Cherry restituì il sorriso. Poi, quando l'altra fu uscita, riprese a leggere l'articolo di Teen Life, resistendo all'impulso di rimanere semplicemente a fissare la fotografia del ragazzo che amava.
"Werhunter apre una porta alle sue spalle e ne fa uscire un ragazzo dai capelli color mogano, ondulati, che avrà circa sedici o diciassette anni. Non ricordo di aver mai visto la sua faccia prima d'ora, ma i suoi lineamenti sono puliti e attraenti.
Io: Questa è la nostra futura superstar?
W: Lo faremo esordire a Natale, per un concerto speciale in cui purtroppo non potrò essere presente. Sappiamo tutti com'è: la polizia cerca sempre di catturarmi e non posso rischiare di far saltare la prima esibizione ufficiale di Ryan per colpa di un conflitto con i supereroi.
Io: Dove si svolgerà questo primo concerto?
W: Perché non lo chiedi a lui?
Werhunter sorride misteriosamente e fa sedere il ragazzo nel posto in cui era stato seduto lui poco prima. Ryan ha brillanti occhi castani che fissa senza timore nei miei. Sembra molto sicuro di sé mentre accavalla le gambe.
Io: Ciao, Ryan! Sono contenta di poter parlare con te. A quanto pare sei destinato a diventare la nuova sensazione musicale!
Ryan: Proprio così. C'è ancora qualcosa da preparare prima del grande esordio, ma non dubito che sarà tutto assolutamente fantastico.
Io: Sembri molto sicuro di te.
R: Lo sono. Ho capito certe cose... (abbassa la voce, con fare ammiccante, e non posso fare a meno di trovarlo seducente anche se è parecchio più giovane di me) oh, certe cose che gli altri ragazzi della mia età muoiono dalla voglia di sentire. Cose che non gli ha mai detto nessuno, ma che avrebbero dovuto capire molto tempo fa. La mia musica sarà rivoluzionaria, ma a colpire non sarà solo la melodia. È più profonda di qualsiasi cosa abbiano mai sentito.
Io: Quello che dici è davvero intrigante, Ryan. Ma anche piuttosto pretenzioso... non hai paura di deludere i tuoi fans?
R: Non ho ancora nessun fan (ride), ma quando li avrò potrai stare certa che non saranno delusi. Werhunter non mi avrebbe supportato, se non fosse stato sicuro delle mie capacità. Lui non sbaglia mai.
Io: Non hai paura che la tua associazione con un noto supercriminale possa scoraggiare possibili ascoltatori?
R: Niente affatto. So che mi daranno una chance, perché quello che dico viene dal cuore. E il mio è un cuore molto speciale. Ma non voglio rivelare nient'altro prima del grande esordio, che avverrà questo Natale, alle nove di sera, nel Madison Square Garden. I biglietti saranno presto in prevendita su TicketMelon.com, perciò non perdeteveli! Sono sicuro che andranno a ruba in pochi giorni e non potrete vedere l'evento in televisione, perché non ci saranno telecamere, almeno per questa volta.
Io: L'evento sarà proposto in un'arena storica, importantissima. Non ti senti nervoso all'idea di esordire lì?
R: Niente affatto. È il mio sogno fin da quando ero un bambino e nessuno dovrebbe sentirsi nervoso all'idea di realizzare i propri sogni.
Io: Questo è lo spirito! Ti auguro di realizzarli tutti, i tuoi sogni.
R: Grazie mille, Cintia. Credo che quest'intervista possa finire qui. Ho ancora tantissimo da fare oggi e sarebbe meglio se mi riposassi un attimo. Mi dispiace dover chiudere qui, ma quest'intervista doveva essere solo un ritaglino di tempo.
W: Infatti, Ryan. L'intervista finisce qui. Non è così, Cintia?
Io: Se è questo il vostro volere, sì, certamente finisce qui. Grazie per avermi dato questa opportunità esclusiva.
W: Grazie per aver accettato.
Non c'è che dire, uno scoop succoso. Non vedo l'ora di sentire cantare Ryan nel suo primo concerto e sarò di certo la prima a fiondarsi su TicketMelon.com per prenotare un biglietto per me e uno per il mio ragazzo!
E voi? Ci sarete? Vorreste esserci, ma non potete? Scrivete alla nostra redazione e fateci sapere cosa ne pensate: le lettere più interessanti saranno pubblicate sul prossimo numero di Teen Life."
Cherry scorse le pagine per tornare a guardare la foto di Ryan sottobraccio a Werhunter.
Aveva un taglio di capelli leggermente diverso e indossava una giacca di denim leggera con i bottoni scura, con le maniche tirate su a mostrare gli avambracci, sopra una maglia completamente bianca ed un paio di jeans stretti, quasi neri. Attorno al collo aveva una catenina dorata, attorno al polso un paio di braccialetti di cuoio. Sorrideva, come se fosse stato perfettamente contento di essere lì dov'era.
La ragazza cercò di trovare una traccia di debolezza nella sua posa o sul suo viso, ma non trovò nulla. Ryan le sorrideva dalla pagina, sottobraccio al più grande criminale se non del mondo, almeno d'America: un astro nascente, dall'aspetto genuino e desiderabile.
Neanche una settimana fa (una parte di lei non riusciva a capacitarsi che fosse passato davvero così poco tempo) lo aveva visto completamente distrutto, e adesso... Com'era possibile fare sparire così facilmente tutta quella tristezza?
Chiuse gli occhi e la rivista nello stesso momento, lasciandosi cadere sul suo letto.
Sentì una sorta di sollievo immediato al corpo indolenzito, seppure effimero e ammise in cuor suo che sarebbe andata volentieri a vedere il concerto di Ryan, specie se non fosse stato parte di chissà quale piano malvagio di quei mostri.
Cercò di rannicchiarsi su un fianco, la sua posizione preferita per riposare, ma il fatto di dover tenere rigido il collo la rendeva molto meno comoda di quanto ricordasse e si rassegnò a rimanere sulla schiena. Morfeo fu clemente con lei quella volta: fu come scivolare in un bagno caldo e il suo sonno la rapì in fretta e senza che se ne accorgesse, profondo e scuro, ma breve, rifocillando le sue membra stanche del riposo di cui avevano bisogno.
Quando si risvegliò fu perché l'infermiera di prima era entrata nella sua stanza e le stava aggiustando le coperte addosso, dato che lei non si era data la pena di ricoprirsi e il suo corpo era percorso da brividi di freddo. La cosa stupì Cherry: non si era svegliata per niente finché non aveva sentito quel tocco estraneo, per quanto leggero, anche se stava congelando.
«Ehi, andrà meglio zuccherino» La rassicurò la donna. Aveva una voce dai toni bassi abbastanza gradevole, un po' nasale, e Cherry non riusciva a fare a meno di fissarle di tanto in tanto lo spazio che aveva tra gli incisivi «Ci sono novità. Le vuoi sentire?»
Cherry era ancora intontita e gli occhi le si chiudevano da soli, anche se la donna aveva aspettato con pazienza di vederla un po' più sveglia prima di dirle quello che doveva, ma in seguito non sarebbe stata in grado di ricordare le parole esatte che l'infermiera aveva usato.
Capì il senso generale, però: ora che si era svegliata avrebbero fatto un paio di test per capire quando e se fosse stato possibile dimetterla ed affidarla alle cure della dottoressa Cosmos, poi l'avrebbero lasciata riposare.
«Te la senti di farli? Ci togliamo questo dentino, eh?».
Cherry la guardò con sguardo carico di sonno e sdegno. Dentino? Quanto pensava che avesse, quattro anni?
«Che ore sono?» Chiese invece, cercando di non far suonare la propria voce impastata di sonno. Iniziò a tastare il letto e le coperte, agendo secondo il ricordo per cui stava stringendo qualcosa in mano prima di addormentarsi. Cos'era? Era qualcosa di liscio e piatto...
«È pomeriggio inoltrato, sono le quattro e mezza» supplì l'infermiera, allontanandosi da lei per avvicinarsi al comodino che aveva di fianco alla testata del letto «Ora che è mezza stagione inizia a far buio presto, zuccherino, se fai i test ora potrai riposare poi e farti una bella dormita per tutta la notte»
«Magari potrei» concesse Cherry, vaga, cercando di reprimere uno sbadiglio e fallendo
«Cercavi questo, cara?». La donna le stava porgendo Teen Life, che aveva estratto dal cassetto del comodino in cui si era messa a frugare.
Oh. Ecco cos'era che aveva in mano. «Grazie»
«Dove te la sei procurata? Te l'ha portata la dottoressa?» ridacchiò l'infermiera
«No. Una mia amica» disse Cherry, sincera
«Oh, ho una nipote a cui piacciono tanto le riviste. La figlia di mio fratello, sai? Legge sempre quelle riviste, ma sono solo piene di scemenze. Lei è una così bella ragazza, però si deve vestire come i suoi idoli del momento e mettersi tonnellate di trucco, povera, non sa che così si rovina, ha un così bel visino! Anche tu hai un bel visino, sai? Non dovresti leggere delle riviste così stupidine. Insegnano delle cose strane alle ragazze, come se fossero donne grandi, io quando ero una teenager non stavo appresso ai ragazzi, mi ero già rimboccata le maniche e stavo nelle girl scout».
Gli occhi di Cherry si restrinsero fino a ridursi a fessure. Non le importava nulla della nipote dell'infermiera che leggeva riviste stupide e si metteva il trucco. Per di più, la nota nasale nella voce di quella donna le sembrava diventare sempre più prominente ad ogni frase che le infliggeva e a questo punto desiderava davvero che stesse solo zitta.
«Mi scusi?» Disse, mettendo su una voce dolce.
Le bastò un attimo per catturare gli occhi della donna e le ordinò, con la voce carica di potere: «Portami un bicchiere d'acqua prima che puoi. Poi, senza dirmi niente, vai a dire a chi aspetta la mia risposta che sono pronta per fare i test».
Aveva davvero sete, sentiva la gola riarsa e secca, ed era quasi un sollievo poter usare il proprio potere impunemente, dopo le esperienze con Bedstone e la Cosmos. La fece sentire forte e, solo qualche secondo dopo... in colpa.
Seguì con lo sguardo l'infermiera che annuiva, borbottando fra sé e sé le istruzioni della ragazza con aria un po' assente. Era sorpresa da quel sentimento: non aveva mai provato nulla del genere prima, nessuna delle centinaia di volte che aveva esercitato il proprio potere come le pareva e piaceva.
Si rese conto di non avere a che fare con un vero e proprio senso di colpevolezza: era paura, quella di fare qualcosa di drastico e sbagliare così clamorosamente da combinare un altro disastro. Aveva dimostrato ampiamente che del suo giudizio non ci si poteva fidare, no? Come poteva pensare di imporre il proprio volere a qualcun altro di cui non conosceva la situazione, quando non sapeva neanche badare a sé stessa?
Era ancora combattuta tra il sentirsi forte e il sentirsi inaffidabile e spaventata quando l'infermiera tornò con il suo bicchiere d'acqua. Non sapeva dove se lo fosse procurato ma era ancora fresco, addirittura imperlato di goccioline fresche sul bordo, e la donna glielo porse con un bel sorriso.
«Grazie!» Esclamò Cherry, allungando le mani per prenderlo e iniziando a bere. Cercò di farlo durare più a lungo possibile, razionandolo in piccoli sorsi, ma era un fresco, dissetante paradiso sulla lingua e le sembrò che finisse troppo presto.
Ubbidendo all'impulso che la ragazza le aveva impiantato nel cervello, l'infermiera si allontanò senza rivolgerle una sola parola e si richiuse la porta alle spalle.
Cherry sospirò e poggiò il bicchiere sul comodino. Aprì la rivista Teen Life e accavallò le gambe, distese sul letto, scorrendo pigramente gli articoli che non parlavano di Ryan.
"5 palette per l'autunno – make up da sogno!".
"Come capire se gli piaci: 10 passi infallibili".
"Test: che amica sei?". Fece il test, cercando di rispondere più sinceramente che poteva alle domande e tenendo il punteggio a mente. Apparentemente era una "amica con disinteresse".
Qualcuno bussò alla porta, distraendola dalle considerazioni su cosa comportasse davvero essere un'amica con disinteresse, e se fosse più o meno positivo per lei rispetto all'essere amici interessati.
«Signorina Gale?» Chiese una voce nasale ormai familiare, e la porta si aprì.
«Infermiera»
«Pronta per i test?».
Si cominciava.