Capitolo 27 - La distancia sospechosa.

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Deep inside me, I'm fading to black, I'm fading
Took an oath by the blood of my hand, won't break it
I can taste it, the end is upon us, I swear
Gonna make it
I'm gonna make it
[Natural, Imagine Dragons.]
~~~

Dovevano essere le tre di notte passate quando sobbalzai, svegliata dal telefono, e mi portai una mano al petto per lo spavento. La chiamata era di Paulo, e non ci pensai due volte prima di premere il tasto virtuale verde e rispondere.
"Mi amor?" biascicò,
"Paulo? Sei ubriaco? Dove sei? Stai bene?" chiesi tutto d'un fiato,
"Ti amo tanto, lo sai?" chiese ridacchiando, ma non ebbi il tempo di rispondere che sentii una voce femminile chiamarlo "Paulo, con quíen estás hablando?"
"Con chi sei?" domandai,
"Sono in hotel, da solo." continuò a biascicare, "Sai che ti amo? Se fossi qui ora non hai idea di cosa staremmo facendo..." lo sentii mormorare,
"Okay, basta così. Non te lo chiederò due volte, sei da solo?" dissi, mentre mi si formava un nodo alla gola, e dovetti deglutire parecchie volte per non piangere.
"Ma di cosa stai parlando amore? Sono solo, è ovvio." ridacchiò,
"Sei ubriaco, buonanotte Paulo." dissi, decisa di quello che stavo facendo, "Ti amo." mormorai, sull'orlo delle lacrime, prima di riattaccare.

Sapevo che stavamo correndo troppo, che tutto era troppo bello per essere vero. Avevo sentito la voce femminile che lo chiamava, e non riuscii a convincermi di essermi potuta sbagliare. Avevo un brutto presentimento, e anche se cercavo con tutte le mie forze di pensare positivamente, non ebbi grande successo.
Provai a riaddormentarmi, ma non ci riuscii. Così mi arresi definitivamente alle 4 di mattina, e mi alzai diretta al divano, dove mi coprii con un plaid e accesi la tv. Non so come, ma mi ritrovai a guardare i Simpson e, in altre circostanze avrei riso per quella scena, ma dopo quella nottata tutto ciò che riuscivo a sentire era un senso di vuoto e di dubbio.

Avevo davvero paura di aver corso troppo con Paulo, la paura costante che tutti gli avvertimenti che avevo ricevuto su di lui fossero fondati era tornata a torturarmi, e il fatto che lui in quel momento fosse lontano non faceva altro che peggiorare le cose.
Volevo solo che Paulo tornasse a casa per chiarire le cose, ma immaginavo quello che mi avrebbe detto.

Aprii gli occhi senza capacitarmi di essermi addormentata, davanti a me la televisione era ancora accesa, e la posizione in cui mi trovavo era a dir poco insopportabile, a dimostrarlo c'era il mio collo dolente e la mia schiena che sembrava essere diventata un pezzo di legno.
Una volta in piedi andai in bagno, e mi guardai allo specchio dove, come mi aspettavo, mi trovai le occhiaie marcate quasi fossero fatte con un pennarello. Cercai di fare del mio meglio con il correttore e il mascara, ma sembrava fosse tutto inutile. Mi arresi e cercai dei vestiti, ma sembrava che il mio armadio fosse vuoto.
Riuscii a trovare solo una felpa grigia e un paio di jeans neri, che infilai senza pensarci due volte. Non controllai nemmeno di avere il necessario per la giornata all'università, afferrai la borsa ed uscii di casa.

Arrivai all'università in ritardo, dopo aver perso due volte il tram, e decisi di andare alla lezione di Psicologia, dove il professore ci fece un discorso molto complesso sul dolore e sulla delusione. Pensai che dovesse essere uno scherzo del destino, non potevo aver seriamente assistito a quella lezione dopo essere stata delusa da Paulo neanche dodici ore prima.
In ogni caso, il professore ci consigliò un libro che approfondiva l'argomento: "La legge del dolore" di Chris Carter. Mi ripromisi che prima o poi l'avrei letto, ma visto che stavo iniziando a lavorare sulla mia tesi di laurea sapevo che sarebbe passato molto prima che l'avessi letto davvero.

Andai in biblioteca dopo aver comprato un panino al bar, e lì trovai, come sempre, Melissa e Leonardo.
"Ciao tesoro, stai bene?" chiese Mel, cercando di essere carina e non sbattermi in faccia la realtà, ovvero quanto quel giorno sembrasse che fossi stata investita da un autobus.
"Ho bisogno di voi." mi limitai a dire a entrambi, e poi gli raccontai l'accaduto con Paulo.

Sólo tú y yo. || Paulo Dybala. Where stories live. Discover now