Danger-Zone |KookTae|

By -bigbabol-

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La Danger-Zone è chiamata così per un motivo, se non sai sopravvivere non oltrepassare quella barriera, mai. ... More

-Trama-
1-Duecentomila Won
2-Il nuovo studente
3-Faccia da Seoul
4-Finestre salvavita
5-Passamontagna
6-Parlare
7-Il patto con il Diavolo
8-Regole
9-Lasciarsi andare
10-Nemici
11-Ragazzo perfetto
12-Coinquilini
13-Spiegare
14-Che la festa abbia inizio (pt.1)
15-Che la festa abbia inizio (pt.2)
16-Solo bugie
17-Perché?
18-Piccoli gesti
19-Sciogliere
20-Ti voglio bene
21-Polso
22-Colpa mia
23-Maledetta la speranza
24-Credulone
25-Trappola
26-Eroe
I personaggi rispondono
27-Bambola di ceramica
28-V come Vendetta
29-Le ragazze sono strane
30-Vipere e Serpenti
31-Cotte
32-Nei bassifondi
33-Mini-market
35-Cattive notizie
36-Moccioso
37-Non posso
38-La cosa importante
39-Va tutto bene
40-Bentornato papà
41-Dì qualcosa
42-Sognare
43-Un disastro
44-Carta vincente
45-Mia cara nonna
46-Decido io
47-La mia storia
48-Chiamata terminata
49-Abbiamo un grosso problema
50-È tempo di dirci addio
51-Lui non è più qui
52-Non sto sognando, vero?
53-Ci ha abbandonati
54-Piangere è solo per i forti
55-Assalto alla scuola
56-Il gioco del silenzio
57-Insetticida per umani
58-Il peggio deve ancora venire
59-Sono un mostro
60-Hai altri piani da raccontarmi?
61-Illusi, codardi ed egoisti
62-Dalla stessa parte
63-Speranza
64-Sinonimo di Inferno
65-Dopo tanto tempo
66-Non più
67-Solo se il destino vuole
-Epilogo-
-Ringraziamenti-
Vi ringrazio moltissimo PT2 +novità (?)

34-Sconosciuti

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By -bigbabol-

*

*

«Ew, che schifo. Froci!» esclama una voce a me completamente sconosciuta.

Mi volto e vedo davanti a noi tre persone, tre ragazzi, per la precisione. Due sono molto alti e hanno in viso delle smorfie disgustate, il terzo, nel mezzo, è quello che ha osato aprire bocca.

Oh, non sa contro chi si è messo.

Scendo dal carrello con un balzo veloce e inarco un sopracciglio, incrociando le braccia al petto. Non li ho mai visti, saranno nuovi, credo.

Non importa, di certo, non avranno la mia clemenza.

«E voi chi cazzo siete?» domando, senza alcuna finezza.

Si guardano fra loro e ridacchiano, scuotendo la testa. «Chi sei tu, semmai.»

Assumo un'espressione mezza divertita e mezza pronta a spaccare tutto. Hanno interrotto il momento mio e di Taehyung — che è ancora dentro il carrello, non so per quale ragione — nel peggiore dei modi e credono pure di prendermi per il culo.

«Non siete della Danger-Zone, suppongo.» sbuffo una risata di scherno.

«No, non siamo poveracci come voi.» replica quello alla destra, facendomi scattare.

«Ehi, stronzo. Fino a prova contraria, anche tu sei qui e non per gita turistica. — ringhio, trattenendomi dal mollargli un pugno solo perché qui c'è Tae — Ora, non fatemi incazzare e ritirate immediatamente — scandisco bene l'ultima parola — la cazzata che avete detto.»

Nuovamente, guardano uno negli occhi dell'altro, scoppiando poi in una grassa risata mirata solo al farmi infuriare. E ci stanno riuscendo.

«Tu, checca di merda, ordini qualcosa da fare a noi?» replica il coglione che ha parlato per prima.

Non riesco più a trattenermi e, con un bel gancio destro, mando al tappeto quello nel mezzo, facendolo cascare all'indietro. Il secondo che ha parlato, si gira verso di me, sconvolto, prima di provare a darmi un pugno che scanso tranquillamente.

Rispondo con una ginocchiata allo stomaco e quando cerco di colpirlo nuovamente, qualcuno si avventa sopra di me, facendomi cadere. Sgrano gli occhi e tiro un calcio alla cieca, mentre gli altri due si riprendono.

Mi rialzo subito, una volta che quello che mi teneva bloccato molla la presa a causa di una mia testata. Velocemente, con una ginocchiata dritta in testa, crolla al suolo. Gli altri sgranano gli occhi, vedendo il loro amico in quelle condizioni.

«Fatevi avanti, su.» rido, alzandomi leggermente la maglia per estrarne un coltello. Non giro mai senza, cazzo, siamo in una fottuta Danger-Zone.

Scuotono la testa, indietreggiando ma io non gli faccio fare più di un passo, fiondandomi sul primo, e puntandogli il coltello alla gola. Tutto sembra bloccarsi e premo la lama. Non ho paura di uccidere, ma non lo farò, non ad un coglione simile.

«Quindi... Vuoi ancora non ritirare ciò che hai detto?» sibilo dritto al suo orecchio, ghignando. Quanto amo avere tutta questa forza, tutto questo potere fra le mie mani...

«Jungkook.» una voce seria mi richiama e, sorpreso, giro il capo verso Taehyung. Ha le braccia incrociate al petto e sposta gli occhi da me al ragazzo.

«Mollalo.» continua, sempre con lo stesso tono di voce.

Gli lancio un'occhiata dubbiosa alla quale non risponde, così, sospirando, lo lascio andare, mollandogli un calcio in culo.

Crolla sopra quello steso per terra, mentre l'unico sano, si affretta a controllare le loro condizioni, spaventato.

Il bruno, a passo svelto, si avvicina al terzo, afferrandolo per i capelli e facendogli inclinare la testa verso l'alto.

«Allora, stronzetto. Come la mettiamo? Vuoi fare la loro stessa fine?» indica con un cenno i corpi accanto a lui.

«N-No, ti prego.» sussurra, impaurito.

«Facciamo che voi porterete rispetto a noi, d'accordo? Sennò, la prossima volta, non fermerò il Re della Danger-Zone.» detto questo, strattona ancora una volta la sua testa, lanciandolo per terra.

Torna da me, o meglio, dal carrello, lasciandomi a bocca asciutta. Faccio una smorfia, contrariato, mentre risale sull'oggetto.

Provo ad imitarlo ma mi blocca con un'occhiataccia. Sospirando, faccio il giro ed incomincio a spingere il carrello per le vie desertiche dei Bassifondi, mentre dietro di noi, qualche mugolio si fa sentire.

Dopo qualche minuto di silenzio, prendo parola.

«Andiamo, Tae. Non lo avrei ucciso—» mi interrompe, voltandosi verso di me mentre mastica rumorosamente una patatina.

«Avevi la faccia di chi l'avrebbe fatto.» replica, assottigliando lo sguardo.

«Ho sempre quella faccia, lo sai. Solo non mi piace che mi si manchi di rispetto.» sospiro, alzando gli occhi al cielo.

«Guardami, e che cazzo! Nemmeno a me piace, ma ucciderlo non è esagerato?» esclama, colpendomi una mano.

«Ahia! Non lo avrei fatto, merda! — sbotto — Nella Danger-Zone solo tre cose sono vietate.»

«Quali?» domanda, inclinando la testa verso destra, prendendo un'altra patatina. Sembra un bambino. Questa visione mi riporta alla mente ciò che stavo per dire, quasi una mezz'ora fa e stringo la presa sul manico, aumentando il passo.

«Regola numero tre: — recito, guardando solo in avanti — non si manca di rispetto a chi è più potente di te. — sposto lo sguardo verso le mie mani — Regola numero due: mai tradire la patria, o cioè, la Danger-Zone e chi vi ci abita. — fisso i miei occhi sui suoi, deglutendo — Regola numero uno: è imperdonabile u-uccidere qualcuno.»

«Woah, non sapevo che ci fossero delle regole.» annuisce, stupito, sbattendo leggermente le palpebre.

Sorrido, scacciando via i pensieri maligni che attentano alla mia figura. Mi sporgo per dargli un bacio a stampo rumoroso che si fa sentire per tutta la strada.

«Vieni a casa mia?» chiedo mentre lo vedo accasciarsi dentro il carrello, probabilmente, è stanco morto.

«Mh mh.» mugola in assenso, accucciandosi su se stesso.

Sorrido ancora una volta, sospirando, notando che si è addormentato definitivamente. Mi tolgo il giubbotto e lo poso sopra di lui, cercando di dargli più calore possibile.

Ricomincio a spingere, guardando la Luna.

Già, vietato uccidere...

[- - -]

«Mamma, mamma!» un piccolo bimbo dalla chioma sbarazzina e castano chiaro corse in cucina, inciampando solo un paio di volte.

La donna dai corti capelli scuri, ridacchiò alla vista. Voleva alzarsi ad aiutare il figlioletto, ma, quest'ultimo, aveva categoricamente detto "riesco ad alzarmi solo, mammina! Non aiutarmi!" quindi era rimasta davanti ai fornelli a cucinare, scuotendo la testa.

Per avere otto anni, era fin troppo iperattivo e chiacchierone.

«Sì, tesoro mio?» domandò, fingendo di non aver visto nulla.

«Quando torna papino? Ho fame! E mi manca!» si lamentò, mettendo il broncio sul suo tenero visetto.

La mamma si inginocchiò, accarezzandogli il volto. Assomigliava così tanto a suo padre e, da grande, sarebbe stato identico a lui. Lo sperava, almeno.

«Ma uffaaa. — mise le braccia al petto, corrugando la fronte — Non è proprio giusto! Papino è a casa solo poco tempo! Non mi abbraccia mai.»

L'altra rise, tornando a cucinare. «Non si dicono le bugie, piccoletto.»

«Va bene! Papino mi abbraccia, ma mi abbraccia così poco!» strillò, andandosi a sedere su una sedia.

«Chi è che abbraccia poco chi?» domandò una voce profonda e sicura, dai toni divertiti.

I due, puntarono contemporaneamente lo sguardo sull'uomo appena entrato, sorridendo.

«Papino, sei qui!» esclamò il piccolo, correndo a stringere il suo papà. Gli era mancato così tanto, non sarebbe mai riuscito a stare senza di lui.

L'uomo ricambiò, abbracciandolo forte.

«Ti sono mancato?» disse poi, staccandosi per andare baciare a fior di labbra la moglie.

«Eccome!» annuì vigorosamente, tornando alla sua sediolina.

«Non la smetteva di lamentarsi, caro!» concordò la donna, ridacchiando ancora.

«Oh, piccoletto. — il padre sorrise calorosamente, andando verso il suo piccino — Sappi che papà ci sarà sempre, non importa se non lo vedrai tutti i giorni. Sono sempre qui.» gli picchiettò un dito sul cuore ma il bambino non sembrava tanto convinto.

«Davvero, papino?»

«Credimi, Taehyung. Papà ci sarà per sempre.» 




Spazio Me:

MA CIAO SIGNORI E SIGNORE

okokok capitolo corto e schifoso, di passaggio sostanzialmente e sì. FA PROPRIO CAGARE.

comunque sia, dal prossimo eheh arriveranno nuovi personaggi... Chissà chi erano quei tre idioti...

CORREGGO DOPO O O O O O O

Spero che vi sia piaciuto, se è sì, lasciate un like e commentate e alla prossimaaaa!

-bigbabol-

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