Behind a Kiss ~ [Taekook]

By Li4129

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[COMPLETA] Behind a kiss - Dietro a un bacio. Cosa c'è dietro a un bacio? Per il 19enne Jungkook dietro a un... More

I n t r o d u z i o n e
D u e
T r e
Q u a t t r o
C i n q u e
S e i
S e t t e
O t t o
N o v e
D i e c i
U n d i c i
D o d i c i
T r e d i c i
Q u a t t o r d i c i
Q u i n d i c i
S e d i c i
D i c i a s s e t t e
D i c i o t t o
D i c i a n n o v e
V e n t i
V e n t u n o . u n o
V e n t u n o . d u e
V e n t i d u e
V e n t i t r e
V e n t i q u a t t r o
V e n t i c i n q u e
V e n t i s e i
V e n t i s e t t e
V e n t o t t o
V e n t i n o v e
T r e n t a
T r e n t u n o
T r e n t a d u e
T r e n t a t r e
T r e n t a q u a t t r o
T r e n t a c i n q u e
T r e n t a s e i
T r e n t a s e t t e
T r e n t o t t o
T r e n t a n o v e
Q u a r a n t a
Q u a r a n t u n o
Q u a r a n t a d u e
Q u a r a n t a t r e
Q u a r a n t a q u a t t r o
Q u a r a n t a c i n q u e
Q u a r a n t a s e i
Q u a r a n t a s e t t e
Q u a r a n t o t t o
Q u a r a n t a n o v e
C i n q u a n t a
C i n q u a n t u n o
C i n q u a n t a d u e
C i n q u a n t a t r e
C i n q u a n t a q u a t t r o
C i n q u a n t a c i n q u e
C i n q u a n t a s e i
C i n q u a n t a s e t t e
C i n q u a n t o t t o
C i n q u a n t a n o v e
S e s s a n t a
S e s s a n t u n o
S e s s a n t a d u e
S e s s a n t a t r e
S e s s a n t a q u a t t r o
S e s s a n t a c i n q u e
S e s s a n t a s e i
S e s s a n t a s e t t e
S e s s a n t o t t o
S e s s a n t a n o v e
E p i l o g o
C a r t a c e o!
N u o v e S t o r i e

U n o

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By Li4129

~

Non sopportava essere lì, in mezzo a quella folla di studenti che correvano nel tentativo di arrivare in tempo nella loro aula. Non capiva l'entusiasmo e l'eccitazione di questo nuovo inizio che, di nuovo, aveva ben poco. Era solo il primo giorno del secondo semestre universitario del primo anno di Jungkook e per lui, l'aria di novità che aveva respirato qualche mese addietro quando aveva messo piede per la prima volta in quell'enorme struttura, si era già consumata.

Stessi luoghi, stessi volti, stessi orari. Niente che gli facesse venir voglia di impostare la sveglia cinque minuti prima per non rischiare di fare tardi. Per questo, anche adesso che era sveglio da un pezzo, Jungkook continuava a trascinarsi per quei corridoi, poco entusiasta di rivedere i suoi soliti compagni di corso.

Non gli piacevano le folle, non gli piaceva essere circondato dalle persone, eppure era riuscito a farsi conoscere. Quasi tutti in quell'università conoscevano Jeon Jungkook.

Vestito di nero dalla testa ai piedi, maglie larghe, scarpe pesanti. Spiccava tra la folla nonostante non indossasse mai niente di troppo appariscente. Ma, anche se poteva sembrare un tipo silenzioso e misterioso, sapevano tutti quanto Jungkook fosse solare in realtà.

Controllò l'aula nella quale avrebbe dovuto dirigersi per seguire la sua prima lezione della giornata e continuò la sua lenta camminata verso quella direzione. Appena arrivò davanti alla porta, sentì il suo nome venir chiamato da una voce fin troppo allegra. Erano soltanto le nove del mattino e solo una persona poteva essere così felice di vederlo a quell'ora.

«Jungkook!»

Si girò alla sua destra e non si stupì minimamente quando constatò di aver avuto la giusta intuizione e che, quella voce, appartenesse proprio a Jimin, il suo compagno di corso, l'unico con il quale aveva legato particolarmente durante i mesi precedenti. Nonostante avesse due anni in più di Jungkook, frequentava il suo stesso anno perché aveva lavorato per un po' di tempo per riuscire a racimolare i soldi necessari ad aiutare i suoi genitori a pagare le rette universitarie che, a Seoul, erano tutt'altro che economiche.

«Jimin sei troppo felice per essere uno che sa di avere davanti a sé altri quattro mesi di noiose lezioni.» Disse Jungkook, pensandolo davvero.

In fondo quello era solo l'inizio di un nuovo ciclo, di una nuova noiosa routine, che prevedeva: alzarsi troppo presto la mattina, subire ore ed ore di interminabili lezioni durante le quali avrebbero preso appunti fino a perdere la sensibilità alla mano, tornare a casa solo per ricominciare a studiare ed andare a letto consapevoli che, il giorno dopo, avrebbero dovuto ripetere tutto dall'inizio.

Ovviamente Jungkook non avrebbe passato i prossimi quattro mesi bloccato in quella poco invitante routine. Aveva bisogno di svagarsi almeno qualche giorno alla settimana o, era sicuro, non ne sarebbe uscito vivo. Amava uscire la sera e non avrebbe certo interrotto questa sua abitudine per delle ore di sonno in più, nonostante fosse consapevole del fatto che, il Jungkook che doveva svegliarsi alle sette di mattina, avrebbe maledetto tutte le volte il Jungkook seduto in un pub della sera prima.

«Infatti non è per quello che sono felice.» Gli rispose il suo amico sfoggiando il suo solito sorriso contagioso.

«Mi dirai il motivo o hai intenzione di continuare a sorridere e basta?» Chiese Jungkook e, dal suo tono di voce, si riusciva a percepire quanto poco gli piacesse intrattenere delle conversazioni la mattina presto o, per meglio dire, quella che lui considerava mattina presto.

«Come sei simpatico di prima mattina Kook, è sempre un piacere conversare con te.» Sbuffò Jimin chiaramente ironico.

Ma aveva ragione perché Jungkook sembrava davvero scorbutico ed entrambi erano consapevoli che il suo atteggiamento sarebbe stato quello almeno fino all'ora di pranzo, quando il sonno veniva rimpiazzato dalla fame.

«Scusami, ma lo sai che la mattina è fatta per dormire e non per parlare.» Si giustificò. «Ma ti ascolto, cos'è che rende il mio amichetto così felice?» Domandò, questa volta davvero interessato alla sua risposta. Perché, nonostante la sua apparentemente incurabile scontrosità mattutina, Jungkook voleva davvero bene a Jimin e vederlo così felice gli faceva un enorme piacere.

Era curioso di sapere quale fosse la ragione dietro tutta quella eccitazione, dietro al sorriso smagliante e al suo saltellare irrequieto. Probabilmente era solo il modo in cui Jimin scaricava l'estrema gioia ma provocava un mix tra irritazione e divertimento in Jungkook che, al contrario, non vedeva l'ora di sedersi al suo solito posto in aula per poter sonnecchiare ancora qualche minuto prima dell'arrivo del professore.

«Il mio migliore amico mi ha fatto una sorpresa!» Urlò emozionato.

«Che tipo di sorpresa?» Chiese Jungkook confuso.

Non era la prima volta che sentiva Jimin parlare del suo migliore amico ma, come tutte le volte che accadeva, questo argomento accendeva in Jungkook un sentimento che faticava a digerire: la gelosia. Perché sì, non essere l'unico migliore amico di Jimin era difficile da accettare per lui.

Jungkook non aveva altri amici o, perlomeno, nessuno che si avvicinasse al rapporto quasi fraterno che era riuscito ad instaurare con il maggiore. Nonostante i due anni di differenza, Jimin e Jungkook avevano caratteri così opposti da incastrarsi perfettamente tra loro.

«Si è trasferito in questa università, nella mia stessa università Jungkook, capisci?» Continuò Jimin visibilmente al settimo cielo. I suoi occhi luccicavano dalla felicità e Jungkook non riuscì a non pensare a quanto sembrasse tenero in quel momento. Si vedeva che questo tanto nominato quanto ancora misterioso migliore amico avesse un posto d'onore nel suo cuore.

«Quindi lo troveremo in classe nostra?» Domandò.

La verità dietro quella domanda era solo una e quelle parole non erano state in grado di mascherare quella lieve, ma sempre presente, gelosia che pizzicava la pelle di Jungkook come la più fastidiosa delle piume. Non voleva condividere Jimin con qualcun altro. Lui era una delle uniche persone con cui aveva legato in quell'inferno chiamato università e, il pensiero che adesso Jimin avrebbe passato tutte le mattinate con questo suo migliore amico, lo iniziava già a far sentire solo.

E, se le giornate erano già noiose così, passarle senza la compagnia di Jimin le avrebbe rese ancora più dure da affrontare.

«No, non sarà in classe con noi. Vedi, lui ha la mia età ma ha iniziato subito l'università a differenza mia quindi adesso è al terzo anno. Andava in un altro ateneo e, quando gli ho detto che quest'anno mi ero iscritto anche io, ha fatto una pazzia ed ha chiesto il trasferimento qui da noi, il tutto alle mie spalle perché voleva farmi una sorpresa. È riuscito solo ora ad ottenere il trasferimento quindi eccomi qui oggi, felice come non mai, a comunicarti che finalmente rivedrò il mio migliore amico dopo non so quanto tempo.» Gli spiegò Jimin senza mai perdere il sorriso.

Quando comprese che quell'arrivo non avrebbe alterato numericamente la sua classe, una sensazione di sollievo invase Jungkook perché, almeno durante le ore di lezione, sarebbe rimasto l'unico per Jimin. Sapeva però che avrebbe comunque dovuto condividere il suo amico durante le pause tra una lezione e l'altra e durante la pausa pranzo. Ma avrebbe lavorato su questo, avrebbe cercato di eliminare quella fastidiosa ed insensata gelosia che altro non era che il riflesso della sua paura della solitudine. Qualunque cosa fosse, insomma, se ne sarebbe liberato per il bene di tutti e perché si vedeva quanto Jimin tenesse a questo ragazzo e quanto fosse felice di riaverlo nella sua vita. Vederlo entusiasta e sorridente rendeva Jungkook stesso felice.

«Quindi quando lo vedrai questo migliore amico?» Gli chiese, ingoiando finalmente quella dannata gelosia per rimpiazzarla con un sorriso sincero.

«Durante la pausa pranzo, andremo a mensa tutti insieme. Ti va bene, vero? Sai, non penso che abbia già fatto amicizia nonostante sia un tipo estroverso, ma è comunque il suo primo giorno qui.» Balbettò Jimin seriamente impaurito che Jungkook dicesse di no alla sua richiesta.

Era vero, Jungkook aveva sempre evitato la mensa e tutti i luoghi in cui era prevista la presenza di tante persone riunite, semplicemente perché gli bastava la compagnia di Jimin per star bene, non aveva bisogno di farsi tanti amici. Jimin però, al contrario suo, era una persona davvero solare che amava il contatto con la gente e, dalle poche informazioni che aveva sull'altro ragazzo, si ritrovò a pensare che anche lui dovesse condividere questo lato del suo carattere con Jimin.

Nonostante ciò, il maggiore si era sempre adattato alle esigenze di Jungkook ed aveva evitato volentieri i pranzi a mensa e le uscite in luoghi troppo affollati perché aveva un cuore grande ed aveva sempre messo i suoi amici prima di tutto.

«Tranquillo Jimin, va benissimo. Sei stato quattro mesi ad accontentare me, non morirò se per un giorno faccio felice te e mangiamo quel cibo schifoso che ci rifileranno in mensa.» Gli comunicò ridacchiando.

«Grazie Jungkook, sei il migliore.»

Jimin lo abbracciò, staccandosi dopo poco sapendo che il moro non fosse il tipo con cui avere questo tipo di interazioni. Non amava gli abbracci ma voleva molto bene al biondo.

«Ciao Jungkook! Bella felpa.»

Ad interromperli fu una ragazza, una bellissima ragazza, che gli passò accanto e gli sorrise. Non era così strano vedere scene del genere quando si trattava di Jungkook. Era innegabile che fosse un bel ragazzo e nessuno sembrava essere immune alla sua bellezza.

Il moro, dal canto suo, non era il tipo che si faceva desiderare e, se incontrava qualche bella ragazza in giro, non si faceva molti problemi nel farsi avanti.

Jungkook ricambiò il saluto facendole un occhiolino e le sorrise a sua volta. Lei continuò a camminare superando lui ed il suo amico ed entrò nella classe che avrebbero dovuto seguire pure loro.

«Sarà la tua nuova preda?» Chiese Jimin ridacchiando. Ormai conosceva bene Jungkook e sapeva che non si sarebbe lasciato sfuggire una ragazza del genere, soprattutto se era stata lei la prima a cercare di attaccare bottone con lui.

«Puoi scommetterci. Sono in astinenza.» Gli confessò sospirando drammaticamente, cosa che fece ridere Jimin.

«Sì, certo mi immagino. Scommetto che due giorni fa alla festa di Byunggwon per l'inizio del nuovo semestre tu abbia tenuto il tuo amichetto rinchiuso nei pantaloni, vero?» Domandò ironico il biondo, sapendo già la verità.

«Esatto, sono passati ben due giorni, sono in astinenza.» Ribatté il moro, prima di varcare la soglia dell'aula nella quale di lì a poco sarebbe iniziata la lezione, lasciando che, l'ultima cosa udibile in quel corridoio ormai quasi vuoto, fosse la risata di Jimin.












___________
Spazio autrice:

Ebbene sì, primo capitolo riscritto! È sempre piuttosto breve ma molto meno rispetto all'originale. Come ho detto la trama non cambierà ma saranno corretti gli errori e cercherò di avvicinare la storia al mio stile di scrittura attuale.

Non so se questa è la vostra prima lettura o no ma spero che la storia vi piaccia nonostante questi primi capitoli un po' piatti. L'emozione arriverà con il tempo, la storia crescerà insieme ai suoi personaggi e spero di vedervi (si fa per dire, ma se commentate e votate vi vedrò davvero) lungo tutta questa sua riscrittura.

Grazie
💜💜

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