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'When the children play' di AlenGarou

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Por GemmeDaScoprire

Titolo: When the children play

Autore: AlenGarou

Genere: Horror

Sottogenere: Paranormale

Trama: La trama inizia in maniera apparentemente semplice e banale: un gruppo di amici si riunisce in una casa infestata per trascorrere la notte di Halloween, senza immaginarsi l'evoluzione inquietante che prenderà la serata. La storia infatti si sviluppa in modo sempre più complesso, inserendo numerosi elementi paranormali e angoscianti, che la rendono originale e avvincente nonostante le premesse.

1. Correttezza grammaticale:

Da questo punto di vista la storia non presenta particolari problemi: gli errori rilevati sono pochi e sostanzialmente si tratta di refusi o sviste che si possono correggere senza particolari problemi.

- Punteggiatura. Di tanto in tanto c'è un uso particolare del punto e virgola, che viene usato al posto della virgola, spezzando il ritmo e creando una pausa troppo lunga. Potrebbe essere una scelta stilistica, ma lo segnaliamo comunque poiché suona meglio inserendo semplicemente una virgola:

non era altro che un'illusione; una proiezione del suo disagio → illusione, una.

da non sottovalutare; pace all'anima sua → sottovalutare, pace all'anima sua.

Ci sono alcuni vocativi non segnalati dalla virgola, soprattutto quelli espressi da un nome comune e non proprio.

non essere triste tesoro → non essere triste, tesoro.

basta mamma → basta, mamma.

In alcuni casi, che riportiamo, sarebbe stato preferibile inserire una virgola prima della congiunzione e, perché altrimenti la frase perde il suo ritmo.

Preferiscono osservare la vita, piuttosto che viverla e Alexander non era da meno → viverla, e Alexander.

Tengo solo alla mia vita e poi avrei dovuto dare troppe spiegazioni → vita, e poi.

Raramente abbiamo notato degli incisi non del tutto corretti.

O almeno, così credeva → O, almeno, così credeva

Non è un errore frequente, per cui pensiamo che si tratti di distrazione o sonorità della frase, ma non si deve separare con una virgola, a meno che non sia un inciso, il soggetto dal verbo.

Quello che ne seguì, fu un momento di stallo → quello che ne seguì fu un momento di stallo.

Inoltre abbiamo trovato alcuni passaggi che risultano troppo lunghi, lasciandoci "senza fiato" durante la lettura.

Alex inarcò un sopracciglio. In cuor suo sapeva che tale constatazione sessista non era altro che l'ennesimo tentativo di stuzzicare secondo le regole di un qualche primitivo rituale di accoppiamento di cui non comprendeva la logica e a cui non voleva avere alcun coinvolgimento, eppure la sua parte diabolica scalpitava di fargli mangiare la polvere → è consigliabile dividere questa frase, perché è molto lunga.

- Verbi. Sono presenti, anche se di rado, forme di passato remoto usate impropriamente.

stette per urlare → stava.

un gruppo di spogliarelliste, o almeno credette che lo fossero nonostante la giovane età → spogliarelliste – o almeno credeva.

Nel capitolo 15 è usato scomparsero invece che scomparvero.

- Altro. Ci sono piccoli errori qua e là, di battitura o di distrazione, dei quali segnaliamo giusto qualche esempio, ma basta una rilettura attenta per eliminare anche quelli che ci sono sfuggiti.

un fruscio alle sue spallo → spalle.

in grembo mentre si sedeva water → sul water, manca la preposizione.

abbagliare → abbaiare.

Nel capitolo quattordici il nome Maximillian è scritto con due L e con una.

E ora di cogliere → È ora

Di tanto in tanto ci sono delle ripetizioni, probabilmente dovute anche in questo caso a distrazione.

poteva ancora avvertire il profumo della madre intriso nelle cuciture [...] ma intrise d'amore

"Non particolarmente" rispose innocentemente, dando un morso al panino che finalmente era uscito allo scoperto → attenzione ai due avverbi vicini, non suonano molto bene.

Abbiamo riscontrato alcuni casi in cui i trattini (–) degli incisi sono utilizzati in maniera scorretta, senza gli spazi corretti.

drammatiche –o erotiche, ma quello dipendeva dai casi-. → drammatiche – o erotiche [...] casi –.

–quelli morti– → – quelli morti –

Ti segnaliamo inoltre alcuni passaggi che non scorrono o non sono molto chiari.

"Con un gemito, Dakota si preparò mentalmente al ricongiungimento con gli altri, trattenendo a stento un gemito insicuro.

La luce all'interno del bagno scese al 30% → Anche se è un pensiero di Alex, stona con la narrazione.

Quando si fermò davanti al suo banco e con una mano iniziò scompigliò delicatamente i boccoli.

2. Narrazione:

Lo stile e l'attenzione prestata alla narrazione superano di gran lunga molte delle opere presenti sulla piattaforma: è evidente la cura riservata ai dettagli, alla costruzione dei personaggi e della trama stessa e al ritmo narrativo utilizzato, che, seppur in alcuni passaggi, soprattutto nella parte iniziale, possa sembrare un po' lento, non è mai pesante. Al contrario, la storia si è sempre rivelata una lettura piacevole e coinvolgente.

Questo è sicuramente dovuto all'ottimo equilibrio che viene creato tra l'inquietante e l'ironia, una combinazione molto rara da trovare ma sicuramente efficace. Questa caratteristica – tanto dei personaggi che dello stile dell'autrice – è uno dei punti di forza della storia, e i momenti più appassionanti sono proprio quelli in cui l'horror e l'umorismo si fondono.

- Terminologia. La terminologia utilizzata è ottima e molto curata: i termini inseriti nelle descrizioni si allineano bene con il tipo di storia e con gli eventi presentati. Non si raggiunge uno stile aulico, ma questo non si rivela una nota negativa: con dei personaggi adolescenti sarebbe apparso fuori luogo e poco credibile. Al tempo stesso, sono presenti di tanto in tanto termini arcaici e piuttosto ricercati, soprattutto nei capitoli narrati dal punto di vista di Alex: questo è in linea con il personaggio, ma nel caso dei dialoghi spesso risulta un po' una forzatura alle orecchie dei lettori moderni.

Ad esempio: "Benché meno in un piano del tutto fallimentare che TU hai ideato!"  → in questo caso la forma benché meno risulta leggermente spiacevole da leggere, soprattutto considerando che a parlare non è nemmeno Alex ma Ren, e ti consigliamo di sostituirla con men che meno o qualcosa di simile.

Inoltre, di tanto in tanto i termini utilizzati sono più desueti che arcaici, più per quanto riguarda l'ortografia che le parole stesse, tanto che siamo state costretti a ricontrollare per assicurarci che effettivamente le forme esistessero. In questi casi, di cui ti riportiamo esempi, ti consigliamo di effettuare delle sostituzioni, per evitare perplessità nei lettori.

Esempi:

bell'imbusto → grafia desueta, bellimbusto;

assomiglianza → somiglianza.

In alcuni casi ci sono dei periodi un po' lunghi o contorti, che spezzano un po' questa sensazione e si perde il ritmo, ma nulla di troppo evidente, un esempio è comunque segnalato più avanti.

- Descrizioni. Abbiamo trovato davvero ottime le descrizioni dei luoghi: in particolare ci ha colpiti molto quella di Pennington Mansion, sia della casa reale che della versione "paranormale". In entrambi i casi, come dicevamo nel punto precedente, la terminologia è molto curata: pur essendo ricca di spunti e aggettivi, non risulta mai ridondante e tratteggia poco a poco uno scenario che nella mente appare chiaro e nitido, facendoci intuire l'importanza del luogo.

Un po' più deboli risultano invece quelle dei personaggi, di cui riusciamo a cogliere elementi sparsi e caratteristici, ma – ad eccezione di Alex – meno immagini definitive.

- Dialoghi. I dialoghi sono molto ben gestiti: risultano sempre scorrevoli e molto credibili, permettono al lettore di immergersi nella lettura e immedesimarsi nei personaggi. Nel caso di questa storia in particolare rivestono un'importanza fondamentale, soprattutto nella parte in cui Alex cerca di scoprire cosa è accaduto nel passato, perché sono direttamente collegati al procedere della trama e svelano un mistero per volta.

Gli unici che ci hanno lasciato leggermente perplesse sono quelli dei gemelli, Dahlia e Dorian, che risultano forse un po' troppo maturi e specifici per essere di due bambini, ma ipotizziamo che questo sia anche in parte legato all'epoca in cui sono vissuti e al loro modo di comportarsi particolarmente controllato. Più spontanei da questo punto di vista sono quelli degli altri bambini di Pennington Mansion.

- Ritmo della narrazione. Come accennavamo, all'inizio la storia ha un ritmo un po' lento. Ci sono diversi passaggi che hanno principalmente un lato comico, il che aiuta il lettore a familiarizzare con i personaggi, ma ciò rallenta un po' lo svolgersi della trama. Non stiamo dicendo di toglierli, perché sono gestiti davvero bene e tutte le battute funzionano, solo di valutare quanto spazio si vuole effettivamente dare a questi dialoghi. 

Andando avanti, comunque, questo si risolve: la narrazione diventa decisamente più rapida, separandosi in vari filoni man mano che le sorti dei personaggi cambiano; cominciano a comparire elementi paranormali, che aumentano il coinvolgimento e la tensione nel lettore. Ne troviamo un ottimo esempio al capitolo 4, che è reso davvero bene, con indizi e dettagli sparsi, con la tensione che, palpabile, aumenta a ogni passaggio e lo rende davvero una lettura da cui è difficile staccarsi.

Il ritmo si altera – in questo caso presumiamo di proposito – negli ultimi capitoli, quelli del Regno degli Spiriti, dove l'andamento della narrazione rallenta leggermente, tramite descrizioni e registro un po' più elevato, per permettere al lettore di familiarizzare con la nuova realtà e assimilare le numerose rivelazioni.

3. Analisi completa delle tematiche:

Le tematiche che questa storia tratta sono numerose e molto differenti una dall'altra.

Nei primi capitoli, l'elemento portante della narrazione sono i personaggi. L'autrice ne ha analizzato con attenzione le relazioni interpersonali – continuando naturalmente anche nei capitoli successivi –, e forse la tematica più importante da questo punto di vista è l'amicizia e il rapporto con il diverso, rappresentato in questo caso da Alex. Per quanto riguarda lei, infatti, vediamo che il suo carattere distaccato e freddo è imputabile anche – ma non del tutto, come ci confermano diversi flashback sulla sua natura che tuttavia devono essere ancora analizzati del tutto – ai disturbi sociali. Particolarmente bella e ben fatta è l'amicizia tra Alex e Emily, che pur essendo molto diverse riescono ad apprezzarsi e a sostenersi a vicenda.

Proseguendo con la narrazione vengono inserite tematiche molto più importanti, come ad esempio il Male – che viene visto, percepito e subito da ogni personaggio in maniera differente – e la sua eterna lotta con il Bene, trattata in modo molto originale e connessa anche in questo caso all'infanzia di Alex e tutto ciò che di paranormale la circonda.

Un'altra tematica importante è quella che riguarda i precedenti abitanti di Pennington Mansion. Viene approfondito l'amore materno, e il fatto che non è necessario essere genitori biologici di un bambino per amarlo e desiderare di proteggerlo. Questo aspetto ci ha colpiti molto e ci ha avvicinato di più alle presenze che infestano la casa.

4. Originalità:

Nonostante le premesse non siano delle migliori – la storia potrebbe avere una presentazione migliore e i primi capitoli si rivelano anche i meno scorrevoli –, andando avanti la situazione migliora decisamente, con l'aggiunta di elementi molto caratteristici che la rendono una lettura avvincente e mai scontata.

- Impatto iniziale. L'impatto iniziale è forse uno dei punti deboli della storia. Questo si può vedere già dalla stessa copertina, la cui foto è davvero molto interessante e rispecchia le tematiche e le atmosfere del racconto, ma il cui titolo è difficile da leggere.

La sinossi non funziona del tutto: leggendo abbiamo trovato la prima parte un po' superflua, perché rischia di oscurare la seconda, molto più interessante e funzionale, e non invoglia affatto il lettore a cominciare la storia. Secondo noi, infatti, una scelta più azzeccata sarebbe stata concentrarsi sulle informazioni sui protagonisti, descritti in un modo molto originale che attiri di più l'attenzione del lettore, e lasciar perdere o almeno limitare quella che sembra un po' una critica alla nostra società, in quanto nella storia la festa di Halloween funge solo da pretesto per l'inizio degli avvenimenti e non viene poi approfondita.

Al contrario, il prologo funziona alla perfezione e stimola la lettura: la narrazione è chiara e diretta, e ciò che accade inquieta il lettore con i suoi rumori e gli scricchiolii sconosciuti, fino a concludersi con un ottimo cliffhanger.

- Originalità della storia nel complesso. In questa storia l'elemento maggiormente originale non è contesto o l'ambientazione – sebbene il topos narrativo della casa infestata sia reso molto bene, si tratta appunto di un topos, e l'atmosfera da classico horror che genera, per quanto ben fatta, da sola non basterebbe a valorizzare questa storia –, bensì i personaggi e l'evoluzione della trama.

Il punto di forza di When the children play è il fatto che possiamo trovarci un po' di tutto, dall'approfondimento psicologico e le relazioni dettagliate tra i personaggi fino a elementi paranormali e inquietanti molto innovativi, e questo dà alla storia un senso di completezza, pur non essendo essa ancora completa. Le interazioni tra i personaggi, soprattutto, sono talmente varie e ben rese che creano un intreccio in grado di renderla innovativa e appassionante anche quando la trama principale procede lentamente.

- Originalità del titolo. Il titolo di certo funziona bene: la tecnica di unire un elemento innocente ma caratteristico della storia come il bambino e il gioco al contesto horror tende ad aumentare ancora di più il senso di inquietudine. È una tecnica che rende molto bene sotto l'aspetto cinematografico, quindi più sul visivo, ma che comunque anche in questo caso è utilizzato molto bene.

Tuttavia c'è comunque da dire che nonostante la sua estrema coerenza con la storia, potrebbe risultare un po' lungo e non semplice da ricordare.

5. Analisi delle falle:

Anche da questo punto di vista non notiamo particolari problemi, perché sia la trama che i personaggi sono coerenti e ben costruiti; gli elementi che abbiamo riportato sono facilmente correggibili con una rilettura.

- Contraddizioni. Ci sono alcuni passaggi in cui il narratore non sembra essere ben definito: per narrare praticamente tutta la storia si utilizza quello focalizzato, anche se in personaggi diversi, tuttavia ci sono passaggi in cui diventa quasi onnisciente. Questo accade ad esempio nel capitolo 4, dove si dice che nessuno nota la mano che sfiora Alex, o nel capitolo 6, in cui "non notò nemmeno l'angolo di diario consunto seminascosto dal cumulo di stoffa", o negli ultimi capitoli, in cui assistendo alle vicende di Miss Pennington a volte ci vengono riferiti i suoi sentimenti.

- Pezzi mancanti. -

- Altro. C'è una cosa che ci siamo chieste e che crediamo sarebbe stato opportuno inserire. Nel capitolo 5 nessuno dei ragazzi mostra alcun tipo di timore verso Alex, che era appena stata posseduta e che, per quanto gli altri sanno, potrebbe esserlo ancora. Secondo noi questa mancanza di titubanza o perplessità nei suoi confronti, o anche solo di domande un po' più pressanti di quella che le fa Emily, inficia un po' la verosimilità di questo passo.

Inoltre, al capitolo 12 è difficile capire il collegamento tra le fiere e Dakota.

6. Caratterizzazione dei personaggi:

Anche su questo punto non possiamo assolutamente lamentarci: i personaggi sono numerosi, eppure sia quelli principali che quelli secondari sono ben definiti, e i legami che li uniscono, che siano emotivi o familiari, aiutano a caratterizzarli in modo completo.

Alex, la protagonista, si presenta come una dei più particolari. È molto distaccata, tanto da sembrare strana o pazza, eppure il suo modo di essere, per quanto peculiare, non risulta mai eccessivo. Si rende conto meglio di chiunque altro cosa sta accadendo ed è in grado di reagire e prendere decisioni a riguardo, seppur in molti casi queste possono sembrare irragionevoli. Rispetto agli altri personaggi, il cui modo di ragionare ci risulta più affine a quello del lettore, sembra anteporre in ogni questione il lato logico al lato umano, ma è in grado di provare empatia e affetto per le persone a cui è legata. Il suo modo di essere è in parte motivato dalla sua consapevolezza di come funziona il mondo oltre la superficie e anche di come, o cosa, sia lei – una domanda a cui, per il momento, noi non sappiamo rispondere, perché la storia non è completa.

Ren, il protagonista maschile, ci viene presentato come il bad boy della situazione, ma l'autrice approfondisce lo stereotipo del ragazzo cupo e misterioso e lo rende più coerente e credibile, più interessante. L'interesse che Ren ha nei confronti di Alex è reso bene; nella loro evoluzione, abbiamo apprezzato molto l'allontanamento, perché questo mostra una forte attenzione alle relazioni umane e a come alcune azioni abbiano conseguenze in esse.

Per quanto riguarda quelli secondari, non possiamo descriverli tutti, ma ci piacerebbe citare un paio di altri personaggi che ci hanno colpito per la loro particolarità – senza nulla togliere agli altri, che sono tutti molto definiti. Tra questi vediamo Dakota, innamorata di Ren in modo quasi ossessivo, o ancora Keiran, che sembra incerto e quasi un peso, ma che diventa fondamentale nella parte finale per aiutare Alex. Infine la personalità frizzante di Emily è un elemento a cui si siamo affezionati fortemente.

7. Coinvolgimento emotivo:

Nel del prologo ci troviamo di fronte una scena molto verosimile: una bambina terrorizzata che si nasconde da un incubo sotto le coperte. Anche se inizialmente il mostro si rivela essere un volto conosciuto, la tensione creata fino ad quel momento viene gestita con attenzione e non si allenta, perché è chiaro – e ciò accadrà nel corso del capitolo – che ci sia ben altro da temere.

Questa sensazione pervade l'intera storia, e il lettore si trova sempre con il fiato sospeso, in attesa che qualcosa di peggio possa accadere. Questo è un altro aspetto che fa funzionare la storia, il fatto che non si sa mai cosa aspettarsi, che le cose sorprendenti si susseguono una dopo l'altra, ognuna condita con una grande dose di originalità, orrore o umorismo.

Andando più nello specifico, il ritmo della storia non è omogeneo, anzi nei capitoli iniziali la situazione è tranquilla e il focus è principalmente sulle relazioni tra personaggi. Questo, tuttavia, non va a intralciare il coinvolgimento: le interazioni incuriosiscono il lettore, portandolo ad affezionarsi ai ragazzi e a desiderarli tutti in vita. A maggior ragione, quando il succedersi delle vicende si fa più incalzante, chi legge viene catturato dalla storia e nella storia, tramite un sapiente alternarsi di momenti di tensione e di quiete che è tipico di tutti gli horror ben scritti, assai rari su questa piattaforma. Quello che abbiamo avuto la fortuna di leggere grazie a te è probabilmente il migliore su cui siamo capitate, complimenti.

8. Breve recensione della copertina:

- Quanto attira a prima vista. Possiamo dire che funziona fino a un certo punto. L'immagine è molto interessante, parla di horror ma non di splatter, e questa delicatezza riporta alla mente i protagonisti della storia, non Alex, Ren e tutti gli altri, ma i bambini, così come le spaccature sulle mani, che richiamano un po' le bambole di porcellana, infantili ma inquietanti.

- Sintonia degli elementi. Per quanto la scelta dell'immagine può considerarsi azzeccata, non possiamo dire lo stesso delle scritte. Avendo un titolo molto lungo è sconsigliato scriverlo in corsivo, perché non invoglia a sforzarsi di leggerlo, soprattutto se è in piccolo e in una lingua straniera. Il nome autore risulta illeggibile e tende a sparire con il suo font così elaborato. Il posizionamento di entrambi tuttavia è corretto, ti consigliamo solo di rendere questi due elementi più leggibili per dare un'identità più chiara alla copertina e di conseguenza alla presentazione della storia.

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