Sólo tú y yo. || Paulo Dybala...

By sofjiax

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"Ma io lo amo. Non ho mai amato nessun altro nel modo in cui amo lui e, onestamente, penso che non smetterò m... More

Introduzione
Capitolo 1 - Martina.
Capitolo 2 - El comienzo de todo.
Capitolo 3 - ¿Porqué esperar?
Capitolo 4 - ¿No tienes prisa, verdad?
Capitolo 5 - No me lo esperaba.
Capitolo 6 - Espectacular.
Capitolo 7 - Inspiración.
Capitolo 8 - En su casa a la mañana.
Capitolo 9 - ¿Qué responderías?
Capitolo 10 - Presentaciones.
Capitolo 11 - Embelesarse a mirarlo.
Capitolo 12 - Mí paraíso.
Capitolo 13 - Mí regalo eres tú.
Capitolo 14 - Amor.
Capitolo 15 - Inseguridades.
Capitolo 16 - Te amo.
Capitolo 17 - Momentos.
Capitolo 18 - Toda tú energía.
Capitolo 19 - Su primer amor.
Capitolo 20 - New York.
Capitolo 21 - Vista desde arriba.
Capitolo 22 - New Year's Eve.
Capitolo 23 - Todo el amor en una noche.
Capitolo 24 - Promesas.
Capitolo 25 - Te deseo.
Capitolo 26 - Hasta pronto.
Capitolo 27 - La distancia sospechosa.
Capitolo 28 - Viejos amigos.
Capitolo 29 - Se vuelve a la normalidad.
Capitolo 30 - Un coloquio muy importante.
Capitolo 32 - Dos corazones en un hogar.
Capitolo 33 - Alicia.
Capitolo 34 - Aeropuertos.
Capitolo 35 - Volver a casa.
Capitolo 36 - Ganar el campeonato.
Capitolo 37 - Laguna Larga.
Capitolo 38 - Hola, papá.
Capitolo 39 - Para siempre.
Epigolo.
Ringraziamenti.
Nuova storia.

Capitolo 31 - Un nuevo capítulo.

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By sofjiax

So you can keep me
Inside the pocket of your ripped jeans
Holding me closer 'til our eyes meet
You won't ever be alone
Wait for me to come home
[Photograph, Ed Sheeran.]
~~~

Erano trascorsi due giorni da quando avevo fatto il colloquio, quindi quel giorno avrebbero dovuto darmi una risposta. Continuavo a stare da Paulo, ma non volevo ancora ufficializzare niente. Non finché non fossi stata certa di aver ottenuto il lavoro, almeno.
Paulo era ad allenarsi, io ero a casa a lavorare alla mia tesi e stavo disperatamente cercando di incastrare tutto. Il grande tavolo da pranzo di casa di Paulo in quel momento era pieno di libri, il mio computer aveva un centinaio di finestre aperte ed io sembravo appena uscita da un manicomio.
Quando sentii il mio cellulare squillare, cercai di trovarlo in mezzo a quel mucchio di cose.
Numero privato.
Toccai il tasto virtuale ed accettai la chiamata.

"Pronto?" risposi,
"Buongiorno Martina, sono la signora Bianchi, la chiamo da La Repubblica. La chiamo per dirle che è stata assunta come nostra giornalista, per lo stage retribuito. Domani sarà il suo primo giorno, oggi può segnalarci qualsiasi cosa o porci tutte le domande che ha."
Dovetti sforzarmi di trattenere gli urletti di felicità, e cominciai a camminare avanti e indietro per il salotto senza smettere di sorridere come un'ebete. Ritornai in me appena captai ciò che la signora Bianchi aveva detto.
"Penso di avere una domanda abbastanza importante da farle." dissi,
"Certo, mi dica pure."
"Io... ecco io..." temporeggiai, "Ho una relazione con Paulo Dybala, calciatore della Juventus. So che presso alcuni giornali non sono accettate le relazioni tra giornalisti e personaggi pubblici."
"Lasci che glielo dica, Martina, per noi non c'è alcun problema. La nostra prima regola è che la vita privata e la vita lavorativa sono due cose completamente diverse e non devono accavallarsi. Proprio per questo non abbiamo alcun diritto di intrometterci nelle relazioni dei nostri giornalisti."
Mi rilassai e feci un sospiro di sollievo.
"Va bene, grazie mille. Ci vediamo domani, a che ora devo essere in sede?" domandai,
"Alle nove, quello sarà il suo orario di lavoro fino a giugno, poi decideremo insieme se aumentare le ore di lavoro quando si sarà laureata. In ogni caso domani mattina decideremo i dettagli e le comunicheremo il suo stipendio mensile."
"Ancora una volta, grazie signora Bianchi, buona giornata."
"Buona giornata anche a lei, Martina."

Appena riattaccai iniziai a liberare gli urletti di gioia che avevo trattenuto per tutta la durata della chiamata, e presa da un attacco di felicità, decisi che quella sera avrei fatto una sorpresa a Paulo. Avrei preparato la cena, con tanto di candele e gli avrei detto che ero pronta per andare a vivere con lui. In fin dei conti non vivevo più nel mio appartamento da un bel po', perciò era diventato quasi un peso dover pagare l'affitto e le bollette, soprattutto perché i soldi erano dei miei genitori.
A proposito, chiamai mia mamma su FaceTime e le raccontai del colloquio e del fatto che ora fossi completamente indipendente anche dal punto di vista economico. Mi disse di essere molto felice per me, e mi assicurò di dare la bella notizia al resto della famiglia quella sera a cena.

"Senti mamma, devo chiederti un consiglio."
"Certo tesoro, tutti i consigli che vuoi." la sentii ridacchiare,
"Adesso che posso contribuire alle spese, vorrei trasferirmi da Paulo, visto che me lo aveva già chiesto un po' di tempo fa."
"Tesoro, quello che posso dirti io è di seguire sempre il tuo cuore. Però ti consiglio di non rimanere senza un posto dove stare, in caso dovesse succedere qualcosa tra te e Paulo avresti comunque bisogno di una casa tua." disse mia madre, con il suo solito tono rilassato e allegro.
"Già, hai ragione. Vedrò di staccare la luce e l'acqua calda, in modo che non mi arrivino le bollette. Grazie dei consigli, mamma. Ci sentiamo."
"Figurati tesoro, ti voglio bene. Passa una buona giornata."
"Ti voglio bene anche io." mormorai, con un sorriso e poi riattaccai.

Visto che Paulo sarebbe stato fuori per tutto il giorno, decisi di scrivere un messaggio sul gruppo whatsapp che avevo con Mel e Leo.

Ci vediamo per una piadina? Ho un sacco di cose da raccontarvi e mi mancate. :)

Risposero entrambi dopo pochi minuti, ed io andai a prepararmi per uscire.
Indossai un paio di jeans e una maglia a maniche lunghe nera, poi presi il mio giubbottino di pelle, visto che stava arrivando la primavera e le temperature stavano cominciando ad alzarsi notevolmente.
Quando uscii di casa era circa mezzogiorno, e mi avviai verso la piadineria dove avevo appuntamento con i miei amici. Come sempre, arrivai per ultima e mi beccai la ramanzina di Melissa, in cui diceva quanto dovessi sforzarmi per arrivare puntuale. In effetti aveva ragione, ma ero una ritardataria cronica e non c'era davvero niente che riuscisse a farmi arrivare in orario, nemmeno il più largo degli anticipi.

Ci raccontammo un sacco di cose, tra cui il fatto che Melissa e Riccardo avessero deciso di andare in vacanza a Marrakech quell'estate, dato che desideravano godersi per bene il caldo. Solo in quel momento realizzai che mancassero tre mesi scarsi all'inizio dell'estate, e che Paulo probabilmente avrebbe dovuto recarsi in Argentina per la Copa America. In ogni caso ne avremmo parlato più avanti, soprattutto perché io contavo di laurearmi proprio a giugno.

"Tu hai qualche novità con Dybala?" chiese Melissa,
"Non chiamarlo così." risi, e le tirai una gomitata,
"Comunque sì, una novità ce l'ho. Stasera gli dirò che sono pronta ad andare a vivere con lui, soprattutto visto che ho ottenuto il lavoro di cui vi parlavo l'altro giorno."
"Sapevo che ce l'avresti fatta." sorrise Leo fieramente, ed io ricambiai il sorriso.
"Wow, io e Riccardo ci abbiamo messo due anni prima di andare a convivere, sei sicura di essere pronta?" chiese Mel affettuosamente,
"Mai stata più pronta, dico sul serio. Piuttosto, mi spaventa un po' questa cosa del lavoro e della tesi. Come faccio a conciliare le due cose? Di sicuro non voglio rimandare la laurea, ma so anche che mi serve il lavoro." dissi, passandomi una mano tra i capelli,
"Secondo me puoi fare tranquillamente tutto, basta solo che ti organizzi." disse Leo, con il suo solito tono da studente di economia.
"Non studio economia, non sono portata per la suddivisione e l'organizzazione delle cose." scherzai, facendo sorridere anche i miei amici.
Continuammo a chiacchierare per quasi tutto il pomeriggio, finché decisi di andare a casa. Volevo ancora preparare la cena per Paulo.

La cosa ironica in tutto questo è che bruciai il pollo che avevo cercato di fare, quindi mi ritrovai ad ordinare una pasta alla carbonara da un ristorante che faceva le consegne a domicilio. In compenso avevo fatto una torta, che avremmo mangiato come dolce alla fine della nostra cena.
Preparai tutto, accesi le candele e apparecchiai il tavolo.
Appena finii mi feci una doccia ed indossai un vestito viola che avevo comprato un sacco di anni prima, ma che non avevo mai indossato.

Paulo arrivò pochi minuto dopo che abbi finito di asciugarmi i capelli. Lo sentii entrare in casa e chiamarmi, ma rimasi nella cabina armadio cercando disperatamente di infilare le scarpe con il tacco. Mi sentivo davvero bella quella sera.

"Mi amor? Sono a casa." disse Paulo, ed io lo trovai a girare intorno al tavolo con uno sguardo curioso. Quello sguardo da bambino, quello sguardo luminoso che caratterizzava così tanto il suo modo di vedere il modo. Ero follemente innamorata di quello sguardo.
"Ciao." sorrisi, e aspettai che si girasse per guardarmi.
Mi guardò dalla testa ai piedi, e poi mosse qualche passo verso di me. Quando fummo faccia a faccia mi spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e mi diede un bacio.
"E tutto questo per cos'è?" chiese, indicando il tavolo.
"Devo parlarti e dobbiamo festeggiare. Comunque ammetti che sono la fidanzata migliore del mondo."
"Pensavo non servisse ammetterlo, dato che ne sono più che consapevole. Di cosa devi parlarmi? Odio essere tenuto sulle spine." mormorò, ed io gli sorrisi.

Si fece una doccia veloce, stanco per gli allenamenti, e poi venne a mangiare.
"Sei bellissima stasera." disse, mentre infilava una polo bianca sopra ai jeans neri. Pensai che si fosse vestito così solo perché aveva visto me essere elegante, sopratutto perché di solito appena tornato a casa si metteva in tuta.
"Grazie, anche tu sei molto bello." sorrisi.
Intrecciammo le mani sopra al tavolo, e Paulo iniziò a disegnare piccoli cerchi con il pollice.
"Mi hanno chiamata oggi dal giornale." dissi in tono calmo,
"E cosa ti hanno detto?" domandò subito lui,
"Mi hanno presa." sorrisi. Lui si alzò e fece il giro del tavolo, venendo a darmi un bacio, per poi scendere sul collo.
"Sono così orgoglioso di te. Sapevo che avresti ottenuto il posto." sussurrò al mio orecchio, ed io gli lasciai un ultimo bacio prima che tornasse a sedersi.
"Ora ho un lavoro, e ho uno stipendio. Quindi stavo pensando che potrei trasferirmi qui, se la tua proposta è ancora valida, e solo a condizione che tu mi permetta di pagare minimo tre bollette."
Quando pronunciai quelle parole vidi i suoi occhi illuminarsi e lo vidi aprirsi in un sorriso che non dimenticherò facilmente.
Questa volta fui io ad interrompere la cena ed alzarmi in piedi, mentre lui fece lo stesso e mi prese in braccio facendomi girare. Mi baciò a lungo, ridendo.
"Te amo con locura."


Hello everybody!
So che l'una e mezza di notte non è proprio l'orario perfetto per pubblicare un capitolo, ma sono appena tornata a casa e avevo una voglia matta di scrivere, so I hope you enjoy. :)
All the love. ♥️
Sofia.

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