Shadowfawn - La Ragazza Ipnot...

Por CactusdiFuoco

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[STORIA COMPLETA] In un mondo dove tutti nascono con un potere unico (un potere che può essere del tutto inut... Más

1. Una bambina speciale
2. Un piccolo potere per fare grandi cose
3. Prince Puma
4. Io ho un puma e tu no!
5. Meglio di no, Maris
6. Due ragazze diverse
7. Superpoteri
9. Di amore e di morte
10. Vuoi morire, Ryan?
11. Il piano di Cherry
12. Il grande Sam Bedstone
13. Non più la stessa famiglia
14. La Tragedia
15. All'ospedale
16. Un'amica
17. Teen Life
18. Verso un altro ospedale
19. Gente nuova, vita nuova?
20. I corvi di Ariana
21. L'affetto selvatico del puma
22. I folli e i pazzi
23. Colloquio con l'assicuratore
24. Piccola sorpresa durante la terapia di gruppo
25. La grande, immensa, fantastica Cherry
26. Werhunter il genio
27. La ruota cosmica
28. Fast food
29. I misteri di Teo
30. Mille anni di nulla
31. Papà
32. Il nostro animaletto domestico
33. A casa dei Bedstone
34. Il ritorno di Maris
35. Recupero di un puma
36. Anika e Anita
37. Maschera di volpe
38. Esercitazioni pratiche
39. Una tempesta in arrivo
40. Mister Storm
41. Studenti vs Sidekicks
42. Un piccolo tête à tête
43. Cerbiatto mannaro
44. Internet
45. Sette detenuti
46. Fuoco e fulmini
47. Canzoni e fiori di ciliegio
48. Last party
49. Come si uccidono le idee
50. Faccia a faccia con lui, nel suo laboratorio
51. Il potere rivelato
52. Andate via!
Un indizio, una bella canzone: sangue di drago
53. Scala distruttiva A
54. Di un secondo più veloce
55. Strateghi eccezionali
56. Nel sotterraneo
57. Dopo la tempesta, quiete?
58. Shadowfawn
Epilogo
F.A.Q + un annuncio carino
Uno spin-off che vi piacerà: Deus-ex machina
Domanda quel che vuoi ai personaggi di Shadowfawn!
Domande sparse ai personaggi di Shadowfawn! (festeggiamo le 50.000 letture)
L'Inverno delle rose - Un sequel spin-off

8. Da un grande potere non derivano grandi responsabilità

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Por CactusdiFuoco

Sam Bedstone era alto, robusto, con due ampie spalle che sotto la formale giacca nera lo facevano sembrare quadrato. La sua pelle bruna si colorava di strisce olivastre sotto i neon forti della stanza nella quale sedeva, in attesa del prossimo studente.

Quando Cherry entrò, fu sorpresa: non era così che si immaginava il tizio mandato dalla polizia.

Bedstone era seduto accanto ad un banco ingombro di scartoffie, aveva in mano una cartellina con un elenco a più pagine stropicciato, macchiato in un angolo di caffè, e lo scrutava pigramente. Alzò lo sguardo sulla ragazza solo dopo qualche istante e le sue labbra si contrassero in un piccolo sorriso.

«Tu sei la signorina Cherry Gale?» Domandò, suonando in qualche modo rassicurante

«Sì, sono io».

L'uomo si alzò in piedi e le si avvicinò di un passo, aspettando che fosse lei a completare il tragitto per raggiungerlo, poi le tese la mano

«Io sono l'agente Sam Bedstone, molto piacere» le disse.

La sua stretta era avvolgente, la sua mano pesante sembrava un guanto scuro riempito di un misto di carne macinata e polvere di piombo.

L'uomo prese una sedia fra quelle appoggiate contro il muro, sollevandola come se non avesse peso, e la mise di fronte a quella su cui poco prima era stato seduto lui.

«Accomodati, Gale».

Cherry si sedette e così fece anche l'agente Bedstone.

«Allora, Gale... devi sapere che io ho un potere speciale che è uno dei motivi per cui sono a capo della task force più impegnata dello Stato: posso guardare una persona e indovinare immediatamente qual è il suo potere e, più o meno, come funziona. Dimmi, hai un'idea di quale possa essere il tuo potere?» Le domandò l'uomo, estraendo una penna dal taschino della giacca

«Io... forse» Cherry si strinse nelle spalle «Ma non so. Potrebbe essere un potere, oppure no... qual è, agente Bedstone?»

«È davvero molto interessante. Tu sei capace di spingere una persona a fare quello che vuoi. È una specie di ipnosi, funziona con una gratificazione immediata: la persona che tu "ipnotizzi" prova l'impulso di fare quello che gli dici, e se lo fa il suo corpo produce una scarica fortissima di ormoni appaganti che lo rendono felice. È come una specie di droga» mentre parlava, l'agente Bedstone aveva preso a scrivere qualcosa su un foglio della cartellina «Potresti ordinare quasi tutto alla gente, tranne di ferirsi gravemente o di togliersi la vita... quello andrebbe contro il loro istinto di sopravvivenza, giusto?».

Cherry non sapeva bene cosa dire. Era la prima volta che iniziava a comprendere come funzionasse il suo potere e questo la rendeva attenta, ma anche guardinga, poiché nessuno prima d'ora gli aveva saputo dare quelle informazioni. La legge degli Stati Uniti d'America prevedeva che le persone dotate di "superpoteri", ovvero di capacità molto superiori alla media, fossero costrette a iscriversi ad un apposito registro ed eventualmente potevano anche essere chiamate ad agire in condizioni in cui il loro potere poteva essere risolutivo. Cherry non voleva che le sue capacità ipnotiche venissero rese pubbliche e il rischio era concreto...

«Dimmi Gale, di solito come usi il tuo potere?» Volle sapere l'agente Bedstone

«Io... non lo so uso» mentì immediatamente Cherry «Non uso mai il mio potere»

«Sul serio?»

«Già»

«Magari lo hai usato, ma non ci hai fatto troppo caso. Ti è mai capitato di volere davvero tanto qualcosa e chiederla a tuo papà, o a tua mamma, e loro non volevano darti quella cosa, ma poi hanno cambiato idea?»
«Io... no. E se è successo non me lo ricordo»
«Hai sedici anni e non sai ancora usare il tuo potere?» l'uomo sembrava seriamente sorpreso

«Beh, magari è molto complicato» sussurrò Cherry

«Magari sì. In ogni caso, si tratta di un superpotere, lo sapevi? Sei una ragazzina fortunata! Potresti accedere all'addestramento speciale per i supereroi, tutto in modo assolutamente gratuito. Che ne pensi?»
«Io... non lo so. Non ho mai voluto fare la supereroina, voglio dire, io ho già quello che voglio»

«Ma il supereroe è un lavoro pagato molto bene. E diventeresti una celebrità! Hai un faccino carino, Gale, non possiamo negarlo: potresti diventare la nuova ragazza immagine del dipartimento. E poi, con un potere come il tuo, gli interrogatori sarebbero un giochetto: ti basterebbe ordinare a qualcuno di dirti tutta la verità per fartela dire. Pensi di essere tagliata per questo?»

«No».

Sam Bedstone scribacchiò ancora qualcosa sulla pagina e assunse un'aria pensierosa.

Cherry si morse il labbro inferiore. Non aveva intenzione di mettersi a lavorare con gli sbirri, ma qualcosa le diceva che l'agente che aveva di fronte fosse un osso duro, nonostante le maniere gentili e schiette, e che voleva proprio lei nella sua squadra.

«Hai sicuramente sentito parlare di Bloodhound e Werhunter» Disse Bedstone, ma Cherry lo interruppe

«No. Non li conosco»
«Sul serio?» l'uomo alzò gli occhi dal foglio «A sedici anni non hai mai sentito parlare di loro? E non hai neanche mai usato il tuo potere?»

«No»

«È tutto molto strano, giovanotta. Molto strano. Comunque, ci sono questi due supercattivi davvero davvero tosti e se avessimo un'agente con un potere come il tuo...»
«Non voglio diventare un'agente»
«Pensaci, Gale. Una carriera garantita. I tuoi genitori sarebbero molto fieri di te»
«I miei genitori sono già fieri di me, agente Bedstone»

«E se non fai il supereroe, il tuo potere può essere reso di dominio pubblico, perché le persone devono sapere che tu hai questa capacità così pericolosa, in modo da prendere precauzioni per la loro salute. Tu lo capisci questo, vero?».

Quello che Cherry capì era che Sam Bedstone la stava apertamente ricattando: se lei non avesse deciso di diventare una supereroina, unendosi alla sua squadra, lui avrebbe spifferato a tutti che lei era ipnotica. Le conseguenze potevano essere disastrose! Nessuno avrebbe voluto più averla vicina, per paura che lei gli pasticciasse i pensieri, e gli insegnanti avrebbero sospettato che i suoi buoni voti erano dovuti ai poteri, anche se non era (non più) così. La sua vita sociale, magari persino la sua futura vita lavorativa, sarebbero state compromesse per sempre.

Eppure Cherry non voleva soccombere a quel ricatto. Era nata libera e lo sarebbe rimasta. Era una cittadina americana, era figlia di sua madre, e non avrebbe permesso a quell'uomo di dirle cosa doveva farne della propria vita.

Caricò di potere la propria voce, una forza che veniva anche dalla rabbia, dall'indignazione del ricatto, e strinse i pugni guardando l'agente Bedstone in faccia.

«Dimenticherai tutta la nostra conversazione. E ti stai sbagliando» Disse, ogni parola carica di potenza «Il mio potere non è ipnotizzare la gente. Il mio potere è addomesticare i puma. Sono capace di rendere docilissimo qualunque puma, ed è per questo che mi domanderai se ne ho uno a casa. Questo è il mio potere».

Per un attimo, Sam Bedstone parve resistere e aprì bocca per dire qualcosa, ma poi fu travolto dalla devastante forza di quel potere e sentì tutti i suoi pensieri trascinati via. Boccheggiò, dimenticandosi di respirare in modo regolare, e i suoi occhi divennero vacui e spenti per un istante, prima di ritornare pieni di una nuova consapevolezza.

«Quindi» Domandò, quasi balbettando «Tu sei la signorina Gale?»
«Sì» rispose allegra Cherry

«B-bene, molto bene. Il tuo potere è molto carino, ma dubito che lo userai mai, ragazza!»

«Perché, che potere è?».

Sam Bedstone rise piano, con un bel tono caldo e profondo

«Ti verrà utile se sei un'appassionata escursionista: puoi addomesticare i puma usando solo la tua voce»

«Veramente mi è già utile. A casa ho un puma, si chiama Prince» fece lei, tutta allegra

«Ah, davvero? Ma è fantastico. Non tutti possono tenere un animale così... particolare. Sono contento per il tuo potere. Puoi andare, Gale! Buona giornata»

«Buona giornata, agente Bedstone».

Cherry si alzò e uscì dalla stanza sogghignando. Era sempre stata certa di essere superiore agli altri, ma adesso ne aveva una conferma assoluta: il suo era un superpotere, uno di quelli davvero rari. E lei lo aveva appena usato per tirarsi fuori dai guai.

Raggiunse la sua conoscente fuori dall'aula di chimica.

«Com'è andata?» Domandò Maris, eccitata

«Bene» Cherry si strinse nelle spalle «Ho un potere fico»

«Qual'è? Oh, andiamo, qual'è, qual'è?»
«Indovinalo»

«Hmm... tu puoi... tu puoi... usare una forchetta per liberare il chakra della mente delle persone!»

«Nah!»
«Tu puoi... fare la stessa cosa che fa tua madre, quella che con gli occhi puoi paralizzare gli animali»

«No no, sei fuori strada»

«Tu puoi... fare quello che fa tuo padre? Calmare la gente?»

«Maris» Cherry aggrottò la fronte «Ti sei mai sentita calma quando eri con me?»
«No. Hai ragione, no. A volte mi fai pure venire una rabbia...»
«E allora? Non riesci proprio a indovinarlo?»

«No. Non mi viene niente. Ok, dimmelo tu, che potere hai, Che?».

La giovane Gale si mise le mani sui fianchi e divaricò un po' le gambe

«Posso addomesticare i puma usando solo la voce» disse.

Maris prese a ridere, battendo due volte le mani

«Oooh!» Esclamò «Avrei dovuto pensarci subito! Era ovvio! Ma sì, è un potere fico. Quindi è per quello che Prince è così?»

«Sembra proprio di sì»

«Spero di avere un potere fico come il tuo, Che. Anzi, più fico. Una cosa tipo addomesticare alligatori con lo sguardo» Maris socchiuse gli occhi e si guardò intorno come se vedesse giganteschi rettili dappertutto e li stesse tenendo a bada «Sarebbe pazzesco»
«Beh, sì, ma non è che ci siano tanti coccodrilli qui. Quello dei puma è più utile»

«Ehi, se scoprirò di essere capace di addomesticare gli alligatori con lo sguardo, allora mi trasferirò in Florida appena ne avrò l'occasione e metterò su un circo di alligatori! Non sarebbe tosto?»

«Sono gusti».

Un ragazzo si fermò accanto a loro. Era Ryan, che si ravviava i capelli color mogano con una mano.

«Il prof di chimica sta arrivando» Disse loro «Entrate, che è meglio»

«Hai sentito del potere di Cherry?» si vantò Maris, come se stesse parlando di sua figlia «Lei può addomesticare i puma con la voce»

«Forte! Se mai incontrerà un puma, allora...»

«Guarda che lei ne ha uno a casa! Si chiama Prince. Cherry, fagli vedere le foto di Prince!».

Cherry vide con la coda dell'occhio il professore di chimica che si avvicinava, trascinando una valigia troppo grande e pesante per lui, con il parrucchino tutto storto tirato verso un orecchio, e pensò che non era proprio il caso di contrariarlo stando in mezzo al corridoio a mostrare a Ryan foto di Prince.

«Magari dopo» Rispose, con voce frettolosa «Ora c'è il prof»

«Però ci conto!» esclamò Ryan, entrando in classe con passo elegante.

Cherry sentì qualcosa nella pancia. Non conosceva l'espressione "avere le farfalle nello stomaco", ma sapeva che, quando si incontra qualcuno che ci piace davvero tanto, il sangue può affluire rapidamente verso la testa (e la faccia, causando il tipico rossore) e a volte i genitali, lasciando la zona dello stomaco e causando il tipico "effetto formicolio". Non aveva mai provato prima quella sensazione, anche se Ryan le risultava gradevole, quindi... cosa era successo adesso?
Era forse il suo profumo, quell'acqua di colonia nuova, di cui aveva colto una zaffata quando il ragazzo le era passato accanto? O una nuova consapevolezza di sé stessa, e del suo potere, l'aveva portata a considerare anche gli altri in modo diverso?

In ogni caso, sapeva benissimo cosa il formicolio allo stomaco, unito all'improvviso calore alla faccia, significassero.

«Credo di essermi presa una cotta per Ryan» Dichiarò sottovoce, sedendosi dietro il banco che condivideva con Maris

«Ma che, sul serio?» domandò la sua conoscente, trattenendo una risata

«Sì»
«Da quanto?»

«Da adesso»

«Così, su due piedi? Hai deciso, tipo ora, che ti piace quello

«Non l'ho deciso» protestò irritata Cherry «È capitato e basta. Te l'ho detto, è una cotta».

Il professore di chimica era entrato in classe ed esibiva un'espressione quantomai fosca, quasi tempestosa. Si aggiustò il parrucchino, portandoselo più verso il centro della sommità del cranio, e con sforzo immane issò la sua valigia sulla cattedra. La aprì e ne estrasse alcune polveri.

«Ci farà saltare in aria tutti» Commentò Maris, sottovoce.

Per fortuna, invece, nessuno ci lasciò le penne durante quella particolare lezione di chimica, anche se un becco bunsen saltellò dal bordo del tavolo come impazzito spargendo scintille come una girandola e dando fuoco al tabellone con la tavola periodica attaccato sul muro. Per fortuna il fuoco fu spento prontamente dal bidello, dotato di una velocità di poco superiore alla media umana, con il suo fido estintore. Era la terza volta in un mese che quel poveraccio doveva intervenire a spegnere i disastri del professore di chimica.

«Dicono che è un pirocinetico» Spiegò Maris a Cherry, raccogliendo le penne e le matite quando la lezione era finalmente terminata

«Chi, il prof di chimica?»

«Sì, il professor Lopez. Un pirocinetico scarso, però. Una delle anarchiche che frequentavo è sua nipote, è stata lei a dirmelo»

«Caspita. Però non ha mai fatto disastri del genere, prima d'ora...»
«Sì, ma per ora è incazzato nero perché sua moglie vuole divorziare e quindi non riesce a controllare i suoi poteri. Poveraccio! E poi sua moglie vuole mollarlo per l'amante che, indovina, è un pirocinetico pure lui! Solo che è un pirocinetico bravo, di quelli che possono produrre il fuoco e non solo controllarlo».

D'improvviso Cherry sentì il formicolio allo stomaco, insieme all'odore ormai divenuto familiare (anche se l'aveva sentito solo un'oretta prima) dell'acqua di colonia di un certo ragazzo...

«Hey!» Ryan si appoggiò con una mano al loro banco «Ciao! Scusate se vi interrompo»

«Non preoccuparti» ridacchiò Maris, lanciando occhiate maliziose a Cherry «Non interrompi niente. Sei sempre mooolto gradito qui»

«Ah. Ok. Senti, Cherry, riguardo al puma... avevi detto una cosa tipo che dopo lezione mi facevi vedere le foto?».

La giovane Gale scattò in piedi, sull'attenti come un soldatino, e iniziò a frugarsi la tasca sbagliata in cerca del cellulare. Avrebbe potuto abbassare gli occhi e notare che non c'era alcun rigonfiamento dal lato in cui stava cercando, ma le riusciva difficile staccare lo sguardo dalla faccia di Ryan. Il ragazzo sorrise, senza timore di mettere in mostra uno dei canini la cui punta era spezzata

«L'altra tasca, credo» disse educatamente

«Oh!» fece Cherry, finalmente recuperando il telefonino.

Maris ridacchiò e scosse la testa, divertita

«Sei un disastro, Che. Un disastro su due piedi con i ragazzi»

«Ma no!» Esclamò Ryan «Oggi è solo un po' distratta, vero? Di solito è...»
«Trovato!» strillò all'improvviso Cherry, facendo trasalire i suoi due compagni.

Maris si massaggiò le tempie con il pollice e l'anulare di una mano sola, guardando di sottecchi Ryan come a dire "ah, davvero?".

Cherry si sporse verso il ragazzo e gli infilò praticamente di forza il cellulare fra le mani.

«Scorri le foto» Gli disse «Vedi? Questo è Prince. E questo qui è papà».

Ryan fece tanto d'occhi nel vedere la fotografia del signor Tom Gale accoccolato sul divano con un puma che gli poggiava la testa sulle gambe. Passò il dito sullo schermo per cambiare immagine. La seconda foto ritraeva Cherry seduta sotto un melo selvatico, intenta a tagliare qualcosa di sanguinolento con un coltello, e di lato a lei stava seduto il grosso felino, in attesa di ricevere qualcosa da sgranocchiare.

«Questa me l'ha scattata mamma» Rivelò Cherry, gongolando all'espressione di stupore e ammirazione di Ryan.

La terza foto era tutta invasa dalle facce del puma e della sua padroncina, in un selfie memorabile dove entrambi stavano facendo la linguaccia. Nella quarta e nelle quinta, invece, Prince era da solo e stava ritto in piedi su una roccia a scrutare l'orizzonte come un animale selvatico che controlla il suo territorio.

«È veramente splendido» Sussurrò Ryan «Davvero. Non sapevo che avessi un puma, Gale. Come mai non l'hai mai detto prima?»

«Nessuno me l'aveva chiesto» replicò la ragazza, stringendosi nelle spalle

«Insomma, chiunque si sarebbe vantato come un matto di avere un puma in casa. Io l'avrei fatto!»
«Io ci sono cresciuta, con Prince. Mi sembrava una cosa normale»

«Normale» il ragazzo rise e le ridiede il cellulare «Avere un puma?»

«Ehm, sì. Se fai una cosa fin da quando sei piccolo, quella cosa ti sembra normale»

«Cherry non ha la televisione» si intromise Maris, incrociando le braccia «E non sa neanche chi è Brainstorm. Però ha un puma e se ne va in giro a scorrazzare per le foreste come una selvaggia. È tipo Tarzan in gonnella»

«Davvero non sai chi è Brainstorm?» chiese Ryan, facendo tanto d'occhi.

Cherry indietreggiò e si mise lo zaino in spalla, guardandosi i piedi. Come mai tutti, ma proprio tutti, conoscevano questo tizio con diecimila nomi tranne lei? Come altro lo avevano chiamato? Werhunter, Bloodhound, qualcosa del genere?

«Non è così grave se non guardo la tv» Borbottò la giovane Gale

«No, ma non conosci Brainstorm!» Maris roteò gli occhi come se la cosa la facesse esasperare «Andiamo, vuol dire che non leggi neanche i giornali! Che non ascolti i notiziari radio. Sei tagliata fuori dal mondo!».

Per i successivi tre giorni, Maris la punzecchiò riguardo a questa lacuna, ma fece anche in modo di riempire il vuoto: le portò un vecchio giornale monografico dove erano illustrate le imprese più terribili di questo "Brainstorm". Poiché si trattava di una pubblicazione datata, non c'era ancora alcun accenno né al suo nuovo nome (Werhunter), né al suo nuovo compagno di malefatte, il terribile Bloodhound (un uomo capace di leggere nel pensiero delle persone), ma per il resto era davvero una raccolta impressionante di malefici successi: Brainstorm (o Werhunter) aveva, tra le altre cose, svaligiato più di cinquanta banche, preso in ostaggio i figli di praticamente tutti i grandi ricchi del paese, raso al suolo un'associazione animalista e ucciso il presidente degli Stati Uniti. Si sospettava che il suo operato fosse intrecciato con quello della mafia italo-americana e che fosse riuscito ad allungare le sue manacce anche su diverse aziende, fra cui la Watermelon Inc., anche se non c'erano vere prove a riguardo.

Cherry si appassionò al caso di Werhunter e iniziò a fare ricerche anche per conto suo, chiedendo i giornali alla biblioteca della scuola o usando i computer del laboratorio di informatica per guardare i video tratti dai telegiornali. Fu così che scoprì come Werhunter aveva collaborato per anni con l'FBI prima di venire smascherato e che ora era in fuga insieme al suo nuovo sidekick, Bloodhound.

Anche se non ne aveva il permesso, Cherry ritagliò una grande foto a colori dal frontespizio di uno dei giornali e la conservò nel proprio portafoglio. L'immagine ritraeva Werhunter e Bloodhound vicini, entrambi senza la maschera; la faccia di Werhunter, asciutta e dagli alti zigomi affilati, era segnata dalle croste di tagli e dai lividi, perché da poco aveva subito un incidente che avrebbe potuto rivelarsi mortale, mentre il volto di Bloodhound era fresco e giovane, con una folta ma corta barba nera e un mucchio di capelli ricci ad incorniciare gli occhi di un blu stupefacente.

Erano belli, ma in modo diverso, e per la prima volta in vita sua Cherry si chiese se preferiva i biondi (come Werhunter) o i mori (come Bloodhound). Anche il dilemma lisci VS ricci le parve di grande importanza. Chi era il suo cattivo preferito?

Ryan non era né liscio né riccio, ma piuttosto aveva capelli leggermente ondulati e difficili da catalogare, morbidi, voluminosi, sempre puliti; aldilà della sua nuova morbosa passione per i supercattivi, Cherry continuava a preferire lui.

In effetti la sua cotta, per quanto fosse sbocciata in fretta, non faceva il minimo cenno di sparire.

Ogni volta che si trovava Ryan davanti – e aveva l'impressione di trovarselo davanti di continuo ormai: a lezione, in corridoio, fuori dalla scuola – avvertiva le farfalle allo stomaco e la sensazione di calore che le avvolgeva il corpo e le faceva avvampare il viso. Somigliava ad imbarazzo o paura, questo sentimento, e allo stesso modo la faceva sentire impacciata ed inerme, ma se era tanto sgradevole perché allora non vedeva l'ora di trovarsi di nuovo accanto a lui?

Ogni volta che lo vedeva allontanarsi provava l'impulso di rincorrerlo o seguirlo, di non lasciare che se ne andasse senza che... non era sicura di cosa si aspettasse, ma una persistente sensazione di cose lasciate a metà aleggiava attorno a Cherry alla fine di ogni loro incontro. Mancava qualcosa.

Una volta tornata a casa le rimaneva in mano solo la certezza di aver amato il suo profumo e di essersi sentita felice quando le aveva sorriso, sfacciato e gentile insieme, ma lo ricordava in modo distaccato, clinico. Era strano pensare che un ragazzo per cui si era presa una cotta da soli tre giorni potesse avere quell'effetto su di lei. Poi lo rivedeva il giorno dopo a scuola... e si trovava incantata ancora una volta.

La cosa che la lasciava più frustrata era che, per quanto si sforzasse, non riusciva a descrivere o ricordare il suo odore fino a quando non lo sentiva. Ed era forse quella la sua cosa preferita di lui: quell'acqua di colonia (o magari il suo odore naturale?) che era sicura avrebbe potuto riconoscere ovunque, solo sua.

Non aveva mai desiderato davvero avvicinarsi a nessuno nella sua scuola, neppure Maris, e adesso si sorprendeva a fantasticare scenari su scenari in cui lei e Ryan chiacchieravano in classe, in cui lui le raccontava di sé, la faceva ridere, la sorprendeva con un complimento.

Nella vita reale le loro conversazioni erano, purtroppo, molto più brevi e meno personali.

Cherry non era affatto una persona timida, ma non aveva mai avuto modo di fare pratica. Se i giovani vengono plasmati dagli spigoli della vita, la giovane Gale era sempre vissuta in un open space comodo e ampio: la sua vita sociale era stata limitata e procedeva al passo che lei dettava. Suo padre era remissivo ed ubbidiente, Maris era quella che si sforzava sempre per raggiungerla e lei e sua madre avevano tante di quelle cose in comune che interagire con lei era naturale come respirare.

Anche se lui sembrava interessato a lei, sorridendole ogni volta che la incrociava e fermandosi a chiacchierare ad ogni occasione, era lei che finiva per troncare le conversazioni in modo strano e non riusciva a parlare davvero di sé.

Tutto quel fantasticare, però, non era stato inutile: Cherry era arrivata al concepimento del piano perfetto per avvicinarlo. Avrebbe colto al volo la prima occasione per parlargli, e dopo averlo salutato, gli avrebbe chiesto se gli sarebbe piaciuto vedere Prince dal vivo, dato che si era interessato alle foto. Dopo averlo rassicurato sul fatto che sarebbe stato perfettamente sicuro, dato che il suo potere era rendere i puma mansueti con la voce (anche se in realtà non era vero) era sicura che Ryan le avrebbe detto di sì, così lei avrebbe proposto di scambiarsi i numeri di telefono per tenersi in contatto ed organizzare questo incontro tra Ryan e Prince.

Una volta vissuta quell'esperienza insieme e ottenuto il numero avrebbero potuto parlare assieme e iniziare a frequentarsi in pianta stabile. Se poi si fosse rivelato un osso duro, avrebbe sempre potuto essere un po' più convincente del solito...

C'era solo un piccolissimo ostacolo da superare prima di invitare qualcuno a casa: avrebbe dovuto parlarne a sua madre.

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