Recensioni Brillanti

By GemmeDaScoprire

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Salve a tutti voi! Vi diamo un caloroso benvenuto su questa raccolta di Recensioni Brillanti! In questo s... More

Recensioni Brillanti
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'Sonata per chi viene al mondo' di MichelaPoppi
'Dark Wings' di krishaskies
'Dentro i miei vuoti' di S_I_C_
'Untitled Love Story' di daniga_
'When the children play' di AlenGarou
'Lungo il confine' di MrJamesFord
'Il Portale - Un'avventura non richiesta' di kanako91
'Selenia - Trono rovesciato' di Corydona
'Broken Souls: let your demons go' di YagaIsBack

'Lavender Boy' di RainbowCockatoo

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By GemmeDaScoprire

Titolo: Lavender Boy

Autore: RainbowCockatoo

Genere: Paranormale

Sottogenere: Angeli e demoni, mistero, storie d'amore

Trama:

La trama è davvero lunga e complessa, va incontro a sviluppi che inizialmente non ci saremmo mai immaginati. Tutto inizia quando Amelia si rende conto di poter vedere Lavender Boy, che da parecchio tempo è ormai simbolo di sciagura imminente, ma non sa che dietro alle sue apparizioni si nasconde ben altro e col tempo lo scoprirà. Non prima di aver assistito a sciagure e incidenti, allontanando Tyrian per paura.

Passano due anni e Tyrian si rende conto di essersi innamorato di lei dopo averla rivista dopo molto tempo, prova a starle lontano, ma tutto ciò che riesce a fare è guardarla mentre pian piano va incontro alla malattia che rischia di portargliela via per sempre, quindi alla fine decide di intervenire per cederle un po' di energia vitale. Questo lo porta sull'orlo della morte anche se è uno spirito, cosa ancora più grave poiché non si sa cosa succede se esaurisce la sua intera energia.

In tutto questo si rifà vivo James, che ha appreso l'abilità di vagabondare con lo spirito mentre il suo corpo è in coma, fino a rendersi materiale al punto di esser visto. Con le conoscenze che ha acquisito durante i due anni di sparizione, inizia a lavorare a un modo per salvare Tyrian, ma la via è lunga e nessuno sa quale sia il prezzo da pagare per una tanto agognata aspirazione.

La trama procede sempre con diversi snodi e vicende, che non riporteremo per evitare altri spoiler non necessari. Mostra comunque un grande ingegno e inventiva, nonché la capacità di inventare e ideare situazioni sempre nuove.

1. Correttezza grammaticale:

- Punteggiatura. La punteggiatura è messa piuttosto bene ed è l'elemento grammaticale più curato. Solo in alcuni casi le virgole sono un po' ballerine:

per rendere il caso di Fawkes e della bambina sopravvissuta a un suo attacco, ancora più famoso -> la virgola divide la frase in due e la spezza quando non dovrebbe esserlo.

Fai attenzione a non separare mai con una virgola il soggetto dal suo verbo:

Ogni cosa che ho fatto, è stata

Qualcosa che si avvicinava di molto al rimorso, risalì

qualcosa come... come l'amore, entrava

Cosa che attirò l'attenzione di Donoghue, il quale, si voltò a guardare adesso lui mentre ritirava pure il suo compito -> la frase non ha molto senso

A volte mancano invece alcune virgole, specie quelle per complementi di vocazione.

ti giuro Jay -> ti giuro, Jay

Che gli dei [...] ti accompagnino ragazzo -> ti accompagnino, ragazzo

Abbiamo notato che ogni tanto metti la virgola prima di "per" quando non è necessario. In casi come questi, non serve separare in due frasi simili, anzi risulta scomodo da leggere. Esempio:

gli fece un cenno con la testa, per dirgli di avvicinarsi pure.

A volte c'era bisogno del male e della sofferenza, per creare qualcosa di bello o comunque migliore.

Come regola generale, non si mette la virgola per separare i "né" o i "sia:

Né il Ragazzo delle Lavande, né Rogue

- Verbi. La narrazione è al passato remoto, facile da seguire e coinvolgente. In questo caso, per parlare di fatti antecedenti c'è bisogno di un passato più antico, ovvero il trapassato prossimo.

L'ultimo ricordo che conservava di lui, più vivido degli altri, era di quando andò -> era andato

si stava riferendo a Lucifero e gli altri arcangeli ribelli che si schierarono (erano schierati) [...] Quel famoso screzio padre-figlio-fratelli che purtroppo si tramutò (era tramutato).

Comunque, questo non è un errore ricorrente, probabilmente solo una disattenzione momentanea.

La fluidità è a volte interrotta purtroppo da alcuni errori riguardanti l'uso scorretto del congiuntivo. Attenzione a questi tempi verbali, poiché spesso sono presenti quando in realtà non andrebbero, e sono un po' dissonanti. Ti facciamo solo qualche esempio, ma questo genere di errore è presente un po' ovunque:

a malapena sapeva che la figlia non indossasse taglie così strette.--> indossava. "Sapere" è un verbo cognitivo, pertanto richiede l'indicativo. Al contrario, chiede il congiuntivo quando è inteso il "non sapere" ma qui, anche se c'è "a malapena" è comunque inteso che lei sa. Stessa cosa nella frase: Sapeva che il nonno, per quanto non l'aveva mai dato a vedere, si sentisse -> sentiva.

Era proprio vero che la malattia cambiasse le persone -> cambiava

Il bello era che negli ultimi secoli non avesse fatto granché danni -> non aveva

aveva capito da come lui guardasse tutte le volte la fidanzata che quella -> guardava

Solo un paio di volte, al contrario, ci sarebbe andato ma non c'era:

non passarono che nanosecondi prima che Amelia riuscì a percepire -> riuscisse. Un'impostazione della frase simile richiede sempre il congiuntivo.

Ormai il suo era un personale conto alla rovescia prima che anche Amelia e Tyrian avrebbero scoperto -> scoprissero

Altre disattenzioni sono presenti con gli ausiliari del condizionale, ma meno spesso:

Sarebbe dovuto sprizzare -> avrebbe. Di solito, con i verbi servili si usa l'ausiliare del verbo portante e non del servile.

sarebbe potuta essere -> con il verbo essere si fa un'eccezione alla regola sopra citata e si usa avere: avrebbe potuto essere.

altro:

La stava guardava -> guardando

(egli) da -> dà (quando è voce del verbo "dare", altrimenti si confonde con la preposizione).

- Altro. Consigliamo di fare particolare attenzione ai trattini, che sono diversi dalle lineette. Mentre i primi (-) servono per collegare due parole separate (es: baby-sitter), i secondi, e solo i secondi, (–) si usano per creare incisi, un po' come se fossero parentesi. Raccomandiamo anche di fare attenzione a mettere sempre uno spazio tra essi e le parole che li seguono/precedono:

che -prima o poi- riescono -> che – prima o poi – riescono

Invece, per quanto riguarda i trattini lunghi (—), non richiedono lo spazio per gli incisi, ma non sono mai utilizzati in editoria italiana:

Tra loro e Amelia correvano un anno — parlando di Leslie — e due anni — per quanto riguardava Cory — -> Tra loro e Amelia correvano un anno parlando di Leslie  e due anni per quanto riguardava Cory

Inoltre vorremmo farti notare che il trattino non è necessario (e non si usa in questo modo) dopo un pensiero. Basta una semplice virgola, specie se questo è in corsivo come hai fatto tu:

Poco male, troverò il modo di copiare, come al solito – pensò -> Poco male, troverò il modo di copiare, come al solito, pensò.

Nei primi capitoli, non abbiamo ben capito la logica con cui i paragrafi hanno spazi tra loro. Ecco un esempio per capirci meglio:

[...] La donna si limitò ad annuire e farle cenno che in seguito avrebbero parlato.
Amelia sventolò una mano con noncuranza e uscì fuori.

Frugò nella tasca[...]

Ci sono due invio a capo, ma il primo non lascia lo spazio tra paragrafi, mentre il secondo sì. Non c'è una scelta giusta e una sbagliata tra le due, tuttavia consigliamo di unificare lo stile dello spazio tra paragrafi scegliendone solo uno dei due.

A proposito di paragrafi, abbiamo notato che certe volte vanno a capo senza molto senso quando invece si presuppone che non ci sia bisogno dell'invio a capo:

1) Il resto delle lezioni trascorse in modo lento e monotono.

Durante un paio di esse Amelia e James dovettero

2) se lui avesse davvero voluto farle del male, gliene avrebbe fatto sin dal principio.

Di occasioni ne aveva avute a iosa,

3) Tra loro e amelia correvano un anno — parlando di Leslie — e due anni — per quanto riguardava Cory —.

I due erano fratello e sorella, più o meno.

In comune avevano solo il padre, ma madri diverse.

Al giorno d'oggi considerano nei romanzi (e simili) un errore la D eufonica che non sia posta tra due parole che rispettivamente finiscono e iniziano con la stessa lettera (ed era è giusto, mentre ed avere è sbagliato):

ad emergere -> a emergere

ed insopportabile -> e insopportabile

ad odiare -> qui non solo è sbagliata la d eufonica per via delle lettere diverse tra loro, ma anche perché la parola "odiare" ha già una D come seconda lettera, e il suono che si viene a creare in questo caso è molto cacofonico.

Attenzione alle ripetizioni. Non accade spessissimo, ma ne troviamo quasi una per capitolo, e a volte molto evidenti:

era stato una specie di surrogato di entrambi i suoi genitori, specie suo padre

Sembrava essere tornato ad ore prima, aveva la stessa identica espressione di quando era tornato in classe.

Non lo vedeva come un rivale propriamente, ma più propriamente

(tutto in frasi a breve distanza:)

La voce del giornalista si spense di colpo, probabilmente la televisione era stata spenta
[...]Infine una voce scura di un uomo, risuonò nel salotto. Non era la voce...
[...]Papà aveva una voce...
[...]Quell'uomo aveva una voce...
[...]La voce prima paziente...

Altri errori di distrazione:

peluches -> peluche (è usato al singolare, anche se in ogni caso in italiano non vi è la s finale per il plurale di parole inglesi)

coinciso -> conciso

quei ultimi ->quegli ultimi

paia secca -> paglia

Coié -> cioè

Tra se e se -> sé

le una di notte -> l'una

cielo d'Agosto-> in letteratura italiana, i mesi si scrivono con la minuscola

e poi be'... -> "be'" si scrive in questo modo quando è un troncamento di "bene" (es: va be'), mentre in casi come questo è scritto "beh"

la voce di James risuonare in un eco straziante e sempre più affaticato -> un'eco. affaticata. La "eco" è femminile.

In generale, consigliamo di rileggere nel dettaglio anche il capitolo XLVII.

-Si fa troppo spesso uso di: "qui e là"

2. Narrazione:

Abbiamo notato, durante la narrazione, che utilizzi il grassetto per evidenziare nelle parti in italico. Il grassetto non si utilizza praticamente mai nei romanzi, il modo per mettere in italico le parti che lo sono già è semplicemente quello di togliere l'italico per quella determinata parte. Ad esempio:

Basta, basta, basta! Qualcuno li fermi! -> Basta, basta, basta! Qualcuno li fermi!

Capita spesso che durante la narrazione da parte di uno dei personaggi, all'improvviso questo cambi, passando la scena all'altro/a. Al secondo capitolo per esempio si passa dal punto di vista di Amelia a quello di James improvvisamente, senza alcun distacco, e ciò confonde il lettore che si ritrova un attimo spaesato. Stessa cosa accade nel capitolo cinque, i fatti narrati da Amelia vengono interrotti senza una pausa o un distacco e inseriti i pensieri personali di Tyrian che Amelia non può sapere, quindi da questo percepiamo che il soggetto è cambiato. Successivamente, la parola passa di nuovo ad Amelia, ancora una volta senza alcun divisore. Ciò avviene anche in altri capitoli, e certe volte e fuorviante.

- Terminologia. La terminologia usata è nella media, così come lo stile, che talvolta tocca livelli più alti e talvolta più bassi, anche secondo il pov di chi stiamo seguendo. Scorgiamo a volte termini a dir poco inusuali e simpatici che provengono dalla mente dei protagonisti, e abbiamo trovato questa cosa molto divertente, dà un pizzico di personalizzazione in più, soprattutto a James. Anche il modo scorbutico e rabbioso con cui Amelia a volte si rivolge a Lavender Boy è servito a mantenere viva la sua riluttanza verso il mondo del sovrannaturale e sull'esistenza stessa del ragazzo e di un altro mondo oltre a quello umano.

L'unica cosa è che a volte lo stile è piuttosto colloquiale, ma anche questa è una cosa che accade perlopiù all'inizio:

Se la mangiò nel giro di -> mangiare non è riflessivo, ma questa forma è utilizzata nel linguaggio colloquiale. Stessa cosa vale per "se la accendeva" (riferito alla sigaretta qualche riga più in basso).

Non si era mai comportato a quel modo -> in quel modo

Come molte cose, non era la cosa in sé a terrorizzare, ma il dubbio -> crediamo che questa frase possa essere riformulata meglio, specie per il senso profondo che vuole trasmettere sulla morte.

Considerava noiosi gli sport in sé per sé

A parte questo, a volte le frasi sono costituite in modo poco sciolto (sempre solo all'inizio), cosa che le fa apparire un po' meccaniche. Per risolvere questo problema basterebbe riformularle cambiando l'ordine delle parole come succede negli esempi:

Erano seduti su uno dei tavoli di legno muniti di panche apposite messi qui e là nel cortile sul retro, a poca distanza dal campo -> es: Erano seduti su una panca di quei tavoli di legno sparsi qui e là nel cortile sul retro, a poca distanza dal campo

che stavano chiacchierando tra loro e schiamazzavano -> chiacchierando e schiamazzando tra loro

Fece un sorso -> prese

Altro:

"Sopraggiungere" è un termine poco comune, e nel secondo capitolo lo vediamo due volte nel giro di poche righe.

poco niente -> poco e niente

sedendosele -> sedendolese

- Descrizioni. Ci sono descrizioni sparse un po' in tutta la storia, che non ci fanno mai sentire la mancanza di elementi descrittivi, non ci fanno sentire "sospesi nel vuoto" come ogni tanto accade quando questi mancano.

Descrizioni molto complete e ben fatte sono, però, quelle delle sensazioni ed emozioni che provano i personaggi. Non ci troviamo mai a chiederci perché un determinato personaggio abbia agito in un certo modo, poiché ogni azione è ponderata nella giusta maniera oppure, se non ci è dato sapere in un determinato momento cosa stia pensando qualcuno, è comunque mostrata dai suoi movimenti o dalle sue espressioni.

Leggendo Lavender Boy abbiamo avuto la piacevole sensazione di vivere la storia in prima persona. Ogni nuovo scenario è delineato nei particolari, zoomando quando ce n'è bisogno sui dettagli per farci assaporare il gusto, il piacere essenziale delle descrizioni minuziose. Non ci siamo persi nulla, ogni cosa è lì perché è importante per un motivo particolare, e chiederselo a volte non serve nemmeno poiché le sensazioni sono state estrapolate e poi rielaborate attraverso parole, a volte gesti inaspettati, o semplicemente espressioni del viso o ancora con il solo linguaggio del corpo. Interessante, sì, è questo che ci viene in mente quando ci ripensiamo.

- Dialoghi. Prima di parlare di dialoghi, vorremmo spendere due parole sulla parte grammaticale di essi, più precisamente su punteggiatura e maiuscole.

A volte, dopo un dialogo, quando vi è una fase di narrazione che non inizia con un verba dicendi (disse, chiese, ecc) e che quindi è una frase a sé, andrebbe un punto nel dialogo e, di conseguenza, una maiuscola al di fuori:

[...] non aver fatto bene il tuo dovere» Tyrian non stava scherzando adesso -> dovere.» Tyrian non

credo che anche tu sappia chi era» solo lui, apparentemente, notò -> credo che anche tu sappia chi era.» Solo lui, apparentemente, notò

Al contrario, quando vi è un verba dicendi non va mai la maiuscola:

«James, che ci fai qui a quest'ora?» Gli chiese. -> ora?» gli chiese.

Se usi i caporali e non le lineette per i dialoghi, all'interruzione di questi vanno sempre i caporali, non le lineette:

Cadi quasi sempre dalle nuvole e... – gesticolò – abbiamo -> cadi quasi sempre dalle nuvole e...» Gesticolò, «abbiamo

«Sai cosa sarebbe accaduto, se non fossi intervenuto? Adesso al mio posto ci sarebbe Amelia.»
«So che lo hai fatto per lei.»

Qui sembra che entrambi i dialoghi provengano da James, ma in tal caso, per non confondere il lettore (poiché in questo modo sembrano due persone separate a parlare), quando si va a capo ma non cambia la persona che parla non si mette la chiusura delle virgolette:

«Sai cosa sarebbe accaduto, se non fossi intervenuto? Adesso al mio posto ci sarebbe Amelia.
«So che lo hai fatto per lei.»

Attenzione all'utilizzare il caps lock all'interno di un romanzo, nei dialoghi come anche nella narrazione. Nella maggior parte dei casi, potresti specificare nella narrazione che quel determinato dialogo è stato pronunciato a voce piuttosto alta.

Per quanto riguarda il contenuto, i dialoghi sono davvero degni di uno dei migliori romanzi editi, o di un regista, addirittura. L'autrice sembra avere un dono particolare nello scrivere i dialoghi e nella caratterizzazione dei personaggi, infatti le battute sono sempre fedeli a chi le sta pronunciando, mai banali e sempre ben costruite. Non si riesce mai a immaginare cosa direbbe un personaggio in una determinata situazione, perché qui nulla è scontato, e ciò che proviene dalla mente dei protagonisti riesce sempre a sorprenderci.

- Ritmo della narrazione. La narrazione sembra crescere e modificarsi con l'avanzare della storia. Se i primi capitoli sono un po' lenti poiché servono a proiettarci nella realtà urban fantasy, poi aumentano di velocità quando ci ritroviamo del tutto dentro. Dobbiamo però ammettere che il ritmo non viene mantenuto sempre sullo stesso livello, e certe volte rallenta un po' troppo, ma la storia è molto lunga e questo lo troviamo comunque comprensibile.

A volte, la lentezza della narrazione potrebbe rischiare di spaventare alcuni lettori più impazienti di proseguire, però sotto certi aspetti è bene che si prenda il giusto tempo per dare spazio ai molteplici elementi di questa trama complessa.

Ogni aspetto è stato analizzato in modo realistico e accurato e, sebbene a volte sfiori i limiti del "troppo" pensiamo che questa maniera dell'autrice di prendere tutto con comodo non sia necessariamente una cattiva idea, tuttavia rimane un aspetto che può essere eventualmente rivalutato.

Come già detto su, questa storia ha un ritmo della narrazione un po' particolare che si alterna su diversi livelli. Partendo dal principio assistiamo all'introduzione dell'opera con un prologo veloce, ben strutturato, con la giusta cadenza. Narrare una scena del genere ha bisogno proprio di un certo ritmo, ciò fa sì che il lettore si ambienti con quelle che sono le emozioni della protagonista, dell'antagonista e delinei un prospetto di ciò che accade a loro e intorno a loro. Un determinato ritmo abbinato alla giusta sequenza di azioni segna quella che chiamiamo "intensità dell'attimo", che può essere fuggente a volte, eppure nello stesso modo durare all'infinito. Questa è la capacità di trasmettere un accaduto alla giusta frequenza.

Proseguendo, assistiamo a un cambiamento radicale, passiamo dalla fretta della suspense alla calma della quasi normalità, seppur spruzzata da qualche goccia di aura misteriosa che ci invoglia a proseguire.

Nonostante il ritmo lento e costante per l'introduzione dei personaggi, degli ambienti e delle azioni svolte o subite nel presente e nel passato, riusciamo a sapere tutto al giusto tempo, forse la lunghezza dei capitoli unita al ritmo lento della narrazione smorza un po' la lettura.

Non escludiamo il fatto che potrebbe risultare consigliabile qualche piccolo taglio di scene meno utili.

3. Analisi completa delle tematiche:

Le tematiche che vengono sfiorate in questa storia sono molte e molto varie. Come primo impatto veniamo subito catapultati in una realtà scolastica, dove vediamo amicizia, problemi adolescenziali e soprattutto bullismo, ma poi questi passano in secondo (anzi, ultimo) piano e non tardano ad arrivare elementi sovrannaturali, come l'apparizione del doppelgänger e poi il cambiamento che James ha durante i suoi anni di coma-incorporeo.

Da lì il mondo che c'è dietro tutto ciò che conosciamo, come angeli, demoni, magia e stregoni, e chi più ne ha più ne metta, portano le tematiche su un livello più fantasy, come la morte e la reincarnazione, ma rimangono comunque evidenti elementi della vita di tutti i giorni di un normale umano, quali l'omosessualità.

Apparentemente questa non è stata trattata più come una tematica principale poiché James – e anche tutti gli altri – accetta fin da subito (quasi) la sua bisessualità e predisposizione verso il suo stesso sesso. Crediamo che sia stato molto meglio così poiché, pur essendo un personaggio principale, il fulcro della storia non è incentrato su quello, né sull'amore in generale, sebbene tutto nasce per via dell'amore di Tyrian verso Amelia. Ma il romanzo sembra seguire le vicende da un punto di vista ancora più ampio, che rende questa storia così particolarmente complessa.

Rimanendo in argomento James, troviamo ancora elementi importanti, come l'orgoglio, e infine la tortura a cui è stato sottoposto e che l'ha spezzato, rendendolo una persona ancora una volta diversa.

Un'altra tematica molto importante è la maternità che Amelia si ritrova ad affrontare all'improvviso, minacciata dagli angeli di veder uccisi i propri figli e l'amore della sua vita solo perché ha commesso l'errore di voler amare. Le difficoltà che si ritrova a dover superare la mettono a dura prova, e solo grazie al suo carattere combattivo riesce alla fine a superarle.

Altra tematica associata alla storia e ai personaggi è la "relazione genitori-figli" non sempre compresa e a cui quasi mai viene dato il giusto peso o la giusta attenzione. Qui se ne parla molto, pur non essendo una delle tematiche principali viene trattata con le adeguate misure, vediamo un rapporto quasi inesistente/insistente da parte dei genitori di James, i quali non si preoccupano dei sentimenti del figlio ma allo stesso tempo pretendono da lui sempre il massimo, che eccella in tutto ciò che fa. Giustificarli non avrebbe senso, sia genitori che figli devono trovare un punto d'incontro, capire entrambe le parti, preoccuparsi delle esigenze di ognuno e volersi sempre bene, perché la famiglia è ciò che di più caro possa esserci al mondo, che sia naturale o sovrannaturale.

4. Originalità:

- Impatto iniziale. Il viola della copertina, insieme al titolo, ci lascia subito intuire quale sarà la particolarità di questa storia, e ciò è un bene poiché fa immediatamente trasparire l'originalità che l'opera in realtà possiede. Osservandolo l'abbiamo un po' associato all'aura, quell'elemento che, in diversi colori, sembra contraddistinguere l'anima di ogni persona. La sinossi è intrigante, sebbene non racconti che una minuscola parte di ciò che la storia cela al suo interno. È proprio questo, forse, uno dei "problemi" se così possiamo chiamarli, dell'opera: vista da fuori, sembra qualcosa di diverso e molto meno complesso rispetto a come si scopre una volta letta. Dal titolo e dalla sinossi sembra parli perlopiù di Tyrian e del suo caso, ma la storia, specie verso la seconda metà, alla fine si distacca da lui e si focalizza su tutt'altro, qualcosa di mai accennato e mai intuibile prima.

- Originalità della storia nel complesso. L'originalità è indubbiamente un fattore a favore di questa storia. Nonostante siano stati riproposti argomenti visti spesso (angeli, demoni, un mondo dopo la morte), qualsiasi cosa è stata analizzata e rivoluzionata dall'autrice, che ha reso suoi sia elementi originali come il Lavender Boy (per non parlare della fantastica filastrocca presente in uno dei primi capitoli) che cose molto abusate come Lucifero, gli angeli custodi, Michele e tutti gli arcangeli. Il bene e il male assumono un concetto molto più astratto qui, gli stereotipi sono stati bruciati e al loro posto hanno preso forma personaggi e fatti del tutto rivoluzionari.

Sono presenti continui spunti originali e ben pensati, elementi che ci fanno capire continuamente quanto l'autrice tenga al suo mondo, nel quale è riuscita a immedesimarsi totalmente e, di conseguenza, a far immedesimare noi.

Pensavamo di essere state catapultate in un Regno miracoloso dalle mille sfumature cangianti, con cori angelici, dove personaggi come gli Arcangeli sono venerati e temuti in modo incredibile. Da una parte è stato così, dall'altra siamo stati spiazzati. Michele, Arcangelo di massimo grado, appare quasi sfumato ai nostri occhi, ha sì la sua aura da governante supremo, ma, ahimè, qui scopriamo che a Michele manca tanto così dall'essere paragonato quasi ad un essere umano. Non è intoccabile, invincibile come avevamo creduto, anche lui ha problemi: tra scartoffie varie, un ufficio ai confini del cielo e leggi che deve far mantenere a tutti i costi, il nostro temuto Arcangelo ha quasi bisogno dell'aiuto di uno psicologo. Questo sì che si chiama sfatare un mito, rendere per una volta un personaggio più simile possibile all'essere umano, con i suoi pregi e i suoi difetti, qualcosa di raggiungibile e molto più vicino a noi di quanto non avremmo mai creduto, esattamente com'è stato fatto anche con Lucifero e altri personaggi.

- Originalità del titolo. Come abbiamo detto, il personaggio Lavender Boy è del tutto originale, e pertanto lo è anche il titolo a lui legato. Tuttavia, forse questo non è il più azzeccato poiché come abbiamo detto poco prima, sebbene la storia parli di Tyrian e delle sue vicende all'inizio, con l'avanzare il tutto si incentra più su James, mentre Amelia e Tyrian diventano quasi uno sfondo (anche se rimangono sempre protagonisti, ma comunque hanno una minore importanza).

Oltre a questo, la figura di Lavender Boy si vede solo all'inizio, finché Tyrian non perde la sua "qualifica". Dopo di questo viene chiamato comunque in quel modo (o con nomignoli simili, nel caso di James) in più occasioni, però il suo ruolo iniziale si perde prima della metà della storia, e per questo il titolo a questo punto sembra un po' meno giusto.

Pare quasi che inizialmente la storia fosse nata sotto un'altra idea, incentrata più su Tyrian e Amelia che altro, ma poi sia stata modificata nel suo corso.

5. Analisi delle falle:

- Contraddizioni. Nel capitolo XI viene detto che Amelia lavora in un pub, ma poi nel capitolo XXII va a lavoro di mattina alle 9. In seguito, vediamo questo pub trasformarsi in un vero e proprio bar, quindi suggeriamo di correggere la prima informazione.

- Pezzi mancanti. Quando Tyrian viene a sapere che James ha rischiato un arresto cardiaco non pare troppo sorpreso o preoccupato, non fa nemmeno domande né dice alcunché, quindi ci è parso troppo poco impulsivo in questa situazione.

Vorremmo dire anche due parole riguardo Anthos. Questo gattino è stato molto presente dal momento in cui Tyrian l'ha trovato, ma poi è sparito senza che si sia più sentito parlare di lui quando Tyrian si è accasato. Alla fine è ricomparso solo per "far venire a james l'idea" che ha mandato avanti la storia. A nostro parere è stato un po' "usato", lasciato lì e poi usato ancora. Sarebbe stato carino se fosse rimasto con Tyrian, ma comunque, se non era questo il suo destino, ci sarebbe comunque stato da specificare perché non era più presente (o fin da subito che ogni tanto andava a trovare James).

Non è ben chiaro il fatto per James di perdere 7 anni di vita con la resurrezione di Tyrian. Qualsiasi stregone li avrebbe persi, ma lui è immortale, ciò significa che non ha un massimo di anni di vita da vivere, no?

Quando James torna indietro nel tempo, parla il latino come se lo studiasse da anni, ma non viene specificato se è così – cosa un po' improbabile dato che a scuola molto probabilmente non lo studiano – viene solo detto che da che non capiva niente si è concentrato e ha iniziato a comprendere il linguaggio fino a saperlo parlare abbastanza bene. Suggeriamo di aggiungere precedentemente un espediente che porti James a conoscere il latino sin dall'inizio della storia: la sua famiglia è ricca, potrebbe benissimo aver ricevuto lezioni private per acculturarsi.

- Altro. Il capitolo XL inizia esattamente allo stesso modo di un pezzo del capitolo XXXVI. Non è un caso, ci sono interi paragrafi identici, sembra che tutto sia stato copiato e incollato per una svista, come se l'autrice non si fosse resa conto che tutto ciò fosse stato già pubblicato. Il pezzo uguale è quando Tyrian ha in mano la tazza fumante di cibo per gli spiriti e si rammarica per tutto ciò che gli altri stanno facendo per lui.

6. Caratterizzazione dei personaggi:

Qui c'è davvero molto da dire. Tutti i personaggi sono ben caratterizzati e appaiono vivi, in un mondo ben fatto e che dà loro continuamente spunti per dimostrare il loro carattere, più o meno forte ma sempre realistico. C'è un confine davvero poco netto tra protagonisti e personaggi principali, e mai niente è scontato poiché chi all'inizio potrebbe apparire come un personaggio marginale poi ci sorprende e prende le redini della storia. Allo stesso modo, a volte è capitato di pensare che qualcuno sia solo una comparsa e niente più, e invece poi è tornato a rendersi utile oppure a rompere le uova nel paniere.

Come coprotagonista – o così almeno lo abbiamo categorizzato, dato che come abbiamo detto è davvero tenue il confine tra i ruoli – abbiamo Lavender Boy, una figura che inizialmente appare misteriosa ma che col passare del tempo perde un po' il suo fascino. Infatti Tyrian è fantastico inizialmente e raggiunge il suo apice nel momento in cui rischia di morire per salvare la vita di Amelia, ma dopo di quello la sua presenza si perde poco a poco, finché, dopo essersi reincarnato grazie al sacrificio di James, non diventa che una comparsa apparentemente un po' manovrata in base a ciò che serve.

Questo ci è dispiaciuto non poco perché, lo dice il titolo, la storia dovrebbe essere incentrata su di lui, che invece pare perdere carattere con il progredire di essa, lasciando sempre più spazio a James, come se l'autrice si fosse stancata di lui e avvicinata sempre di più a una figura che inizialmente era secondaria.

La figura di James diventa infatti sempre più importante, e forse è il protagonista indiscusso della seconda parte dell'opera. Mentre inizialmente è dolce, remissivo e un po' scontato, lo vediamo quasi subito andarsene e tornare come un ragazzo completamente diverso, cinico e disilluso, ma che sa comunque scherzare e ha sempre la battuta pronta. Quando compaiono le scene dedicate a lui, si può star certi di non sapere cosa ci aspetta, perché tanto lui sorprende sempre!

Crediamo sia il personaggio meglio riuscito in assoluto, anche perché cambia carattere e comportamento più di una volta nel corso della vicenda, e supponiamo che per l'autrice non deve essere stato facile rimanere sempre fedele, eppure ce l'ha fatta egregiamente.

C'è da dire che all'inizio il personaggio subisce una rivoluzione in pochi capitoli, e la cosa non ci è stata indifferente. Passano due anni e cambia da sotto a sopra, se così si può dire, ma la cosa non è del tutto improvvisa: avevamo già visto l'inizio di tutto, il suo sfogo d'ira quando ha scoperto del violino del nonno. Il cambiamento ci sta, ma siamo comunque rimasti sorpresi dal modo in cui si rivolge ad Amelia quando torna la prima volta, come se ormai non gli importasse più niente di lei, specie perché poi abbiamo scoperto che non è affatto così. Capiamo a fondo tutti i motivi del cambiamento, ma non aveva motivo per schernirla così, anche perché crediamo che pur essendo stato lontano abbia saputo della sua malattia e di quanto sia stata male senza di lui. In caso contrario, sarebbe strano poiché lei era la persona più importante per lui, persino più dei suoi genitori, e come minimo avrebbe voluto informarsi.

Amelia è la protagonista femminile della prima parte della storia. Di lei abbiamo apprezzato tantissimo la crescita poiché si vede benissimo che durante i due anni in cui è stata separata da Tyrian – e molto probabilmente anche per via della malattia – è cresciuta parecchio. Non che sia cambiata, lei rimane sempre la stessa combattiva e testarda ragazza, ma mentre nei primi capitoli erano palesi il suo comportamento e i suoi ragionamenti quasi adolescenziali, questi non compaiono più dopo che sono passati i due anni. Amelia diviene un po' più riflessiva e responsabile, riesce a prendersi cura di Tyrian come lui ha fatto con lei e spesso la vediamo a prendere in mano le redini della situazione. È una protagonista femminile davvero piacevole da leggere, non è l'eroina della situazione, ma nemmeno la principessa da salvare, è semplicemente un'umana, come spesso si ritrova a pensare lei, mal capitata in mezzo a complotti angelici e ultraterreni, che cerca di portare a termine il suo obiettivo di amare ed essere amata, e che difenderebbe con le unghie e con i denti le persone che le sono vicine.

La figura di Lucifero è senz'altro una delle più interessanti e intriganti di tutta la storia. Vorremmo premiarne l'interessante originalità, è senza dubbio una delle figure più utilizzate, eppure mai l'avevamo visto come appare qui. Complimenti davvero all'autrice.

Questo demone dal cuore in realtà più tenero di quanto non voglia ammettere, è un po' come un punto di riferimento per tutti gli altri protagonisti e specialmente per James, tant'è vero che è grazie a lui se alla fine si risolve la situazione che si va a creare.

L'unica cosa che ci ha un po' sorpreso su di lui è quando si professa di punto in bianco innamorato di James come se fosse la cosa più normale del mondo. Lì per lì è stato parecchio improvviso e scioccante, ma abbiamo apprezzato il modo diplomatico con cui prende tutto questo nei capitoli a venire.

Ci sono tanti altri personaggi interessanti, e ognuno di loro, seppur marginale, ha la sua storia e il suo perché. Ci è piaciuta davvero tanto la rappresentazione della Morte, figura spesso temuta e dipinta solitamente in modo pauroso, qui invece assume tutt'altra etichetta. La sua presenza disegnata divinamente viene esposta secondo un criterio logico e studiato; come sappiamo, la Morte è descritta in generale come uno scheletro incappucciato con una lunga falce, mentre la Morte di Lavender Boy è pura, razionale, diversa, e non parliamo soltanto del suo modo di agire, bensì anche della sua raffigurazione, riprodotta con colori diversi a seconda delle varie tipologie di decesso.

7. Coinvolgimento emotivo:

Di certo non è stato sempre allo stesso livello, specie perché alcuni capitoli sono stati davvero lunghi da leggere, ma l'opera è davvero corposa, e non era facile mantenere sempre più o meno il coinvolgimento abbastanza alto, eppure bene o male ci sei riuscita. I colpi di scena non mancano e sono stati quelli, insieme alla caratterizzazione dei personaggi, a mantenere vivo l'interesse. Ogni cambio di scena ha la sua particolarità, abbiamo momenti in cui viviamo la paura del sovrannaturale, attimi in cui proviamo rancore verso la famiglia, e ancora la rabbia per la debolezza, il non potersi difendere da soli, l'angoscia per la malattia, il delirio di essere sommersi da compiti e incarichi per nulla facili da gestire, la scoperta di un mondo del tutto diverso, ma quasi quasi poi non tanto difforme dal nostro, la nascita dell'amore, il batticuore, e infine la solitudine e la tristezza che risiedono nella morte.

L'unica cosa che possiamo dirti in questo punto è che forse sarebbe stato meglio, col senno del poi, dividere l'intera opera in due, in modo da separare la prima parte, di cui Tyrian e Amelia sono protagonisti, dalla seconda, nettamente differente e più incentrata su James. In questo modo avresti creato un'opera più coinvolgente dal punti di vista emotivo e capitoli leggermente più brevi che sono sempre più facili da leggere.

8. Breve recensione della copertina:

- Quanto attira a prima vista. La copertina attira molto, l'accostamento dei colori e degli elementi è azzeccato per richiamare il lettore, così come i vari dettagli, come ad esempio le catene ai polsi e la bolla di energia che racchiude il rametto di lavanda facendo sì che sia simbolicamente il perno principale e più importante attorno al quale si districano le vicende.

Notiamo un netto salto di qualità rispetto alla scorsa, e in questa risalta molto bene il genere fantasy dell'opera.

- Sintonia degli elementi. Perlopiù, gli elementi si fondono bene tra loro. Nonostante lo sfondo sia viola, la lavanda in primo piano riesce a risaltare bene anche se è dello stesso colore, il tutto grazie all'abilità di saper gestire la luce; infatti, l'ombra ai lati e il punto luce al centro non fanno altro che attirare l'occhio in quel punto, dove è presente l'elemento principale della storia. A proposito di luce, crediamo che le mani ai lati avrebbero potuto mostrare una gestione un po' più veritiera di quest'elemento, per capirci illuminate nei palmi e più scure su tutto il resto.

Le mani sono forse l'elemento un po' meno curato perché oltre ai problemi di luce risultano avere un taglio un po' troppo netto (mignolo sinistro) e una concezione di spazio un po' vaga: forse l'effetto era quello di dare quasi un intreccio con la lavanda, tuttavia qualche dito (sempre mano sinistra) risulta essere dietro di essa, e qualche altro davanti, e questa cosa crea una confusione al livello spaziale.

A parte questi piccoli dettagli che non tutti comunque potrebbero notare, nel complesso la copertina è davvero ben fatta.

Recensione a cura di:

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