse a pezzi, che lui fosse a pezzi.

«Jungkook...» Lo implorò Taehyung che aveva perso il sorriso già da molto tempo. Vedere con i suoi occhi come fosse riuscito a distruggere il ragazzo davanti a sé gli fece male, così tanto male che una lacrima sfuggì dal suo occhio destro e si infranse sul pianerottolo di casa del minore. «...ti prego.»

E cazzo, Jungkook era stato male in quei giorni, malissimo, ma niente gli aveva stretto il cuore quanto vedere il ragazzo che amava piangere.

Per questo si spostò di lato in modo che il maggiore potesse passare ed entrare in casa. Non era stato abbastanza forte per chiudere quella porta in faccia al suo dolore. Non c'era riuscito perché quel dolore era anche la sua felicità e, vedere la sua felicità piangere, gli aveva fatto dimenticare tutto tranne che il suo amore.

Ed era stato proprio quell'amore a lasciare la porta aperta, a farsi da parte e a far entrare Taehyung nel suo appartamento.

«Puoi sederti sul divano.» Gli disse mentre si asciugava il viso dalle ultime lacrime.

Taehyung fece come gli era stato detto ma rimase in silenzio, adesso che si trovava lì non sapeva da dove iniziare.

«Allora?» Ruppe il silenzio Jungkook. «Non dovevi dirmi tante cose?»

«Sì, ma non so da dove partire.» Ammise il maggiore.

Il moro annuì e aspettò in silenzio che l'altro cominciasse a parlare.

«Sono stato un cretino.» Finalmente aprì bocca Taehyung.

«Tae, non è che se mi sono fatto dei film mentali sui tuoi atteggiamenti nei miei confronti significa che sei tu il cretino, al massimo lo sono io. Ed è proprio per questo che ho bisogno di stare da solo e vederti non mi aiuta per niente.» Lo interruppe Jungkook.

«No, sono stato un cretino a non capire che il mio atteggiamento nei tuoi confronti non fosse normale.» Cercò di spiegarsi meglio, ovviamente fallendo vista l'espressione confusa che si fece spazio sul volto del minore.

«In che senso?» Chiese infatti Jungkook.

«Pensavo di trattarti come tratto ogni altra persona perché mi è venuto tutto così naturale. Ogni carezza, ogni abbraccio e ogni parola mi veniva naturale con te. Non ho mai riflettuto su tutto ciò che ho fatto perché era normale per me desiderare di far sesso con te più di una volta e volerti sentire vicino mentre guardavamo un film, ma in realtà non era normale, niente di ciò che ho fatto con te l'avrei fatto con altri.» Gli spiegò.

«Taehyung non credo di capire...»

«Ti sto dicendo che sono stato un cretino, sono stato un cretino a non essermi reso conto prima di essermi innamorato di te.»

Jungkook a quelle parole sentì il suo cuore spezzato fermarsi. Aveva desiderato così tanto sentirsi dire quelle parole da Taehyung che, ora che le aveva dette, non riusciva quasi a crederci.

«Non scherzare.» Sussurrò abbassando lo sguardo sulle sue mani che si stava torturando ormai dall'inizio della sua conversazione con il maggiore.

«Non sto scherzando Jungkook.» Lo rassicurò. «Ho impiegato fin troppo tempo per capirlo ma ora ne sono sicuro.» Continuò.

Purtroppo però le cose che Taehyung doveva dire al minore non erano finite, anzi, mancava ancora la parte più difficile.

«Ma prima che tu dica niente vorrei che sapessi un'altra cosa.»

«Ok.» Disse timidamente Jungkook.

«Non ho mai creduto nell'amore e lo sai bene, i miei genitori mi hanno sempre insegnato che nella vita non porta a niente innamorarsi e che per avere successo è necessario abbandonare i propri sentimenti in un angolo per lasciare spazio ad altre cose. Sono nato da un matrimonio combinato fatto per creare quella che adesso è l'azienda che i miei genitori possiedono. Mi è stato promesso che ne sarei diventato il capo non appena laureato, come già ti avevo detto, ma ho volontariamente omesso di dirti che quella che mi era stata fatta non fosse affatto una promessa ma un patto, ed ogni patto ha le sue condizioni.»

Prima di continuare il suo discorso Taehyung si bloccò per qualche secondo. Jungkook rimase in silenzio ad aspettare e ad elaborare quelle parole. Aveva alzato la testa per guardare il maggiore negli occhi e fu così che si accorse che quel discorso stesse facendo del male anche a lui.

Ma ancora non sapeva che quel patto sarebbe stato il crudele assassino di due cuori innamorati.

«Mi devo sposare, Jungkook.» Continuò. «E non sarò io a scegliere con chi.»

Jungkook spalancò gli occhi perché tutto si aspettava tranne che una confessione del genere. Se un attimo prima aveva ripreso a sperare di avere un futuro con Taehyung, l'attimo dopo si ritrovò a maledirsi un'altra volta per averci creduto ancora.

«Quindi se voglio un futuro sicuro, l'azienda e i soldi dei miei genitori non posso stare con te, non posso lasciare che i miei sentimenti nei tuoi confronti si mettano nel mezzo.» Gli spiegò nuovamente.

Jungkook sentì il suo cuore creparsi ancora, vedendo riaffiorare tutto il dolore che aveva provato nei giorni passati. Era sicuro che non sarebbe riuscito a trattenere le lacrime ancora per molto ma non voleva che il ragazzo davanti a sé lo vedesse piangere un'altra volta.

Non voleva credere di dover rinunciare all'amore, di doversi privare del calore degli abbracci di Taehyung, del suo sapore sulle labbra. Non voleva vivere con il cuore spezzato, non voleva vivere con la consapevolezza di essere amato ma di non poter vivere quell'amore.

Però, nonostante i suoi desideri, non avrebbe mai costretto Taehyung a prendere la stessa decisione che avrebbe preso lui. Lo avrebbe lasciato libero, senza smettere di amarlo e, forse però, senza neanche smettere di soffrire.

«Non ti chiederei mai di rinunciare a tutto ciò per me, non sono così egoista. Devi scegliere ciò che ti renderà felice.» Disse il moro trattenendo a stento i singhiozzi.

«Infatti è quello che ho fatto. Ho scelto ciò che mi renderà felice...» Gli confermò il maggiore.

«Bene, ne sono conten-» Tentò di dire il più piccolo prima di essere interrotto.

«Ho scelto te Jungkook.»

I grandi occhi del moro, lucidi di lacrime mai scese, si allargarono dallo stupore. Era sicuro che quello fosse un sogno o, perlomeno, un'allucinazione uditiva dovuta alle poche ore di sonno che si era concesso in quei giorni.

«C-cosa?» Chiese infatti incredulo.

Taehyung sorrise nel vedere la tenera espressione sul volto dell'altro. Come aveva fatto a non accorgersi prima di essere completamente perso per quegli occhi scuri e per quelle labbra rosse? Come aveva potuto scambiare quelle sensazioni con qualunque altra cosa che non fosse amore? Jungkook gli aveva rubato il cuore fin dal primo giorno e lui era stato così stupido a non essersene accorto.

«Hai capito bene, ho scelto di non lasciarmi più comandare dai miei genitori, ho scelto di non reprimere ciò che provo, ho scelto di abbandonare un futuro che non mi avrebbe mai reso felice. Voglio essere io a decidere con chi stare, con chi condividere la mia vita. Voglio essere felice Jungkook, e se rinunciare a tutto mi permetterà di essere felice almeno la metà di quanto lo ero nei giorni che ho passato insieme a te allora è quello che voglio.» Ammise il maggiore.

«Tu sei un pazzo, chi mai farebbe una cosa del genere?» Gli domandò Jungkook che ormai aveva smesso di trattenere le lacrime. Ma, per la prima volta dopo tanto tempo, quelle furono lacrime di gioia.

«Solo una persona innamorata lo farebbe.» Gli rispose Taehyung, usando la stessa frase che il giorno prima Jimin aveva usato con lui quando gli aveva posto la stessa domanda.

Jungkook si coprì il volto con entrambe le mani e prese a singhiozzare ancora più forte di prima.

«Ehi, ti prego basta lacrime.» Gli sussurrò Taehyung mentre gli spostava le mani dal viso. «Mi fa male al cuore vederti piangere.» Aggiunse.

«Scusa, è che non so cosa dire o cosa fare.» Rispose Jungkook. «Io mi faccio tanti film mentali ma tu poi riesci sempre a rendere la realtà più bella. Mi spiazzi e io non so come comportarmi. So solo che ho una voglia matta di baciarti in questo momento.» Confessò.

Taehyung sorrise.

«Allora fallo, baciami Jungkook.»

E mezzo secondo dopo le loro bocche furono una sopra all'altra a raccontarsi di come si erano mancate. In quel bacio respirarono il dolore che i loro cuori avevano provato e l'amore che era sbocciato. Fu un bacio dolce e sincero, lento ma passionale. Perché adesso i loro sentimenti erano chiari ad entrambi, adesso quel bacio racchiudeva un significato più grande per entrambi.

Adesso dietro a quel bacio c'erano due persone innamorate e che avevano scelto di dirselo così, in silenzio, bocca su bocca, lingua contro lingua. E con le mani cercarono l'uno il corpo dell'altro e si aggrapparono a quella realtà che aveva superato di gran lunga qualsiasi altro sogno.












___________
Spazio autrice:

Ed è proprio il caso di dirlo: ALLELUIAAAAAA

Ce l'abbiamo fatta raga, i nostri piccioncini sono felici. Ma non è finita qui, siamo giusto a metà storia, devono succedere ancora tante cose (belle e brutte). Intanto però godiamoci qualche capitolo di pace e felicità.

Spero che la storia continui a piacervi, fatemi sapere.

Vi adoro! (siamo super vicini alle 500k letture sto impazzendo, non mi sembra reale)

❤️❤️

Okumaya devam et

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