La bellezza di uno sguardo

By car_mine

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Owen Withman é un ragazzo di 24 anni cresciuto nei sobborghi di New Orleans, cresciuto tra gente losca, prost... More

Il mafioso Withman
Occhi calamitati
Lo giuro
Nel bene o nel male
Piccola guerriera
Non sai niente di me
Non sei spazzatura
Shopping letale
Chi la fa, l'aspetti.
Non gli sei indifferente
La tua é una scusa!
Ingestibile
C'è qualcosa di diverso.
Non dirmi di fermarmi.
Sentirsi un mostro
L'appuntamento di Tonya
Fuochi d'artificio scoppiettanti.
Nessuna pretesa Owen.
Un passo alla volta.
Conti tu e basta.
Mi piaci sempre.
Incantevole
Adesso.
essere una coppia
Il ritorno di Dan
Tempo di tornare a casa.
Mi sei mancata figliola.
Hai già la risposta.
Volevo vederti.
Promettilo.
Come lei non ci sono.
La resa dei conti.
É tutto finito
Epilogo
Il mio libro
Nuova storia

Farò tutto quello che volete

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By car_mine

Tonya

Sono in questa maledetta stanza da due giorni, due maledetti giorni, é un agonia qua dentro, non c'è luce, aria, finestre, niente di niente. In questi due giorni ho cercato di attirare la loro attenzione in tutti i modi, ho gridato, li ho offesi, ho dato calci alla porta pure, ma alla fine mi sono conclusa con un raffreddore e con la voce rauca.

Adesso sono rannicchiata in un angolino della stanza sulla destra, ho la bocca asciutta e ho fame, l'unica cosa positiva é che questa stanza ha il bagno, certo c'è poca luce ma almeno posso fare i miei bisogni.
Mentre penso a quanto la mia vita sia deprimente, sento dei passi avvicinarsi da fuori.

Il rumore della chiave si gira nella serratura ed io alzo lo sguardo verso colui che sta entrando. <Ti sei calmata? Hai smesso di urlare?> Owen mi guarda seccato ed io mi tengo le ginocchia con le braccia. <Ti manderei all'inferno, ma temo non ti vogliano neanche lì> la mia voce é bassa e quando mi sente ghigna. <Hai perso la voce, ecco perché non urlavi più> che diavolo ci trova di divertente? non lo capisco proprio.

Si appoggia con la spalla sinistra al muro e incrocia le braccia.<Alzati e vieni qui> mi fissa impassibile ed io anche se infastidita mi alzo, mi sento debole. Mi avvicino a lui con passo lento e poi mi fermo, gli sono di fronte, mi guarda da capo a piedi, come sempre e ghigna superiore. Giuro che se non la smette gli do uno schiaffo.

<ma la smetti di ridere? Cioè mi rapisci e mi ridi pure, sei proprio isterico> dico seccata, vorrei essere seria però con questo tono da vecchietta non credo di riuscirci molto. Gli scappa un risolio ed io scuoto la testa. Questo é proprio fuso.

<cammina mocciosa,> mi prende per il braccio e mi porta fuori da quella camera buia, mi trascina per tutto il corridoio per l'ennesima volta ed io cerco di stare al suo passo. <non puoi andare più piano? Mica devo fare una maratona io> dico infastidita, lui fa finta di non sentirmi e poi si ferma, entra in una stanza e mi trascina dentro.


Analizzo la stanza e presumo sia la sua, ha il parquet in legno, le pareti sono amaranto e i mobili invece in legno. Sembra la camera di un principe, é gigante ha pure il bagno.<Ti tratti bene vedo> ricco del cavolo. Si volta con un ghigno e dice<hai mai visto un re senza una reggia? Io no.> si vanta pure, scuoto la testa e faccio un passo in avanti.

Mentre guardo la stanza per bene lui mi fissa, guarda il mio corpo come se lo stesse analizzando, ci mette proprio impegno.<Vai in bagno, fatti una doccia, io starò qui fuori a controllarti.> annuisco perché in effetti é da 3 giorni che non mi lavo e poi entro nel bagno a destra.

<maledetto ricco>dico a voce alta, questo bagno é stupendo, piastrelle in argento, mobili lucenti, una vasca al centro e una doccia nel gradino superiore.
Vive proprio nel lusso.
Mi avvicino alla doccia e la apro, mentre si riscalda mi spoglio di tutti gli indumenti e li lascio a terra.

Entro in doccia e il getto dell'acqua calda mi fa sentire già meglio, mentre mi insapono ripenso alla mia vita di qualche giorno fà a quando camminavo in spiaggia con il vestito che mi avevano regalato jack e Martin per il mio compleanno, era lungo é di un azzurro accecante, stavo così in pace in quel momento.

Adesso invece é tutto diverso, non so se ritornerò a casa, o se almeno uscirò viva da qui.
Dopo essermi insaponata e sciacquata i miei lunghi capelli mossi, esco e mi asciugo il corpo.
<non ha un phon? Eppure i capelli c'è li ha> dico mentre cerco in qualche mobiletto.
Dopo averlo trovato li asciugo e in poco tempo si fanno ad onde perfette, mi aggiusto i ciuffi lunghi ai lati del viso e poi lo spengo.

Esco dal bagno con l'asciugamano avvolto al corpo e l'intimo sotto, chiudo la porta e mi giro, lo vedo seduto sul letto con una sigaretta non accesa in bocca e devo dire che é bello però, davvero bello.<Hai finito?> quanto mi dà fastidio il suo tono seccato. <Si ho finito Mr gentilezza.> ghigna divertito ed io chiedo<hai vestiti da prestarmi?>annuisce e si alza, va verso cabina ed estrae una tuta ed una maglietta rossa a maniche corte.

Sto per avvicinarmi quando poi me li lancia addosso. Che modi! <maleducato, stavo venendo a prenderli e me li hai lanciati addosso.>dico burbera.<Non rompere e mettili> si volta indifferente e poi va verso la porta. <Vado a prendere delle medicine, non ti muovere da qui altrimenti ti richiudo in quella stanza, chiaro?> mi dice in tono autoritario,annuisco anche se indispettita e poi esce.

Prendo i vestiti e vado in bagno per metterli, mi staranno enormi, io non sono alta sarò un metro e 66, a spaccare 67, lui invece é un gigante in confronto, sembra un giocatore di Basket.
Dopo essermi messa i suoi vestiti, esco dal bagno e mi guardo allo specchio. <Ma stiamo scherzando? sembro davvero bassa così! Più di quello che sono.>mi guardo di profilo e sbuffo.

Bè com'è il detto? Se la vita ti dà limoni, tu fatti una limonata no?
In poche parole mi devo rassegnare.<Sembri più bassa di prima>la sua voce roca mi fa voltare di scatto verso la porta.
<bè dentro la botte piccola c'è il vino buono> dico fiera, mi guarda serio per poi rispondere<e dov'è sta botte?> lo guardo malissimo e lui sogghigna. Infame.

<ho portato due aspirine, una per il mal di gola e l'altra per i dolori, usale.> le poggia sul mobiletto e poi si volta per uscire di nuovo.
<aspetta!> dico avvicinandomi a lui, si volta ed io parlo <So... Che non mi farai uscire da qui, perciò volevo chiederti una cosa>

Speriamo che accetti la mia proposta.<ehm... Io rimarrò qui, lavorerò per voi se é necessario però voglio che in cambio pagate le cure di mio padre,... Dato che non posso uscire e non mi permetterete di farlo, almeno questo... Poi farò tutto quello che volete.> deglutisco ed alzo lo sguardo per posarlo su di lui, assottiglia gli occhi, forse per capire se mento e mi guarda dritto in faccia. <Poi si vedrà> il suo tono nonostante sia deciso, mi porta a pensare che ci sia una speranza.

<grazie davvero... Owen>gli faccio un piccolo sorriso di ringraziamento e lui strabuzza gli occhi, si riprende subito dopo e mi gira le spalle senza neanche preoccuparsi di me, esce e chiude la porta di fretta, come scottato.

Chissà che gli sarà successo.?


Angolo autrice.

Altro capitolo stasera. ❤

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