Danger-Zone |KookTae|

Por -bigbabol-

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La Danger-Zone è chiamata così per un motivo, se non sai sopravvivere non oltrepassare quella barriera, mai. ... Más

-Trama-
1-Duecentomila Won
2-Il nuovo studente
3-Faccia da Seoul
4-Finestre salvavita
5-Passamontagna
6-Parlare
7-Il patto con il Diavolo
8-Regole
9-Lasciarsi andare
10-Nemici
11-Ragazzo perfetto
12-Coinquilini
13-Spiegare
14-Che la festa abbia inizio (pt.1)
15-Che la festa abbia inizio (pt.2)
16-Solo bugie
17-Perché?
18-Piccoli gesti
19-Sciogliere
20-Ti voglio bene
21-Polso
22-Colpa mia
23-Maledetta la speranza
24-Credulone
25-Trappola
26-Eroe
I personaggi rispondono
28-V come Vendetta
29-Le ragazze sono strane
30-Vipere e Serpenti
31-Cotte
32-Nei bassifondi
33-Mini-market
34-Sconosciuti
35-Cattive notizie
36-Moccioso
37-Non posso
38-La cosa importante
39-Va tutto bene
40-Bentornato papà
41-Dì qualcosa
42-Sognare
43-Un disastro
44-Carta vincente
45-Mia cara nonna
46-Decido io
47-La mia storia
48-Chiamata terminata
49-Abbiamo un grosso problema
50-È tempo di dirci addio
51-Lui non è più qui
52-Non sto sognando, vero?
53-Ci ha abbandonati
54-Piangere è solo per i forti
55-Assalto alla scuola
56-Il gioco del silenzio
57-Insetticida per umani
58-Il peggio deve ancora venire
59-Sono un mostro
60-Hai altri piani da raccontarmi?
61-Illusi, codardi ed egoisti
62-Dalla stessa parte
63-Speranza
64-Sinonimo di Inferno
65-Dopo tanto tempo
66-Non più
67-Solo se il destino vuole
-Epilogo-
-Ringraziamenti-
Vi ringrazio moltissimo PT2 +novità (?)

27-Bambola di ceramica

1.9K 161 257
Por -bigbabol-

*

*

*sospira* sono arrivate le scene forti -veramente...- quindi, non so, mi dispiace. 

-Buona lettura-

*

«Dove scappi, TaeTae?» chiede, prendendomi per il collo, quando provo a scappare fuori dalla porta della sua casa.

«L-Lasciami!» mi dimeno, inutilmente, mentre mi trascina dentro.

«Non eri tu che volevi lasciarmi? Cos'è successo? Ci hai ripensato?» ride, buttandomi per terra, a pochi passi dal salotto.

Tento, nuovamente, di scappare, ma blocca ogni mio movimento dandomi un calcio sullo stomaco. Sgrano gli occhi, boccheggiando con le lacrime agli occhi.

«Allora, stupida puttana? Rispondi!» urla, alzando la mia testa da terra, stringendo fra le dita i capelli.

Non dico nulla, trattenendomi dal piangere.

«Ho detto: Rispondi! Cazzo, sei anche sordo?!» continua, strattonandomi.

«Ahi-Ahi! Fa male, per favore!» esclamo, chiudendo le palpebre e sentendo una lacrima scivolare giù.

«Ah, fa male? Povero piccolino, vorresti che finissi?» domanda, con una falsa vocina infantile. Singhiozzo, scalciando.

«Devi stare fermo, porca troia.» ringhia, tornando incazzato come prima.

Prende un braccio, sollevandomi di peso e salendo le scale. Provo a muovermi, ma niente, non molla la presa.

Continuo a piangere, ormai nemmeno provo a trattenermi.

«Andiamo, piccoletto, fra poco imparerai la lezione e ad obbedirmi.» ridacchia mentre io, dentro e fuori, muoio.

Non può- Non lo farà, vero? Per favore.

«No, no!» grido, agitandomi di nuovo, quando apre la porta della sua lussuosa camera.

Riesco a liberarmi e corro via da lui, preso dall'adrenalina. Sono al secondo gradino delle scale quando un calcio dritto al mio sedere mi fa barcollare davanti. Ho solo il tempo di sgranare gli occhi e cado per quasi una rampa di scale.

Arrivo al pianerottolo che tremo tutto, piangendo ad alta voce, rannicchiato su me stesso. Non riesco a muovermi, la testa fa malissimo. Sto per morire.

«Dove cazzo credi di andare?!» urla Bogum, dandomi un pugno in viso. Mi carica in spalla, salendo senza problema al primo piano.

«Volevo andarci piano ma, a quanto pare, hai deciso il contrario.» ride, gettandomi sul suo letto. Come una bambola, un oggetto senza vita, un giocattolo.

Una bambola... Papà mi chiamava sempre così. Con dolcezza, ovviamente.

Diceva sempre "Sembri una piccola bambola di ceramica: vai trattato con cura ed amore." poi mi accarezzava il viso, sorridendo. Io ci credevo, credevo di essere una bambola di ceramica. Però, ho subito subito delle crepe e, giustamente, chi vuole un giocattolo rotto? Nessuno.

«Devi guardarmi.» prende fra le dita la mia mascella, costringendo ad incrociare il suo sguardo.

Sono una bambola, papà?  Allora lo diventerò realmente.

Non rispondo, non dico nulla, sto semplicemente in silenzio, ad osservarlo, senza muovere un muscolo, lo sguardo vacuo.

«Ecco, bravo. Sta zitto.» sorride, avvicinandosi al mio viso. Mi bacia ma non ricambio, nemmeno lo sposto. 

Alza la mano e un forte sibilo riempie l'aria. Prima che possa contenermi, le lacrime scorrono sul mio viso.

Continua a farmi del male e non posso far altro oltre chiedermi... perché?

Inizia a screditare più volte la mia persona e da qui, scollego completamente. Non voglio sentire assolutamente nulla, non voglio provare assolutamente nulla, non voglio assolutamente.

Sono una bambola di ceramica.

Anche quando inizia ad urlare insulti.

Sono una bambola di ceramica.

Anche quando sento il respiro corto.

Sono una bambola di ceramica.

Anche quando continua a mollarmi pugni.

Sono una bambola di ceramica.

Anche quando suona il suo cellulare.

Si blocca, inarcando un sopracciglio ed imprecando sonoramente.

«E chi cazzo è?» sbotta, allontanandosi.

Afferra il cellulare dalla tasca dei pantaloni e risponde incazzato.

Io continuo a guardare il soffitto, senza nemmeno respirare. Non mi importa di niente.

Dopo un paio di minuti, conclude la chiamata. Tornando a guardarmi.

«Ora devo andare, cazzo. Riprenderemo un altra volta.» rimette la sua maglietta, accarezzandomi la guancia.

Esce dalla camera, intimandomi di andarmene entro dieci minuti.

Mi rivesto anche io, uscendo dalla stanza. Scendo le scale e sento qualcosa gocciolare.

Aggrotto le sopracciglia e tasto la mia fronte, quando rimuovi la mano, vedo due dita imbrattate di sangue.

Deglutisco alla vista, tornando a toccare la ferita, sperando di bloccare la fuoriuscita.

Ho un altra crepa, papà. O forse sono due? O tre? O quattro? O, forse, sono completamente rotto?

Esco da questa cazzo di casa a passo svelto ‒ no, che dico ‒ ,praticamente corro via da lì. Non riesco a sopportare altro, mi sta cadendo tutto il mondo addosso, in questo preciso istante.

Avrei potuto morire.

Il respiro diventa più pesante e passo le mani fra i miei capelli. Credo di star per avere un attacco di panico, porca troia.

Alzo lo sguardo e noto di star camminando. Strano, non me n'ero nemmeno accorto.

Voglio qualcuno con cui parlare. Sgrano gli occhi quando realizzo: no, non c'è nessuno per me, adesso. Non posso andare da Jimin, non voglio far preoccupare Lalisa ‒ né farle pena ‒ , non posso andare da... Jungkook per motivi chiari.

Sono solo. Completamente solo.

Crollo sul marciapiede, in ginocchio. Le lacrime  hanno ricominciato ad uscire copiose dai miei occhi, la bocca chiusa per non far uscire nemmeno un piccolo singhiozzo, l'espressione contratta per il pianto. 

Devo sollevarmi da terra ed andare a casa ma non riesco, non riesco a fare nulla. Le mie gambe sono così molli e il cemento sembra così comodo, ora come ora. Voglio solo dormire e far finta di essere in un brutto sogno.

«Sei più forte di quanto credi.»

«Sei così speciale, Tae.»

«Coglione, gli stai facendo male!»

«Hai appena firmato il patto con il Diavolo, Taehyung.»

«Però, non sei affatto niente male!»

«Ti va di regalarmi un altro bacio?»

I ricordi mi travolgono e inspiro profondamente. J-Jungkook... 

*Quando chiudo gli occhi, vedo la tua luce nell'oscurità

Mi siedo, per terra, guardando in basso.

Illumina il cammino per me. Possiamo camminare avanti senza paura, tu ed io, woah

Aggrotto la fronte, stringendo i pugni e i denti.

Sei la mia luce, sei la mia luce. Brilli sempre nel mio cuore.

Faccio pressione sulle mie ginocchia e riesco ad alzarmi.

Collegati al mio cuore, sei la mia luce, sei la mia luce.

Tengo la testa bassa, intanto spolvero i miei jeans ferocemente.

Non importa quanto distanti siamo.

Tolgo lo sguardo da terra, puntandolo sulla strada ‒ deserta ‒ difronte a me.

La tua luce brilla su di me.

Ricomincio a camminare, pervaso da un incredibile rabbia che ribolle dentro di me, fino ad arrivare alle mie viscere. Mi scuote, facendo quasi male alla mia mente, ma non tentenno.

Da adesso questa fottuta Danger-Zone scoprirà chi è realmente Kim Taehyung.

Ho smesso di essere una bambola di ceramica che va amata, papà.

[- - -]

«Mamma, hai comprato la tinta che ti avevo chiesto?» domando, cercando fra la busta che ha portato a casa mia madre l'oggetto di mio interesse.

«Sì, tesoro. Neanche credevo le vendessero, qui.» ridacchia, infilando una mano fra i diversi beni da lei comprati per poi uscire una scatoletta chiara.

«Grazie mille!» le sorrido, correndo di sopra.

Passo quasi un'ora e mezza per cambiare il colore dei miei amatissimi capelli. Per quanto io ami il biondo, trovo il bisogno di modificare il mio aspetto fisico per fare quello che va fatto.

Sono passati due giorni. E ripeto: due cazzo di giorni, da quello che mi è successo e ho deciso di non uscire di casa, rifilando una scusa a mia madre. Avevo bisogno di riflettere sulla mia vendetta e ci sono riuscito. Ho escogitato il piano perfetto per far capire a tutti chi sono.

Fino ad ora, molti hanno creduto che io sia un piagnucolone, puttana, idiota, debole e ‒ perfino‒ approfittatore bugiardo. Quindi ho deciso di dire basta.

Mia cara Danger-Zone, dai il benvenuto ad un nuovo Kim Taehyung.

[- - -]

Sto dormendo o, meglio dire, mi sto rigirando nel mio ‒ scomodo ‒ letto cercando di non svegliare Seokjin-hyung che, però, dorme tranquillo e sereno.

Beato lui, sul serio. Io ho avuto un altro incubo, di quelli abituali che non mi fanno mai chiudere occhio. 

Non so che ore siano, sinceramente, ma è ancora notte fonda. Lo posso ben notare dalla finestra che da alla vista della Luna e delle stelle, ancora alte nel cielo scurissimo.

Ad un tratto, sento degli strani rumori provenire da fuori. Inarco un sopracciglio e mi alzo, sgusciano fuori dalla mia branda, a passi lenti.

Apro leggermente la porta e quasi urlo quando incrocio due occhi scuri che ‒ di certo ‒ non fanno parte di nessuno in questa abitazione.

«Taehyung?!» esclamo, esterrefatto.

«Jungkook.‒ mi sorride leggermente, poi torna serio. ‒ Ho bisogno del tuo aiuto.»

«...Cosa?»

«Non vuoi vendicarti, anche tu, di Park Bogum?»



Spazio Me:

*sto citando Lights!! La amo quella canzone!*

SONO TORNATA.

E

COL

BOOOTTOO

si accettano teoriee

eheh aspettatevi di tutto dalla prossima parte. Sul serio. di. tutto.

Spero vi sia piaciuto questo capitolo! Se è sì lasciate un like e commentate e alla prossima!

CORREGGO DOPO LO GIUROOO

-bigbabol-

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