Di Nuovo Maggio | Achille Lau...

Bởi lainil

43.6K 2.1K 511

La curiosità analizza le persone. L'egoismo le divide. Samantha incarna perfettamente queste due caratteristi... Xem Thêm

Prologo
Citofoni senza cognomi
Il mondo non é come pensi
Solo ad essere cattivi
Le piccole poche cose da tenere strette
La gente spreca le anime
Volevamo libertà
Buoni a perderci e basta
Non so amarmi. So rovinarmi.
Perché cosi non può finire bene
Solo per paura di soffrirci
In fondo tu sei come me
Come il film di Parker
Intorno hai tanti, ma nessuno a fianco
Ogni giorno è come sia l'ultima notte
Hai mai visto qualcuno morire?
Sto per farlo un'altra volta, roulette russa
Mi rende solo più stronzo
È amara anche l'acqua del mare
Metà tempo a cercarsi, metà a dirsi basta
Carichi la pistola e poi ti sparo in testa
Tu non sai la vita che mi ha fatto
Un bacio e una pistola come Robert Aldrich
Perché si desidera ciò che ci uccide?
Avere il meglio tra le mani e non capire niente
Com'è che siamo buoni a perderci e basta?
Sotto lune pallide
Sai quanto conti per questi? Niente.
Cuori d'acciaio con una catena
Per noi che il paradiso è pure troppo grande
Fare finta che non ci interessi
E farai la stronza
Chiederai sempre di amarti
Fatti così, su una ruota con il casco slacciato
Con quel tuo vizio d'esse' er tipo d'assistenza sociale
Dentro a un vuoto, fuori è vuoto
Un cuore sotto zero
Dentro quella stanza soli e in testa il finimondo
Crisi agli instabili tratti emotivi
Siamo soli in cento personalità
Ed io sono proprio come te
Destini rovinati che si intrecciano per sempre
Il cielo resta il limite per chi è come me
Questi bambini a letto senza cena
Strappalo ed incendiami
Un mondo distorto
Lei prega che la chiami e che le spari in bocca
Nessuno che ti voglia così tanto come me
Io sempre in cerca di quello che ho perso
Più di una vita voglio sia un museo
Insegnami com'è dire "addio"
Storie irreversibili, in sintesi invisibili
E non girarsi a guardare
Anni che le cose più belle le perdo
Per avere solo quello che avevano tutti
Finché cambi tu un giorno
L'amore confonde, la guerra é pace
Fare del bene, almeno a te
Solo chi perde qualcuno sa quanto fa male - Epilogo
Penelope - Finale Alternativo
Conclusioni e ringraziamenti

Lei vuole perdersi

607 34 4
Bởi lainil


Essendo che le notifiche non vengono sempre mandate, ve lo dico nel caso vi siate persi il precedente capitolo: ho aggiornato due volte questa settimana.

Buona lettura


Lauro osserva, seduto su una sedia tremolante, i suoi due ormai ex amici venire sepolti da cinque ragazzi. Fa un tiro alla sua canna, passandola a Daniele, che ignora la scena, concentrandosi sulla sua musica.

Il biondo lancia uno sguardo a Julia, seduta a fianco a lui e alle mani della ragazza strette attorno alla sua, immobile tra quel calore, mentre il suo sguardo resta su quella scena.
Riporta l'attenzione sul fidanzato, quando la sua mano viene stretta da lui, che gli domanda con gli occhi se stia bene:

"Odio i funerali."

Asserisce:

"Io no." Commenta lui: "È l'espressione più alta di libertà dopo il suicidio." Le spiega, lasciandola stupita: "Dopo il funerale una persona è libera di volare dove meglio crede, assicurando che il suo corpo sia però immobile e irremovibile, lì sotto, protetto."

"Preferisco restare ingabbiata piuttosto che suicidarmi, la morte mi fa troppa paura. Non voglio morire."

"Alla fine dovremmo morire tutti Ju'. Però fai bene a pensarlo. A me non fa paura, la morte. È solo un intermezzo."

"Se mai dovessi scegliere, non lasciarmi sola. Moriamo insieme."

Lauro annuisce, lasciandole la mano e circondandole le spalle, tirandola su di sé:

"Cercherò di non lasciarti sola, non preoccuparti. Quando sarò convinto di saperti al sicuro, allora mi potrò allontanare."

"Io con te mi sento al sicuro."

Ma non lo sei, le vorrebbe dire, ma evita, respirando a fondo e stringendola maggiormente, per assicurarle di essere lì.

La pace del luogo viene scossa da un rumore di moto e di alcune grida e rumore di armi. Lauro si alza immediatamente, cercando capire che stia accadendo. Afferra la sua pistola, pronto a togliere la sicura e puntandola verso la fonte del rumore, abbassandola quando distingue Samuel tra i ragazzi che lo circondano:

"Fermi, abbassate le armi."

Ordina e tutti obbediscono, restando in guardia, pronti ad attaccarlo. Samuel, rimasto immobile fino a quel momento, fa un cenno con il viso verso Lauro, che ricambia, avvicinandosi poi a lui:

"Che vuoi?"

"Mi serve un favore. Per Samantha." Lauro alza un sopracciglio, invitandolo a continuare: "Dobbiamo levarci Marco di mezzo."

"Non sparo a persone a caso. Dammi un motivo, spiegati. Poi perché mi dovrebbe riguardare la cosa?"

"Perché la toglierebbe al tuo lavoro. Questo se la vuole portare via."

"Portare via?"

Samuel annuisce: "Nella Roma bella, dei viziati, non sopporta che stia con me, che stia con te, con Lisa o con chiunque altro."

"È geloso persino di una ragazza?"

"È possessivo, questo rischia di diventare ossessivo, doloroso, violento. Non possiamo lasciarla in mano sua."

"Lei che dice?" Domanda, sistemando la pistola al suo posto:

"Che non è vero. Ho provato a farle capire la realtà delle cose, ma per lei, lui, non è nulla di tutto ciò."

"Quanto è stupida." Si fa sfuggire, vedendosi venire fulminato dallo sguardo di Samuel: "È a casa sua?"

"Non sua."

"È a casa di quello sfigato?"

Samuel fa un cenno che fa comprendere a Lauro di aver indovinato, facendogli riflettere come procedere, per poi ragionare, respirando a fondo:

"Pensaci tu. A me non interessa."

Incrocia le braccia al petto, sotto lo sguardo di colpo più tranquillo di Julia, arreso di Daniele e confuso di Samuel:

"Scusa?"

"Hai capito. Non mi interessa di dove lei possa essere o cosa le stia accadendo. Io ne voglio restare fuori. Non insistere."

Digrigna i denti, stringendo i pugni nelle tasche per tentare di tranquillizzarsi. Samuel, dal canto suo, rilassa i muscoli, prendendo il casco con due mani, comprendendo lo stato del ragazzo:

"Io ti ho avvertito. Non avevo intenzione di fare altro."

E gli fa un cenno, congedandosi, rimettendosi il casco e tornando a passo svelto verso la moto.
Lauro lo segue con lo sguardo, senza dire nulla, sentendo Julia stringersi attorno al suo braccio e affondando lì il viso:

"Hai fatto bene a non andare, poteva succederti di tutto."

"Già." L'appoggia lui, per poi guardare la Daniele che lo fissa contrariato, scuotendo la testa in disaccordo con la sua scelta, ma a lui non interessa della sua reazione, seppur preoccupato per Samantha e per la sua condizione causata da quel ragazzo:

"Vai da lei."

Gli fa capire con il labiale Daniele, facendolo bloccare, chiedendosi se sia la scelta migliore interessarsi ad affari che non lo riguardano.




"Non è carino non salutare gli amici sai?"

Samantha sobbalza a quella voce, rischiando che le sue chiavi le cadano dalle mani, per poi girarsi verso una voce che conosce molto bene, tornando subito a dargli le spalle, girando la chiave nella serratura e abbassando la maniglia:

"Oh. Parlo con te Samantha."

Alza la voce Lauro, mettendosi sotto braccio il casco e avvicinandosi a passo svelto a lei che entra in casa, pronta a chiudergli la porta in faccia, ma che viene bloccata dal braccio di lui:

"Ti sto parlando."

"E io non voglio sentirti, Lauro, lasciami in pace."

Risponde lei, senza guardarlo negli occhi, tentando di chiudere la porta, fallendo poiché lui la apre forzatamente, senza farle male, vedendola indietreggiare, ma senza trasmettere l'idea che abbia paura di lui:

"E invece insisto."

Samantha sbuffa, lasciandolo entrare e dirigendosi in cucina, mentre lui, dopo aver chiuso a chiave la porta come solito della ragazza e appoggiato il casco per terra, la segue con tranquillità, trovandola a versarsi un bicchiere d'acqua e a berlo frettolosamente come non bevesse da anni:

"Stai bene?"

Chiede, preoccupato:

"T'interessa?"

"Sì."

"Non sto bene."

Asserisce lei, facendolo annuire e sedere sul ripiano, dove lei appoggia un bicchiere di acqua anche per lui, che accetta volentieri:

"Che ti succede?"

"Nulla che ti riguardi, cose mie, che interessano me. Davvero. Perché ti dovrebbe interessare?"

"Non mi interessa, sono solo curioso del perché stai così." Samantha respira a fondo sentendo quell'aggettivo: "Non lo volevo usare a sproposito. Perdonami. Non ci ho neanche pensato."

"Non scusarti. Non è roba mia."

Chiarisce subito lei, senza guardarlo, appoggiandosi al davanzale della finestra, guardando fuori, concentrata sul nulla:

"Lo è ormai, almeno per me. È una parola tua, per descriverti. Non in tono cattivo."

"Non mi piace come aggettivo. Non usarlo."

Lauro alza lo sguardo, vedendola stringersi nelle spalle, affondando il viso nel collo della maglietta che indossa, come volesse nascondersi, chiusa in se stessa. Questi gesti non fanno che preoccuparlo ulteriormente:

"Che ti è successo Sam?"

Le domanda, scuotendo la testa e avvicinandosi poco a lei, che non risponde, con lo sguardo basso. Lauro ha paura di fare qualunque cosa, ma la circonda con un braccio, appoggiandolo sul suo fianco e stringendola poco a lui, abbassandosi alla sua altezza, senza parlare.

Lei non rompe quel silenzio, si appoggia poco a lui, gli guarda la mano e abbassa lì la sua, sfiorandogli le dita e chiedendogli con il silenzio di tenerla, cosa che lui fa, stringendole le dita nelle sue, accarezzandole.

Samantha socchiude gli occhi, beandosi di quel momento, del silenzio, della vicinanza e della protezione data dal ragazzo:

"Vorrei che questo momento durasse per sempre."

Gli rivela lei stanca, dopo diversi minuti rimasti lì fermi. Lauro si limita ad annuire, senza fermare i suoi movimenti. È lei ad allontanarsi, senza forzare, poiché lui sposta subito la mano, non smettendo di guardarla.

La nota tenere la zip della felpa tra le mani, come fosse in dubbio se levarla o meno, come se gli dovesse far capire qualcosa con quel gesto, ma non di andarsene, ne è sicuro, glielo avrebbe detto a parole.

Si sposta dalla cucina, passando nel salotto:

"Danno un film carino alla televisione, hai qualcosa da fare o posso restare a guardarlo?"

Domanda, afferrando il telecomando, come fosse a casa sua e guardandola:

"Tu non guardi i film, Lauro." Lo prende in giro lei, sorridendo forzatamente, continuando a nascondergli qualcosa: "Però se vuoi restare fallo pure. Possiamo guardare qualcosa assieme."

Il biondo annuisce e la ragazza gli prende il telecomando dalle mani, accendendo la televisione su un film qualunque e sedendosi sul piccolo divano, imitata da lui:

"Non hai caldo?"

Domanda preoccupato, togliendosi la giacca di jeans che indossa, restando in canotta, guardandola, mentre lei scuote la testa:

"Non troppo."

"Almeno aprila 'sta felpa." Le dice, prendendole la zip, ma senza spostarla, mentre lei, spaventata, gli afferra un polso, per allontanarlo: "Oh, ma che c'hai? Fa troppo caldo per tenerla chiusa."

"Sto meglio così." Si limita lei, avvicinando le gambe e appoggiando sopra il viso:

"Dimmi che cos'hai. Non farmelo scoprire da solo."

"Ma perché insisti con il fatto che io abbia qualcosa?"

"Perché anche tu vuoi dirmelo, ma qualcosa ti ferma. Non ti giudico Sam, ma dimmelo."

Samantha è ferma, non convinta di volergli dire la verità e passano altri minuti in cui non si parlano, nei quali Lauro torna a concentrarsi sulla televisione, senza guardarla realmente, per poi venire attirato dai movimenti di lei che cerca di togliersi la felpa.

La guarda spogliarsi, restando solo in reggiseno, ma già comprendendo, restando passivo alla vista di quei segni.

Alza la mano, spostando i capelli dal corpo di Samantha, guardandola meglio, mentre lei lo lascia fare, non provando alcuna vergogna:

"Devono fare male."

Commenta, squadrandole i lividi e gli ematomi che sono presenti sulla pancia e sopra i seni:

"Abbastanza, ma sono passati, ora fanno meno male."

"Lo so solo io di questo?"

"E Samuel." Abbassa lei lo sguardo, colpevole: "Lui ipotizza, in realtà, non li ha mai visti."

"Perché me li stai mostrando?"

"Non lo so." Gli dice, dopo qualche secondo di silenzio, alla ricerca di una motivazione: "Non mi vergogno davanti a te, di farti vedere ciò."

"Forse perché sai che te li potrei causare io stesso."

"No, non è per quello."

Gli assicura, trattenendo poi i lamenti quando la mano di lui passa ad accarezzarli senza cattiveria, con tanta delicatezza:

"Chi te li ha fatti Sam? Dimmelo, non voglio bugie."

Lei lo guarda e lui la imita, cercando di leggere in quello sguardo una risposta, ma non capisce, non realizza chi potrebbe esserne l'artefice, può solo ipotizzare:

"È stato il tuo ragazzo, vero?"

Lei distoglie lo sguardo e ciò gli basta come risposta:

"Lo ammazzo." Sussurra a denti stretti, stringendo i pugni, ma rilassandoli poco quando Samantha appoggia su questi le sue mani: "Come puoi continuare a farti trattare così?"

"È il prezzo da pagare Lauro."

"Per essere amati? Cristo, non è amore."

Samantha deglutisce, in dubbio se parlare o meno, ma decide di fregarsene e di lasciarsi andare con il biondo:

"Quindi tu non ami Julia?"

"Perché mi chiedi ciò?"

La guarda storto, ritirando le mani dal suo corpo, mentre lei scrolla le spalle:

"Daniele mi ha detto..."

"...Che la picchio?" Lei annuisce: "Sì, lo dice a tutti, non solo a lui. Anche a mio fratello, Simon, Edoardo e gran parte dei ragazzi che stanno al palazzone. Non l'ha mai detto esplicitamente, ma lo fa intendere."

"Ed è così?"

"No." Risponde fermo Lauro, distogliendo lo sguardo ed incrociando le braccia al petto, fingendo di tornare a fissare il film, quando in realtà non gli presta la minima attenzione:

"Qualche volta." Sussurra lui: "Qualche volta le ho alzato le mani contro."

La ragazza non risponde, imitandolo, guardando lo schermo, ma senza muoversi, non percependo più il freddo che diceva di avere e sentendosi maggiormente a suo agio con il ragazzo, entrambi spogliati di una verità scomoda che li appartiene:

"Vorrei che mi facessi incontrare il tuo ragazzo." Le dice dopo un po' Lauro, chiudendo le mani sulle gambe, evitando ancora il suo sguardo:

"Perché?"

"Per parlarci."

"Vuoi picchiarlo?"

"Sì."

Asserisce lui, facendola sorridere guardandolo, per poi girarsi verso di lei, fissandola, restando in silenzio:

"Che guardi?"

"Mi fa piacere che tu sia qui." Gli rivela Samantha, abbassando poco lo sguardo:

"Anche a me." Risponde Lauro, allungando le gambe sul pavimento: "Avevo bisogno di vederti. Mi fai sentire meglio, stare con te mi salva un po' prima di buttarmi nel baratro."

Samantha lo guarda, ascoltando quelle parole, per poi stringersi nelle gambe:

"Mi sento meglio con te, Lauro, che con molte altre persone che mi non mi fanno mancare niente e che fanno di tutto per rendermi felice.
Sappiamo entrambi che tu non ci provi, e nemmeno io, a farmi star bene. Perché non ce ne frega niente di stare bene, perché è tutto molto soggettivo e limitato e siamo troppo egoisti per pensare di raggiungere la felicità e per aiutarci a farlo.
Eppure è proprio questa fredda realtà che mi sbatti in faccia che mi fa sentire più legata a te che ad altri, tu non hai bisogno di crearmi illusioni, di parole dolci, di gentilezze gratis.

Sei te stesso. Ed è esattamente ciò di cui ho bisogno."

Il biondo abbassa lo sguardo, incapace di rispondere e di eguagliare questi commenti nei suoi confronti.
Allunga una mano verso di lei, sul divano, lasciandola aperta. Samantha la fissa per poi imitarlo, appoggiando la sua in quella di Lauro, che la stringe poco, accarezzandole il palmo e respirando a fondo:

"Dev-..."

"Shh..." La blocca lui: "Non parlare. Non rovinare questo momento."

Le chiede sotto forma di ordine, appoggiandosi meglio al divano e stringendo la presa sulla mano. Samantha lo lascia fare, tacendo e rimettendosi sulle spalle la felpa, sentendo un po' di freddo.

Lauro la guarda con la coda dell'occhio, trovandola così fragile e così debole chiusa in quella felpa. Abbassa lo sguardo sul telefono, accendendolo e vedendo la foto di lui e Julia come bloccaschermo.
Sa che non dovrebbe trovarsi lì, ma con la ragazza che gli ha inviato diversi messaggi chiedendogli dove fosse finito, che lui ha completamente e volutamente ignorato:

"Se devi andare, vai, non sei obbligato a restare."

"No. Non ho nessuno che mi aspetta."

"Neanche Julia?"

"Neanche Julia."

Mente lui, rimettendo il telefono in tasca, per poi tirare piano la mano di lei sulle sue gambe, accarezzandogliela dolcemente e tracciando i contorni delle dita, guardandola come fosse la cosa più bella del mondo:

"Mi piacerebbe stare qua con te tutta notte."

Le rivela, deglutendo, mentre lei accenna un sorriso, seppur spiazzata da quella frase:

"Se puoi, resta, io non ti caccio mica."

"Infatti non posso, devo fare dei lavori stasera, quindi dovrò andarmene."

"Cosa devi fare?"

"Casini coi soldi. Non ce li danno. Vado personalmente a ritirarli e a far saltare la testa a qualcuno."

"Fai attenzione."

Si preoccupa lei, guardandolo negli occhi:

"Non ti preoccupare. So perfettamente cosa devo fare e con chi ho a che fare."

Dice, spostando la mano e sentendola avvicinare:

"Fammi sapere."

E gli lascia un bacio sulla guancia che lo fa sobbalzare perché non se lo aspettava:

"Rifallo."

"Cosa?"

"Rifai ciò che hai appena fatto."

Samantha lo guarda stranita, per poi stringere le labbra e baciarlo nuovamente:

"Questo?"

"Sì, brava, rifallo una terza volta."

"Ma perché?"

Quasi ride lei, divertita da quello strano momento e dalla piega che sta prendendo:

"Mi piace, fallo ancora dai."

Samantha scuote la testa, ma ubbidisce, avvicinandosi nuovamente alla guancia di lui, ma Lauro la prende di sorpresa, girandosi di colpo verso di lei e baciandola, stringendola a sé, per poi farla ricadere quasi subito sul divano, lasciandole a malapena il gusto del contatto.

Si rialza, sistemandosi i capelli, guardandosi allo specchio:

"Io vado..."

Commenta freddamente, passandosi le dita sulle narici con fare nervoso:

"Hai dell'erba? Sono uscito in fretta di casa e non me la sono portata dietro. Sono un paio d'ore che sto senza."

Chiede, guardandosi intorno come potesse trovarla, passandosi le mani tra di loro, nervosamente:

"Sì, aspetta qua."

"Dai... Veloce che devo andare."

La forza, mentendo, semplicemente perché sente davvero il bisogno di fumare qualcosa e sorride vittorioso quando le passa una canna e gliela accende.

Ne fa un lungo tiro, sentendosi subito più rilassato e facendo un lungo sospiro:

"Grazie mille."

Le dice con uno sguardo più sereno e tranquillo, per poi farle cenno di avvicinarsi. Le afferra il mento di colpo, inebriando, con quel gesto, le narici di lei dell'odore della canna che tiene tra le dita. Socchiude gli occhi, premendole rudemente le labbra sulla guancia, per poi allontanarsi:

"Dormi stasera e non pensare a niente, domani mi occuperò di tutto."

"Non fare niente, Lauro, non preoccuparmi, fai le cose tue e non intrometterti nelle mie che rischi di farti male per niente. Non mi serve che qualcuno mi difenda, davvero."

"Oh, ma Sam..." Ridacchia, abbassandosi poco alla sua altezza: "Non sarò di certo io a sporcarmi le mani, mica mi faccio male io a causa di un coglione."

Le accarezza i capelli, per poi farle un cenno:

"Buonanotte Sam."

Ed esce di casa, sbattendo la porta alle sue spalle e prendendo il telefono, cercando un contatto specifico:


Domani, ore 10. Di
fronte 
al Teatro Greco.

Finirà in tragedia? HAHA

Ridi, basta che
domani ci sei.
L x



Đọc tiếp

Bạn Cũng Sẽ Thích

78.8K 3.9K 68
quando incontri la persona giusta poi è così difficile lasciarla andare, diventa il tuo punto di riferimento, la tua casa, il tuo tutto.
38.9K 2.7K 52
Ho sempre creduto che ci fosse un filo, un filo che noi non possiamo né vedere né sentire, un filo che lega cose apparentemente lontane e inconciliab...
82.7K 3.5K 36
Due cuori spezzati si incontrano e familiarizzano tra di loro. È possibile unire le parti rotte per formare un nuovo amore, pronto a risanare tutto i...
93.7K 2.9K 37
Violet non avrebbe mai creduto alle storie raccontate sulla foresta che circondava la sua dimora: storie di un uomo malvagio che si nascondeva dietro...